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Audizione del prefetto Arnaldo la Barbera (parte 3a)





sostiene che non si è provveduto ad una sistematica attività di repressione preventiva per una serie di considerazioni, tra le quali il fatto che si stava parallelamente percorrendo la strada del dialogo con le componenti che si erano apparentemente palesate più moderate. In realtà, nei fatti di cui stiamo parlando si sono trovate coinvolte, a Genova, alcune centinaia di migliaia di persone. Le persone che si sono rese in qualche modo responsabili di violenze sono nell'ordine di alcune centinaia o forse migliaia, comunque un'infima minoranza rispetto alla stragrande maggioranza delle persone presenti nel capoluogo ligure. Credo quindi che sia stato giusto, e che sia giusto, dialogare con la parte moderata del movimento, quella cioè che si è sempre dichiarata pacifista e non violenta, e separare, individuare e colpire quella parte che, appunto, non c'entra niente con le ragioni, le motivazioni di chi ha voluto manifestare pacificamente. Sarebbe come identificare gli ultrà della domenica con l'intera tifoseria che pacificamente vuole assistere ad una partita: non per questo si deve criminalizzare l'una per colpire l'altra.
Circa l'attività di infiltrazione, lei ha negato l'esistenza di infiltrati all'interno dei manifestanti. Volevo però chiederle se erano presenti rappresentanti delle forze di polizia in altra veste: per esempio, è stata denunciata dalla Federazione nazionale della stampa la richiesta da parte di operatori della polizia di essere presenti alle manifestazioni nelle vesti di cineoperatori o di rappresentanti del mondo dell'informazione. Tale possibilità era stata negata da parte della Federazione nazionale della stampa. Vorrei sapere se, invece, questo tipo di attività sia stata in qualche modo svolta ugualmente.

ARNALDO LA BARBERA, Prefetto. Se questa attività c'è stata, certamente non è stata svolta né dalla direzione della polizia di prevenzione né da personale della DIGOS.


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Per quanto riguarda l'estrema destra, in un monitoraggio generale appositamente svolto, abbiamo avuto modo di analizzare i movimenti di rappresentanti di estrema destra, come ho avuto modo di accennare anche nella relazione.
Non ci sono state risultanze di rilievo, nè abbiamo riscontri di presenze di infiltrati della destra nell'ambito del contro vertice.
Per quanto riguarda la componente del dialogo, si tratta di una attività che è stata certamente portata avanti per acquisire informazioni e modulare anche determinati passaggi da parte di alcune DIGOS, ovviamente con quella parte dei manifestanti disponibile al dialogo, meno violenta. Certamente sono state percorse tutte le strade per cercare di far svolgere una manifestazione di quella importanza in un clima di normalità. È giusto manifestare anche il dissenso; purtroppo però le cose sono andate in maniera diversa, grazie alla presenza di questi 2.500, a cui si sono sommati 7 - 8 mila manifestanti.

ANTONIO IOVENE. Le ho posto tale domanda perché lei nella relazione usa l'espressione «apparentemente palesate più moderate». In realtà, le componenti di gran parte del movimento sono effettivamente moderate; non si sono palesate come tali solo apparentemente.

ARNALDO LA BARBERA, Prefetto. Ho usato il termine «apparentemente» perché certamente una parte del movimento si è rivelata moderata mentre l'altra parte non si è dimostrata tale, pur rientrando in una categoria unica. Questa è la spiegazione dell'uso di tale termine.

FRANCESCO NITTO PALMA. Signor prefetto, prima di rivolgerle alcune domande vorrei da lei una delucidazione che è propedeutica alle domande stesse. Nella relazione del 21


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luglio 2001, allegata alla sua relazione, si parla di un corteo regolato da un servizio d'ordine con casacche gialle, recanti la scritta «no G8». Vorrei sapere di quale corteo si trattava, ove mai lei lo sappia.

ARNALDO LA BARBERA, Prefetto. È una questione di ordine pubblico. In questo momento non ne sono a conoscenza. Ovviamente, no G8, dovrebbe essere no global.

FRANCESCO NITTO PALMA. Personalmente sento il dovere di dirle che condivido pienamente la valutazione positiva formulata dal senatore Bobbio circa la completezza e la bontà delle informazioni che il suo dipartimento ha raccolto in previsione del G8, sia pure nel difetto o quanto meno nell'assenza di un eccezionale concorso da parte dei servizi e delle polizie straniere.
Una prima domanda riguarda - ed è sostanzialmente quanto già chiesto da altri colleghi - i nomi dei parlamentari, ove lei li sappia (non ho capito se la sua riserva era una riserva per conoscere e quindi riferire o una riserva dovuta ad altre ragioni), che si trovavano alla testa di un corteo poco prima degli alti scudi in plexiglass e di cui alla relazione del 20 luglio 2001.
La risposta è per me utile perchè in questa relazione di servizio si fa riferimento a presenze di una struttura tecnica per una trasmissione in diretta con Radio Sherwood all'interno di tale corteo. Il riferimento a Radio Sherwood lo trovo anche in una intercettazione telefonica, se riportata correttamente dalla stampa - questo non lo so - in cui sostanzialmente si afferma la necessità, da parte di Radio Sherwood, di organizzare un concerto per l'acquisizione del denaro necessario per l'acquisto di un furgone di munizioni per il G8. Questa è la prima domanda che le formulo.


