dicendo che anche questa attività fu coordinata da un funzionario
della pubblica sicurezza. Non sono dunque in grado di fornire una
risposta completa. Escludo che tra gli arrestati ci fosse un
appartenente alle Brigate Rosse.
Il mio comando provinciale ha
subito complessivamente danni ammontanti a 40-60 milioni di lire. Mi
sembra sia apparsa anche sugli organi di stampa la stima fatta dal
provveditorato alle opere pubbliche.
Personalmente non ho mai
detto che tutti hanno fatto ricorso a metodi violenti, alla distruzione
o al saccheggio. Mi sembra di aver detto, e rimando comunque alla mia
relazione, che il ricorso a tali attività è stato sicuramente superiore
anche alle peggiori previsioni formulabili all'inizio. Ma dire che
tutti vi hanno partecipato, sarebbe assolutamente ingiusto e non
corrispondente alla realtà.
LUCIANO MAGNALBÒ. Le previsioni erano fondate dalle informative che avevate ricevuto dai servizi?
GIORGIO TESSER, Comandante provinciale di Genova dell'Arma dei carabinieri.
Complessivamente, direi proprio di sì. La violenza, la ripetitività e
la continuità, possono essere risultate sicuramente superiori anche
alle peggiori aspettative.
GRAZIELLA MASCIA. Ringrazio il colonnello Tasser per la precisione
della sua relazione ed anche per le risposte che sta dando ai colleghi.
A tale proposito, vorrei sottolineare che, a mia domanda specifica, il
comandante dei Carabinieri mi aveva risposto che il battaglione
Tuscania non era intervenuto in via Tolemaide. Ad ogni modo, la
ringrazio per le notizie che ci sono state fornite.
Vorrei chiederle, altresì, se sia possibile acquisire la relazione relativa al vostro intervento presso la scuola Diaz. A me
Pag. 112
interessa in particolare l'episodio che lei ci ha raccontato di un signore ricoverato in ospedale...
Vorrei
poi rivolgerle due domande molto specifiche. Un quotidiano genovese, il
giorno 26 di luglio, ha riferito della testimonianza di una signora,
(nome e il cognome sul giornale), relativamente a festeggiamenti che si
sarebbero svolti presso la Fiera sia nella notte della domenica, sia la
mattina e il pomeriggio del lunedì da parte di diverse forze
dell'ordine. In particolare, la signora fa riferimento ai Carabinieri.
In queste occasioni, sempre in base alla testimonianza, i
festeggiamenti sarebbero avvenuti con saluti romani, canti fascisti e
ve ne sarebbero stati anche per la morte di Carlo Giuliani. Ecco,
vorrei chiederle se lei ne ha notizia, se può confermare o smentire.
Inoltre,
oggi in un'intervista, il pubblico ministero milanese Stefano
D'Ambrosio, a proposito delle vicende genovesi ha parlato di
«dimostrazione delle considerevoli carenze in termini di coordinamento
tra le varie forze di polizia». E ancora ha affermato: «Non è possibile
che nella piazza dove è morto Carlo Giuliani non siano intervenuti i
poliziotti chiamati dai Carabinieri a bloccare le cariche dei
manifestanti perché mancava in quel momento un'ordine formale di un
funzionario di Polizia». Dato che è stato scritto in diverse occasioni
sui giornali di come la camionetta sia rimasta isolata per un po' di
tempo e considerato che le dichiarazioni di cui sopra sono di una
persona molto autorevole, vorrei chiederle se lei abbia notizia del
fatto che sia stato impossibile intervenire in aiuto di questi
Carabinieri perché un funzionario non ha dato un ordine formale.
GIORGIO TESSER, Comandante provinciale di Genova dell'Arma dei carabinieri. In ordine all'ultima domanda, le rispondo che non ho assolutamente notizie in tal senso. Le
Pag. 113
confesso che sono rimasto anche un po' perplesso perché non penso
possa essere una notizia veritiera; ovviamente, si tratta di una
considerazione del tutto personale e gratuita.
Non metto in
discussione il contenuto dell'intervista al dottor D'Ambrosio, anche se
non la conosco, ma a me sembra molto strano che l'intervento sia stato
fermato per mancanza di un ordine formale. Peraltro, non ho
assolutamente alcuna notizia in merito.
Con riferimento alla prima
domanda da lei posta, se il comandante generale non le ha riferito
probabilmente, anzi sicuramente, la colpa è mia. Ciò perché, nel
riferire al comando generale sugli eventi di particolare rilevanza
verificatisi nei giorni 19, 20 e 21 luglio, non ho mai trattato gli
interventi del Tuscania, in quanto da essi non è derivato alcun
problema degno di nota. Ritengo, quindi, che il comando generale avesse
la cognizione iniziale della pianificata posizione di riserva che il
contingente del reggimento paracadutisti avrebbe dovuto mantenere. Per
questo motivo ritengo che il comandante generale abbia riferito, in tal
senso, a questo Comitato.
