SERGIO SIRACUSA, Comandante generale dell'Arma dei carabinieri.
Per la circostanza, il colonnello Tesser o i suoi rappresentanti sono
stati presenti nella sala operativa interforze, quella da cui il
questore dirigeva le operazioni. Ufficiali dei carabinieri sono stati
sempre presenti in quella sala, come sono stati presenti ufficiali
della Guardia di finanza, dei vigili del fuoco e di altre istituzioni
dello Stato in grado di poter collaborare con il questore. Quindi,
parlare di linee di comando dei carabinieri a Genova per l'evento G8
non è corretto, in quanto non hanno una funzione operativa sul
territorio.
Il comando provinciale dei carabinieri ha, invece,
avuto - ed io ho il piacere ripeterlo - responsabilità dirette per
tutto ciò che stata l'attività di supporto. Ad esempio, a Genova la
nostra responsabilità è stata quella di scorta di personalità di alto
livello. Adesso non ricordo esattamente chi scortavamo, ma sicuramente
due o tre Capi di Stato li avevamo noi. Scorte connesse all'arrivo di
visitatori illustri; vigilanza di particolari punti sensibili; il
controllo del territorio vale a dire la normale attività che ogni
giorno deve essere portata avanti, di presenza sul territorio; sostegno
logistico alle forze schierate: tutto questo faceva capo, naturalmente,
all'Arma che doveva portare avanti queste problematiche e sostenere le
forze. La sala operativa del comando provinciale non ha interferito
minimamente, non poteva farlo, con le attività operative sul
territorio. Questo è un altro punto importante. La sala operativa unica
era quella realizzata interforze presso la questura che conduceva le
operazioni. La sala operativa del comando provinciale di Genova
svolgeva attività di sostegno, di controllo del territorio, di scorte,
di sostituzione di personale, esigenze sanitarie, ed aveva una sua
rete. E qui posso agganciare la domanda che mi ha rivolto il presidente
Violante,
Pag. 193
quella sulle comunicazioni radio. La
rete radio va dalla questura ai funzionari sul territorio. Non
interferisce con la rete radio di comunicazione radio dell'Arma dei
carabinieri. Potremo studiare in futuro, presidente, la possibilità di
consolidare frequenze e vedere; però la rete radio dell'Arma aveva
altre funzioni di cui ho parlato in precedenza. Il terminale sul
territorio, collegato via radio, era il funzionario di pubblica
sicurezza. È chiaro che accanto aveva il comandante della compagnia o
il comandante del plotone, nel caso ci fossero carabinieri. Ho voluto
subito puntualizzare questa serie di problematiche, perché servono ad
inquadrare meglio il problema.
LUCIANO VIOLANTE. Mi scusi, generale,
chi si trovava nella macchina, nel blindato, eccetera, parlava
direttamente con la sala operativa dove si trovava il funzionario di
pubblica sicurezza?
SERGIO SIRACUSA, Comandante generale dell'Arma dei carabinieri. No, il collegamento, in quel caso, discende dal responsabile del nostro...
LUCIANO VIOLANTE. Quindi, non parlava direttamente, parlava con il suo superiore dei carabinieri e dopo...
SERGIO SIRACUSA, Comandante generale dell'Arma dei carabinieri. Ogni singolo comandante di squadra non parlava direttamente con la sala operativa interforze.
Un'altra
domanda che mi è stata posta è cosa sarebbe accaduto se vi fosse stato,
al posto del carabiniere Placanica, che ha sparato in quelle condizioni
così estreme, un carabiniere più esperto. Penso che la domanda sia
improponibile, perché non si tratta di addestramento del personale. Non
si
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può dire che, se vi fosse stato un
carabiniere con 30 o 20 anni di servizio, maggiori responsabilità,
capacità od esperienza, questo avrebbe agito in modo diverso. Siamo in
presenza della reazione di un carabiniere sottratto all'attività di
ordine pubblico, insieme al resto del suo reparto. L'impiego delle armi
è fuori discussione, quando vi è un reparto schierato. In questo caso
non si tratta dell'impiego di un reparto, ma dell'utilizzo di un'arma
per salvare la propria vita - nell'immagine che si è fatta il
carabiniere Placanica, che io condivido, come ho già detto -, sottratta
a questo contesto. Non penso che un carabiniere con 15 anni di servizio
avrebbe agito diversamente. Quando si tratta di casi di legittima
difesa, in condizioni così estreme, non mi pare corretto fare queste
distinzioni. Penso che la reazione sia stata legittima, perché il
carabiniere si è visto in pericolo di vita.