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Seconda domanda: lei sostanzialmente nella sua relazione fa riferimento ad un blocco rosa e ad un blocco giallo, confluiti poi all'interno del Genoa social forum, e ad un blocco blu che avrebbe alcune caratteristiche più violente, ma meno violente rispetto al blocco nero, anche se non omette di dire che all'interno del blocco giallo vi era anche una forma di componente violenta, sia pure più ridotta rispetto a quella degli altri blocchi. Vorrei sapere se lei è in grado di confermare una dichiarazione che si trova nell'ordinanza del questore di Genova in cui sostanzialmente si afferma che il centro sociale Askatasuna - se non ho letto male - che è intraneo al blocco blu partecipava alle riunioni del Genoa social forum. Ciò si legge espressamente nell'ordinanza del questore; pertanto conseguentemente le chiedo se, sia pure parzialmente, non si debba rettificare quella sua affermazione secondo cui solo il blocco rosa ed il blocco giallo facevano capo al Genoa social forum nel senso che anche componenti del blocco blu facevano riferimento allo stesso Genoa social forum. Terza domanda: l'ordinanza del questore, l'ordinanza prefettizia del 2 giugno, l'intervento del capo della Polizia del 16 maggio al consiglio nazionale per l'ordine pubblico...

PRESIDENTE. Si appresti a concludere.

FRANCESCO NITTO PALMA. Arrivo subito al problema, signor presidente. Vorrei sapere con precisione quando il grosso di questa sua attività informativa si è conclusa. Se non leggo male l'intervento del capo della Polizia, immagino che il grosso delle notizie da lei riportate nella relazione siano state acquisite circa all'inizio e alla metà di maggio di quell'anno. So che vi sono state oltre 100 intercettazioni telefoniche; essendo intercettazioni di tipo giudiziario, lei non ne poteva essere a conoscenza, non essendo ufficiale di polizia giudiziaria.


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Poichè erano finalizzate ad un problema di ordine pubblico, le chiedo se in linea di massima lei ha avuto qualche tipo di informazione e se ha mai saputo di intercettazioni intercorse con esponenti politici.
Un'ultima domanda, signor presidente, sull'intervento del capo della Polizia.

PRESIDENTE. Ho tolto la parola agli altri colleghi. L'ho avvertita poco fa in modo tale da consentirle di concludere la domanda. Mi dispiace, può chiedere ad un collega di rivolgere a La Barbera la stessa domanda? Non posso assolutamente continuare a darle la parola.

FRANCESCO NITTO PALMA. Perché è esaurito il tempo riservato al mio gruppo?

PRESIDENTE. Sì. Può chiedere ad un collega di Alleanza nazionale o ad un altro collega di porre la stessa domanda, se lo riterranno opportuno. Mi dispiace molto.

 

ARNALDO LA BARBERA, Prefetto. Per quanto riguarda i nomi dei parlamentari a cui lei faceva riferimento, se il presidente lo chiederà, toglieremo gli omissis, fornendo la documentazione in merito.
Per quanto riguarda la seconda domanda, il blocco rosa, il blocco giallo e blu, il Genoa social forum comprende anche una parte del blocco blu. Il centro sociale a cui lei faceva riferimento, l'Askatasuna di Torino, ha partecipato a diverse riunioni con il Genoa social forum; fa capo, per essere più precisi, al Network che è un movimento di cui una parte rientra appunto anche nel centro sociale. In merito alla domanda su quanto è avvenuto, il grosso delle informazioni, l'attività di informazione ha rappresentato un lavoro in


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progresso, un work in progress; non è vero che noi già a maggio disponevamo di tutte le informazioni. Vi è stato in merito un lavoro continuo ed aggiuntivo, che ha richiesto del tempo.
Quindi le nostre informazioni sono giunte quasi a ridosso del vertice. Anzi, più ne avevamo, meglio era. Come dicevo poc'anzi, 198 servizi di intercettazione hanno dato dei frutti. I contenuti li ignoro: in ogni caso sono stati riferiti all'autorità giudiziaria.

