sostiene che non si è provveduto ad una
sistematica attività di repressione preventiva per una serie di
considerazioni, tra le quali il fatto che si stava parallelamente
percorrendo la strada del dialogo con le componenti che si erano
apparentemente palesate più moderate. In realtà, nei fatti di cui
stiamo parlando si sono trovate coinvolte, a Genova, alcune centinaia
di migliaia di persone. Le persone che si sono rese in qualche modo
responsabili di violenze sono nell'ordine di alcune centinaia o forse
migliaia, comunque un'infima minoranza rispetto alla stragrande
maggioranza delle persone presenti nel capoluogo ligure. Credo quindi
che sia stato giusto, e che sia giusto, dialogare con la parte moderata
del movimento, quella cioè che si è sempre dichiarata pacifista e non
violenta, e separare, individuare e colpire quella parte che, appunto,
non c'entra niente con le ragioni, le motivazioni di chi ha voluto
manifestare pacificamente. Sarebbe come identificare gli ultrà della
domenica con l'intera tifoseria che pacificamente vuole assistere ad
una partita: non per questo si deve criminalizzare l'una per colpire
l'altra.
Circa l'attività di infiltrazione, lei ha negato
l'esistenza di infiltrati all'interno dei manifestanti. Volevo però
chiederle se erano presenti rappresentanti delle forze di polizia in
altra veste: per esempio, è stata denunciata dalla Federazione
nazionale della stampa la richiesta da parte di operatori della polizia
di essere presenti alle manifestazioni nelle vesti di cineoperatori o
di rappresentanti del mondo dell'informazione. Tale possibilità era
stata negata da parte della Federazione nazionale della stampa. Vorrei
sapere se, invece, questo tipo di attività sia stata in qualche modo
svolta ugualmente.
ARNALDO LA BARBERA, Prefetto. Se
questa attività c'è stata, certamente non è stata svolta né dalla
direzione della polizia di prevenzione né da personale della DIGOS.
Pag. 184
Per quanto riguarda l'estrema
destra, in un monitoraggio generale appositamente svolto, abbiamo avuto
modo di analizzare i movimenti di rappresentanti di estrema destra,
come ho avuto modo di accennare anche nella relazione.
Non ci sono
state risultanze di rilievo, nè abbiamo riscontri di presenze di
infiltrati della destra nell'ambito del contro vertice.
Per quanto
riguarda la componente del dialogo, si tratta di una attività che è
stata certamente portata avanti per acquisire informazioni e modulare
anche determinati passaggi da parte di alcune DIGOS, ovviamente con
quella parte dei manifestanti disponibile al dialogo, meno violenta.
Certamente sono state percorse tutte le strade per cercare di far
svolgere una manifestazione di quella importanza in un clima di
normalità. È giusto manifestare anche il dissenso; purtroppo però le
cose sono andate in maniera diversa, grazie alla presenza di questi
2.500, a cui si sono sommati 7 - 8 mila manifestanti.
ANTONIO IOVENE. Le ho posto tale
domanda perché lei nella relazione usa l'espressione «apparentemente
palesate più moderate». In realtà, le componenti di gran parte del
movimento sono effettivamente moderate; non si sono palesate come tali
solo apparentemente.
ARNALDO LA BARBERA, Prefetto. Ho
usato il termine «apparentemente» perché certamente una parte del
movimento si è rivelata moderata mentre l'altra parte non si è
dimostrata tale, pur rientrando in una categoria unica. Questa è la
spiegazione dell'uso di tale termine.
FRANCESCO NITTO PALMA. Signor prefetto,
prima di rivolgerle alcune domande vorrei da lei una delucidazione che
è propedeutica alle domande stesse. Nella relazione del 21
Pag. 185
luglio 2001, allegata alla sua
relazione, si parla di un corteo regolato da un servizio d'ordine con
casacche gialle, recanti la scritta «no G8». Vorrei sapere di quale
corteo si trattava, ove mai lei lo sappia.
ARNALDO LA BARBERA, Prefetto. È una questione di ordine pubblico. In questo momento non ne sono a conoscenza. Ovviamente, no G8, dovrebbe essere no global.
FRANCESCO NITTO PALMA. Personalmente
sento il dovere di dirle che condivido pienamente la valutazione
positiva formulata dal senatore Bobbio circa la completezza e la bontà
delle informazioni che il suo dipartimento ha raccolto in previsione
del G8, sia pure nel difetto o quanto meno nell'assenza di un
eccezionale concorso da parte dei servizi e delle polizie straniere.
Una
prima domanda riguarda - ed è sostanzialmente quanto già chiesto da
altri colleghi - i nomi dei parlamentari, ove lei li sappia (non ho
capito se la sua riserva era una riserva per conoscere e quindi
riferire o una riserva dovuta ad altre ragioni), che si trovavano alla
testa di un corteo poco prima degli alti scudi in plexiglass e di cui
alla relazione del 20 luglio 2001.
