Welcome to :- Pillola Rossa -:!

     Sostieni Pillola
Materiale per linkare Pillola Rossa e le controinchieste al proprio sito. Bottoni, banner, web-flyer.

     Menu
· Home
· Archivio
· Argomenti
· Cerca
· Enciclopedia
· FAQ
· Forums
· I tuoi dati
· Inserisci articolo
· Journal
· Messaggeria
· Scrivici
· Segnalaci
· Statistiche
· Top 10

Audizione di Giovanni De Gennaro (parte 5a)





il corteo della CUB, controllato dalle forze dell'ordine, ma non si sono verificate circostanze che potessero creare condizioni o necessità di intervento o - come ho detto - dell'uso della forza, non certamente dell'uso della violenza. Credo però che queste relazioni che ho letto, e che poi potranno essere tutte acquisite (ovviamente ci saranno casi e casi), diano una indicazione in questo senso.
Vorrei anche un po' indirettamente, rispondere alla distinzione tra i violenti e i non violenti su un'aggressione ai pacifisti, sempre durante il giorno 20. Avevo prima visto una relazione in cui un vicequestore di Torino - dal momento che abbiamo mandato circa 300 funzionari di rinforzo da tutta l'Italia - scrive: «ritornato all'originario posto di servizio, verso le ore 11,40, notavo un centinaio di autonomi raggrupparsi sulla cima di via Caffaro» - dice autonomi - «e, proteggendosi con alcuni cassonetti, scendere lentamente verso la piazza del Portello con fini chiaramente aggressivi. Lo scrivente faceva schierare il personale in divisa. I facinorosi si fermavano a metà salita bersagliando gli agenti con bottiglie e lanciando lungo la ripida strada alcuni cassonetti incendiati.
A tal punto, lo scrivente, vista la disparità numerica ed al fine di evitare che gli aggressori potessero giungere sulla piazzetta e coinvolgere negli scontri i pacifisti presenti, visibilmente spaventati, faceva esplodere alcuni lacrimogeni contro il gruppo, che si fermava e iniziava lentamente a retrocedere sempre investendo il personale con lancio di oggetti«.
Mi sono permesso di ricordare anche questo passo perché cerco - come ho detto prima - di distinguere i singoli episodi dalla complessità di due giornate particolarmente intense, durante le quali - come emerge pian piano e via via emergerà sia dalle inchieste giudiziarie sia dalla raccolta di queste che sono le relazioni che hanno compilato i funzionari preposti ai


Pag. 107

servizi - si sono avuti diversi momenti e diverse situazioni, sicuramente complesse e complicate, che hanno reso molto difficile il lavoro delle forze di polizia impegnate a Genova.
Non vorrei, presidente, continuare a leggere perché è molto lungo, ma anche riguardo al 21, durante la formazione del corteo del 21, dalla lettura di alcune relazioni, emergono sicuramente delle anomalie sul concetto di pacifica manifestazione. È chiaro che, quando ho parlato di numeri consistenti o di elevato numero, per me elevato numero sono 5, 6, 7 mila manifestanti determinati a scontrarsi con le forze dell'ordine, non certamente 100 o 150 mila o qual era il numero del corteo. Devo dire che, secondo quella che è stata una prima ricostruzione, fatti salvi poi approfondimenti ulteriori, il corteo del giorno 21 - rispondo così forse a qualche domanda - si era sviluppato, fino ad un certo punto, in un modo ordinato. Adesso, non so quanta forza pubblica fosse stata messa alla testa del corteo, però ho visto alcune relazioni di funzionari che erano alla testa del corteo. Mi pare di cogliere adesso un po' da quello che mi è stato riferito che il problema si è verificato ad un certo punto, quando il corteo è arrivato in fondo a corso Italia; non conosco Genova, mi pare in fondo a corso Italia (al punto dove poi c'è la fiera del mare). A quel punto, più della metà del corteo ha proseguito normalmente secondo l'itinerario prestabilito, ma a metà del corteo, circa 500 facinorosi, che si trovavano in quel punto, invece di girare per proseguire secondo lo stesso itinerario, hanno aggredito frontalmente lo schieramento della polizia, che lì c'era, per impedire che il corteo invece di fare il suo percorso andasse verso la zona protetta.
Ecco, lì si sono realizzati i primi incidenti: questa è una ricostruzione, ovviamente, fatto salvo qualsiasi errore, ma secondo questa ricostruzione è lì che è sorto il problema,


