Welcome to :- Pillola Rossa -:!

     Sostieni Pillola
Materiale per linkare Pillola Rossa e le controinchieste al proprio sito. Bottoni, banner, web-flyer.

     Menu
· Home
· Archivio
· Argomenti
· Cerca
· Enciclopedia
· FAQ
· Forums
· I tuoi dati
· Inserisci articolo
· Journal
· Messaggeria
· Scrivici
· Segnalaci
· Statistiche
· Top 10

2001.09.14 La Padania Nuovi filmati su piazza Alimonda





La Padania.
14 settembre 2001

GENOVA / Ascoltati ieri i sette manifestanti - indagati anche loro - che hanno denunciato le forze dell’ordine per lesioni
G8, nuovi filmati su piazza Alimonda
Le riprese, effettuate da una microcamera nel casco di un carabiniere, non ancora in mano al pm Franz

Il pm Silvio Franz, che conduce l’inchiesta sulla morte di Carlo Giuliani e sull’assalto alla camionetta dei carabinieri, ha saputo solo martedì scorso dell’esistenza di un filmato sugli scontri di piazza Alimonda, ripreso da una microcamera inserita nel casco di un carabiniere del Battaglione “Sicilia”. Il pm, nel confermare la notizia anticipata ieri da la Repubblica, ha anche detto di aver subito rinnovato l’ordine di esibizione di tutti i filmati e altro materiale fotografico, inviato già a fine luglio a tutte le forze dell’ordine e alle televisioni locali. L’esistenza di questo filmato, in possesso all’Arma, di cui il pm non era ancora a conoscenza, è trapelata dopo gli interrogatori di martedì scorso del carabiniere di leva Mario Placanica, accusato di aver ucciso Giuliani, e di altri due militari presenti in piazza Alimonda, teatro della morte del giovane e dell’assalto al “Defender”. Franz, per la ricostruzione di quei fatti, aveva interrogato, oltre al militare di leva, un capitano, comandante della prima Compagnia del Battaglione “Sicilia” e un sottotenente, comandante del plotone in cui prestava servizio Placanica. Ed è stato nel corso di questi interrogatori che il pm è venuto a conoscenza dell’esistenza del filmato. Oltre a quello su piazza Alimonda, i carabinieri sarebbero in possesso di riprese fatte con altre telecamere, compresa quella installata su un elicottero, che potrebbero far luce su altri episodi accaduti durante i fatti del G8. In ambienti della procura si è sottolineato di non voler fare processi alle intenzioni per questi ritardi nella consegna dei filmati da parte dei carabinieri e anche delle televisioni locali. E ci si è augurato che si tratti solo di problemi di natura tecnica e che quindi i filmati vengano consegnati nel giro di pochi giorni.
Si sono intanto conclusi ieri pomeriggio gli interrogatori dei sette manifestanti che hanno presentato altrettante denunce nei confronti delle forze dell’ordine per le violenze accadute durante il vertice G8 di Genova: carabinieri, poliziotti e agenti della polizia penitenziaria. Sei di questi erano stati arrestati nei giorni 20 e 21 luglio, proprio durante le manifestazioni “anti-global”. Si tratta di Caterina Tocci, Simone Rinaldi, Massimiliano Spingi, Federico Dell’Agli, tutti originari di Roma, Elisabetta Menegon di Parma, e un altro manifestante che ha chiesto l’anonimato. I giovani sono stati ascoltati dai pm come testi, ma indagati in procedimento connesso. Un’altra querela è stata presentata da Angelo Cagnizzi, romano, l’unico non indagato, che ha deposto come parte lesa. «Nelle denunce che abbiamo presentato nei confronti delle forze dell’ordine - ha spiegato uno degli avvocati dei giovanotti - si riscontra un’uniformità di comportamenti che evidenzia, in taluni casi, anche il reato di omissione da parte dei superiori che hanno permesso gli abusi e le violenze dei singoli». «È molto grave - aggiunge il legale - che nessun superiore finora abbia voluto far luce sui fatti accaduti. Le forze dell’ordine, per non delegittimarsi, devono ora fare chiarezza e chiedere a chi ha visto compiere abusi di denunciarli». Inoltre per l’avvocato «deve cadere il muro di omertà che ha coperto episodi molto gravi compiuti non solo al momento degli arresti, ma anche nelle caserme della polizia e dei carabinieri». Tra le ipotesi di reato a carico dei poliziotti, c’è anche quella di apologia di fascismo. Sui fatti tragici del G8 genovese si sono pronunciati anche i Gesuiti italiani, con un editoriale sulla prossima Civiltà Cattolica, secondo i quali la magistratura ha il compito di appurare con chiarezza quanto accaduto a Genova fra forze dell’ordine e manifestanti, sia perché «gli italiani continuino a mantenere la fiducia in chi li difende», sia per evitare che si formino «aree» in cui potrebbero riformarsi frange terroristiche.









Copyleft © by :- Pillola Rossa -: Some Right Reserved.

Pubblicato su: 2005-07-05 (771 letture)

[ Indietro ]




PHP-Nuke Copyright © 2005 by Francisco Burzi. This is free software, and you may redistribute it under the GPL. PHP-Nuke comes with absolutely no warranty, for details, see the license.
Generazione pagina: 0.79 Secondi