La risposta è per me utile
perchè in questa relazione di servizio si fa riferimento a presenze di
una struttura tecnica per una trasmissione in diretta con Radio
Sherwood all'interno di tale corteo. Il riferimento a Radio Sherwood lo
trovo anche in una intercettazione telefonica, se riportata
correttamente dalla stampa - questo non lo so - in cui sostanzialmente
si afferma la necessità, da parte di Radio Sherwood, di organizzare un
concerto per l'acquisizione del denaro necessario per l'acquisto di un
furgone di munizioni per il G8. Questa è la prima domanda che le
formulo.
Pag. 186
Seconda domanda: lei
sostanzialmente nella sua relazione fa riferimento ad un blocco rosa e
ad un blocco giallo, confluiti poi all'interno del Genoa social forum,
e ad un blocco blu che avrebbe alcune caratteristiche più violente, ma
meno violente rispetto al blocco nero, anche se non omette di dire che
all'interno del blocco giallo vi era anche una forma di componente
violenta, sia pure più ridotta rispetto a quella degli altri blocchi.
Vorrei sapere se lei è in grado di confermare una dichiarazione che si
trova nell'ordinanza del questore di Genova in cui sostanzialmente si
afferma che il centro sociale Askatasuna - se non ho letto male - che è
intraneo al blocco blu partecipava alle riunioni del Genoa social forum.
Ciò si legge espressamente nell'ordinanza del questore; pertanto
conseguentemente le chiedo se, sia pure parzialmente, non si debba
rettificare quella sua affermazione secondo cui solo il blocco rosa ed
il blocco giallo facevano capo al Genoa social forum nel senso che anche componenti del blocco blu facevano riferimento allo stesso Genoa social forum.
Terza domanda: l'ordinanza del questore, l'ordinanza prefettizia del 2
giugno, l'intervento del capo della Polizia del 16 maggio al consiglio
nazionale per l'ordine pubblico...
PRESIDENTE. Si appresti a concludere.
FRANCESCO NITTO PALMA. Arrivo subito al
problema, signor presidente. Vorrei sapere con precisione quando il
grosso di questa sua attività informativa si è conclusa. Se non leggo
male l'intervento del capo della Polizia, immagino che il grosso delle
notizie da lei riportate nella relazione siano state acquisite circa
all'inizio e alla metà di maggio di quell'anno. So che vi sono state
oltre 100 intercettazioni telefoniche; essendo intercettazioni di tipo
giudiziario, lei non ne poteva essere a conoscenza, non essendo
ufficiale di polizia giudiziaria.
Pag. 187
Poichè erano finalizzate ad un problema
di ordine pubblico, le chiedo se in linea di massima lei ha avuto
qualche tipo di informazione e se ha mai saputo di intercettazioni
intercorse con esponenti politici.
Un'ultima domanda, signor presidente, sull'intervento del capo della Polizia.
PRESIDENTE. Ho tolto la parola agli
altri colleghi. L'ho avvertita poco fa in modo tale da consentirle di
concludere la domanda. Mi dispiace, può chiedere ad un collega di
rivolgere a La Barbera la stessa domanda? Non posso assolutamente
continuare a darle la parola.
FRANCESCO NITTO PALMA. Perché è esaurito il tempo riservato al mio gruppo?
PRESIDENTE. Sì. Può chiedere ad un
collega di Alleanza nazionale o ad un altro collega di porre la stessa
domanda, se lo riterranno opportuno. Mi dispiace molto.
ARNALDO LA BARBERA, Prefetto. Per quanto riguarda i nomi dei parlamentari a cui lei faceva riferimento, se il presidente lo chiederà, toglieremo gli omissis, fornendo la documentazione in merito.
Per quanto riguarda la seconda domanda, il blocco rosa, il blocco giallo e blu, il Genoa social forum
comprende anche una parte del blocco blu. Il centro sociale a cui lei
faceva riferimento, l'Askatasuna di Torino, ha partecipato a diverse
riunioni con il Genoa social forum; fa capo, per essere più
precisi, al Network che è un movimento di cui una parte rientra appunto
anche nel centro sociale. In merito alla domanda su quanto è avvenuto,
il grosso delle informazioni, l'attività di informazione ha
rappresentato un lavoro in
Pag. 188
progresso, un work in progress;
non è vero che noi già a maggio disponevamo di tutte le informazioni.
Vi è stato in merito un lavoro continuo ed aggiuntivo, che ha richiesto
del tempo.
Quindi le nostre informazioni sono giunte quasi a
ridosso del vertice. Anzi, più ne avevamo, meglio era. Come dicevo
poc'anzi, 198 servizi di intercettazione hanno dato dei frutti. I
contenuti li ignoro: in ogni caso sono stati riferiti all'autorità
giudiziaria.
GIANNICOLA SINISI. Ringrazio il
prefetto La Barbera per la sua relazione. Debbo tuttavia dirle che
apprezzo, come chiunque di noi, il senso dello Stato che lei ci
manifesta, nell'accettazione di una disposizione del ministro, senza
obiettare alcunché, anche se con l'amarezza che ci ha rassegnato.
Mi
permetta però di dirle che il motivo di opportunità, se non legato ad
un'inchiesta giudiziaria in corso, e non c'è, o ad un'inchiesta
amministrativa, che non c'è, mi sembra una motivazione davvero debole,
alla stregua anche del prezioso lavoro che lei ha condotto.