Per quanto riguarda la relazione
dell'intervento alla scuola Diaz, mi riservo di fornirle una risposta,
perché devo verificare prima la posizione della stessa rispetto
all'inchiesta. Mi risulta, peraltro, che sono state richieste già tutte
le relazioni. La pregherei, pertanto, di avere la cortesia di
attendere, dicendole sin da ora che aderirò a tale richiesta se non ci
saranno vincoli di carattere giudiziario.
Per quanto riguarda i
festeggiamenti svolti presso la Fiera da parte dei Carabinieri con
saluti romani e canti fascisti, le confesso che non so cosa dirle, nel
senso che non mi risultano festeggiamenti, tanto meno per la morte di
Giuliani.
Pag. 114
MARCO BOATO. La ringrazio, signor colonnello, per la sua relazione e
vorrei esprimerle anche solidarietà per il gravoso compito svolto dai
reparti sotto il suo comando ed anche per le difficoltà che hanno
attraversato, non solo in termini di danni materiali, ma anche sotto il
profilo personale.
Come lei sa, il Parlamento e le Commissioni
affari Costituzionali di Camera e Senato hanno deciso di costituire un
Comitato di indagine sui problemi verificatisi durante il vertice G8 a
Genova e, in particolare, durante le giornate del 20 e del 21 luglio,
anche in riferimento ad aspetti più specifici - che però non mi pare
riguardino direttamente l'Arma dei carabinieri - relativi alla
cosiddetta perquisizione della scuola Pertini-Diaz e alla questione di
eventuali fatti illeciti verificatisi presso la caserma di Bolzaneto.
Nella
sua relazione sono elencati tre obiettivi - condivisibili ed
ufficialmente dichiarati anche a livello politico e parlamentare - che
accomunavano l'Arma dei carabinieri e tutti gli altri apparati dello
Stato (militari, di polizia ed istituzionali) in relazione al vertice:
il primo era quello di permettere lo svolgimento del vertice, il
secondo quello di tutelare il diritto alle manifestazioni pacifiche, il
terzo quello di garantire la sicurezza dei cittadini e dei manifestanti
pacifici. I problemi emersi, su cui dobbiamo appurare i fatti, al di là
dei giudizi, non sono riferiti al primo obiettivo, che è stato
pienamente raggiunto, anche grazie al vostro lavoro, bensì al secondo
ed al terzo.
Se è in grado di farlo, nei limiti del possibile
vorrei una sua valutazione dei problemi scaturiti durante la concreta
gestione dell'ordine pubblico, ben sapendo che la responsabilità
diretta di tale gestione non era in capo agli ufficiali dell'Arma dei
carabinieri, bensì alle autorità di pubblica sicurezza, come
giustamente ci ha ricordato, citando la legge n. 121 del 1981.
Pag. 115
Tuttavia, come lei stesso ha detto, in tutte le occasioni principali
sono stati impiegati i reparti dell'Arma dei carabinieri, anche se
sotto la direzione dei funzionari della Polizia di Stato.
In
riferimento ai due obiettivi citati, le chiedo: perché in taluni casi,
emersi dalle ricostruzioni dettagliate di altri appartenenti ai corpi
di Polizia, non è stato possibile contrastare adeguatamente le azioni
di violenza e di vera e propria guerriglia urbana, attuate non solo dai
gruppi del black bloc, ma anche da altri settori? È ovvio che
non era ipotizzabile un contrasto totale di tali atti (che sarebbe
stato difficile immaginare per la dimensione che avevano assunto), ma
almeno una adeguata operazione di contrasto. Perché, invece, in alcune
circostanze, in particolare durante i pomeriggi del giorno 20 e,
soprattutto, del giorno 21 luglio, in occasione dello svolgimento di
una grande manifestazione preannunciata e non vietata, che ha visto la
partecipazione di molte decine di migliaia di persone, molti
manifestanti pacifici sono stati sottoposti - come risulta da molte
testimonianze e da molti filmati - a forme di repressione che
obiettivamente erano finalizzate a contrastare gli atti di violenza, ma
che hanno invece coinvolto un numero consistente di partecipanti non
violenti?
Faccio queste domande al comandante provinciale
dell'Arma dei carabinieri - l'ufficiale più alto in grado, con una
responsabilità istituzionale, seppure alle dipendenze funzionali
dell'autorità di pubblica sicurezza - più che per conoscere i singoli
dettagli (non essendo ciò possibile in questo momento, anche perché
molti episodi sono oggetto di indagine dell'autorità giudiziaria) per
aiutare il Comitato a comprendere che cosa è successo a Genova, quali
sono state le difficoltà incontrate e quali potrebbero essere gli
accorgimenti per
Pag. 116
evitare o ridurre la dimensione di fenomeni analoghi che si potrebbero verificare in futuro in Italia o in altri paesi.
