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2001.12.12 Manifesto Le bugie dei caramba





G8, le bugie dei caramba
da "Il Manifesto" del 12/12

Il pm Silvio Franz ha ordinato nuovi accertamenti per sapere chi sparò a Carlo Giuliani: oltre a Placanica, in piazza Alimonda c'era un tiratore misterioso. Sarà difficile trovarlo perché le pistole non sono state sequestrate. Pisapia, avvocato della famiglia: "La legittima difesa traballa".
A. MAN.

Per fare luce sull'omicidio di Carlo Giuliani il pm Silvio Franz ha ordinato nuove perizie balistiche. Serviranno a capire chi sia stato, oltre al carabiniere di leva Mario Placanica, a fare fuoco contro i manifestanti in piazza Alimonda. E a chiarire che fine abbia fatto il secondo dei due colpi che Placanica dichiarò di aver esploso.
La perizia arrivata nei giorni scorsi sul tavolo di Franz ha infatti riaperto l'inchiestra sul terribile episodio del 20 luglio scorso a Genova. Valerio Cantarella, perito d'ufficio, ha infatti stabilito che il secondo bossolo ritrovato non è compatibile con la pistola di Placanica, indagato per omicidio volontario. E' stato sparato da un altro militare, con un altra pistola d'ordinanza. Forse il secondo tiratore era a terra, a qualche metro di distanza dalla jeep in cui si trovava Placanica. Forse era anche lui sul mezzo insieme all'autista, Cavataio, a Placanica, e al carabiniere Raffone. Tutte le pistole dei carabinieri saranno sottoposte alle nuove perizie ordinate dal pm Franz: purtroppo la procura non le aveva sequestrate subito e quindi i dubbi, in questa vicenda, potrebbero non svanire mai del tutto. E' una delle osservazioni di Giuliano Pisapia, parlamentare di Rifondazione comunista e legale della famiglia Giuliani. Anche Vittorio Agnoletto e Tom Benetollo, portavoce del Gsf a Genova e presidente dell'Arci, hanno chiesto accertamenti seri su quanto avvenuto in piazza Alimonda.
La perizia di Cantarella ha comunque evidenziato che i carabinieri, fin dal primo momento, mentono: qualcun altro ha sparato in piazza Alimonda. Lo aveva già detto un fotografo free lance francese, Bruno Abile, che la sera del 20 luglio dichiarò di aver visto un carabiniere in divisa, forse un ufficiale, esplodere colpi di pistola in piazza Alimonda. Subito dopo, disse ancora Abile, il ventitreenne Giuliani è caduto a terra senza vita. Altre testimonianze, tutte rigorosamente anonime, hanno confermato nelle settimane seguenti la versione del fotografo francese, ma l'inchiesta è rimasta ferma alle dichiarazioni di Placanica che ha affermato di aver sparato solo lui, due colpi in tutto. Uno solo avrebbe centrato Giuliani poco sotto l'occhio e sarebbe compatibile con l'arma di Placanica, ad oggi l'unica sotto sequestro.
I nuovi sviluppi confermano, se ce ne fosse bisogno, l'estrema disinvoltura dei carabinieri nell'uso delle pistole. A Genova, il 20 luglio, per loro stessa ammissione sono stati sparati otto colpi in corso Torino, sette in via Tolemaide e almeno tre (a questo punto) in piazza Alimonda. E il comando dell'arma non ha mai chiarito quali fossero le istruzioni impartite sull'uso delle armi. Ma la perizia segna anche una svolta nell'inchiesta sull'omicidio Giuliani, perché a questo punto per Placanica e gli altri militari eventualmente coinvolti sarà più difficile invocare la legittima difesa.
"I nostri dubbi erano fondati, la ricostruzione dei carabinieri contrasta anche con le risultanze processuali", ha detto Pisapia. Ci sono dubbi anche sul momento della morte di Carlo: la jeep dei carabinieri potrebbe averlo schiacciato quando era ancora in vita. "Chi si vuole coprire?", chiede il legale. Pisapia mette in luce una serie di incongruenze e di contraddizioni, ricorda che chi ha sparato "impugnava l'arma da tempo contro i manifestanti, era in condizioni di assoluta lucidità, ha preso la mira ed era in una posizione che solo chi è particolarmente esperto di armi è in grado di avere in momenti così drammatici". Placanica si è vantato di essere un buon tiratore, ma forse c'era qualcuno più bravo di lui.

(alessandro mantovani)









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Pubblicato su: 2005-07-05 (730 letture)

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