GIANNICOLA SINISI. Ringrazio il prefetto La Barbera per la sua relazione. Debbo tuttavia dirle che apprezzo, come chiunque di noi, il senso dello Stato che lei ci manifesta, nell'accettazione di una disposizione del ministro, senza obiettare alcunché, anche se con l'amarezza che ci ha rassegnato.
Mi permetta però di dirle che il motivo di opportunità, se non legato ad un'inchiesta giudiziaria in corso, e non c'è, o ad un'inchiesta amministrativa, che non c'è, mi sembra una motivazione davvero debole, alla stregua anche del prezioso lavoro che lei ha condotto.
Su questo lei ha spiegato in maniera molto chiara la distinzione che corre tra il lavoro relativo all'ordine pubblico e le responsabilità, e quello relativo alla polizia di prevenzione. Forse avrebbe fatto meglio a descrivere la differenza tra il lavoro della polizia di prevenzione e quello dei servizi di sicurezza, dal momento che, anche se su questo è stato decisamente dettagliato nel rilevare talune questioni, lei afferma che non si tratta di un giudizio; tuttavia certamente i fatti che ci ha rassegnato hanno per noi un valore di tutto rispetto. In ordine a questo punto, le chiedo: le 126 note di interesse, cui fa riferimento, è l'intero novero delle segnalazioni


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effettuate dai servizi di sicurezza, o si intende che ve ne siano delle altre che non erano di interesse e che pertanto dovevano avere minore rilevanza di quelle indicate?
Una seconda questione - alla luce anche di quel pizzico di esperienza che anche io posso al riguardo spendere -: lei ha rappresentato un rapporto di collaborazione con la Grecia molto difficile in questo settore. Se non ricordo male, vi è una tradizionale difficoltà di collaborazione in questo settore con la Grecia. Le chiedo allora se si tratta di una novità, oppure se questa scarsità di collaborazione con la Grecia è una consuetudine, soprattutto per quanto riguarda l'antiterrorismo?
Una terza questione vorrei porre, dal momento che il presidente Mancuso, con una raffinata elaborazione giuridica, ha avanzato l'ipotesi di una sua presenza a Genova quale fiduciario o preposto di fatto. Torno a chiederle se lei invece non era a Genova per svolgere un incarico di istituto, quale quello di dirigere la sala internazionale, oppure se aveva un rapporto fiduciario di carattere generale che le ha consentito di svolgere anche quella funzione di consulenza che ha svolto.
Sulla questione della scuola Diaz, le pongo soltanto una domanda: vorrei sapere da lei chi ha deciso l'impiego del reparto mobile nella perquisizione e se, alla luce della sua esperienza di polizia giudiziaria, le risulta che in altri casi sia stata operata una perquisizione con analoghe modalità di impiego dei reparti operativi.
L'ultimo quesito deriva dall'accanirmi nel cercare una sua responsabilità, che faccio veramente fatica a ritrovare negli eventi; la mia pertanto è un'operazione di accanimento terapeutico nel cercare una ragione per questo suo allontanamento dall'incarico. Molti arresti non convalidati, molte proteste


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straniere: esiste un legame tra questo e la sala internazionale che lei ha diretto, dal quale si possa ricavare un elemento di responsabilità afferente al lavoro che lei ha svolto?

ARNALDO LA BARBERA, Prefetto. Per quanto riguarda le comunicazioni dei servizi, sono quelle che hanno ad oggetto il vertice del G8. Sono state tutte «girate» a Genova; su tutte le informazioni sono stati effettuati dei riscontri. Per questa ragione, le dicevo che queste informazioni sono state girate alle DIGOS, dal momento che queste, sul territorio, hanno cercato, molte volte inutilmente, di trovare un riscontro. Tenendo presente la delicatezza del tema, per ogni informazione, prima di constatarne la infondatezza, occorre effettuare dei riscontri. In alcuni casi, esse vengono veicolate alle DIGOS del territorio, ma ciò non fa venire meno l'impegno, in termini sia uomini che mezzi, con un costo significativo.
Per quanto attiene alle difficoltà di collaborazione con i greci, posso dire che sostanzialmente vi è stata una chiusura completa. Tuttavia, tale mancanza di collaborazione non è contestuale alla nomina di La Barbera come direttore della direzione di prevenzione, dal momento che anche il mio predecessore ha incontrato le stesse difficoltà. Mi pare di ricordare che si recò in Grecia per cercare di ottenere quello che a tutt'oggi non si è ottenuto, nonostante viaggi, visite e pranzi. La situazione è sempre la stessa.
Sono andato a Genova, come poc'anzi ho ricordato nella breve relazione, per la sala internazionale, diretta emanazione della direzione della polizia di prevenzione: abbiamo avuto dalla sala internazionale presso la questura di Genova una collaborazione soddisfacente.
Tutte le volte che sono stati fermati degli stranieri essa ci ha fornito la massima collaborazione. Lo stesso BKA, così riluttante nel fornire informazioni - tant'è che sono stati


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richiamati personalmente da me con toni anche aspri, in quanto negavano l'esistenza di movimenti antagonisti diretti a Genova, mentre noi eravamo in possesso di informazioni differenti - ha fornito una collaborazione soddisfacente. Se veniva fermato o arrestato un cittadino tedesco, ci fornivano, attraverso una banca dati, i precedenti relativi. Giova ricordare che il BKA è la polizia federale tedesca, la quale ha grossi limiti legati alla presenza delle polizie dei vari Länder. Si tratta di un limite legato alla propria organizzazione. Ciò non toglie che il BKA abbia fornito una collaborazione soddisfacente.
L'impiego del reparto mobile non è stato deciso da me: non ne avevo titolo e comunque non l'ho disposto io. Lei mi ha chiesto se vi sono state altre perquisizioni con l'impiego del reparto mobile: sì, ci sono state, ma non c'è niente di sacrilego nell'usare un reparto mobile a supporto di un'operazione di perquisizione di polizia giudiziaria. Infatti, qualche volta si parte con la polizia giudiziaria e poi si può sfociare in ordine pubblico: non è la prima volta, né sarà l'ultima. Riguardo alla sala internazionale ho già risposto.