Inoltre,
se fosse possibile e nei limiti in cui lei ne abbia conoscenza, avendo
precisato che saranno inviate le relazioni di servizio, potrebbe
ricostruire la dinamica complessiva non solo della vicenda drammatica
della morte di Carlo Giuliani, ma di tutti i fatti avvenuti nel primo
pomeriggio di venerdì 20 luglio tra via Tolemaide e piazza Alimonda,
apparendo in tutti i filmati che principalmente in quella zona sono
stati impiegati reparti dell'Arma dei carabinieri? Vorrei sapere
inoltre se conosce il nome del funzionario della Polizia che comandava
i reparti dell'Arma dei carabinieri che erano stati lì impiegati.
GIORGIO TESSER, Comandante provinciale di Genova dell'Arma dei carabinieri.
Non sono in grado di dare una risposta alle sue due ultime domande,
perché non ho gli elementi sufficienti. In ogni caso non è semplice
esaminare la questione di piazza Alimonda, perché tra l'altro - come
lei ben sa - i contingenti impegnati sono stati più di uno ed erano
alle dipendenze dei funzionari di Polizia, per cui la ricostruzione
degli episodi è del personale della Polizia di Stato.
MARCO BOATO. Vorrei precisare che non mi riferivo all'ultimo tragico
episodio, ma alla complessiva dinamica dei fatti risalenti già ad
alcune ore prima, quindi al di là della tragica vicenda di Giuliani,
che è all'esame dell'autorità giudiziaria.
GIORGIO TESSER, Comandante provinciale di Genova dell'Arma dei carabinieri. Vorrei
essere in grado di dare una risposta certa e documentata, ma ora - la
prego di perdonarmi - non ho un ricordo completo per poter rispondere
come vorrei. Comunque, mi riservo di dare una risposta
Pag. 117
all'onorevole Boato, trasmettendo la documentazione al presidente.
Per il resto, mi associo alle dichiarazioni del questore di Genova protempore Colucci,
precisando che la continuità e la ripetitività degli avvenimenti sono
state tali - considerando anche il numero delle persone coinvolte - da
superare la peggiore delle previsioni.
Ritengo che, come lei ha
già evidenziato, dagli eventi si possano comunque trarre delle
indicazioni. Anche questi accadimenti saranno quindi valutati a livello
centrale, d'intesa tra tutte le forze di polizia ed il dipartimento e,
se necessario, saranno individuati i correttivi ed i miglioramenti che,
come ben sappiamo, possono derivare solamente da esperienze vissute.
Questo è quanto sono in grado di dirle. Mi riservo di fornirle una
risposta alla sua seconda domanda.
Un'ultima osservazione: a mio
parere il coordinamento tra Carabinieri e Polizia ha funzionato molto
bene, sia nella fase iniziale che in fase esecutiva.
GIANNICOLA SINISI. Saluto e ringrazio il colonnello Tesser. Una
prima questione che volevo sottoporre alla sua attenzione riguarda
l'organizzazione delle manifestazioni a Genova. Nel comitato
provinciale riunitosi il 10 maggio 2001 lei, credo anche alla luce di
una lunga esperienza in materia di lotta al terrorismo e all'eversione,
fece presente che l'assembramento di molte persone rappresenta, per
diverse ragioni, un pericolo; di conseguenza, suggerì in quella sede di
far svolgere le grandi manifestazioni prima del periodo in cui si
sarebbe tenuto il vertice. Questa sua indicazione veniva accolta dal
comitato e veniva esaminato un elenco di date compatibili con le
indicazioni da lei fornite.
Tutto questo avveniva il 10 maggio. Il 2 giugno il prefetto di Genova emanava un'ordinanza in cui si delimitava una zona
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gialla all'interno della quale venivano vietate le manifestazioni ed
il volantinaggio; il 12 luglio il questore di Genova, disattendendo di
fatto l'ordinanza prefettizia, autorizzava invece alcune manifestazioni
anche all'interno della suddetta zona. Se partecipò alla riunione del
13 luglio nella quale venne rappresentata l'ordinanza di servizio del
questore, ebbe modo di manifestare il suo dissenso?
Lei ha poi
detto che non ha ricevuto alcun supporto, se non quello
tecnico-logistico del comando generale, e che non erano presenti
ufficiali superiori in grado dello stesso comando durante i giorni in
cui si sono svolti gli avvenimenti. Il comandante generale ci ha
parlato dell'intervento di supporto del ROS. A tal proposito le chiedo:
il ROS a livello centrale fornì un supporto durante quei giorni? In
caso affermativo, chi lo fornì?
Un ulteriore quesito che voglio
porle è il seguente: in concreto, in tutti gli interventi di ordine
pubblico vi fu la presenza di un funzionario di pubblica sicurezza? Le
risulta che questa circostanza si sia verificata di fatto, oltre che in
astratto, come sancito dalla legge n.121?
Signor colonnello, le
manifesto tutta la mia solidarietà per gli assalti portati ai luoghi di
rappresentanza delle istituzioni, come la caserma dei Carabinieri.
Reputo questi fatti terribili. Le chiederei però di specificare quando
si sono verificati questi assalti alla caserma del comando provinciale
e per quanto tempo essi si sono prolungati (mi riferisco ai due assalti
a cui lei ha accennato).
Un'ultima domanda: lei ha mai partecipato direttamente alle attività della sala operativa comune istituita presso la questura?