Su
questo lei ha spiegato in maniera molto chiara la distinzione che corre
tra il lavoro relativo all'ordine pubblico e le responsabilità, e
quello relativo alla polizia di prevenzione. Forse avrebbe fatto meglio
a descrivere la differenza tra il lavoro della polizia di prevenzione e
quello dei servizi di sicurezza, dal momento che, anche se su questo è
stato decisamente dettagliato nel rilevare talune questioni, lei
afferma che non si tratta di un giudizio; tuttavia certamente i fatti
che ci ha rassegnato hanno per noi un valore di tutto rispetto. In
ordine a questo punto, le chiedo: le 126 note di interesse, cui fa
riferimento, è l'intero novero delle segnalazioni
Pag. 189
effettuate dai servizi di sicurezza, o
si intende che ve ne siano delle altre che non erano di interesse e che
pertanto dovevano avere minore rilevanza di quelle indicate?
Una
seconda questione - alla luce anche di quel pizzico di esperienza che
anche io posso al riguardo spendere -: lei ha rappresentato un rapporto
di collaborazione con la Grecia molto difficile in questo settore. Se
non ricordo male, vi è una tradizionale difficoltà di collaborazione in
questo settore con la Grecia. Le chiedo allora se si tratta di una
novità, oppure se questa scarsità di collaborazione con la Grecia è una
consuetudine, soprattutto per quanto riguarda l'antiterrorismo?
Una
terza questione vorrei porre, dal momento che il presidente Mancuso,
con una raffinata elaborazione giuridica, ha avanzato l'ipotesi di una
sua presenza a Genova quale fiduciario o preposto di fatto. Torno a
chiederle se lei invece non era a Genova per svolgere un incarico di
istituto, quale quello di dirigere la sala internazionale, oppure se
aveva un rapporto fiduciario di carattere generale che le ha consentito
di svolgere anche quella funzione di consulenza che ha svolto.
Sulla
questione della scuola Diaz, le pongo soltanto una domanda: vorrei
sapere da lei chi ha deciso l'impiego del reparto mobile nella
perquisizione e se, alla luce della sua esperienza di polizia
giudiziaria, le risulta che in altri casi sia stata operata una
perquisizione con analoghe modalità di impiego dei reparti operativi.
L'ultimo
quesito deriva dall'accanirmi nel cercare una sua responsabilità, che
faccio veramente fatica a ritrovare negli eventi; la mia pertanto è
un'operazione di accanimento terapeutico nel cercare una ragione per
questo suo allontanamento dall'incarico. Molti arresti non convalidati,
molte proteste
Pag. 190
straniere: esiste un legame tra questo
e la sala internazionale che lei ha diretto, dal quale si possa
ricavare un elemento di responsabilità afferente al lavoro che lei ha
svolto?
ARNALDO LA BARBERA, Prefetto.
Per quanto riguarda le comunicazioni dei servizi, sono quelle che hanno
ad oggetto il vertice del G8. Sono state tutte «girate» a Genova; su
tutte le informazioni sono stati effettuati dei riscontri. Per questa
ragione, le dicevo che queste informazioni sono state girate alle
DIGOS, dal momento che queste, sul territorio, hanno cercato, molte
volte inutilmente, di trovare un riscontro. Tenendo presente la
delicatezza del tema, per ogni informazione, prima di constatarne la
infondatezza, occorre effettuare dei riscontri. In alcuni casi, esse
vengono veicolate alle DIGOS del territorio, ma ciò non fa venire meno
l'impegno, in termini sia uomini che mezzi, con un costo significativo.
Per quanto attiene alle difficoltà di collaborazione con i greci,
posso dire che sostanzialmente vi è stata una chiusura completa.
Tuttavia, tale mancanza di collaborazione non è contestuale alla nomina
di La Barbera come direttore della direzione di prevenzione, dal
momento che anche il mio predecessore ha incontrato le stesse
difficoltà. Mi pare di ricordare che si recò in Grecia per cercare di
ottenere quello che a tutt'oggi non si è ottenuto, nonostante viaggi,
visite e pranzi. La situazione è sempre la stessa.
Sono andato a
Genova, come poc'anzi ho ricordato nella breve relazione, per la sala
internazionale, diretta emanazione della direzione della polizia di
prevenzione: abbiamo avuto dalla sala internazionale presso la questura
di Genova una collaborazione soddisfacente.
Tutte le volte che
sono stati fermati degli stranieri essa ci ha fornito la massima
collaborazione. Lo stesso BKA, così riluttante nel fornire informazioni
- tant'è che sono stati
Pag. 191
richiamati personalmente da me con toni
anche aspri, in quanto negavano l'esistenza di movimenti antagonisti
diretti a Genova, mentre noi eravamo in possesso di informazioni
differenti - ha fornito una collaborazione soddisfacente. Se veniva
fermato o arrestato un cittadino tedesco, ci fornivano, attraverso una
banca dati, i precedenti relativi. Giova ricordare che il BKA è la
polizia federale tedesca, la quale ha grossi limiti legati alla
presenza delle polizie dei vari Länder. Si tratta di un limite legato
alla propria organizzazione. Ciò non toglie che il BKA abbia fornito
una collaborazione soddisfacente.
