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2002.08.05 Messaggero carlo era un bb





Il Messaggero - 5 agosto 2002

Il Ros: ecco la verità sugli scontri di Genova
«Ci fu un accordo fra tute bianche e Black bloc. Giuliani filmato mentre assaltava un ufficio postale»

Gli incidenti di Genova, durante il G8, furono programmati con un mese d’anticipo. Ci furono riunioni all’estero e in Italia, fra alcune associazioni no global (le Tute bianche), gruppi di Black bloc e i centri sociali italiani più “radicali". E inoltre, sopralluoghi in città, prima del vertice, con i rappresentanti stranieri guidati in loco da esponenti dei due “centri" genovesi Pinelli e Inmensa. Per studiare e capire «come muoversi, come colpire e scatenare l’inferno». E anche come reperire sul posto le armi, bastoni e spranghe di ferro.
Sopralluoghi tutti monitorati dai carabinieri. Con visi e persone poi ritrovate, alla guida dei violenti, nei filmati che hanno registrato gli scontri più cruenti di quelle giornate. Fino alla “tragica" piazza Alimonda. Dove fu ucciso Carlo Giuliani. Filmato, poche ore prima della sua morte, mentre dà l’assalto insieme ai Black bloc ad un ufficio postale.
In sintesi, come scritto nelle conclusioni della Relazione del Ros, due dossier di oltre 200 pagine l’uno: «A Genova è stato posto in essere un piano preordinato al compimento di vere e proprie azioni di guerriglia urbana contro le forze di Polizia, contro beni mobili e immobili...». Una relazione dal titolo “Blocco nero", quella del Ros, guidato dal generale Giampaolo Ganzer, consegnata ai pm genovesi Anna Canepa e Andrea Canciani, che conducono l’inchiesta sulle devastazioni del G8. Ecco i punti salienti.
Le riunioni segrete. No global violenti e Black bloc stranieri iniziarono a mettere a punto i piani per Genova in più riunioni segrete. Una delle prime fu fatta a Nizza, in occasione della protesta del 6 dicembre 2000, in occasione di un summit sul Trattato della Ue. Presenti gruppi francesi, tedeschi, greci, spagnoli e austriaci. Fra giugno e luglio 2001 gli incontri si intensificarono. Prima a Francoforte, il 26 giugno, poi a Salisburgo il 2 luglio. Infine gran finale in un incontro-camping no global, il 6 luglio, a Pitisovic. Ad alcune di queste riunioni parteciparono anche rappresentanti dei centri sociali Inmensa e Pinelli di Genova. Che poi si misero in contatto con esponenti delle aree più intransigenti di Torino, Roma, Milano, Padova e Bologna. Non a caso l’Ucigos, diretta allora da Arnaldo La Barbera, aveva richiesto alla Procura di Milano di arrestare 50 esponenti dei centri sociali, fra Torino e la stessa Milano. Richiesta respinta.
I sopralluoghi. Nel mese che ha preceduto il vertice ci furono anche tre sopralluoghi nel capoluogo ligure, da parte di una ventina di stranieri dell’area più intransigente e quella pacifista. Guidati da alcuni esponenti dei centri sociali genovesi, con tanto di cartina in mano, hanno messo a punto i piani in quei giorni per «dare poi il via alla guerriglia urbana...». Incontri e sopralluoghi filmati dal Ros. Con facce che poi i carabinieri hanno riconosciuto, tra i leader della violenza, nei filmati degli scontri più cruenti. Tradotto: ci fu una commistione chiara fra Tute bianche e Black bloc. Scrive il Ros «...anche nei cortei e nei raduni dove si svolgevano manifestazioni pacifiche molti ragazzi hanno dismesso i loro vestiti normali per indossare capi di colore nero, armandosi con strumenti atti ad offendere reperiti sul posto...».
Come arrivarono. Le frange più violente sono arrivate in Italia alla spicciolata, soprattutto in treno. Almeno un mese prima del G8. Finendo ospiti in casa di alcuni esponenti dei centri sociali. Soprattutto a Milano e a Torino. Persone segnalate come violente dalla polizia del loro Paese, ma che anticipando il loro ingresso in Italia hanno evitato i controlli delle forze dell’ordine. A cui offrirono scarsa collaborazione le varie polizie europee. Per non farsi individuare, molti di loro arrivarono a Genova attraverso le strade meno conosciute dell’interno, come quella di Uscio. Su consiglio dei “basisti" genovesi. Le stesse che poi costituirono la loro via di fuga.
Tremila i violenti. Alle 12 del 20 luglio, Black bloc e violenti “mascherati" da Tute bianche, almeno tremila per il Ros, fanno partire il loro piano di devastazione dal corteo che raggiunge piazza Paolo da Novi. Hanno un unico obiettivo: armarsi e devastare. Da allora fino alle 16,30 il Blocco nero «con le varie aggregazioni di quello “bianco"» si muoverà secondo uno schema ben studiato, da corso Buenos Aires a corso Torino, da piazza Tommaseo a via Tolemaide, fino a corso Sardegna, travolgendo e saccheggiando tutto, dai supermercati alle banche. Ci fu anche il tentativo di incendiare il carcere di Marassi.

Il caso Giuliani. In uno di questi assalti, ad un ufficio postale, il Ros ha filmato anche Carlo Giuliani. Ci sono anche numerose foto che ritraggono lo stesso Giuliani con un passamontagna nero in testa negli scontri di via Tolemaide e piazza da Novi. Anche nell’assalto di piazza Alimonda, dove il ragazzo fu ucciso, ci sono molte facce filmate dal Ros durante i sopralluoghi in città prima del G8.
I sequestri alla “Diaz". Per il Ros diversi Black bloc trovarono ospitalità alla Diaz. Fra il materiale sequestrato nella scuola, dopo l’irruzione della polizia, fu trovato infatti uno striscione nero con la scritta in rosso “Smash", appartenente al gruppo dei Teatranti austriaci, accusati dalla stessa magistratura genovese di far parte delle frange più violente. Striscione che in più di un filmato fa da sfondo agli assalti del Blocco nero.
Cento i denunciati. Sono cento le persone denunciate, per associazione a delinquere, devastazione e saccheggio. Come risultato di un dossier che presenta 198 intercettazioni telefoniche (fra Genova, Milano, Roma, Torino e Nord Est), 6 ambientali (centri sociali) e 16 telematiche. Ben 143 le perquisizioni domiciliari, personali e nei centri sociali di Genova, Bologna, Torino, Milano e Roma. Oltre la metà dei denunciati sono loro esponenti. Decine gli stranieri. Si aggiungono agli altri 50 indagati dell’inchiesta.









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Pubblicato su: 2005-07-05 (777 letture)

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