GIORGIO TESSER, Comandante provinciale di Genova dell'Arma dei carabinieri. Il ROS ha fornito il supporto ed era
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presente anche il generale Ganzer, che non fa parte del comando generale dell'Arma dei carabinieri ma, appunto, del ROS.
GIANNICOLA SINISI. Mi è noto.
GIORGIO TESSER, Comandante provinciale di Genova dell'Arma dei carabinieri. Lo so perfettamente che le è noto, ma era per rispondere alla sua seconda domanda (Commenti).
PRESIDENTE. Il colonnello Tesser ha riferito, a seguito della
domanda posta dall'onorevole Sinisi circa la presenza di superiori in
grado e la loro appartenenza al comando generale o al ROS, che era
presente il generale Ganzer del ROS, ma nessuno del comando generale.
FILIPPO MANCUSO. Questa è in qualche modo una correzione rispetto alla risposta...
PRESIDENTE. Parzialmente, onorevole Mancuso. Forse la domanda è
stata incompleta. Prego colonnello, prosegua pure con le sue
risposte...
MARCO BOATO. L'onorevole Mancuso diceva che questa è stata una sorta di correzione rispetto alla risposta...
PRESIDENTE. Non c'è dubbio, solo che il colonnello ha risposto alla
domanda circa la presenza o meno di qualcuno del comando generale. Su
tale questione egli ha risposto negativamente; il collega ha invece
ampliato l'indagine conoscitiva e ha chiesto se fosse stato presente
qualche superiore in grado appartenente al ROS unitamente a quelli del
comando generale, e mi pare che il colonnello abbia fornito la risposta
anche a tale quesito. Prego colonnello, prosegua pure.
Pag. 120
GIORGIO TESSER, Comandante provinciale di Genova dell'Arma dei carabinieri. Non
mi risulta che alcun contingente sia rimasto senza funzionario di
pubblica sicurezza. Circa gli assalti a Forte San Giuliano, questi sono
stati diversi; il primo è avvenuto già la sera del 19: come ho
accennato nella relazione, al termine dei cortei di quel giorno, mentre
i manifestanti rientravano sono stati lanciati sassi contro il portone,
sono state rotte due telecamere e danneggiato uno dei cancelli di
ingresso alla porta carraia. Si sono verificati poi due attacchi il
giorno 20, il primo nella mattinata ed il secondo nel pomeriggio. Altri
due attacchi sono stati portati nella giornata del 21. In questa
giornata però tutto il lato che dà verso corso Italia è stato
interessato da una manifestazione che ha avuto uno svolgimento
continuo, rendendolo di fatto impraticabile, come impraticabile era
stato negli altri giorni: Forte San Giuliano è infatti collocato in una
posizione tale per cui era interessato da tutte le manifestazioni, sia
quando queste partivano, sia quando rientravano. Gli attacchi veri e
propri sono stati comunque quelli che ho menzionato.
Non ho
rappresentato alcuna discordanza al questore nella riunione del 13
luglio. Mi sembra che sull'argomento delle autorizzazioni alle
manifestazioni abbia comunque già risposto il questore di Genova.
Infine,
per rispondere all'ultima domanda, devo dire che non sono stato nella
sala operativa comune istituita presso la questura.
ANTONIO IOVENE. Vorrei rivolgerle pochissime domande. La prima
riguarda l'utilizzo del battaglione Tuscania a proposito del quale nel
corso dei lavori del Comitato, sono state fornite quattro versioni
diverse: il mancato utilizzo, l'utilizzo una sola volta ma con
difficoltà ad individuare il posto in cui andare, l'utilizzo per due
volte, mentre ora lei afferma che è
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stato utilizzato in quattro occasioni diverse. Secondo lei, quali
sono le ragioni per cui si sono succedute queste diverse versioni.
La
seconda domanda riguarda il fatto che, prima dello svolgimento delle
diverse manifestazioni, ad esempio, nel corso della mattinata del 20
luglio per esempio, lontano dai luoghi di tali manifestazioni e nella
zona gialla si sono verificati alcuni atti vandalici. Vorrei sapere se
vi sono state iniziative volte a bloccare tali atti, se sono stati
effettuati fermi o arresti in quelle occasioni, in poche parole, se era
stata organizzata un'attività precedente allo svolgimento delle
manifestazioni da parte delle forze dell'ordine.
Nel confronto che
si è determinato in via Tolemaide, il 20 pomeriggio, mi pare siano
state impegnate forze dell'Arma dei carabinieri. Vorrei sapere quale
soggetto in quel momento aveva il comando della piazza.
GIORGIO TESSER, Comandante provinciale di Genova dell'Arma dei carabinieri.
Mi sembra di aver già risposto alla prima domanda: ho spiegato che, se
il comandante generale ha fornito una versione, vi è a monte un mio
errore di valutazione. A priori ho ritenuto i vari interventi
posti in essere dal battaglione del Reggimento carabinieri
paracadutisti non significativi in relazione al concetto e all'utilizzo
del contingente dei paracadutisti.