L'impiego del reparto mobile non
è stato deciso da me: non ne avevo titolo e comunque non l'ho disposto
io. Lei mi ha chiesto se vi sono state altre perquisizioni con
l'impiego del reparto mobile: sì, ci sono state, ma non c'è niente di
sacrilego nell'usare un reparto mobile a supporto di un'operazione di
perquisizione di polizia giudiziaria. Infatti, qualche volta si parte
con la polizia giudiziaria e poi si può sfociare in ordine pubblico:
non è la prima volta, né sarà l'ultima. Riguardo alla sala
internazionale ho già risposto.
FRANCO BASSANINI. Sulla cosiddetta
vicenda della scuola Diaz, lei ha ricostruito i fatti assumendo una
veste quasi da osservatore, da consulente, date le sue competenze e le
sue responsabilità. L'ex questore di Genova, Colucci, ci ha invece
detto che lei ha partecipato ad una riunione nella quale sono state
definite le modalità operative, alla quale invece Colucci non avrebbe
preso parte, o almeno non nella fase decisiva. Allora, come stanno le
cose? Quali modalità operative sono state definite, tenendo conto della
delicatezza di un intervento in un edificio nel quale, secondo le
vostre informazioni, forse c'erano degli appartenenti ad organizzazioni
violente, ma certamente anche appartenenti ad organizzazioni pacifiche?
Pag. 192
Una seconda domanda: lei ci ha
parlato di intercettazioni, ed il questore Colucci ci ha detto che una
di queste riguardava il capo delle tute bianche Casarini e che dalle
stesse risultava che il 19 luglio sarebbe stato giorno pacifico, il 20
ed il 21 no. Risulta anche a lei? In questo caso, perché a un certo
punto si è scelto, secondo quanto detto da Colucci, di considerare
Casarini come un interlocutore per il dialogo e le trattative, se
queste intercettazioni sono vere e se dicono quello che c'è stato
detto? Stiamo parlando di intercettazioni, quindi della fase
preventiva, non della fase della gestione finale.
Infine,
un'ultima domanda: prima lei rispondeva ad un parallelo con Napoli.
Come ricorderà, dopo Napoli, io ho difeso, in un'intervista a la Repubblica,
il comportamento e le scelte di chi aveva la responsabilità dell'ordine
pubblico. A Napoli avevo la responsabilità per il Governo della
gestione di quella conferenza internazionale che riuniva i
rappresentanti di 122 governi - quindi, non era una cosa da poco -, una
cinquantina di ministri. A Napoli, l'intervento repressivo, per così
dire, fu reso necessario dal fatto che le manifestazioni erano arrivate
esattamente ai confini della piccola zona - Palazzo Reale e teatro San
Carlo - dove si tenevano i lavori. Di fronte al tentativo di sfondare,
di entrare e di interrompere i lavori, penso che fosse necessario
intervenire fermando l'azione. Non so se anche a Napoli ci siano stati
eccessi, in ogni caso il movimento era meno imponente, ma anche lo
spiegamento delle forze dell'ordine lo era, sicuramente si è avuta
l'impressione di una gestione diversa. Condivide questa impressione,
oppure no?
ARNALDO LA BARBERA, Prefetto.
Non ho tratto un'impressione diversa nella gestione dell'ordine
pubblico a Genova e a Napoli, sulla riunione operativa alla scuola
Diaz, nonostante abbia letto queste tre pagine (riservandomi di
esprimermi
Pag. 193
sui limiti, essendoci una indagine da
parte della autorità giudiziaria, e non volendomi sovrapporre alla
stessa) vedo che non sono stato molto chiaro. Per quanto riguarda la
riunione operativa, io c'ero; non mi pare di ricordare l'assenza di
qualcun altro, caro senatore.
FRANCO BASSANINI. Riguardo alle intercettazioni di Casarini?
ARNALDO LA BARBERA, Prefetto. Le
intercettazioni c'erano. Verosimilmente, anche Casarini era sotto
controllo. Non lo so: si vede che il questore è molto ben informato
sulla vicenda. Io non sono ufficiale di polizia giudiziaria, quindi mi
astengo dal dare questa notizia. Comunque la direzione centrale di
polizia di prevenzione non aveva contatti con Casarini.
KATIA ZANOTTI. Signor presidente sarò
breve, in considerazione dell'intervento e dei quesiti posti dal
collega Bassanini, che mi ha preceduto. Signor prefetto, manifestando
un'esigenza che è forse di tanta parte dell'opinione pubblica, le
chiedo quanto segue. Lei ha ribadito oggi che conferma l'opportunità
dell'intervento alla scuola Diaz ed usa un'unica motivazione, ossia la
presenza all'esterno di 150 persone vestite di nero. Le chiederei oggi
di svolgere qualche ragionamento per dissipare la mia sensazione che
l'intervento alla scuola Diaz non fosse di ritorsione rispetto a
un'evidente inefficacia delle iniziative di contrasto alle azioni dei
gruppi violenti nelle strade e nelle piazze di Genova. Glielo chiedo
riferendomi non agli argomenti sui quali lei dice che è in corso
un'indagine dell'autorità giudiziaria (quindi sui quali non vuole
spendersi) ma usando qualche ragione in più circa l'intervento:
chiarezza sulle ragioni, sul responsabile di quelle operazioni,
Pag. 194
sulla presenza di tanti dirigenti e
funzionari di primissimo livello. Mi fermo perché la vicenda della
scuola Diaz a Genova è molto importante.