Pag. 108

essendosi poi trovati alla testa del corteo manifestanti più violenti, così come - se non ricordo male - mi è stato segnalato che anche alla coda del corteo c'era un gruppo molto consistente che aveva praticamente chiuso il corteo. Ecco, lì si sono verificati sicuramente dei problemi. So che i problemi c'erano, che erano consistenti, che era una situazione molto complessa e complicata da gestire, perché continuava sicuramente la violenza di questo gruppo, che si era posizionato alla testa del corteo e che aveva fatto addirittura indietreggiare i manifestanti pacifici, ma che era lì e non faceva avanzare il corteo, tanto che leggo da una relazione che parte del corteo ha cercato di deviare da un'altra strada.
Ho ricevuto anche qualche telefonata da parte di qualche parlamentare; mi sono preoccupato di una situazione che, sicuramente, andava a creare problemi per decine di migliaia di persone, o non so quante, sicuramente migliaia; ho chiamato il questore e l'ho mandato direttamente sul posto. Ecco, quello è stato l'intervento del capo della polizia. Ho avuto la segnalazione di un parlamentare, una segnalazione quindi autorevole, preoccupata; mi sono reso conto che un intervento doveva essere, forse, più approfondito ed ho mandato il questore sul posto; mi sono preoccupato, poi, di attivare tutti gli altri funzionari perché si riorganizzasse anche il momento del deflusso, in quanto questa parte del corteo invece di riuscire ad arrivare fino alla zona definitiva del deflusso, a Marassi, era defluita indietro verso Quarto (Commenti del deputato Mascia). Non credo che sia successo per colpa della polizia, onorevole Mascia, non credo che sia successo per colpa della polizia! Era defluito all'indietro, sbandato, dunque ci siamo attivati; so che c'è stato subito un contatto con le Ferrovie affinché si individuassero i treni che da Brignole andassero fino a Quarto. Quindi, non mi pare che tutto questo


Pag. 109

comportamento denoti un atteggiamento aggressivo, o meramente aggressivo, da parte delle forze dell'ordine, ma probabilmente una situazione complessa che ha creato delle difficoltà.
Io non voglio assolutamente lasciare l'impressione che, da parte del direttore generale della pubblica sicurezza, non ci sia una preoccupazione anche - e raccolgo, con grande attenzione, l'invito che alcuni parlamentari mi hanno fatto - a riflettere, a studiare, perché in circostanze ulteriori vi sia il massimo della capacità per tentare di dividere i gruppi violenti o per cercare di controllare al meglio e tutelare al massimo la libertà di manifestazione, che non mi pare sia stata assolutamente limitata.
Occorre fare qualche riflessione anche sulla guerriglia - come mi è stato chiesto - o sulle modalità di intervento. Io ho detto forse in modo troppo sfumato, ma parlandone più diffusamente forse è più semplice spiegarlo...

MARCO BOATO. Scusi, prefetto, queste cose che lei ci ha detto probabilmente sono tutte vere. È in grado di valutare qual è stato il tipo di risposta che poi le varie forze di polizia hanno dato sul corteo? Perché ci sono centinaia di foto, di immagini televisive, eccetera, che rappresentano poliziotti, carabinieri e finanzieri che pestano sistematicamente partecipanti al corteo. Lei queste cose le sa (Interruzione del deputato Ascierto - Commenti).

GIAN FRANCO ANEDDA. Ma dai!

PRESIDENTE. Il prefetto sta dicendo...

MARCO BOATO. Non c'è dubbio che tutte queste cose siano vere, ma c'è qualcosa in più.


Pag. 110

PRESIDENTE. Ci mancherebbe. D'altra parte, il parere di veridicità non lo dà l'onorevole Boato. Il prefetto sta rispondendo sulla base delle domande che gli sono state rivolte.

MARCO BOATO. Siccome la prima domanda che io ho fatto riguarda questa questione, vorrei, se possibile, ricevere una risposta su questo punto, in quanto su tutto il resto nessuno mette in dubbio ciò che si sta dicendo.