Mi sembra anche che, relativamente alla questione di via Tolemaide, mi avesse già posto una domanda...
MARCO BOATO. Lo avevo chiesto anch'io.
GIORGIO TESSER, Comandante provinciale di Genova dell'Arma dei carabinieri. Ho già detto che non lo sapevo.. il comandante...
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MARCO BOATO. Il funzionario della Polizia di Stato responsabile...
GIORGIO TESSER, Comandante provinciale di Genova dell'Arma dei carabinieri. ...quindi mi riservo di fornire una risposta appena possibile.
Chiedo
scusa, per quanto riguarda la seconda domanda, relativa agli atti
vandalici verificatisi prima delle manifestazioni, può specificare
meglio la domanda?
ANTONIO IOVENE. Il giorno 20 luglio sono state autorizzate alcune
manifestazioni nella zona gialla, a ridosso della zona rossa nei
cosiddetti presidi, nelle piazze tematiche, in cui si dovevano svolgere
iniziative sulle diverse questioni (su cui poi le associazioni si sono
divise). Lontano da queste piazze si sono verificati incidenti, anche
prima dell'inizio delle manifestazioni, che erano mediamente convocate
tra le undici e mezzogiorno. Pertanto, già nella prima mattinata,
lontano da questi luoghi di riunione, si sono verificati incidenti,
incendi di macchine, sfondamento di negozi ed altro ad opera dei black bloc. Sono stati, in proposito, organizzati interventi specifici ? Sono stati isolati tali casi?
GIORGIO TESSER, Comandante provinciale di Genova dell'Arma dei carabinieri.
Ho già riferito nella mia relazione iniziale in merito a tutti gli
interventi svolti. È chiaro che, essendo presenti contingenti preposti
all'ordine pubblico già dall'inizio dello svolgimento dei cortei,
eventuali interventi sono considerati nel contesto dell'attività di
tali contingenti, i quali dipendevano dai funzionari di turno; essi,
quindi, erano responsabili della zona.
LUCIANO VIOLANTE. Volevo chiederle, colonnello, quale è il significato della dizione «sale operative interconnesse»? È
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un'espressione che lei ha usato all'inizio, quando ha spiegato come era preparato il sistema di comunicazione tra i vari corpi.
Seconda questione: la jeep
sulla quale si trovava il carabiniere che ha sparato a Giuliani, che
funzione aveva quando è stata aggredita? Era munita di radio
trasmittente?
Terza questione: lei ha accennato alla presenza di
deputati di Alleanza nazionale negli uffici dell'Arma dei carabinieri.
Questa presenza è stata annunciata con una conferenza stampa del 19
luglio nella quale si era detto che alcuni parlamentari sarebbero stati
presenti, a staffetta, nella sala centrale operativa (conferenza stampa
ANSA del 19 luglio). Dopodiché, uno dei partecipanti a queste visite
afferma: «Sono stato nella centrale operativa dei carabinieri fino a
pochi minuti prima della morte del manifestante e dai monitor ho potuto
vedere le diverse zone di Genova in cui erano in corso degli scontri e
posso testimoniare che ho visto quando sono state assalite (...)». Si
ha l'impressione di una presenza che si è protratta nel tempo,
preceduta dalla comunicazione relativa ad una presenza a rotazione,
cioè a staffetta, nella sala operativa dell'Arma dei carabinieri.
Volevo chiedere se ciò corrisponda al vero.
GIORGIO TESSER, Comandante provinciale di Genova dell'Arma dei carabinieri. Per «interconnesse» intendo collegate tra loro con videoconferenza.
LUCIANO VIOLANTE. Quindi, in luoghi distinti e in connessione fra loro tramite videoconferenza. È esatto?
GIORGIO TESSER, Comandante provinciale di Genova dell'Arma dei carabinieri. Sì, tramite videoconferenza.
LUCIANO VIOLANTE. La connessione era permanente, naturalmente? Permanentemente c'erano i video sui quali si
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vedevano le diverse cose e c'era lo scambio di informazioni. È la
prima volta che si applica tale interconnessione o è una cosa
frequente?
GIORGIO TESSER, Comandante provinciale di Genova dell'Arma dei carabinieri. Mi risulta che già in diverse città d'Italia esista la interconnessione. Sicuramente a Milano, ma anche a Palermo.
LUCIANO VIOLANTE. La seconda questione.
GIORGIO TESSER, Comandante provinciale di Genova dell'Arma dei carabinieri. L'autovettura Land Rover Defender era ed è dotata di apparato radio.
LUCIANO VIOLANTE. Mi scusi, colonnello. Il comandante generale
dell'Arma dei carabinieri è davvero poco informato. Infatti, prima ha
affermato che il battaglione Tuscania non è intervenuto, ed invece
sappiamo che è intervenuto. Successivamente ha detto, se non ricordo
male al collega Bressa, che il ROS non è intervenuto ed invece lei
afferma che era presente il generale Ganzer del ROS, che è intervenuto.
Poi ancora ci ha raccontato che non c'era apparato radio su questa jeep.