ARNALDO LA BARBERA, Prefetto. Onorevole Zanotti, non vorrei trincerarmi nuovamente dietro quelle tre paginette...
MARCO BOATO. Ce le lascia?
ARNALDO LA BARBERA, Prefetto.
Per carità, non ci sono misteri. Comunque le garantisco, mi creda sul
mio onore: non mi è mai piaciuta la parte del vendicatore. Premesso che
sul piano operativo non c'entro nulla, non c'era alcuna azione né di
rivalsa, né di vendetta, né di altro genere. Si è trattato di una
operazione di polizia giudiziaria da me pienamente condivisa,
unitamente ad altri colleghi, perché ricorrevano i presupposti di legge
e di fatto; probabilmente, si è partiti da un'azione di polizia
giudiziaria ed il tutto è sfociato in ordine pubblico.
FILIPPO ASCIERTO. Signor prefetto,
anch'io voglio complimentarmi per l'azione preventiva e di polizia
giudiziaria svolta dai suoi uomini, perché vedo che è stata profonda e
notevole. Le devo fare però qualche domanda rimasta in sospeso. A chi è
stata mandata la richiesta di 50 ordinanze di custodia cautelare? Sono
stati poi emessi questi provvedimenti, così come si evince dalla
relazione? C dovrebbe spiegare bene, inoltre( e questo a me interessa
in modo particolare per il nord-est, anche alla luce dei recenti atti
di terrorismo che si sono verificati in quella zona) perché a pagina 5
della relazione al capo della Polizia del comitato nazionale per
l'ordine e la sicurezza pubblica si dice che il blocco giallo si
dichiara pronto alla disobbedienza civile ed alle
Pag. 195
possibili azioni dirette, benché non
violente, pur non escludendo lo scontro con le forze dell'ordine. In
una recente riunione - ecco il punto che ci interessa - fra esponenti
dei centri sociali del nord-est è emersa comunque la primarietà
dell'obiettivo di impedire lo svolgimento del vertice; ove le prossime
elezioni politiche facessero registrare una vittoria del centrodestra,
la protesta potrebbe caratterizzarsi anche nel senso dell'attuazione di
azioni violente. Su questo punto vogliamo ulteriori spiegazioni.
Inoltre,
personalmente le voglio chiedere (perché già il senatore Bobbio ha
ampiamente esposto le sue richieste): lei parla dell'operazione alla
Scuola Diaz, ma chi operativamente è stato preposto a questa
operazione? Chiedo scusa, ma mi è sembrato di capire ci fosse una sorta
di commissione dove ognuno dà i consigli, nessuno c'entra niente. Il
questore «Io ti ho dato un consiglio: lascia perdere». Non mi sembra
che questa riflessione possa essere condotta in modo superficiale da
esponenti che hanno una storia come la sua e quella di tante altre
personalità, che hanno comunque dato lustro alla Polizia di Stato.
O
si prendono decisioni insieme o si evitano i consigli oppure non si va
a Genova, se non è necessario: qualcuno si deve assumere questa
responsabilità. Conosco la legge n. 121 (e sicuramente lei la conosce
meglio di me) e so quali sono le responsabilità in base a tale
normativa. Tuttavia, mi creda, sinceramente in questo consiglio
verticistico un po' di confusione vi è stata. Allora, alla luce di ciò,
le chiedo prima di tutto chi è stato che ha operato e poi se
corrisponde al vero che lei ha più volte apprezzato ed anche rivolto
elogi per iscritto a Canterini quando, come questore di Roma, svolgeva
attività di ordine pubblico. Questa volta mi è sembrato che lei abbia
detto: io non c'entro niente, gli altri uomini non c'entrano
Pag. 196
niente, oppure, i tuoi uomini sono un
po' nervosi: lascia la mano. Sinceramente mi è sembrato di cogliere la
volontà di scaricare ulteriori responsabilità su Canterini e
sinceramente non mi sembra che egli se lo meriti.
ARNALDO LA BARBERA, Prefetto.
Per quanto riguarda le 50 ordinanze di custodia cautelare, lei,
onorevole Ascierto, comprenderà che in questa sede non posso essere più
preciso. Le posso solo dire che per una di queste attendiamo fiduciosi
(o meglio, attendono fiduciosi, non facendo io più parte della
direzione centrale anche se ho fatto la mia parte). Uno dei colpiti da
custodia cautelare è stato arrestato nei giorni di Genova; era stata
registrata una intercettazione ambientale in cui si ipotizzava, tra
l'altro, l'uso di bombe molotov. Quindi, si sta svolgendo
un'indagine seria che certamente avrà i suoi frutti per quanto riguarda
queste 49 o forse anche 50 persone, perché nel frattempo colui che è
stato arrestato a Genova magari sarà uscito.