PRESIDENTE. Onorevole Boato, le rivolgo due inviti: primo, a non interrompere il prefetto che sta relazionando e, secondo, a non interrompere il presidente quando sta parlando con lei. Le sto dicendo che le persone cui fa riferimento il prefetto saranno sicuramente oggetto di audizione, dunque si segni pure le circostanze. Le domande le abbiamo già rivolte e non si può fare una seconda tornata, il prefetto sta rispondendo, poi lei alla fine dirà se si ritiene soddisfatto o meno.

GIOVANNI DE GENNARO, Direttore generale del dipartimento della pubblica sicurezza. La situazione è molto complessa, l'ho detto già nella mia relazione di questa mattina e lo confermo ancora adesso. Abbiamo assistito ad episodi che sicuramente - così come il senatore Kofler, giustamente, ci ha fatto vedere anche con immagini - a nessun cittadino fa piacere vedere e tanto meno al capo della polizia. Questi comportamenti - l'ho già detto oggi - saranno individuati e saranno perseguiti sotto il profilo disciplinare. Se, in questa sede di accertamento, si dovessero individuare anche responsabilità penali, riferiremo all'autorità giudiziaria, ma si tratta di singoli. Vorrei, alla fine, vedere tutte queste immagini e contarli; infatti, molte volte ho visto sempre la stessa immagine, per cui vorrei contarli. Ho escluso, naturalmente, l'episodio


Pag. 111

della perquisizione, in quanto credo di averlo già definito prima. Io vorrei contarli. Quell'immagine, che ho visto poco fa, di un agente con la pistola in mano, è uno degli episodi che è oggetto di indagine e, verosimilmente, se è già arrivata - perché non c'è l'ho da una settimana - la relazione, sarà sicuramente individuato anche quello. Così come, se non sbaglio - da una prima richiesta che ho fatto almeno per curiosità - dovrebbe essere uno degli agenti della polizia scientifica, che era fuori a documentare con immagini ciò che accadeva, quello che è stato aggredito. Ma verifichiamo, vediamo se era legittimato ad avere la pistola in mano. Di tutto questo io voglio dare, signor presidente, piena assicurazione, per quella che è la mia responsabilità, che non sarà lasciato nulla di intentato per singoli comportamenti.
Stavo, invece, cercando di illustrare un po' le dinamiche di una giornata complessa, proprio per quella che mi sembra sia stata la domanda più importante che mi è stata rivolta: qual è la valutazione che devo fare, quali devono essere le strategie successive per assicurare un clima naturalmente di fiducia che, anche attraverso queste iniziative, cercheremo di ripristinare nei tempi più rapidi, ma facendo giustizia. Infatti, alcune volte le immagini fanno vedere la parte dopo e non la parte prima. Credo si debba avere un quadro completo, perché la prima immagine che abbiamo visto, quando c'è stato il disgraziato incidente che ha portato alla morte del giovane Giuliani, era un'immagine sicuramente di condanna, mentre le immagini successive, quanto meno, possono lasciarci il dubbio e l'autorità giudiziaria compirà accertamenti in merito.
Per quanto riguarda la comunicazione, io ho visto alcune comunicazioni e ho detto che l'autorità giudiziaria ha acquisito le comunicazioni radio della notte del 21, sulla base di una comunicazione giornalistica o di una affermazione giornalistica.