Per quanto riguarda
episodi illegittimi, sui quali mi sono soffermato, risponderò
dettagliatamente su diversi di essi, però l'unico episodio che ho
registrato di comportamenti illegittimi, probabilmente (perché la
parola definitiva è sempre difficile dirla) è quello riguardante
l'intervento di un gruppetto di carabinieri, che dà delle manganellate
a un dimostrante, che si trovava per terra. Questo è l'unico episodio
che ho visto in televisione, per il quale ho dichiarato che desidero
venire a conoscenza di tutte le circostanze, per poter capire di cosa
si tratta. Fino a questo momento, non vi sono state denunce da parte
dell'interessato all'autorità giudiziaria. Bisogna capire - ripeto - di
cosa si tratta ed analizzare se il comportamento risponda veramente a
quanto visto in televisione. Dalle immagini si ricava un'impressione,
ma le immagini hanno sempre un margine di incertezza. Se è così,
prenderemo provvedimenti
Pag. 195
di carattere disciplinare e, se
necessario, di carattere penale. L'episodio è stato portato
immediatamente all'attenzione dell'autorità giudiziaria, lo stesso
giorno 23 luglio.
Per quanto riguarda il Forte San Giuliano, sede
del comando provinciale, questo, insieme alla caserma Bolzaneto, ha
costituito i terminali di raccolta dei fermati. Sono state scelte
queste due sedi, in quanto sufficientemente distanti tra loro: una
faceva riferimento all'attività svolta dalla Polizia di Stato, mentre
l'altra dai carabinieri di San Giuliano. Tutti i manifestanti arrestati
o fermati nel corso degli scontri di piazza sono stati condotti negli
uffici del nucleo operativo del comando provinciale, ove era stata
costituita un'apposita cellula per la redazione degli atti di polizia
giudiziaria da parte del personale operante e per l'esecuzione delle
operazioni di fotosegnalamento. Personale della polizia penitenziaria,
presente nella medesima caserma, in locali appositamente posti a loro
disposizione, ha provveduto alle operazioni di matricola ed alla
traduzione degli arrestati presso le carceri circondariali di Pavia e
Voghera. All'atto della consegna agli agenti penitenziari, tutti i
soggetti ristretti sono stati sottoposti a visita medica, da parte di
personale sanitario di quell'amministrazione. Le attività sono state
svolte sotto la responsabilità di un ufficiale superiore dell'Arma e,
dalle ore 19 del 20 luglio alle ore 2 del 21 luglio, in concomitanza
con la presenza, negli stessi uffici, di tre magistrati, dottor
Canciani, dottor Canepa e dottor Pinto, incaricati di svolgere i primi
accertamenti sulla morte del dimostrante. I familiari degli arrestati
sono stati debitamente avvisati, ove richiesto dagli interessati.
Desidero
anche dire, per quanto riguarda le notizie di stampa che, ieri, è
«piombata» una notizia d'agenzia che sosteneva che gli avvocati
avessero affermato l'esistenza di denunce di otto o dieci persone, a
carico dei carabinieri
Pag. 196
presenti a San Giuliano. Dopo tre ore è
arrivata la smentita da parte dell'avvocato, il quale ha detto di
essersi sbagliato, volendosi riferire a Bolzaneto. Dico ciò, perché ho
sempre avuto cautela. A me non risultano attività illegittime a carico
dei militari e non posso, certo, affidarmi a notizie di stampa,
peraltro, smentite dopo pochissimo. Si tratta di due agenzie uscite
ieri sera.
Inoltre, un cittadino austriaco, identificato (non dico il nome per esigenze di privacy)...
MARCO BOATO. È stato incriminato per calunnia.
SERGIO SIRACUSA, Comandante generale dell'Arma dei carabinieri.
Esatto, è stato incriminato per calunnia. Aveva sostenuto di aver
ricevuto trattamenti inenarrabili dall'Arma dei carabinieri. Il
magistrato non gli ha creduto e lo ha incriminato per calunnia.