Per quanto riguarda
il blocco giallo e le informazioni che lei chiedeva (con particolare
riferimento al seguente passaggio «la primarietà dell'obiettivo di
impedire lo svolgimento del vertice; ove poi le prossime elezioni
politiche facessero registrare una vittoria del centrodestra la
protesta potrebbe caratterizzarsi anche nel senso dell'attuazione di
azioni violente»), utili elementi emergono da alcune nostre
informazioni fiduciarie scaturite dalle attività delle DIGOS; se non
vado errato, su questo argomento vi è anche un'informativa dei Servizi.
Non posso essere più preciso, ma ritengo di non sbagliare.
Passiamo
al capitolo Diaz. Rifacendomi sempre alle famose tre pagine (vi chiedo
se poi cortesemente mi fornite anche una fotocopia con dedica), non è
mia abitudine scaricare responsabilità su alcuno. Canterini era
dirigente del reparto mobile
Pag. 197
di Roma quando ero questore di Roma ed
ho avuto con lui un ottimo rapporto; egli ha svolto servizi di ordine
pubblico ottimali, seguendo le indicazioni del questore di Roma di
allora. Non ricordo se gli ho rivolto apprezzamenti per iscritto o in
forma orale; certamente egli ha sempre tenuto un comportamento
pregevole. Le rammento che io non sono il questore di Genova; sono il
capo della prevenzione e la mia funzione a Genova era di carattere
diverso. Il consiglio non l'ho accettato ed è un fatto suo, non mio: su
questo punto risponderò all'autorità giudiziaria. Non voglio
«scaricare» nessuno perché non è mia abitudine ed il mio passato parla
e attesta la veridicità di ciò che sto dicendo.
FILIPPO ASCIERTO. Lo conosciamo il suo passato.
Volevo
solo dire che anche Canterini aveva a sua volta dato un consiglio
dicendo di lanciare solo alcuni candelotti fumogeni o lacrimogeni in
modo da fare uscire le persone, senza dover entrare all'interno. Ciò
corrisponde al vero?
ARNALDO LA BARBERA, Prefetto.
Certamente. Questa modalità di intervento, che definisco pazzesca, fu
appalesata dal dottor Canterini in sede di riunione, alla quale eravamo
tutti presenti. Da parte mia e del questore, cui avevo rappresentato,
qualora ve ne fosse stato bisogno (ma non ce ne era), le
raccomandazioni del capo della polizia che impartivano la direttiva di
agire con la massima prudenza e cautela, egli è stato subito ripreso e
fortunatamente ha ascoltato le indicazioni.
Peraltro, al di là
delle raccomandazioni del capo della polizia, nella situazione che vi
era, se fossero stati esplosi candelotti fumogeni o quant'altro oggi
probabilmente io non sarei qui; o meglio, io forse sì, ma Canterini no.
Pag. 198
IDA DENTAMARO. Signor presidente, non
intendo rivolgere una domanda al prefetto La Barbera, perché ritengo
che abbia ampiamente chiarito la propria posizione ed il proprio
operato sia in riferimento allo svolgimento dei suoi compiti di
istituto, che sono quelli rispetto ai quali si misura la
responsabilità, sia in relazione al contributo fornito su altri fronti
per i quali la legge stabilisce diversi centri di imputazione delle
responsabilità, naturalmente sul piano giuridico. Qualche volta
dovremmo ricordare che quando si parla di funzionari, le responsabilità
sono imputate per legge; altro discorso è quello delle responsabilità
politiche, ma anche rispetto a ciò non è all'operato dei funzionari che
dobbiamo guardare se non ai fini della ricostruzione dei fatti.
Rivolgo,
invece, una richiesta a futura e immediata memoria dell'ufficio di
presidenza affinché siano acquisiti i provvedimenti e le motivazioni
formali che hanno portato all'allontanamento dall'incarico dei tre
funzionari e degli eventuali atti presupposti ed istruttori (se ve ne
fossero di diversi dalle tre relazioni degli ispettori ministeriali che
abbiamo già acquisito) e chiedo che naturalmente tale acquisizione
documentale avvenga prima della eventuale audizione dei ministri e, in
particolare, del ministro dell'interno.
SAURO TURRONI. Signor presidente,
intendo riferirmi, come ho fatto in circostanze precedenti, solamente
alle cose dette in questa sede. Ebbene, il prefetto, che ringrazio, ha
fatto cenno ad un'attività svolta in altri luoghi in cui si erano
manifestati in precedenza scontri molto violenti. Ha fatto riferimento
a manifestazioni svoltesi in altri paesi, ricordando che poi furono
mostrati i filmati di quanto accaduto ai funzionari di polizia.
Immagino che siano anche state descritte le azioni violente che colà
venivano messe in atto e che ciò avvenisse perché si doveva capire in
quale modo intervenire al
Pag. 199
fine di evitare che azioni del genere si potessero ripetere.
Signor
prefetto, le vorrei chiedere quali siano state le sue indicazioni per
contrastare concretamente quei tipi di azione e se le azioni svolte in
quei paesi avevano una somiglianza con quelle che si sono svolte da
noi.