FRANCO BASSANINI. Sulla cosiddetta vicenda della scuola Diaz, lei ha ricostruito i fatti assumendo una veste quasi da osservatore, da consulente, date le sue competenze e le sue responsabilità. L'ex questore di Genova, Colucci, ci ha invece detto che lei ha partecipato ad una riunione nella quale sono state definite le modalità operative, alla quale invece Colucci non avrebbe preso parte, o almeno non nella fase decisiva. Allora, come stanno le cose? Quali modalità operative sono state definite, tenendo conto della delicatezza di un intervento in un edificio nel quale, secondo le vostre informazioni, forse c'erano degli appartenenti ad organizzazioni violente, ma certamente anche appartenenti ad organizzazioni pacifiche?


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Una seconda domanda: lei ci ha parlato di intercettazioni, ed il questore Colucci ci ha detto che una di queste riguardava il capo delle tute bianche Casarini e che dalle stesse risultava che il 19 luglio sarebbe stato giorno pacifico, il 20 ed il 21 no. Risulta anche a lei? In questo caso, perché a un certo punto si è scelto, secondo quanto detto da Colucci, di considerare Casarini come un interlocutore per il dialogo e le trattative, se queste intercettazioni sono vere e se dicono quello che c'è stato detto? Stiamo parlando di intercettazioni, quindi della fase preventiva, non della fase della gestione finale.
Infine, un'ultima domanda: prima lei rispondeva ad un parallelo con Napoli. Come ricorderà, dopo Napoli, io ho difeso, in un'intervista a la Repubblica, il comportamento e le scelte di chi aveva la responsabilità dell'ordine pubblico. A Napoli avevo la responsabilità per il Governo della gestione di quella conferenza internazionale che riuniva i rappresentanti di 122 governi - quindi, non era una cosa da poco -, una cinquantina di ministri. A Napoli, l'intervento repressivo, per così dire, fu reso necessario dal fatto che le manifestazioni erano arrivate esattamente ai confini della piccola zona - Palazzo Reale e teatro San Carlo - dove si tenevano i lavori. Di fronte al tentativo di sfondare, di entrare e di interrompere i lavori, penso che fosse necessario intervenire fermando l'azione. Non so se anche a Napoli ci siano stati eccessi, in ogni caso il movimento era meno imponente, ma anche lo spiegamento delle forze dell'ordine lo era, sicuramente si è avuta l'impressione di una gestione diversa. Condivide questa impressione, oppure no?

ARNALDO LA BARBERA, Prefetto. Non ho tratto un'impressione diversa nella gestione dell'ordine pubblico a Genova e a Napoli, sulla riunione operativa alla scuola Diaz, nonostante abbia letto queste tre pagine (riservandomi di esprimermi


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sui limiti, essendoci una indagine da parte della autorità giudiziaria, e non volendomi sovrapporre alla stessa) vedo che non sono stato molto chiaro. Per quanto riguarda la riunione operativa, io c'ero; non mi pare di ricordare l'assenza di qualcun altro, caro senatore.

FRANCO BASSANINI. Riguardo alle intercettazioni di Casarini?

ARNALDO LA BARBERA, Prefetto. Le intercettazioni c'erano. Verosimilmente, anche Casarini era sotto controllo. Non lo so: si vede che il questore è molto ben informato sulla vicenda. Io non sono ufficiale di polizia giudiziaria, quindi mi astengo dal dare questa notizia. Comunque la direzione centrale di polizia di prevenzione non aveva contatti con Casarini.

KATIA ZANOTTI. Signor presidente sarò breve, in considerazione dell'intervento e dei quesiti posti dal collega Bassanini, che mi ha preceduto. Signor prefetto, manifestando un'esigenza che è forse di tanta parte dell'opinione pubblica, le chiedo quanto segue. Lei ha ribadito oggi che conferma l'opportunità dell'intervento alla scuola Diaz ed usa un'unica motivazione, ossia la presenza all'esterno di 150 persone vestite di nero. Le chiederei oggi di svolgere qualche ragionamento per dissipare la mia sensazione che l'intervento alla scuola Diaz non fosse di ritorsione rispetto a un'evidente inefficacia delle iniziative di contrasto alle azioni dei gruppi violenti nelle strade e nelle piazze di Genova. Glielo chiedo riferendomi non agli argomenti sui quali lei dice che è in corso un'indagine dell'autorità giudiziaria (quindi sui quali non vuole spendersi) ma usando qualche ragione in più circa l'intervento: chiarezza sulle ragioni, sul responsabile di quelle operazioni,


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sulla presenza di tanti dirigenti e funzionari di primissimo livello. Mi fermo perché la vicenda della scuola Diaz a Genova è molto importante.

