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2002.02.07 Liberazione Cc con fondine a rapida estrazione





7 febbraio 2002 Liberazione.

G8, spunta un nuovo mistero: a Piazza Alimonda carabinieri con una fondina "a rapida estrazione"
di A. Checchino

«La prossima settimana sosterremo in aula l'esigenza irrinunciabile di una commissione d'inchiesta sui fatti di Genova, poiché la commissione d'indagine si è risolta in una buffonata». E' quanto ha detto ieri, Gigi Malabarba, capogruppo al Senato per Rifondazione comunista commentando il parere negativo (6 contro 5) della commissione Affari costituzionali di Palazzo Madama su una richiesta analoga della minoranza. «Omertà, depistaggi, coperture politiche premono sulla magistratura perché venga insabbiata una vicenda in cui emergono elementi sempre più inquietanti sulla possibile regia internazionale della "mattanza cilena" durante il G8 - spiega ancora Malabarba - ci piacerebbe conoscere ora qual è stato il ruolo della Cia e di altri servizi, insieme a De Gennaro e Scajola. Lo dobbiamo alle decine di feriti e arrestati, lo dobbiamo ai familiari di Carlo Giuliani alla cui memoria è stato intitolato il campeggio dei giovani a Porto Alegre».
Che la versione ufficiale faccia acqua da ogni parte è confermato anche dalle incongruenze dei racconti dei protagonisti. L'estate scorsa, di fronte alla commissione parlamentare, questore, prefetto, comandanti di tutte le polizie, hanno potuto omettere o raccontare qualsiasi cosa visto il carattere "conoscitivo" e non inquirente del comitato. Il fatto che i due bossoli trovati in piazza Alimonda non vengano, secondo alcuni periti, dalla medesima pistola e la possibile presenza a bordo del defender di un quarto misterioso carabiniere, forse un maresciallo, come emergerebbe da varie testimonianze, riaccende i riflettori su alcune dichiarazioni di Mario Placanica, il carabiniere ventenne indagato per l'omicidio volontario di Carlo Giuliani. Nell'intervista rilasciata a Bruno Vespa (contenuta in "La scossa", Mondadori 2001), Placanica accenna all'uso della fondina "a coscia". Basta una telefonata a un negozio di articoli militari per sapere che si tratta di un articolo "fuori ordinanza" disponibile (a 85mila lire) in tre colori e in due versioni, coperta o scoperta, comunque "a rapida estrazione". Il punto è che è stato consentito l'utilizzo in una missione di ordine pubblico di un accessorio, non fornito dall'amministrazione, più adatto a operazioni anticrimine. Secondo testimoni erano molti i militari che, dentro e fuori la zona rossa, lo indossavano. La fondina regolamentare presenta significative differenze. La prima è che viene portata sulla sinistra del cinturone anziché sulla coscia destra, la seconda è che la fibbia è difficilissima da forzare nel caso, prevedibile in ordine pubblico, di un eventuale corpo a corpo tra militare e manifestante.
E' una concezione opposta rispetto alla possibilità di rapida estrazione della pistola. Verrebbe da pensare, anche alla luce della denuncia anticipata da *il manifesto* domenica scorsa, che a Genova si volessero avere sempre le armi a portata di mano, che si volessero usare o che fosse una evenienza abbondantemente prevista anche nelle disposizioni impartite. Gli alti ufficiali sentiti dal comitato non hanno mai detto nulla se non che, nel timore che di agenti presi in ostaggio dai manifestanti, era stato raccomandato di tenere la sicura inserita. All'indomani degli anni di piombo, la raccomandazione era, al contrario, quella di evitare di far fuoco in servizi di ordine pubblico. Infatti, una circolare del 1990 - mai revocata - dell'allora capo della polizia Parisi, vieta perfino la possibilità, in piazza, di sparare a scopo intimidatorio. Però una pubblicazione dell'Arma di nove anni dopo chiarisce come l'uso delle armi sia possibile solo su "esplicito ordine" (e "mai a scopo intimidatorio") "di chi dirige il servizio" e, "salvo in caso di reazione ad offesa da arma da fuoco, l'uso deve essere preceduto da tre squilli di tromba".
Nulla di tutto ciò accadde a Genova dove il corteo del Carlini, regolarmente autorizzato, fu attaccato dai cc lontano dalla zona rossa e senza preavviso. Negli scontri che seguirono furono esplosi "ufficialmente" almeno 15 colpi di pistola, come risulta dai brogliacci dell'Arma, ma chiunque abbia una minima esperienza di vita militare, può testimoniare come sia abituale procurarsi proiettili avanzati nelle esercitazioni di tiro.
Gli interrogativi, sette mesi dopo, sono ancora gli stessi: l'uso delle armi a Genova fu premeditato? Una risposta sarebbe potuta venire dal tempestivo sequestro delle registrazioni radio ma proprio sulla presenza di apparati a bordo delle jeep, i vertici di viale Romania hanno fornito risposte laconiche e contradditorie. Eppure, tenendo conto del fatto che nulla è stato improvvisato in occasione del G8, potrebbe esserci nelle stanze dei piani alti dei carabinieri, una disposizione per l'installazione a bordo degli automezzi di radio veicolari o portatili. Intanto, è di ieri la notizia di un terzo manifestante incriminato per gli scontri nella piazza dove fu ucciso Giuliani.









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Pubblicato su: 2005-07-05 (715 letture)

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