Seconda domanda, signor prefetto: nella relazione lei fa
giustamente riferimento ad alcune iniziative messe in atto dalla DIGOS.
Come si legge a pagina 5, non si è proceduto ad una sistematica
attività di pressione preventiva per non aumentare il clima di
tensione: devo, dunque, dare atto che si è tentato tutte le volte di
mantenere le manifestazioni in un ambito di svolgimento più tranquillo
possibile. Leggo nell'ultima pagina della sua relazione, signor
prefetto, che la DIGOS aveva il compito di monitorare i soggetti più
pericolosi per segnalare anche gli spostamenti e le presenze a rischio.
Ho letto le relazioni da lei allegate alla documentazione dalle quali
emerge che, in realtà, i funzionari diventano operativi intorno alle 10
del mattino. Abbiamo acquisito altre relazioni secondo le quali i primi
scontri si erano già manifestati in ore precedenti. Comunque, non è
questa la questione. Le chiedo: i funzionari avevano il compito anche
di individuare, di seguire, di segnalare e di allertare i reparti? Mi
riferisco alla presenza di piccoli gruppi che si spostavano, secondo
quei filmati, a destra e a manca nella città, proprio per colpire
quegli obiettivi che erano stati anche precisamente individuati.
Un'ultima
cosa signor questore... signor prefetto, mi scusi (anche se, come
giustamente ha detto lei, non è certamente offensivo). C'è una
questione: noi ambientalisti siamo stati un tempo accusati dai
cacciatori di essere quelli che gettavano dagli elicotteri le vipere e
quant'altro. Trovo una analoga indicazione del SISDE riguardo
all'utilizzo di palloncini, buttati dagli elicotteri, contenenti sangue
almeno in parte umano.
Pag. 200
Lei non spende una parola a questo
proposito: mi sembra una cosa talmente inverosimile... Intendevo
sottolinearlo perché ho visto durante manifestazioni dei Cobas gettare
escrementi, pomodori, sassi, ma queste cose mi sembrano...
FILIPPO ASCIERTO. Però qualcuno le ha dette!
SAURO TURRONI. Un'ultima cosa a
proposto della Grecia. Sarò velocissimo dato che diversi colleghi sono
intervenuti sul punto. Lei dice: sono andato personalmente, poi abbiamo
mandato i nostri funzionari, abbiamo visto che c'erano tre pullman che
sono partiti, abbiamo cacciato indietro 147 persone. Non dice nulla a
proposito dei motivi per cui sono stati respinti dal porto di Ancona.
In un altro punto della relazione dice: abbiamo fatto bene perché
abbiamo trovato solamente due arrestati, sui 168-169 arrestati di paesi
stranieri. È un calcolo solamente statistico, questo, o vi erano
elementi concreti a proposito dei 147?
ARNALDO LA BARBERA, Prefetto.
Per quanto riguarda i termini di collaborazione con la Grecia, ritengo
che siano stati già esplicitati in precedenza. In Grecia vi è una
componente molto forte di anarco-insurrezionalisti: nonostante la mia
visita, la chiusura da parte della polizia greca è rimasta tale e
quale. Abbiamo implementato e stimolato maggiormente l'ufficiale di
collegamento, come lei ricordava; abbiamo inviato personale della DIGOS
e comunque, nonostante la grossa presenza di
anarchico-insurrezionalisti, abbiamo fermato quei tre pullman, portando
ad un respingimento di 147 persone, proprio muovendoci per quel minimo
di attività informativa ed investigativa fatta dal nostro ufficiale di
collegamento unitamente al personale italiano andato sul posto.
Abbiamo mandato alcuni colleghi a Göteborg e a Nizza, in questi summit, per avere una percezione diretta di ciò che
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poteva avvenire sulla piazza. Abbiamo
avuto dei filmati per quanto riguarda Quebec City e Davos, come
poc'anzi ho detto. Inoltre, sono state tenute conferenze ai colleghi,
sia funzionari di polizia sia comandanti dei reparti, che hanno curato
l'ordine pubblico su Genova: in quella sede sono state studiate varie
tipologie di intervento. Tenga presente, però, che ogni fatto è un
fatto a sé. La topografia della città certamente incide. La tecnica
della guerriglia, che già in questi filmati si appalesava, chiaramente
è ben collegata col problema della mobilità e della topografia della
città stessa. Come dicevo poc'anzi, abbiamo aggregato ben 98 tra
funzionari e personale della DIGOS proprio per seguire anche questi
gruppi particolarmente violenti. In realtà, ci si è trovati a
fronteggiare numeri di gran lunga superiori a quelli previsti: da 2.500
si è passati ad atti di devastazione e saccheggio compiuti da 11-12
mila persone. Ciò ha fatto in modo che i colleghi che dovevano seguire
le frange di manifestanti particolarmente violenti fossero assorbiti in
compiti di ordine pubblico. Da segnalatori, attività che hanno svolto
finché è stato possibile, quando c'è stata l'emergenza sono stati
richiamati dai dirigenti della piazza a svolgere un'opera di
contenimento. Questo concetto è tranquillamente evidenziato nella
relazione che ho allegato.