Ciò
vale anche per altre accuse, di cui l'Arma dei carabinieri è stata
fatta oggetto: mi riferisco al quesito relativo alla fotografia (credo
che me l'abbia posto lei, senatore Iovene). Rispondo subito:
l'immagine, portata surrettiziamente in televisione da qualche
rappresentante dei manifestanti convenuti a Genova, ha lasciato
intendere che un gruppo di carabinieri in borghese, sulle scalinate del
Forte San Giuliano, fossero in realtà gli infiltrati nel corteo:
escludo categoricamente ciò! Si trattava di personale, di cui
conosciamo l'identità, che opera in borghese perché appartenente al
reparto operativo (gli uomini del reparto operativo stanno sempre in
borghese), lì convenuto e richiamato, per difendere il Forte San
Giuliano, quando è stato attaccato - come ho detto nella mia relazione
- durante lo svolgimento del corteo. Assolutamente non corrisponde al
vero l'insinuazione fatta; tra l'altro, abbiamo inoltrato all'autorità
giudiziaria questo complesso di accuse ed
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insinuazioni, perché, assolutamente, non corrisponde al vero.
Per
quanto riguarda la presenza di deputati nella sala operativa, nella
mattinata del 20 luglio, come preannunciato nei giorni antecedenti il
vertice, gli onorevoli Bornacin, Ascierto e Bricolo, si sono recati in
visita presso il comando provinciale. I parlamentari si sono trattenuti
nella sala stampa, dove hanno dovuto permanere oltre il tempo
inizialmente preventivato, a causa degli incidenti che interessavano
anche la zona circostante. Il saluto al personale dell'Arma seguiva,
peraltro, analogo incontro tenutosi la sera precedente presso la locale
questura e le strutture alloggiative dell'Ente fiera. Analogamente, il
vicepresidente del Consiglio dei ministri, onorevole Fini, nella tarda
mattinata del 21 luglio, dopo le visite alla questura e all'Ente fiera,
si è recato presso il comando provinciale di Genova. Anche in questa
circostanza, l'autorità è stata costretta a prolungare la propria
presenza a causa dei disordini di piazza e l'onorevole si è fermato a
colazione.
In risposta alla richiesta del presidente Violante
sulla normativa esatta, la farò pervenire; comunque, la regola è che i
parlamentari possano accedere a tutte le strutture dell'Arma, previa
informazione, subito riportata al ministro della difesa. In questa
circostanza, ci siamo comportati allo stesso modo, ma, poiché vorrei
essere completo, le farò pervenire la normativa richiesta. Noi ci
comportiamo sempre in questo modo: veniamo avvertiti dall'interessato e
avvertiamo il ministro della difesa. Nelle strutture dell'Arma, le
visite sono sempre state consentite.
GIANCLAUDIO BRESSA. Generale, esclude che fosse nella sala operativa? Solo nella sala stampa...
Pag. 198
PRESIDENTE. La relazione dei primi tre
è relativa alla sala stampa. Per quanto riguarda la visita
dell'onorevole Fini, non mi sembra che si parli del posto.
SERGIO SIRACUSA, Comandante generale dell'Arma dei carabinieri.
Tengo a ribadire quanto già detto: la sala operativa di Genova non ha
diretto alcuna operazione. Prendeva le informazioni ed eseguiva tutte
le attività di sostegno, di cui ho già parlato. Io stesso, da Roma, ero
collegato con la sala operativa dell'Arma e non con la sala operativa
interforze.
L'onorevole Mascia mi parlava di istruttori stranieri:
noi non abbiamo avuto istruttori stranieri, abbiamo istruito i nostri
carabinieri, ci siamo consultati ed abbiamo tenuto dei seminari e
impartito istruzioni insieme alla Polizia di Stato ma, ripeto, non
abbiamo avuto istruttori stranieri.
Per quello che riguarda
l'armamento - manganelli appuntiti che possono far male - il nostro è
costituito da scudi e da una attrezzo che si chiama «tonfa», un tubo di
materiale di alluminio con un manico al centro; quest'ultimo è uno
strumento, anzitutto difensivo perché serve proprio a proteggersi e poi
naturalmente può essere usato anche come strumento offensivo. L'Arma
dei carabinieri in preparazione di questo evento e, sulla scorta delle
notizie che avevamo di quanto era successo a Seattle e a Napoli, ha
compiuto un salto di qualità considerevole nella preparazione,
nell'addestramento e nell'approvvigionamento degli equipaggiamenti:
ricorderete tutti i carabinieri che si vedevano negli anni scorsi allo
stadio armati di carabina a mò di clava; ciò è stato bandito: anche
l'Arma dei carabinieri è dotata di un equipaggiamento adeguato alle
circostanze, almeno per adesso.
In tema di coordinamento ho già
risposto. Per quanto concerne i criteri di respingimento alla frontiera
sono quelli che prevedono il controllo di tutti i veicoli e, quindi, si
verifica
Pag. 199
se all'interno del veicolo vi è del
materiale che non può essere ammesso o se il personale a bordo del
mezzo fa parte di elenchi di segnalazione.