Pag. 112

Giusto, ben venga la denuncia; nella mia relazione ho ringraziato i giornalisti per la loro attività che è molto utile per tutti, tuttavia, prima di dire che è vero, aspettiamo il riscontro. Su questo, però, io vorrei confermare - non so come dirlo - con assoluta determinazione, la precisa volontà di proseguire in un'opera di addestramento, di correzione. Metterò a disposizione, come è stato chiesto, la circolare che ho emanato fin dal febbraio di quest'anno.
In quella circolare - ne ho qui alcuni stralci - raccomandavo la massima prudenza e attenzione nell'impiego dello sfollagente, da impugnarsi e usarsi correttamente, e dei lacrimogeni, che «devono essere considerati rimedio estremo per fronteggiare situazioni di particolare gravità non altrimenti gestibili anche in considerazione del forte impatto che provocano sulla folla». Abbiamo sentito, dalle relazioni che ho citato, che i funzionari dicono: «Poi ho fatto anche ricorso ai lacrimogeni».
Ritengo che, in linea di massima, questi siano spunti di riflessione - anche della mia riflessione - per migliorare, per correggere se necessario. Credo tuttavia di poter riferire di avere affermato, in una logica di assoluto rispetto della libertà di manifestare e del cittadino, ma anche di assoluta determinazione - l'ho già detto nelle occasioni in cui mi e stato chiesto, in tutti gli incontri, in tutte le circostanze e l'ho ripetuto anche in qualche punto della mia relazione -, che non sarebbero state tollerate illegalità, tanto meno ove queste fossero scadute nell'illecito penale. Credo, tuttavia, che una forza di polizia democratica, un sistema di sicurezza democratico, debba fare ricorso all'uso della forza per vincere una resistenza o per impedire atti illegittimi, ma debba rifuggire - e questo lo assicuro - da qualsiasi utilizzo della violenza, che è cosa diversa.


Pag. 113


Vorrei chiarire il concetto della zona gialla, di cui mi è stato chiesto più volte. L'ordinanza del prefetto, che individuava questa zona di ulteriore rispetto e di salvaguardia, non era indirizzata soltanto all'aspetto della manifestazione o dell'ordine pubblico, ma anche ad alcuni aspetti di sicurezza; essa potrà sicuramente essere acquisita dal Comitato, ma ricordo, per esempio, che limitava la possibilità di parcheggio in quell'area, proprio per evitare che ci potessero essere insidie nascoste nelle autovetture e prevedeva altri accorgimenti. Non c'è stata una modifica del piano di sicurezza generale, che era stato fissato anche in sede di comitato nazionale e che era stato condiviso da tutti i vertici delle forze di polizia, sotto la presidenza del ministro dell'interno. C'è stata una valutazione - insisto su questo punto -, fatta dalle autorità di pubblica sicurezza, di condizioni tali da consentire manifestazioni in quell'area, senza abolirle; e, in effetti, qualche manifestazione in quella zona c'è stata: ho parlato della manifestazione del 19 che è partita da piazza Sarzana, ho parlato di modifiche, ho detto che queste si decidono anche via via (l'ordine pubblico si decide anche all'ultimo momento: può deciderlo anche il funzionario nel momento in cui si trova nelle condizioni di assumere una decisione perché cambiano le situazioni sul posto), ho detto anche di una decisione modificata: quella di consentire il corteo a ponente. Perché l'esclusione di ponente? Non si trattava di una esclusione tout court, perché nella zona di potente insiste l'aeroporto e nel pomeriggio del giorno 20 sarebbero arrivate tutte del delegazioni, compreso il Capo dello Stato, quindi ci si sarebbe potuti trovare all'improvviso nella condizione difficile di un blocco di una strada che non avrebbe permesso il passaggio del corteo con il Capo dello Stato o con un Capo di Governo: c'era una logica, così come una logica c'è stata nella decisione di chiudere le stazioni, cui ho accennato


