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2002.12.03 Manifesto Giuliani su richiesta archiviazione





Manifesto 3 dicembre 2002

«Bisogna andare fino in fondo»
La madre di Carlo Giuliani, Heidi: «La conclusione chiesta dal pm è un dolore, il processo a ciò che è accaduto a Carlo ci vuole, faremo ricorso finché avremo un po' di fiato. E' stato un altro a sparare? Il dubbio c'era, ma non è stato neanche preso in considerazione»
AUGUSTO BOSCHI

GENOVA. La notizia della richiesta di archiviazione per l'omicidio di Carlo Giuliani non è giunta inaspettata. Da tempo girava la voce che il pubblico ministero Silvio Franz fosse intenzionato a mettere una pietra su tutta la vicenda. E tuttavia non per questo è stata accolta con rassegnazione o con fatalismo dai genitori di Carlo che da 16 mesi si battono perché su quanto accaduto a Genova nei giorni del G8 si faccia piena luce. Heidi Gaggio non ha ancora letto le pagine della richiesta firmata da Franz, ma ha ben chiara la portata di questo: «Dal punto di vista emotivo ripeto sempre che il male è stato fatto a Carlo e a noi il 20 luglio del 2001. Il male al Paese e quella parte delle forze dell'ordine democratiche è stato fatto con la richiesta di archiviazione»

Qual è la cosa che le dà maggior dispiacere in questa conclusione di inchiesta?

Il non voler andare a fondo su quello che è stato fatto a Genova. Non solo ci vuole un processo su quanto accaduto a Carlo, ma ci vuole una Commissione di inchiesta per capire le responsabilità ad alto livello di quanto è successo in quei giorni.

Si riferisce al clima che era stato creato in occasione del G8?

Si volevano degli scontri, ma a ben guardare questi non sono mai avvenuti.

Cosa intende quando dice che non ci furono scontri?

Non ne avvengono. Basta guardare la documentazione e i filmati. Ci sono le aggressioni di questi strani personaggi, i black bloc, la cui provenienza e varia, ma sono aggressioni all'arredo urbano. Con l'eccezione di qualche macchina fotografica o telecamera, se la prendono l'arredo urbano, banche, edifici. E poi ci sono le aggressioni delle forze dell'ordine ai manifestanti con le cariche ai cortei.

Ecco, le cariche ai cortei. Non ci sono stati scontri nemmeno in queste occasioni?

Certo, volano pietre, ci sono candelotti fumogeni tirati indietro dai manifestanti, ma sono gesti di reazione. A meno di non considerare aggressione quella di un manifestante che raccoglie un bastone e lo mostra da lontano.

Tra i tanti punti interrogativi c'è anche quello se davvero fu Placanica a sparare. Anche se lui si prese fin da subito la responsabilità, non è mai stato chiarito se in realtà non stesse coprendo qualcuno.

Il dubbio c'è, ma evidentemente non è stato nemmeno preso in considerazione da chi ha fatto l'indagine.

Lei e Giuliano Giuliani avete sempre dichiarato di non volere né condanne né vendette, ma solo la verità. A che verità siete approdati nella vostra ricerca personale?

La nostra ricerca personale della verità importa poco. Quella che importa è la ricerca della verità da parte della magistratura. Io ho sempre fiducia nella magistratura; me lo chiedono spesso: «ma come fai a ad averla di fronte a un pubblico ministero che chiede l'archiviazione?» E io faccio l'esempio della scuola. Ho conosciuto presidi capaci e presidi incapaci ma questo non mi ha mai portato a perdere la fiducia nella scuola pubblica. La magistratura deve fare la magistratura e fare giustizia. Se alcune persone non la vogliono fare... come ci sono maestri meno seri così ci sono anche magistrati meno seri anzi, meno coraggiosi. Ma ora voglio comunque sapere, sentire cosa deciderà il giudice per le indagini preliminari.

In ogni caso avete preannunciato che vi opporrete a ogni tentativo di archiviazione.

Faremo ricorso, fino a che avremo un po' di fiato.

Accanto ad Heidi Gaggio c'è Giuliano Giuliani, il padre di Carlo. Giuliani, nella richiesta di archiviazione il pm scrive che «la vicenda va valutata non immaginando un uno scontro tra Giuliani e Placanica ma contestualizzando le condotte di entrambi».

E' scritto così? A maggior ragione, se si vuole contestualizzare la vicenda bisogna discuterla, mi pare.

C'è scritto anche che «il defender era circondato» e «in quei momenti Placanica aveva la giustificata percezione di essere in pericolo di vita».

La situazione è che ci hanno sempre presentato uno scenario con una camionetta isolata. Ma a poche decine di metri c'era uno schieramento di carabinieri da mettere in ginocchio l'Iraq. E poi nel semicerchio posteriore della camionetta dalle immagini si vede che ci sono nove persone. Due si disinteressano di quanto sta accadendo; due, più di lato, sono Monai e un altro sconosciuto. Uno è Carlo che sta raccogliendo l'estintore. Siamo a cinque. Gli altri quattro sono fotografi che conosco per nome e cognome. Certo, essendo muniti di macchine fotografiche sono persone che rappresentano un pericolo per gli occupanti del defender.

Una domanda che ho rivolto anche ad Heidi. Secondo lei fu davvero Placanica a premere il grilletto? Quanti erano i carabinieri a bordo del defender?

Uno dei misteri di questa vicenda è quello degli occupanti della jeep. Quanti erano? Tre o quattro? Come si chiariscono questi dubbi, archiviando? Ho dei dubbi









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Pubblicato su: 2005-07-05 (663 letture)

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