Per quanto concerne
l'impiego dei battaglioni, il giorno 20, ripeto ancora una volta,
l'impiego delle unità dell'Arma dei carabinieri è avvenuto sotto la
responsabilità del funzionario; quindi il comandante del battaglione
non c'era, perché non ci sono battaglioni schierati per intero, ma si
tratta di unità più piccole per poter manovrare meglio; queste unità,
ripeto, sono sotto la responsabilità del funzionario.
Per quanto
riguarda il Tuscania, si tratta di un reparto di carabinieri
paracadutisti inviati a Genova in un forte contingente, ma io poc'anzi
mi riferivo, quando ho citato i battaglioni, ai battaglioni Lombardia,
Sicilia e Toscana. L'impiego dei paracadutisti, in concreto, non vi è
stato; erano presenti a Genova, ma di riserva.
Veniamo ad un altro
argomento che è stato sottolineato da molti: mi riferisco al
coinvolgimento dell'Arma dei carabinieri nella perquisizione notturna
alla scuola Pertini-Diaz. Tre contingenti di carabinieri, in un primo
tempo, per complessive 123 unità sono stati impiegati su specifica
disposizione del questore di Genova nel corso della perquisizione
eseguita dalla Polizia di Stato all'interno dell'istituto scolastico
Diaz; il loro compito è stato quello di garantire all'esterno le
necessarie condizioni di sicurezza per consentire il deflusso degli
agenti di polizia che avevano operato all'interno. In buona sostanza, i
carabinieri non sono entrati. Non voglio fare nessun commento: espongo
i fatti. I carabinieri sono stati impiegati all'esterno della scuola
per evitare che persone che si trovassero di passaggio oppure altri
manifestanti potessero interferire nell'uscita dalla scuola. Un quarto
contingente è stato inoltre tenuto a disposizione, di riserva, in una
via laterale, senza
Pag. 200
essere impiegato. I militari dell'Arma
non sono stati impegnati all'interno della scuola e, comunque, non sono
stati coinvolti in tafferugli né hanno registrato incidenti di tipo
alcuno all'esterno della struttura: ciò ad onta di tanti interventi o
di accuse da parte della stampa. Questo è quello che risulta a me.
Nella circostanza alcuni giornalisti ivi giunti hanno richiesto di
accedere all'istituto, ma tale possibilità è stata loro negata dal
funzionario dirigente del servizio. Sulla base di quanto sinora
acquisito, non risulta che si siano verificati fatti censurabili alla
presenza dei militari dell'Arma. Sull'episodio, naturalmente, sono in
corso le indagini della magistratura.
In tema di coordinamento,
onorevole Bressa, abbiamo già parlato. Confermo che non vi sono stati
infiltrati - come ho già detto - non solo nei cortei, ma neanche nelle
altre circostanze che hanno interessato la città di Genova.
MICHELE SAPONARA. Signor generale, a che ora ha saputo della perquisizione?
SERGIO SIRACUSA, Comandante generale dell'Arma dei carabinieri. Ho saputo della perquisizione alle ore 9 di domenica mattina.
In
tema di rapporti stabili con gli Stati Uniti, abbiamo rapporti consueti
con tutte le forze dell'ordine dei paesi europei, ed anche degli Stati
Uniti.
Non abbiamo avuto nessun atteggiamento differenziato contro
i vari gruppi di manifestanti in seguito ad interventi o direttive
politiche. Abbiamo risposto alle violenze che sono state al di là di
una soglia mai vista negli ultimi 25 anni.
Per quanto riguarda le frequenze ho già risposto.
PRESIDENTE. Mi perdoni, generale, ma proprio su tale punto, il presidente Violante, non avendo ricevuto una risposta
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esaustiva, le rappresentava la
necessità di rispondere a questa domanda: se le autovetture dei
carabinieri comunicano direttamente con la sala operativa dei
carabinieri.
SERGIO SIRACUSA, Comandante generale dell'Arma dei carabinieri.
Abbiamo un sistema di collegamento organizzato in questo modo: il
comandante di compagnia ha una sua radio che è collegata alla nostra
centrale operativa e sul territorio - per i plotoni e le squadre - vi è
un collegamento a scendere, fino ad arrivare al comandante della
squadra che sta sul mezzo; è una rete - chiamiamola arma - in base alla
quale l'ordine per una carica, per ritirarsi o per spostarsi da una
parte all'altra arriva sulla frequenza e sul canale di comando...