ARNALDO LA BARBERA, Prefetto. Onorevole Zanotti, non vorrei trincerarmi nuovamente dietro quelle tre paginette...

MARCO BOATO. Ce le lascia?

ARNALDO LA BARBERA, Prefetto. Per carità, non ci sono misteri. Comunque le garantisco, mi creda sul mio onore: non mi è mai piaciuta la parte del vendicatore. Premesso che sul piano operativo non c'entro nulla, non c'era alcuna azione né di rivalsa, né di vendetta, né di altro genere. Si è trattato di una operazione di polizia giudiziaria da me pienamente condivisa, unitamente ad altri colleghi, perché ricorrevano i presupposti di legge e di fatto; probabilmente, si è partiti da un'azione di polizia giudiziaria ed il tutto è sfociato in ordine pubblico.

FILIPPO ASCIERTO. Signor prefetto, anch'io voglio complimentarmi per l'azione preventiva e di polizia giudiziaria svolta dai suoi uomini, perché vedo che è stata profonda e notevole. Le devo fare però qualche domanda rimasta in sospeso. A chi è stata mandata la richiesta di 50 ordinanze di custodia cautelare? Sono stati poi emessi questi provvedimenti, così come si evince dalla relazione? C dovrebbe spiegare bene, inoltre( e questo a me interessa in modo particolare per il nord-est, anche alla luce dei recenti atti di terrorismo che si sono verificati in quella zona) perché a pagina 5 della relazione al capo della Polizia del comitato nazionale per l'ordine e la sicurezza pubblica si dice che il blocco giallo si dichiara pronto alla disobbedienza civile ed alle


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possibili azioni dirette, benché non violente, pur non escludendo lo scontro con le forze dell'ordine. In una recente riunione - ecco il punto che ci interessa - fra esponenti dei centri sociali del nord-est è emersa comunque la primarietà dell'obiettivo di impedire lo svolgimento del vertice; ove le prossime elezioni politiche facessero registrare una vittoria del centrodestra, la protesta potrebbe caratterizzarsi anche nel senso dell'attuazione di azioni violente. Su questo punto vogliamo ulteriori spiegazioni.
Inoltre, personalmente le voglio chiedere (perché già il senatore Bobbio ha ampiamente esposto le sue richieste): lei parla dell'operazione alla Scuola Diaz, ma chi operativamente è stato preposto a questa operazione? Chiedo scusa, ma mi è sembrato di capire ci fosse una sorta di commissione dove ognuno dà i consigli, nessuno c'entra niente. Il questore «Io ti ho dato un consiglio: lascia perdere». Non mi sembra che questa riflessione possa essere condotta in modo superficiale da esponenti che hanno una storia come la sua e quella di tante altre personalità, che hanno comunque dato lustro alla Polizia di Stato.
O si prendono decisioni insieme o si evitano i consigli oppure non si va a Genova, se non è necessario: qualcuno si deve assumere questa responsabilità. Conosco la legge n. 121 (e sicuramente lei la conosce meglio di me) e so quali sono le responsabilità in base a tale normativa. Tuttavia, mi creda, sinceramente in questo consiglio verticistico un po' di confusione vi è stata. Allora, alla luce di ciò, le chiedo prima di tutto chi è stato che ha operato e poi se corrisponde al vero che lei ha più volte apprezzato ed anche rivolto elogi per iscritto a Canterini quando, come questore di Roma, svolgeva attività di ordine pubblico. Questa volta mi è sembrato che lei abbia detto: io non c'entro niente, gli altri uomini non c'entrano


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niente, oppure, i tuoi uomini sono un po' nervosi: lascia la mano. Sinceramente mi è sembrato di cogliere la volontà di scaricare ulteriori responsabilità su Canterini e sinceramente non mi sembra che egli se lo meriti.