Pag. 114

stamattina. Si pensi a cosa sarebbe potuto accadere se, mentre in via Tolemaide, il giorno 20 alle ore 17, si verificavano gli scontri, fosse stata aperta la stazione di Brignole, che dista 200 metri da quel luogo - l'onorevole Labate, che è di Genova, conosce meglio di me le distanze -, con i cittadini che uscivano dalla stazione, magari ignari di quello che stava succedendo intorno, costituendo così un pericolo aggiuntivo. Ho letto una relazione di servizio, tra l'altro, sulla quale non mi dilungo perché la rimetterò agli atti del Comitato, che proprio dalla parte di quel corteo che veniva dal Carlini, alcuni dei manifestanti - un numero consistente - sono saliti sul terrapieno e, dall'alto, hanno cominciato a lanciare i sampietrini raccolti sulla massicciata delle ferrovie alle forze dell'ordine che si trovavano sotto. In tale circostanza è intervenuto quel funzionario - ricordo che ne parla la relazione - con 7 agenti della Polfer: si immagini se ci fossero stati anche i treni manovra in quel punto.
Sono state garantite, però, le libertà di accesso a Genova: i treni sono arrivati tutti, più di 20 treni straordinari. Non ho mai detto che Genova sarebbe stata aperta né l'hanno detto le autorità di pubblica sicurezza. Il portavoce del Genoa social forum ha detto pubblicamente che il capo della polizia è un bugiardo, perché prima aveva affermato che avrebbe lasciato aperta Brignole e poi, invece, l'ha chiusa. Io non avevo mai detto questo né la cosa rientrava nella mia potestà decisionale; tutt'al più, il mio poteva essere un supporto alla decisione del prefetto, perché c'è bisogno di un'ordinanza prefettizia. Credo che tutto questo possa essere letto, in un quadro complessivo, come un'azione sicuramente attenta e come la valutazione di tutte le circostanze. Signor presidente, non so se, a questo punto, io debba esaminare una per una tutte le domande, però c'erano ancora dei punti specifici...


Pag. 115

PRESIDENTE. Ho visto che ha preso appunti, prefetto...

GIOVANNI DE GENNARO, Direttore generale del dipartimento per la pubblica sicurezza. No, ho preso nota di tutte le domande, però non so se debba esaminarle una per una o se mi possa riservare di trasmettere un documento o un appunto ad esse relativo.

PRESIDENTE. Potremmo anche scegliere questa strada. Giacché lei ha dato puntualmente la sua disponibilità, potremmo anche fare un'altra cosa, se lo ritiene preferibile, a meno che non voglia lavorare oggi pomeriggio o questa notte: domani le forniremo il resoconto integrale dell'audizione, in modo che abbia a disposizione le domande esattamente formulate da parte dei componenti il Comitato ed anche le risposte già fornite. Farà menzione degli argomenti cui ritiene non sia stato possibile dare risposta in questa sede nell'ulteriore risposta scritta che si riserva di produrci, se possibile, nella prima giornata che ritiene utile, tenendo conto che noi, poi, dovremo studiare queste carte, unitamente - le rivolgo questa preghiera e glielo ricordo - alla terza relazione dell'ispettore, che tuttora non è pervenuta. Per le prime due, c'era il problema degli allegati; non so se tale problema riguardi anche la terza relazione, ma a me sembra importante che il Comitato acquisisca anche questa documentazione, che lei in parte ci ha letto e in parte ci ha mostrato, sostanzialmente, però, senza consegnarcela. Le saremmo grati se potesse farci avere tutta questa documentazione, insieme ad ogni altra che lei dovesse ritenere importante ai fini dell'indagine conoscitiva. Ripeto che non è lavoro di oggi - e questo sta a lei deciderlo - perché domani le forniremo il resoconto, che potrà


Pag. 116

utilizzare come una sorta di vademecum; però, le chiediamo di farci avere il materiale che le abbiamo chiesto in brevissimo tempo.

 

GIOVANNI DE GENNARO, Direttore generale del dipartimento per la pubblica sicurezza. Sì, signor Presidente, sicuramente sì.

PRESIDENTE. Quindi, se siamo tutti d'accordo, e mi pare che, in linea di massima, ci sia consenso da parte di tutti, a meno che qualcuno non intenda dissentire da questa posizione - anche perché è già arrivato il generale Zignani che è arrivato puntualmente alle ore 16 e mi sembra opportuno procedere alla sua audizione -, possiamo ringraziarla, prefetto, per l'attenzione e per le modalità con cui ha coadiuvato i nostri lavori e ci auguriamo che il suo apporto ci consenta di poter meglio comprendere quanto accaduto.

GIOVANNI DE GENNARO, Direttore generale del dipartimento per la pubblica sicurezza. La ringrazio anch'io, signor presidente.









Copyleft © by :- Pillola Rossa -: Some Right Reserved.

Pubblicato su: 2005-07-05 (862 letture)

[ Indietro ]




PHP-Nuke Copyright © 2005 by Francisco Burzi. This is free software, and you may redistribute it under the GPL. PHP-Nuke comes with absolutely no warranty, for details, see the license.
Generazione pagina: 0.87 Secondi