LUCIANO VIOLANTE. Permette generale?
Quella macchina, che si è trovata nelle disgraziate condizioni in cui
poi il carabiniere dovette sparare a Giuliani, dovendo comunicare con
qualcuno, comunicava con la sala operativa dell'Arma o con quella della
sala comune?
SERGIO SIRACUSA, Comandante generale dell'Arma dei carabinieri. Su tale aspetto sarò più preciso. Ritengo che a bordo della macchina non vi fosse la radio in quanto...
LUCIANO VIOLANTE. E se ci fosse stata?
SERGIO SIRACUSA, Comandante generale dell'Arma dei carabinieri.
Se ci fosse stata avrebbe comunicato con la parte logistica, in quanto
si trattava di una macchina che andava a recuperare personale: i due
che erano a bordo, che erano stati sottoposti a inalazione di fumo e
quindi non erano in perfette condizioni. Per la parte logistica alla
sala operativa dei carabinieri, per il resto avrebbe fatto capo al
canale che arrivava al funzionario: per tutto ciò che riguarda l'ordine
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pubblico, è chiaro che avrebbe fatto
capo al funzionario di pubblica sicurezza. Quella macchina, però, è
rimasta isolata, e non era una macchina inserita in un dispositivo...
LUCIANO VIOLANTE. Aveva funzioni di supporto.
SERGIO SIRACUSA, Comandante generale dell'Arma dei carabinieri. Infatti si tratta di una Land Rover,
non è un furgone blindato né un cingolato: era una macchina di sostegno
logistico che andava a recuperare due carabinieri che si erano sentiti
male.
LUCIANO VIOLANTE. Mi scusi, quindi se
una macchina con la radio - glielo chiedo affinché io possa capire - si
trovava di fronte a manifestanti particolarmente pericolosi
comunicava...
SERGIO SIRACUSA, Comandante generale dell'Arma dei carabinieri. Al proprio comandante che aveva accanto il funzionario.
LUCIANO VIOLANTE. E la sala operativa dei carabinieri non ne sapeva nulla?
SERGIO SIRACUSA, Comandante generale dell'Arma dei carabinieri. La sala operativa dei carabinieri, anche se avesse saputo, non avrebbe interferito...
LUCIANO VIOLANTE. Generale, ma lo sapeva oppure no?
SERGIO SIRACUSA, Comandante generale dell'Arma dei carabinieri. In questo caso posso solo dirle ciò che è successo, non quello che sarebbe successo.
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Il collega giustamente mi
rappresenta che nella sala operativa interforze i carabinieri presenti,
che rappresentavano l'Arma in tale sala operativa unica, avevano anche
la nostra radio interna.
LUCIANO VIOLANTE. Quindi la sala
operativa dei carabinieri sapeva e non era all'oscuro di quanto
succedeva. Non dava ordini, ma non era all'oscuro.
SERGIO SIRACUSA, Comandante generale dell'Arma dei carabinieri.
Soltanto per quello che riguarda scorte, sostegno logistico, controllo
del territorio e vigilanza degli obiettivi assegnati all'Arma.
LUCIANO VIOLANTE. Va bene, grazie.
SERGIO SIRACUSA, Comandante generale dell'Arma dei carabinieri.
Naturalmente la presenza di ufficiali, o del comandante provinciale o
dei suoi rappresentanti, nella sala operativa interforze, pone al
corrente automaticamente e logicamente la sala operativa dei
carabinieri come quella della Guardia di finanza, dei vigili del fuoco,
eccetera.
LUCIANO VIOLANTE. Perché, avevano anche loro le notizie? Perché, anche la sala operativa dei carabinieri aveva le notizie?
SERGIO SIRACUSA, Comandante generale dell'Arma dei carabinieri. Attraverso tale collegamento...
LUCIANO VIOLANTE. Attraverso tale collegamento?
SERGIO SIRACUSA, Comandante generale dell'Arma dei carabinieri. Sì, certamente.
Pag. 204
LUIGI BOBBIO. Mi scusi, presidente, mi
pare che qui si ingeneri un po' di confusione in quanto comprendo bene
dove si vuole andare a parare.
PRESIDENTE. No, non vi è confusione. Abbiamo chiarito un aspetto importante della vicenda.
LUIGI BOBBIO. Il generale ha detto due cose contraddittorie.
PRESIDENTE. Questo non lo so.
LUIGI BOBBIO. Forse perché indotto in errore dall'onorevole Violante.
