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2002.07.20 Secolo XIX Placanica al Tg1





Il Secolo XIX - sabato 20 luglio 2002

Il carabiniere indagato per la tragedia di Piazza Alimonda si mostra per la prima volta al Tg1

Placanica: «Ho sparato in aria»

Una Colletta di "Libero " ha raccolto per il giovane carabiniere, che è apparso provato e ha confessato di non riuscire più a dormire, quattrocentomila euro. L’avvocato della famiglia Giuliani, Pisapia: «Qualcuno in quella piazza ha barato. Gli chiediamo di dire finalmente tutta la verità ».

«Sono stato male perché ho sparato quei due colpi, non pensavo mai di farlo. Da allora a oggi mi sono sentito perseguitato dall’angoscia, ma un anno dopo non mi rendo conto se sono stato io, perché io ho sparato in aria, non contro persone, davanti a me non c’era nessuno, non c ’era Carlo Giuliani. Spero che si farà luce sulla questione anche per i genitori di Carlo, perché adesso non mi sento in grado di parlargli in faccia. Ma un giorno lo farò ».
A meno di ventiquattr’ore dalle manifestazioni del "G8 day ", Mario Placanica si mostra in volto al Tg1 e -nel probabile tentativo di stemperare la tensione in vista dei cortei di oggi - riattizza involontariamente una delle polemiche più roventi che ruota intorno all’inchiesta sulla morte del giovane non global genovese. Giuliano Pisapia, uno dei legali della famiglia Giuliani, detta dopo qualche minuto le sue dichiarazioni: «Prendo atto che Mario Placanica pone dei dubbi sul fatto di essere stato lui a colpire mortalmente Carlo Giuliani. Qualcuno in quella piazza ha barato e Placanica si è addossato colpe che non ha commesso. Ora parli ». Nelle immagini il militare appare provato dietro gli occhiali da sole, nonostante l ’abbronzatura che testimonia il periodo di riposo in attesa di riprendere servizio. E Pisapia lo incalza a distanza: «Siccome da parte della famiglia Giuliani, non c ’è e non c ’è mai stata nessuna volontà punitiva nei suoi confronti, gli chiediamo di avere la forza, il coraggio e l ’umiltà di dire finalmente tutta la verità su quanto avvenuto all’interno e all’esterno del "defender " in quella tragica giornata. Solo così la sua dichiarata angoscia per la morte di Carlo Giuliani potrà contribuire a evitare in futuro altre tragedie come quella di piazza Alimonda ».
E ’stato, quello dell’ora di cena, l’epilogo di una giornata convulsa sull’asse Genova-Catanzaro, con colpi di scena in sequenza che hanno colto di sorpresa anche l’avvocato di Placanica, Umberto Pruzzo, trincerato dietro un inequivocabile «no comment ». Tutto comincia in mattinata, quando si diffonde la notizia che il padre di Mario, Giuseppe Placanica, ha affidato un nuovo mandato all’avvocato catanzarese Vittorio Colosimo (suo legale per poche settimane nell’estate dell’anno scorso), ed è partito all’attacco decidendo di costituirsi parte offesa per le lesioni subite dal figlio nell’assalto al "defender ". Una scelta che a Genova solleva qualche perplessità di carattere tecnico-procedurale («Per me è assolutamente fattibile, le sofferenze morali e il danno biologico patito dalla famiglia Placanica è enorme », osserva Colosimo). Ma che comunque rappresenta lo specchio di uno stato d ’animo di grande esasperazione. «Ho perso il lavoro, mi hanno riconosciuto una pensione di invalidità che in casa ci basta sì e no una settimana. E sono stato abbandonato da tutti », sbotta Giuseppe Placanica, 48 anni da compiere in agosto, sposato, quattro figli (oltre a Mario,tre femmine di 20, 10 e 8 anni). «Adesso -aggiunge l ’avvocato Colosimo -il mio assistito non sopporterà più tutto questo e pretenderà, con onestà e correttezza, però con decisione, quanto sin qui gli è stato negato ».
Ma a metà pomeriggio, da Milano, rimbalza una notizia: "Libero ", il quotidiano diretto da Vittorio Feltri, consegnerà nei prossimi giorni quattrocentomila euro, l ’equivalente di 762 milioni di vecchie lire a Mario Placanica: la cifra è il ricavato della sottoscrizione aperta tra i lettori per sostenere le spese legali e mediche del giovane militare. Resta da capire se la famiglia del ragazzo, dopo aver rifiutato la scorsa estate varie collette, accetterà l ’offerta. Per stare alle certezze, c’è la scelta di affidarsi all’avvocato Colosimo che, lasciato l’incarico assunto all’ indomani dei fatti di Genova («Non condividevo l’inerzia processuale che mi veniva richiesta », afferma), ha accettato il nuovo mandato ricevuto da Giuseppe Placanica, «quale parte offesa in proprio e nella qualità di esercente la patria potestà sulle figliolette minori ». La costituzione di parte offesa -puntualizza il legale - si riferisce alle lesioni subite dal carabiniere Mario Placanica durante gli incidenti di piazza Alimonda. E proprio sui fatti di piazza Alimonda insiste l’avvocato Colosimo. «Parliamo dell’aspetto giudiziario -dice il legale - andiamo di male in peggio, con l’alternarsi di una tragica doccia scozzese a opera dei mass-media: perizie, controperizie, bossoli che si trovano e che non si trovano, pistole che hanno sparato e non hanno sparato, traiettorie, controtraiettorie. Il tutto senza che nessuno si sia preoccupato di fare avere alla famiglia Placanica uno straccio di documento ufficiale.
Questa la tristissima situazione nella quale si trovano i genitori e le sorelle del carabiniere Placanica a un anno dalla tragedia del G8 ». L’avvocato Colosimo ha anche annunciato che altri legali calabresi hanno assicurato la loro disponibilità a seguire la vicenda. «Il tutto -conclude- a sostegno delle ragioni e dei diritti di Mario Placanica, indagato e parte offesa, peraltro sin qui validamente assistito da altro difensore». L’«altro difensore », Umberto Pruzzo, è di fatto a oggi l’unico formalmente incaricato. E sarebbe davvero clamorosa, come invece pare, una remissione del mandato proprio in vista della dirittura d’arrivo, quella richiesta di archiviazione che viene ormai data per certa. Lui, Pruzzo, al profluvio di dichiarazioni in arrivo dalla Calabria, oppone solo sei parole: «Non ho alcun commento da fare ».









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Pubblicato su: 2005-07-05 (785 letture)

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