ARNALDO LA BARBERA, Prefetto. Per quanto riguarda le 50 ordinanze di custodia cautelare, lei, onorevole Ascierto, comprenderà che in questa sede non posso essere più preciso. Le posso solo dire che per una di queste attendiamo fiduciosi (o meglio, attendono fiduciosi, non facendo io più parte della direzione centrale anche se ho fatto la mia parte). Uno dei colpiti da custodia cautelare è stato arrestato nei giorni di Genova; era stata registrata una intercettazione ambientale in cui si ipotizzava, tra l'altro, l'uso di bombe molotov. Quindi, si sta svolgendo un'indagine seria che certamente avrà i suoi frutti per quanto riguarda queste 49 o forse anche 50 persone, perché nel frattempo colui che è stato arrestato a Genova magari sarà uscito.
Per quanto riguarda il blocco giallo e le informazioni che lei chiedeva (con particolare riferimento al seguente passaggio «la primarietà dell'obiettivo di impedire lo svolgimento del vertice; ove poi le prossime elezioni politiche facessero registrare una vittoria del centrodestra la protesta potrebbe caratterizzarsi anche nel senso dell'attuazione di azioni violente»), utili elementi emergono da alcune nostre informazioni fiduciarie scaturite dalle attività delle DIGOS; se non vado errato, su questo argomento vi è anche un'informativa dei Servizi. Non posso essere più preciso, ma ritengo di non sbagliare.
Passiamo al capitolo Diaz. Rifacendomi sempre alle famose tre pagine (vi chiedo se poi cortesemente mi fornite anche una fotocopia con dedica), non è mia abitudine scaricare responsabilità su alcuno. Canterini era dirigente del reparto mobile


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di Roma quando ero questore di Roma ed ho avuto con lui un ottimo rapporto; egli ha svolto servizi di ordine pubblico ottimali, seguendo le indicazioni del questore di Roma di allora. Non ricordo se gli ho rivolto apprezzamenti per iscritto o in forma orale; certamente egli ha sempre tenuto un comportamento pregevole. Le rammento che io non sono il questore di Genova; sono il capo della prevenzione e la mia funzione a Genova era di carattere diverso. Il consiglio non l'ho accettato ed è un fatto suo, non mio: su questo punto risponderò all'autorità giudiziaria. Non voglio «scaricare» nessuno perché non è mia abitudine ed il mio passato parla e attesta la veridicità di ciò che sto dicendo.

FILIPPO ASCIERTO. Lo conosciamo il suo passato.
Volevo solo dire che anche Canterini aveva a sua volta dato un consiglio dicendo di lanciare solo alcuni candelotti fumogeni o lacrimogeni in modo da fare uscire le persone, senza dover entrare all'interno. Ciò corrisponde al vero?

ARNALDO LA BARBERA, Prefetto. Certamente. Questa modalità di intervento, che definisco pazzesca, fu appalesata dal dottor Canterini in sede di riunione, alla quale eravamo tutti presenti. Da parte mia e del questore, cui avevo rappresentato, qualora ve ne fosse stato bisogno (ma non ce ne era), le raccomandazioni del capo della polizia che impartivano la direttiva di agire con la massima prudenza e cautela, egli è stato subito ripreso e fortunatamente ha ascoltato le indicazioni.
Peraltro, al di là delle raccomandazioni del capo della polizia, nella situazione che vi era, se fossero stati esplosi candelotti fumogeni o quant'altro oggi probabilmente io non sarei qui; o meglio, io forse sì, ma Canterini no.


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IDA DENTAMARO. Signor presidente, non intendo rivolgere una domanda al prefetto La Barbera, perché ritengo che abbia ampiamente chiarito la propria posizione ed il proprio operato sia in riferimento allo svolgimento dei suoi compiti di istituto, che sono quelli rispetto ai quali si misura la responsabilità, sia in relazione al contributo fornito su altri fronti per i quali la legge stabilisce diversi centri di imputazione delle responsabilità, naturalmente sul piano giuridico. Qualche volta dovremmo ricordare che quando si parla di funzionari, le responsabilità sono imputate per legge; altro discorso è quello delle responsabilità politiche, ma anche rispetto a ciò non è all'operato dei funzionari che dobbiamo guardare se non ai fini della ricostruzione dei fatti.
Rivolgo, invece, una richiesta a futura e immediata memoria dell'ufficio di presidenza affinché siano acquisiti i provvedimenti e le motivazioni formali che hanno portato all'allontanamento dall'incarico dei tre funzionari e degli eventuali atti presupposti ed istruttori (se ve ne fossero di diversi dalle tre relazioni degli ispettori ministeriali che abbiamo già acquisito) e chiedo che naturalmente tale acquisizione documentale avvenga prima della eventuale audizione dei ministri e, in particolare, del ministro dell'interno.

SAURO TURRONI. Signor presidente, intendo riferirmi, come ho fatto in circostanze precedenti, solamente alle cose dette in questa sede. Ebbene, il prefetto, che ringrazio, ha fatto cenno ad un'attività svolta in altri luoghi in cui si erano manifestati in precedenza scontri molto violenti. Ha fatto riferimento a manifestazioni svoltesi in altri paesi, ricordando che poi furono mostrati i filmati di quanto accaduto ai funzionari di polizia. Immagino che siano anche state descritte le azioni violente che colà venivano messe in atto e che ciò avvenisse perché si doveva capire in quale modo intervenire al