PRESIDENTE. Comunque vi è il resoconto di quello che ha detto il generale.
MARCO BOATO. Non è stato indotto a niente! È stata solo una richiesta di chiarimento.
LUIGI BOBBIO. La situazione è oggi molto confusa, più di prima. Si tratta di stabilire, se me lo consente...
PRESIDENTE. Senatore Bobbio, se lei
vuole tornare sull'argomento, lo faremo in un secondo momento. Adesso
diamo la possibilità al generale di continuare.
LUIGI BOBBIO. Va bene.
SERGIO SIRACUSA, Comandante generale dell'Arma dei carabinieri. Non so se ho dato risposte contraddittorie, mi scuso...
LUCIANO VIOLANTE. No, è chiarissimo.
Pag. 205
MARCO BOATO. Comunque, generale, può inviare una nota.
SERGIO SIRACUSA, Comandante generale dell'Arma dei carabinieri. Invierò allora una nota con il grafico dei collegamenti radio.
PRESIDENTE. Mi scusi, generale, su tale
argomento, fermo restando quello che è rimasto a verbale, se lei lo
ritiene opportuno può inviarci una nota. Vedo che lei sta andando
avanti, per quanto riguarda le domande che ha fatto la collega Mascia.
Se vuole può anche ritenere di non rispondere, ma ho paura, vedendo
l'appunto che lei ha preso, che forse le è sfuggito. La collega le
chiedeva se era a conoscenza del luogo nel quale sono stati portati gli
austriaci il 22 luglio e perché sono rimasti lì tante ore prima di
essere portati in carcere. Questa era una domanda, non so se lei vuole
rispondere attraverso una relazione, ma si trattava di capire se
l'aveva bypassata o se si riservava di rispondere nella relazione.
SERGIO SIRACUSA, Comandante generale dell'Arma dei carabinieri.
Mi pare di averlo detto nel testo, laddove ho trattato esattamente tale
argomento. Ho detto che il 22 luglio è stata intercettata in Recco una
colonna di 5 automezzi, con a bordo 25 soggetti riconducibili alla
citata area estremista, dei quali 17 austriaci, 3 statunitensi, 2
sloveni e un tedesco. Devo presumere che sono questi gli attori: sono
stati portati a forte San Giuliano, dove sono arrivati alle ore 20,20
della domenica e sono rimasti sino alle ore 5 del mattino successivo.
Forte San Giuliano - come ho detto prima - era il luogo di smistamento
dei fermati e degli arrestati. Non ci risultano tutte le accuse apparse
sulla stampa, accreditate ieri da parte di una agenzia, ma subito dopo
smentite dall'avvocato difensore.
Pag. 206
PRESIDENTE. Grazie, signor generale, le saremmo grati se volesse andare avanti.
SERGIO SIRACUSA, Comandante generale dell'Arma dei carabinieri.
Preciso poi che il personale dell'Arma dei carabinieri è sempre in
uniforme, tranne quel piccolo gruppo che si trovava - come ho detto -
al forte San Giuliano, che era lì a difesa, e che è stato gabellato, o
che si è tentato di gabellare, come infiltrati: ciò non corrisponde
affatto al vero.
Sono in grado di dare il numero complessivo dei feriti, che mi ha chiesto l'onorevole Ascierto: sono quaranta...
MARCO BOATO. Aveva detto 47.
SERGIO SIRACUSA, Comandante generale dell'Arma dei carabinieri. Sono 43.
MARCO BOATO. Settantasette mezzi danneggiati di cui 18 gravemente.
SERGIO SIRACUSA, Comandante generale dell'Arma dei carabinieri.
Per quanto riguarda la domanda se nel mezzo assaltato vi fosse pericolo
per i carabinieri a bordo, la risposta è certamente positiva. Vi è
stato un pericolo concreto: sono riusciti ad uscire poco tempo prima
che fosse incendiato, come tutti abbiamo visto in televisione. Le
caserme assaltate sono state due: il forte San Giuliano e la compagnia
dei carabinieri San Martino.
Per quanto riguarda gli arresti in flagranza, la maggior parte hanno riguardato stranieri.
GIANNICOLA SINISI. Ci può dire quando vi è stato l'assalto alle due caserme?
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SERGIO SIRACUSA, Comandante generale dell'Arma dei carabinieri.
È stato il giorno 20 che si è verificato l'attacco alle caserme del
comando provinciale e della compagnia dei carabinieri di San Martino.
L'orario, in questo momento, non lo ricordo.