Invece ora ascoltiamo che c'era. Dunque era assai poco informato come
comandante generale dell'Arma dei carabinieri. Mi scusi: ovviamente
questa non è una circostanza che riguarda lei, anche se probabilmente
lei avrebbe dovuto essere la fonte informativa del comando generale.
GIORGIO TESSER, Comandante provinciale di Genova dell'Arma dei carabinieri. Sta mettendo il dito nella piaga! L'ho detto: il battaglione paracadutisti è stata una mia errata valutazione.
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LUCIANO VIOLANTE. Lei è sicuro che su quella vettura ci fosse
l'apparato radio? O ritiene che poiché tutte le vetture sono munite di
radio, anche quella lo fosse?
GIORGIO TESSER, Comandante provinciale di Genova dell'Arma dei carabinieri. Tutti
i nostri mezzi operativi sono dotati di apparati radio per i
collegamenti. Su questo non c'è ombra di dubbio! Può accadere che
alcuni mezzi, impiegati in attività logistiche, non siano forniti di
tali strumenti.
LUCIANO VIOLANTE. Questa jeep che funzione aveva?
GIORGIO TESSER, Comandante provinciale di Genova dell'Arma dei carabinieri. La jeep era
fornita di radio. Aveva nello specifico momento una funzione, di fatto,
logistica. Tuttavia, essa aveva un apparato radio a bordo.
LUCIANO VIOLANTE. Mi scusi, siccome il comando generale afferma il contrario, crederò più a lei che al comandante generale.
Vi
era poi la questione relativa alla presenza dei colleghi parlamentari
di Alleanza nazionale nella sala operativa, in modalità di staffetta o
per un tempo protratto.
GIORGIO TESSER, Comandante provinciale di Genova dell'Arma dei carabinieri. Non
so molto sulla modalità cui lei ha fatto cenno. Le posso dire che nella
mattinata del 20 luglio, - l'avevo già sostenuto - alle ore 10 circa vi
è stata una visita, già preannunciata, da parte dei parlamentari sia
alla questura che alle strutture fieristiche. Gli onorevoli Ascierto,
Bornacin e Bricolo hanno effettuato una visita presso il comando
provinciale di Genova, intorno alle 10.
MARCO BOATO. Poi sono tornati anche il 21 luglio.
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GIORGIO TESSER, Comandante provinciale di Genova dell'Arma dei carabinieri. Sono restati fino alle 16,30, all'interno della sala briefing.
MARCO BOATO. Dove ci sono i video.
GIORGIO TESSER, Comandante provinciale di Genova dell'Arma dei carabinieri. Vi
è uno schermo che consente la visione dei programmi televisivi, tra
l'altro. Siccome in quei giorni i programmi televisivi mandavano
soltanto...
LUCIANO VIOLANTE. Quindi non sono stati nella centrale operativa. Sono stati nella sala briefing.
GIORGIO TESSER, Comandante provinciale di Genova dell'Arma dei carabinieri. Sono stati anche nella centrale operativa. Sono entrati brevemente. Hanno salutato il personale operante.
MARCO BOATO. Allora hanno dichiarato il falso.
LUCIANO VIOLANTE. Hanno esagerato un po'.
MARCO BOATO. Hanno dichiarato di essere stati ore nella sala operativa e di aver visto tutto.
LUCIANO VIOLANTE. Non è colpa del colonnello.
PRESIDENTE. Onorevole Boato, lo dica quando essi sono presenti.
Faccia le dichiarazioni che vuole, magari una conferenza stampa.
LUCIANO VIOLANTE. Sono arrivati alle 10 e sono andati via alle 16,30 ?
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GIORGIO TESSER, Comandante provinciale di Genova dell'Arma dei carabinieri. Sì, alle 16,30.
LUCIANO VIOLANTE. Le dico questo perché in un comunicato sostengono
di essere stati sino a pochi minuti prima della morte del ragazzo.
Questo non è esatto, dunque. Il ragazzo morì intorno alle 17, 45, se
non ricordo male. Invece, secondo quello che lei mi dice, sono andati
via intorno alle 16,30. Quindi, più di un'ora prima.
GIORGIO TESSER, Comandante provinciale di Genova dell'Arma dei carabinieri. Tra le 16, 25 e le 16,35. Mi sembra che la morte risalga alle 17,25.
LUCIANO VIOLANTE. Quelle affermazione quindi non sono esatte.
SAURO TURRONI. Ho ascoltato la relazione del colonnello, che
ringrazio e al quale vorrei rivolgere una domanda, poi seguita da
un'altra, soltanto al fine di un chiarimento.