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fine di evitare che azioni del genere si potessero ripetere.
Signor prefetto, le vorrei chiedere quali siano state le sue indicazioni per contrastare concretamente quei tipi di azione e se le azioni svolte in quei paesi avevano una somiglianza con quelle che si sono svolte da noi.
Seconda domanda, signor prefetto: nella relazione lei fa giustamente riferimento ad alcune iniziative messe in atto dalla DIGOS. Come si legge a pagina 5, non si è proceduto ad una sistematica attività di pressione preventiva per non aumentare il clima di tensione: devo, dunque, dare atto che si è tentato tutte le volte di mantenere le manifestazioni in un ambito di svolgimento più tranquillo possibile. Leggo nell'ultima pagina della sua relazione, signor prefetto, che la DIGOS aveva il compito di monitorare i soggetti più pericolosi per segnalare anche gli spostamenti e le presenze a rischio. Ho letto le relazioni da lei allegate alla documentazione dalle quali emerge che, in realtà, i funzionari diventano operativi intorno alle 10 del mattino. Abbiamo acquisito altre relazioni secondo le quali i primi scontri si erano già manifestati in ore precedenti. Comunque, non è questa la questione. Le chiedo: i funzionari avevano il compito anche di individuare, di seguire, di segnalare e di allertare i reparti? Mi riferisco alla presenza di piccoli gruppi che si spostavano, secondo quei filmati, a destra e a manca nella città, proprio per colpire quegli obiettivi che erano stati anche precisamente individuati.
Un'ultima cosa signor questore... signor prefetto, mi scusi (anche se, come giustamente ha detto lei, non è certamente offensivo). C'è una questione: noi ambientalisti siamo stati un tempo accusati dai cacciatori di essere quelli che gettavano dagli elicotteri le vipere e quant'altro. Trovo una analoga indicazione del SISDE riguardo all'utilizzo di palloncini, buttati dagli elicotteri, contenenti sangue almeno in parte umano.


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Lei non spende una parola a questo proposito: mi sembra una cosa talmente inverosimile... Intendevo sottolinearlo perché ho visto durante manifestazioni dei Cobas gettare escrementi, pomodori, sassi, ma queste cose mi sembrano...

FILIPPO ASCIERTO. Però qualcuno le ha dette!

SAURO TURRONI. Un'ultima cosa a proposto della Grecia. Sarò velocissimo dato che diversi colleghi sono intervenuti sul punto. Lei dice: sono andato personalmente, poi abbiamo mandato i nostri funzionari, abbiamo visto che c'erano tre pullman che sono partiti, abbiamo cacciato indietro 147 persone. Non dice nulla a proposito dei motivi per cui sono stati respinti dal porto di Ancona. In un altro punto della relazione dice: abbiamo fatto bene perché abbiamo trovato solamente due arrestati, sui 168-169 arrestati di paesi stranieri. È un calcolo solamente statistico, questo, o vi erano elementi concreti a proposito dei 147?

ARNALDO LA BARBERA, Prefetto. Per quanto riguarda i termini di collaborazione con la Grecia, ritengo che siano stati già esplicitati in precedenza. In Grecia vi è una componente molto forte di anarco-insurrezionalisti: nonostante la mia visita, la chiusura da parte della polizia greca è rimasta tale e quale. Abbiamo implementato e stimolato maggiormente l'ufficiale di collegamento, come lei ricordava; abbiamo inviato personale della DIGOS e comunque, nonostante la grossa presenza di anarchico-insurrezionalisti, abbiamo fermato quei tre pullman, portando ad un respingimento di 147 persone, proprio muovendoci per quel minimo di attività informativa ed investigativa fatta dal nostro ufficiale di collegamento unitamente al personale italiano andato sul posto.
Abbiamo mandato alcuni colleghi a Göteborg e a Nizza, in questi summit, per avere una percezione diretta di ciò che


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poteva avvenire sulla piazza. Abbiamo avuto dei filmati per quanto riguarda Quebec City e Davos, come poc'anzi ho detto. Inoltre, sono state tenute conferenze ai colleghi, sia funzionari di polizia sia comandanti dei reparti, che hanno curato l'ordine pubblico su Genova: in quella sede sono state studiate varie tipologie di intervento. Tenga presente, però, che ogni fatto è un fatto a sé. La topografia della città certamente incide. La tecnica della guerriglia, che già in questi filmati si appalesava, chiaramente è ben collegata col problema della mobilità e della topografia della città stessa. Come dicevo poc'anzi, abbiamo aggregato ben 98 tra funzionari e personale della DIGOS proprio per seguire anche questi gruppi particolarmente violenti. In realtà, ci si è trovati a fronteggiare numeri di gran lunga superiori a quelli previsti: da 2.500 si è passati ad atti di devastazione e saccheggio compiuti da 11-12 mila persone. Ciò ha fatto in modo che i colleghi che dovevano seguire le frange di manifestanti particolarmente violenti fossero assorbiti in compiti di ordine pubblico. Da segnalatori, attività che hanno svolto finché è stato possibile, quando c'è stata l'emergenza sono stati richiamati dai dirigenti della piazza a svolgere un'opera di contenimento. Questo concetto è tranquillamente evidenziato nella relazione che ho allegato.