Per ciò che riguarda
l'attività preventiva svolta dal ROS e le intercettazioni, io non ho
elementi di risposta. Tali intercettazioni vi saranno anche state, ma
fanno capo all'autorità giudiziaria: non posso dare risposte di tale
genere in quanto non le conosco.
Per quello che riguarda
iniziative autonome da parte dell'Arma, esse non esistono: nell'ambito
dell'ordine pubblico - come abbiamo più volte detto - non ve ne sono.
Non
sono in grado di dire se i manifestanti di via Tolemaide sono andati
alla scuola Diaz: non ho elementi per rispondere, nemmeno potrei
fornirli. Sarebbe necessaria una ripresa televisiva di cui non
dispongo.
Per quanto riguarda i militari in borghese di San Giuliano, ho già risposto.
Per
ciò che concerne strumenti di difesa diversi, si tratta di un problema
che ha posto il senatore Bassanini e che deve essere sicuramente
approfondito. Vi sono delle normative e delle disposizioni che
dovranno, attraverso una norma, autorizzare l'impiego di armi offensive
non letali. Si tratta di un problema che sicuramente dovremo affrontare
in futuro.
Per quello che riguarda le esperienze fatte e ciò che
dovremo fare in futuro, assicuro che studieremo a fondo, come abbiamo
già cominciato a fare, al fine di avere il maggior numero di quelle che
vengono chiamate lessons learn, le lezioni che si apprendono da un evento di tale genere. Dovremo sicuramente rivedere tanti aspetti, soprattutto per
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quello che riguarda l'isolamento dei
facinorosi da coloro che, invece, sono pacifici. Speriamo che tutti
quanti possano contribuire a tale isolamento.
FRANCO BASSANINI. Non può essere solo compito delle forze dell'ordine: vi deve essere una corrispondenza.
SERGIO SIRACUSA, Comandante generale dell'Arma dei carabinieri. Ho già risposto per ciò che concerne la scuola Diaz e la questione degli infiltrati.
Non sono al corrente dell'ordinanza del questore sui cassonetti, ma è un problema di sua stretta competenza.
MARCO BOATO. La collega voleva che lei denunciasse il sindaco.
SERGIO SIRACUSA, Comandante generale dell'Arma dei carabinieri. Su questo mi riservo di vedere.
Senatore
Iovene, ho detto che non ci sono infiltrati, mentre per quelli in
borghese ho già risposto. Circa la lettera del Presidente austriaco,
spero vivamente che per tale episodio si possa fare la massima
chiarezza; ma non può che essere la magistratura a dare una risposta e
a verificare tutto quello che è successo e se sia ancora il caso di
procedere nella detenzione cautelare.
Apprendo ora il fatto dei caroselli dei carabinieri.
FILIPPO ASCIERTO. Non è un fatto vero!
SERGIO SIRACUSA, Comandante generale dell'Arma dei carabinieri.
Non dico che non ci siano stati ma, essendo molto cauto, dico che non
ne sono a conoscenza. Se ci fossero stati, probabilmente ne sarei stato
informato (Commenti).
Pag. 209
PRESIDENTE. Per favore, facciamo terminare le risposte al comandante.
SERGIO SIRACUSA, Comandante generale dell'Arma dei carabinieri.
Ho seguito i rapporti tra la Polizia di Stato e il comando generale e
sono stato sempre in contatto frequente e personale, recandomi al
Ministero dell'interno per seguire da vicino la situazione.
Senatrice
Dentamaro, il responsabile della sala operativa interforze è solo il
questore e sul territorio ci sono i funzionari. Francamente, non posso
risponderle ora per informarla sugli apparati tecnologici fuori uso
nella sala operativa.
IDA DENTAMARO. Potrà farci pervenire questa informazione?
SERGIO SIRACUSA, Comandante generale dell'Arma dei carabinieri. Non so se posso essere la persona più indicata per dettarla. Sulle défaillance tecnologiche della sala operativa interforze rischierei di darle una risposta incompleta.
Senatore
Falcier, la questione concernente la prevedibilità e le diverse misure
per contenere le aggressività e le loro dimensioni rappresenta un
terreno di grandi riflessioni. Per quanto riguarda la dimensione,
sicuramente non penso che, malgrado tutte le informazioni avute dalla intelligence,
potessimo prevedere una così ampia presenza di facinorosi e di
violenti. Per le future altre predisposizioni, faremo delle grosse
riflessioni.