Il colonnello ci ha
detto che vi sono stati tre attacchi alla zona rossa: il primo, in via
Cesarea intorno alle ore 10; il secondo, in piazza Dante, dalle ore 12
alle ore 14 e il terzo, in corrispondenza di piazza Corvetto, dalle ore
16 alle 16,30. Successivamente, in un altro punto della sua relazione,
ci ha detto - stiamo parlando del giorno 20 luglio e sto cercando di
ricostruire i luoghi nel territorio dove si sono avuti questi scontri e
la loro sequenzialità, se vi è stata, o contemporaneità; questo è lo
scopo della domanda che le faccio - che vi sono state vere e proprie
azioni di guerriglia e scontri molto violenti, a cominciare dalle 10,
45 della mattina, in altra zona, precisamente in piazza Paolo Da Novi,
che non è a contatto con la zona rossa, ma alquanto spostata. Vi sono
poi stati
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scontri in via Tolemaide ed in altri luoghi. Parlando quindi
dell'impiego del battaglione Tuscania, lei ha detto che la prima volta
è uscito dal luogo in cui era stanziato alle 11,45 per recarsi in via
Pisacane; successivamente, alle ore 13, si è recato in zona Brignole
(Hotel President), dove però non vi era più niente e quindi è
rientrato. Alle ore 13, 30 è uscito per recarsi in piazzale Kennedy.
Le
volevo chiedere se è in possesso di una ricostruzione più completa dei
momenti in cui gli scontri si sono verificati nelle varie zone della
città. Sarebbe interessante sapere quando in via Tolemaide si sono
verificati quegli scontri iniziati prima dell'arrivo della
manifestazione non autorizzata in piazza Brignole. Così anche per altre
zone del territorio. Infatti, per quello che ho potuto vedere guardando
la carta, tali scontri sarebbero partiti in alcune zone della città,
prima o addirittura contestualmente alla partenza del corteo dallo
stadio Carlini e sarebbero avvenuti in zone molto distanti da
quest'ultimo. Infatti, piazza Paolo Da Novi si trova quasi in
corrispondenza della zona di via Tolemaide, ovvero tra quest'ultima e
piazza XX settembre.
Quindi, dal momento che un corteo parte da
una certa zona della città, dove c'è uno stadio, poi si avvicina verso
la zona rossa, sarebbe interessante capire per quale motivo - questa è
la questione - poi non si è operato catturando i responsabili di quelle
azioni di guerriglia.
Sulla seconda questione ho ascoltato
attentamente la sua smentita. Tuttavia, ieri c'è stato chi ha
dichiarato che il battaglione si era perso. Mi sono permesso, dato che
è anche il mio mestiere, di andare a guardare sulla carta, che è una
carta in scala, qual è la distanza metrica tra la zona dove era
acquartierato il battaglione Tuscania e piazzale Kennedy, dove si è poi
recato. Lei ci ha detto che sono stati impiegati 15
Pag. 129
minuti: la distanza tra questi due luoghi non è superiore ai 500
metri. Anche a piedi, anche caricati di scudi, di elmi e di
quant'altro, credo che dei giovani di una ventina d'anni possano
impiegare di meno, non dico alla velocità di un chilometro ogni 3
minuti, come corre normalmente un maratoneta, ma a quella di un
chilometro ogni 10, 12, 15 minuti, come procede chi cammina a passo
lentissimo, perché, appunto, il passo lentissimo è di circa un
chilometro ogni 4 minuti. Si sono persi? Hanno sbagliato strada? Perché
ci hanno messo tanto tempo a percorrere i 500 metri che separano
l'acquartieramento dalla piazza dove si dovevano recare?
GIORGIO TESSER, Comandante provinciale di Genova dell'Arma dei carabinieri.
Non mi sembra un tempo eccessivo, per una considerazione molto
semplice. Occorrono sì, 15 minuti per raggiungere piazzale Kennedy che,
come lei ha ben rilevato, è talmente vicino: quindi, mi scusi, a
maggior ragione, è ancora più difficile perdere la strada, perché ce
l'avevano a fianco. Ma, a parte questo, hanno dovuto assumere una
formazione, poi sono trafilati, perché c'erano dei manifestanti, alcuni
dei quali seduti davanti a un contingente, quindi sono passati in mezzo
a delle persone. Se avessero utilizzato dei mezzi, ci sarebbero stati,
probabilmente, problemi maggiori, non per noi, ma per chi era
dall'altra parte. Quindi, si tratta di un tempo, se mi consente,
tecnico, giustificato da quello che succedeva in quel momento. D'altra
parte, come lei stesso ha rilevato, forse non sono più di 400 metri, e
piazzale Kennedy è proprio a lato della caserma Menti. C'era anche un
altro reparto davanti, quindi hanno dovuto trafilare tra il reparto e
gli altri. In seguito, hanno dovuto aspettare, anche se, come
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ho detto, erano già entrati prima. È arrivato il mezzo che invece ha
dovuto fare un'altra strada per sfondare una barricata. Ma non ha perso
la strada.
SAURO TURRONI. La ragione della domanda non era tanto dovuta al
fatto che si fossero persi o meno: bensì che nell'ordinanza del
questore, e nelle azioni preparatorie che si erano ipotizzate prima, si
diceva che questo tipo di reparti mobili dovevano servire ad
accerchiare i manifestanti trovati a compiere azioni vandaliche in
talune zone, perché era opportuno svolgere questo tipo di azione. Se ci
si mette tanto tempo, mentre i manifestanti questi sono veloci e
mobili, evidentemente non si arriva in tempo. Questa era la ragione
della domanda.
