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2002.07.19 Liberazione intervista a pisapia





Liberazione del 19 luglio 2002

"Intervista a Giuliano Pisapia, legale della famiglia Giuliani. di Angela Nocioni

«Carlo Giuliani è stato colpito quando era ad oltre tre metri dal Defender dei Carabinieri. Sia il primo che il secondo proiettile sono stati sparati ad altezza d'uomo. Non c'è stato alcun impatto in aria tra il proiettile e un calcinaccio lanciato verso la camionetta e quindi non c'è stata nessuna deviazione della traiettoria». Così Giuliano Pisapia, legale della famiglia Giuliani, riassume i principali elementi di verità emersi dalla nuova perizia sui fatti di piazza Alimonda. «Tre elementi che contrastano con le conclusioni di alcuni dei consulenti del pubblico ministero. Le loro però sono ricostruzioni virtuali fatte sulla base di ipotesi e deduzioni. Le nostre sono il prodotto dell'esame delle immagini girate a piazza Alimonda, compreso il filmato della polizia. Da notare che quattro consulenze del pm sono arrivate a quattro differenti conclusioni».
L'ultima, però, conferma l'innegabile verità ritratta dal video di Rainews: chi ha sparato a Carlo lo ha fatto quando lui era ad oltre tre metri dal Defender. Sì, però i consulenti del pubblico ministero sostengono sulla base di mere ipotesi che Carlo Giuliani si sarebbe spostato avanti di un metro e mezzo in un secondo. Da tutti i filmati acquisiti agli atti si evidenzia invece che Carlo è stato colpito quando stava sollevando l'estintore. Lo aveva ancora dietro la schiena. Non ha fatto passi in avanti. Si vede l'uscita del sangue mentre è in piedi. Si era appena spostato indietro per portare l'estintore dietro la nuca.

Dopo mesi dai fatti il carabiniere Mario Placanica ha dichiarato a Mediaset di aver sparato in aria. Lo aveva mai detto con tanta chiarezza ai magistrati?
Placanica ha dichiarato al pm di aver perso la testa e quindi di non sapere esattamente come aveva sparato. Solo nell'intervista resa al Tg5 ha dichiarato di aver sparato in aria. Non è l'unica strana dichiarazione di quell'intervista. Dice anche che durante gli scontri in piazza Alimonda uno dei manifestanti tentò di togliergli la pistola dalla fondina. Dai filmati si vede invece che nessun manifestante si avvicina mai al Defender dal retro in modo da poter addirittura tentare di prendergli la pistola. Quindi: o Placanica dice cose assolutamente non veritiere o, se qualcuno ha tentato e forse è riuscito a prendere la pistola, lo ha fatto dall'interno del Defender.
In ogni caso chi ha sparato non lo ha fatto in aria nemmeno al secondo colpo. E' vero infatti che una traccia del secondo proiettile è stata trovata sul muro esterno della chiesa in alto, ma il Defender era distante dalla chiesa oltre 20 metri e, tenuto conto della posizione di Carlo e degli altri manifestanti e della pistola impugnata a un'angolazione di 10 gradi, il proiettile arrivava su chi stava dietro il Defender ad un'altezza di un metro e sessanta. Ossia ad altezza d'uomo. Riguardo il calcinaccio, poi, riteniamo che i consulenti del pm abbiano commesso due errori. Innanzitutto non hanno considerato che la velocità del suono e la velocità della luce sono differenti e quindi la contemporaneità tra il momento in cui si sente lo scoppio dello sparo e il momento in cui c'è la frantumazione del calcinaccio è solo apparente. Risulta evidente, inoltre, che il calcinaccio si è frantumato sul tetto del Defender sopra la lettera I della scritta Carabinieri. I frammenti rotolano sul tetto per poi cadere sulla parte anteriore del mezzo e non sul retro. Se il calcinaccio fosse stato colpito da un proiettile avrebbe avuto un'andatura diversa.

Chi copre Mario Placanica con la teoria della legittima difesa? Quante persone vi risulta fossero sul Defender? Tre come dicono i carabinieri o quattro come ha dichiarato un testimone inglese? Su chi fosse e quanti fossero all'interno del Defender i dubbi rimangono. La dichiarazione di Placanica rispetto al tentativo di prelevargli la pistola dalla fondina conferma però il sospetto che oltre all'autista le persone presenti potessero essere più di due.

E' stato tutto regolare nei rilievi fatti dalla scientifica a piazza Alimonda?
Non ho elementi per dirlo. Però la repertazione riguardante il Defender è stata affidata ai carabinieri che sono direttamente coinvolti nell'inchiesta. E' stata sequestrata un'unica arma, le altre presenti all'interno del mezzo sono state sequestrate dopo mesi quando una consulenza del pm, poi smentita da quelle successive, ritenne che i due bossoli ritrovati provenissero da pistole diverse.

Il corpo di Carlo è arrivato all'ospedale Galliera alle 19,15. La famiglia è stata avvisata solo alle 23. Nel frattempo sono state realizzate la Tac al tronco e quella encefalica. Chi ha perquisito Carlo lo ha fatto alla presenza di un magistrato?
Rispetto agli orari bisogna tener conto che Carlo Giuliani non aveva documenti addosso. Quello che non trova una spiegazione è invece che nella Tac encefalica si vede con evidenza un pezzo metallico all'interno della testa, quasi certamente la camicia di un proiettile il cui reperimento e il cui referto avrebbero fornito elementi utilissimi. Caso strano, nell'autopsia che viene disposta immediatamente dal pubblico ministero e che viene consegnata con ritardo inconcepibile, dopo oltre quattro mesi e dopo numerosi solleciti formali e informali del pm, il pezzo di ferro non risulta.

Perché durante l'autopsia erano presenti solo i consulenti del pm e nessuno della difesa?
Sono stato contattato dalla famiglia Giuliani solo successivamente e il corpo di Carlo era già stato cremato.









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Pubblicato su: 2005-07-05 (712 letture)

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