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2002.06.03 Repubblica Il proiettile di rimbalzo





3 giugno 2002 Repubblica.

Per gli esperti consultati dal pm, il colpo di Placanica fu deviato da un oggetto, forse l'estintore

G8, i periti: "Giuliani ucciso da un proiettile di rimbalzo"

L'avvocato della famiglia: "Il colpo era diretto contro Carlo”

GENOVA - Non fu un colpo diretto a uccidere Carlo Giuliani a Genova il 20 luglio scorso, ma un proiettile di rimbalzo. E' quanto emerge dalle prime indiscrezioni sulla traiettoria seguita dal proiettile che colpì il ragazzo, ordinata dal pubblico ministero Silvio Franz ai periti Carlo Torre, Paolo Romanini, Pietro Benedetti e Nello Balossino.

Secondo gli esperti, il proiettile che ha colpito alla testa Giuliani sarebbe stato sparato verso l'alto dal carabiniere Mario Placanica e deviato da un oggetto, che potrebbe anche essere l'estintore che il giovane teneva tra le mani, sopra la testa. Una ricostruzione contestata dal legale della famiglia Giuliani, Giuliano Pisapia: "Al massimo ed è una mera ipotesi, vi è stata una deviazione minima del colpo mortale che era chiaramente diretto contro Giuliani - ha detto l'avvocato - come emerge chiaramente da tutte le foto e i filmati in atti acquisiti dalla famiglia di Giuliani e dal pm". "E' certo - ha concluso - che Placanica non ha sparato il primo colpo in aria come gli imponeva la legge".

Per capire con certezza la tesi dei periti, bisognerà aspettare qualche giorno: i consulenti hanno infatti deciso di chiedere domani al magistrato un nuovo rinvio per la consegna delle loro conclusioni.

Se la deviazione fosse accertata, la posizione processuale di Placanica - che è indagato per omicidio volontario - sarebbe notevolmente allegerita. Il carabiniere ha sempre sostenuto di aver sparato solo per legittima difesa, e di aver puntato la sua pistola verso l'alto senza prendere la mira.

Placanica sparò due colpi: a uccidere Giuliani, colpito all'occhio sinistro, è stato il primo, anche se deviato da un oggetto, probabilmente l' estintore. I periti non escludono però che anche un bastone, una pietra o un altro oggetto possa aver fatto deviare il colpo. Il secondo proiettile invece, la cui traiettoria è stata scoperta solo il 21 aprile scorso, durante la ricostruzione virtuale dell'episodio, si era conficcato ad un'altezza di circa sette metri, sul muro della chiesa di Nostra Signora del Rimedio, in piazza Alimonda, sopra l'altarino laico dedicato a Giuliani. Le due ogive non sono state mai recuperate.

I consulenti dovevano anche stabilire la distanza in cui si trovava Giuliani al momento della morte, durante l' assalto alla camionetta. Secondo indiscrezioni il giovane si sarebbe trovato ad un metro e mezzo-due metri di distanza, più o meno quanto aveva già appurato il consulente del pm Biagio Manetto. Queste conclusioni contrastano con le tesi sostenute dai periti della famiglia Giuliani, parte offesa nel procedimento, secondo i quali la distanza tra Carlo e il defender sarebbe di almeno tre metri.

(3 giugno 2002)









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Pubblicato su: 2005-07-05 (632 letture)

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