GIORGIO TESSER, Comandante provinciale di Genova dell'Arma dei carabinieri.
Per quanto riguarda la successione dei disordini, vista, in
particolare, la questione di via Tolemaide, mi riservo di fare avere la
relazione completa di tutti gli elementi.
GIANCLAUDIO BRESSA. Rivolgo a lei, colonnello, la stessa domanda che
avevo rivolto al generale Siracusa, avendo, a questo punto, la
possibilità di una risposta. Qual è stata la funzione del ROS nazionale
a Genova? Qual è stata, in questo caso, la funzione del generale Ganzer
e a chi rispondeva?
GIORGIO TESSER, Comandante provinciale di Genova dell'Arma dei carabinieri.
Il ROS, svolgendo attività squisitamente di polizia giudiziaria,
rispondeva alla magistratura. Comunque, la sezione anticrimine ha
lavorato, così come previsto, in pieno affiancamento con il mio reparto
ed il nucleo operativo. Quindi hanno svolto le attività istituzionali
previste.
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IDA DENTAMARO. Vorrei chiedere al colonnello solo un chiarimento sulla risposta che ha dato prima a proposito della Land Rover,
da cui è partito il colpo che ha ucciso Giuliani. Ha parlato di
funzione logistica, ma forse sono io che non ho ben capito. Il
chiarimento che chiedo è il seguente: cosa faceva, in effetti, in quel
momento, in quel luogo, quella jeep? Tra l'altro, ce n'era un altra che è riuscita invece ad andare via. Cosa facevano, quindi, questi due automezzi?
L'altra domanda che volevo fare è se questi mezzi sono forniti a bordo anche di estintore.
GIORGIO TESSER, Comandante provinciale di Genova dell'Arma dei carabinieri.
Tutti i nostri mezzi sono forniti di estintori. Quindi, ritengo che
anche le due Land Rover ne fossero fornite. Sono però piuttosto
piccoli, perché vanno agganciati, in genere, ai sedili, oppure nel
bagagliaio, a seconda del tipo di veicolo.
Riguardo alle due Land
Rover, una, con a bordo un ufficiale, stava provvedendo al trasporto di
materiale necessario per lo svolgimento del servizio. L'altra, invece,
quella con a bordo il carabiniere Placanica, svolgeva regolare servizio
nell'ambito del reparto e si era attardata, nello sganciamento, per un
motivo molto ben preciso: stava raccogliendo due militari che si erano
sentiti male, per il continuo uso di lanci lacrimogeni.
GRAZIA LABATE. Volevo fare una domanda al colonnello Tesser a
proposito della dotazione di questi mezzi a supporto logistico di radio
ricetrasmittenti: premetto al colonnello che l'ho chiesto anche al
generale Siracusa; non vorrei che lei vivesse questo con imbarazzo
anche per la correttezza istituzionale gerarchica che esiste tra le
diverse figure. Glielo chiedo perché mi riesce difficile comprendere,
ovviamente, avendo noi
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soltanto visto, attraverso le videocassette che i mezzi di
informazione e di stampa ci hanno fatto pervenire in Comitato,
l'andamento di quei tragici fatti.
Domando a lei se non sarebbe
stato possibile, essendo dotati di uno strumento come le radio
ricetrasmittenti, chiedere soccorso, visto l'accerchiamento di quella
camionetta. Riservandosi di mandare in seguito rapporti più
dettagliati, può motivare (avendo noi letto i rapporti della Polizia di
Stato, che aveva poi il comando operativo sul territorio) come mai,
trovandosi a 50 metri un contingente della Polizia di Stato,
quest'ultimo non sia riuscito a prestare soccorso a quella Land Rover,
in quel momento delicato dell'accerchiamento?
GIORGIO TESSER, Comandante provinciale di Genova dell'Arma dei carabinieri.
Onorevole Labate, se per radiosoccorso intende una richiesta da parte
degli interessati, noi, come comando, non avevamo la percezione di ciò
che stava succedendo e pertanto non potevamo prestare soccorso, né via
radio né materialmente.
Penso che la situazione fosse tale che il
militare abbia pensato ad allontanarsi prima di chiedere soccorso.
Inoltre, se lei mi consente, per esperienza personale di ordine
pubblico (almeno in passato me ne sono occupato molto), si tratta di
situazioni talmente fluide che si sprigionano in pochi minuti; pertanto
può succedere che in quei brevissimi attimi non si abbia la percezione
o la materiale possibilità di intervenire. Ricordo a me stesso, tra
l'altro, che tale questione è oggetto della doverosa attività della
magistratura.
PRESIDENTE. La ringraziamo, colonnello Tesser. Le saremmo ancora più
grati se, ci potesse fornire, in un breve lasso di tempo, la relazione
cui si è fatto riferimento e che lei si è riservato di produrre.
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GIORGIO TESSER, Comandante provinciale di Genova dell'Arma dei carabinieri. Certamente, signor presidente.
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