MICHELE SAPONARA. Il prefetto si era riservato di fornire i nominativi dei politici. Volevo sapere quando intende sciogliere la riserva.

PRESIDENTE. Lo ha già detto: provvederà ad accertare innanzitutto quali sono e poi, eventualmente, ce ne darà comunicazione.


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Nel ringraziarla, signor prefetto, le chiedo se lei ritenga di integrare la relazione sulla base di quello che è emerso oggi allegando ulteriori documenti ed eventualmente producendo i documenti senza gli omissis.

ARNALDO LA BARBERA, Prefetto. Presidente, se me lo chiede...

PRESIDENTE. La ringrazio. Inoltre vi era una richiesta da parte della senatrice Dentamaro relativamente ad un provvedimento che la riguarda: se dovesse ritenere che tale provvedimento può essere acquisito agli atti, procederemo; altrimenti, se l'ufficio di presidenza lo dovesse decidere, credo che lo chiederemo per via gerarchica al ministro competente. Glielo volevo comunicare per correttezza. La ringraziamo nuovamente.

Sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Colleghi, sono le 19,25: ci dobbiamo porre il problema se abusare della cortesia del dottor Andreassi e di qualcuno di voi e, quindi, andare avanti, oppure chiedere allo stesso dottor Andreassi, individuando una data ed un orario, se possiamo differire l'audizione.
È giusto che tutti possano fare liberamente le domande, ma entriamo anche nell'ordine di idee di finire tra quattro ore (Commenti del deputato Mancuso)... È una delle proposte, ma c'è chi la pensa diversamente. Sto ponendo una questione...

FILIPPO MANCUSO. Le avevo già posto la questione in precedenza...!

PRESIDENTE. Sì, ma non ho preso alcuna decisione; piuttosto, volevo sottoporre al Comitato la questione di quando


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far terminare l'odierna seduta, presidente Mancuso. Prendo atto che l'orientamento è nel senso di concludere i lavori verso le 19,30; dunque, assumiamo ora una decisione insieme, considerato che non me la sono sentita di assumerla alle 16.30.

LUCIANO VIOLANTE. Deciderà lei, signor presidente, sul da farsi, consultato il Comitato. Vorrei dirle che a me pare che comunque il dottor Andreassi vada sentito prima degli altri, non so se è chiaro. Si può vedere quando, se adesso o domani mattina, ma, comunque, prima degli altri.

PRESIDENTE. Si potrebbe pensare di fare una cosa diversa; se il dottor Andreassi, come credo, ha una relazione, noi potremmo sospendere i lavori questa sera; abbiamo tutto il tempo di preparare, sulla base della relazione, le eventuali domande e farlo tornare, se siete d'accordo, domani mattina alle 9, chiedendo alla persona che domani mattina avremmo dovuto audire, il dottor Vincenzo Canterini, di intervenire alle 11. In definitiva, approfitterei della presenza del dottor Andreassi, per svolgere questa sera la relazione, o succintamente o in maniera completa; quindi, ci aggiorneremmo domani mattina alle 9, differendo però di due ore l'audizione del dottor Canterini e chiedendo a voi la cortesia di contenere gli interventi in due ore.
Scusate, giustamente mi viene fatto rilevare che abbiamo già, alle 11,30, l'audizione del dottor Alfonso Sabella e - ripeto - alle 9,30 quella del dottor Canterini. Perciò, potevamo ascoltare quest'ultimo di pomeriggio e confermare l'audizione del dottor Sabella alle 11,30. Questa potrebbe essere una soluzione; ricordiamoci però, che domani pomeriggio ci troveremmo dinanzi a tre audizioni ed io non credo che siamo nella condizione di svolgerle, con i tempi a disposizione. Infatti, considerando anche con il tempo contingentato, un'ora


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e 41 minuti solo di interventi, e dando la possibilità all'audito di dare le risposte, la durata media ipotizzabile sarebbe di 4 ore.
Quindi, proporrei di confermare l'audizione del dottor Sabella alle 11,30; l'ufficio di presidenza valuterà, subito dopo l'audizione parziale del dottor Andreassi il da farsi per le giornate di domani e dopodomani. Se non vi sono obiezioni, può rimanere così stabilito.

FABRIZIO CICCHITTO. Credo anch'io che sia difficile domani pomeriggio riuscire a terminare tre audizioni; possiamo, invero, spostarne una o due al giorno dopo, anche perché, vedendo i nomi degli auditi, credo che avremo sedute molto più brevi, una volta conclusa questa.

FRANCESCO NITTO PALMA. Presidente, siccome adesso si procederà ad una sia pure succinta relazione del dottore Andreassi e subito dopo seguirà l'ufficio di presidenza, chiederei l'audizione del procuratore della Repubblica...

PRESIDENTE. Abbia pazienza, onorevole Palma: lo segnali al capogruppo che potrà farne richiesta nella riunione dell'ufficio di presidenza. I capigruppo ci sono proprio per questo motivo.









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Pubblicato su: 2005-07-05 (948 letture)

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