MICHELE SAPONARA. Il prefetto si era
riservato di fornire i nominativi dei politici. Volevo sapere quando
intende sciogliere la riserva.
PRESIDENTE. Lo ha già detto: provvederà ad accertare innanzitutto quali sono e poi, eventualmente, ce ne darà comunicazione.
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Nel ringraziarla, signor prefetto,
le chiedo se lei ritenga di integrare la relazione sulla base di quello
che è emerso oggi allegando ulteriori documenti ed eventualmente
producendo i documenti senza gli omissis.
ARNALDO LA BARBERA, Prefetto. Presidente, se me lo chiede...
PRESIDENTE. La ringrazio. Inoltre vi
era una richiesta da parte della senatrice Dentamaro relativamente ad
un provvedimento che la riguarda: se dovesse ritenere che tale
provvedimento può essere acquisito agli atti, procederemo; altrimenti,
se l'ufficio di presidenza lo dovesse decidere, credo che lo chiederemo
per via gerarchica al ministro competente. Glielo volevo comunicare per
correttezza. La ringraziamo nuovamente.
Sull'ordine dei lavori.
PRESIDENTE. Colleghi, sono le 19,25: ci
dobbiamo porre il problema se abusare della cortesia del dottor
Andreassi e di qualcuno di voi e, quindi, andare avanti, oppure
chiedere allo stesso dottor Andreassi, individuando una data ed un
orario, se possiamo differire l'audizione.
È giusto che tutti possano fare liberamente le domande, ma entriamo anche nell'ordine di idee di finire tra quattro ore (Commenti del deputato Mancuso)... È una delle proposte, ma c'è chi la pensa diversamente. Sto ponendo una questione...
FILIPPO MANCUSO. Le avevo già posto la questione in precedenza...!
PRESIDENTE. Sì, ma non ho preso alcuna decisione; piuttosto, volevo sottoporre al Comitato la questione di quando
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far terminare l'odierna seduta,
presidente Mancuso. Prendo atto che l'orientamento è nel senso di
concludere i lavori verso le 19,30; dunque, assumiamo ora una decisione
insieme, considerato che non me la sono sentita di assumerla alle
16.30.
LUCIANO VIOLANTE. Deciderà lei, signor
presidente, sul da farsi, consultato il Comitato. Vorrei dirle che a me
pare che comunque il dottor Andreassi vada sentito prima degli altri,
non so se è chiaro. Si può vedere quando, se adesso o domani mattina,
ma, comunque, prima degli altri.
PRESIDENTE. Si potrebbe pensare di fare
una cosa diversa; se il dottor Andreassi, come credo, ha una relazione,
noi potremmo sospendere i lavori questa sera; abbiamo tutto il tempo di
preparare, sulla base della relazione, le eventuali domande e farlo
tornare, se siete d'accordo, domani mattina alle 9, chiedendo alla
persona che domani mattina avremmo dovuto audire, il dottor Vincenzo
Canterini, di intervenire alle 11. In definitiva, approfitterei della
presenza del dottor Andreassi, per svolgere questa sera la relazione, o
succintamente o in maniera completa; quindi, ci aggiorneremmo domani
mattina alle 9, differendo però di due ore l'audizione del dottor
Canterini e chiedendo a voi la cortesia di contenere gli interventi in
due ore.
Scusate, giustamente mi viene fatto rilevare che abbiamo
già, alle 11,30, l'audizione del dottor Alfonso Sabella e - ripeto -
alle 9,30 quella del dottor Canterini. Perciò, potevamo ascoltare
quest'ultimo di pomeriggio e confermare l'audizione del dottor Sabella
alle 11,30. Questa potrebbe essere una soluzione; ricordiamoci però,
che domani pomeriggio ci troveremmo dinanzi a tre audizioni ed io non
credo che siamo nella condizione di svolgerle, con i tempi a
disposizione. Infatti, considerando anche con il tempo contingentato,
un'ora
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e 41 minuti solo di interventi, e dando
la possibilità all'audito di dare le risposte, la durata media
ipotizzabile sarebbe di 4 ore.
Quindi, proporrei di confermare
l'audizione del dottor Sabella alle 11,30; l'ufficio di presidenza
valuterà, subito dopo l'audizione parziale del dottor Andreassi il da
farsi per le giornate di domani e dopodomani. Se non vi sono obiezioni,
può rimanere così stabilito.
FABRIZIO CICCHITTO. Credo anch'io che
sia difficile domani pomeriggio riuscire a terminare tre audizioni;
possiamo, invero, spostarne una o due al giorno dopo, anche perché,
vedendo i nomi degli auditi, credo che avremo sedute molto più brevi,
una volta conclusa questa.
FRANCESCO NITTO PALMA. Presidente,
siccome adesso si procederà ad una sia pure succinta relazione del
dottore Andreassi e subito dopo seguirà l'ufficio di presidenza,
chiederei l'audizione del procuratore della Repubblica...
PRESIDENTE. Abbia pazienza, onorevole Palma: lo
segnali al capogruppo che potrà farne richiesta nella riunione dell'ufficio
di presidenza. I capigruppo ci sono proprio per questo motivo.
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