Senatore Villone, concordo con la sua preoccupazione
circa l'impossibilità di impedire le violenze, ma non ho ulteriori
elementi ed ho già configurato la partecipazione dell'Arma dei
carabinieri in quella situazione. Spero vivamente anch'io che tali
eccessi non si verifichino in futuro.
Pag. 210
Onorevole Palma, l'attività
preparatoria è certamente cominciata formalmente il 18 novembre,
essendosi allora svolto il primo dei comitati nazionali.
Abbiamo
discusso e mostrato anche delle riprese sui fatti di Napoli,
approfondendo nuove tecniche, ma ricordando anche che la scala di
Napoli è totalmente diversa da quella degli eventi violenti
verificatisi a Genova.
È comprensibile il fatto che i facinorosi
volessero prendere un ostaggio e vi è una sequenza che mostra un
carabiniere afferrato, portato via e liberato poi solamente grazie ad
una contromossa dei suoi colleghi. Non si può escludere che potesse
essere una delle mosse predeterminate. Chi potrebbe dirlo?
NITTO FRANCESCO PALMA. Mi scusi,
generale, volevo chiederle una precisazione sull'episodio a cui lei fa
riferimento, che servirebbe semmai a conferma di una voce. In un
provvedimento della questura di Genova, ho letto testualmente che le
fonti informative indicavano nel sequestro di ostaggi una delle azioni
programmate da parte dei manifestanti. La mia domanda era se ciò fosse
a conoscenza del personale.
SERGIO SIRACUSA, Comandante generale dell'Arma dei carabinieri. Sì, tutti quanti ne eravamo a conoscenza e consapevoli.
Per quanto riguarda il coordinamento, ho già risposto.
Onorevole
Labate, lei mi chiedeva, con una certa partecipazione, che ho
percepito, di queste immagini televisive viste in tempi successivi. In
un primo tempo sembrava che gli aggressori fossero solo 3, poi sono
diventati 10 e ancora dopo, con una telecamera più in profondità, ne
sono stati stimati circa 40 e in una ripresa si vedono più in là altri
rappresentanti delle forze dell'ordine. Come mai non sono intervenuti?
Pag. 211
È una domanda che mi pongo anch'io, ma
d'altra parte l'azione era stata fulminea. Ci sono pochi fotogrammi che
comprendono tutto lo svolgimento dell'aggressione, con Giuliani che
raccoglie l'estintore e lo lancia, ed essendo tutto avvenuto in pochi
secondi, penso che l'alleggerimento dei colleghi sia stato impedito
dall'impossibilità o dall'incapacità di intervenire. Credo che si possa
accettare una spiegazione di questo tipo.
PRESIDENTE. Ho l'obbligo di farle una
domanda che è stata posta dall'onorevole Mancuso. Normalmente, non
facciamo ulteriori domande durante la replica ma lei, essendo stato
interrotto da un collega ha dato una risposta in cui affermava di avere
sentito soltanto alle 9 di mattina il dottor De Gennaro. Ripeto, non
faceva parte di un pacchetto di domande precedenti. Questa mattina però
il dottor De Gennaro, che era qui al suo posto, ci ha detto di aver
concordato con lei alcune cose nella giornata di sabato alle 11 di
sera. Dai suoi comunque avrebbe avuto notizie circa alle 11 di sera.
Lei in questa sede, con riferimento a quanto avvenuto nella scuola
Diaz-Pertini, afferma di averne avuto contezza la mattina alle 9?
SERGIO SIRACUSA, Comandante generale dell'Arma dei carabinieri.
Certamente, signor presidente, ci riferiamo però ad argomenti diversi.
Ho concordato con il prefetto De Gennaro l'avvicendamento, che è una
normale procedura che si applica in caso di eventi di una gravità
eccezionale. Ricordo che, quando a Napoli quel poliziotto ha sparato
alle spalle di un ragazzo in motocicletta, immediatamente i carabinieri
hanno sostituito tutto l'apparato della Polizia di Stato per impedire
che una tensione, legittimamente carica, potesse sfociare in ulteriori
incidenti.
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Quindi l'Arma dei carabinieri non è
stata tolta di mezzo, ma ha avuto il compito di presidiare la zona
rossa ed è stata tenuta in seconda schiera nella zona gialla, tanto è
vero che ha partecipato, su ordine del questore, anche agli eventi
notturni, tenuta fuori però a presidiare l'ingresso della scuola senza
entrare dentro. Il prefetto De Gennaro non mi ha anticipatamente
informato, e non credo che abbia affermato il contrario in questa sede,
di ...
MARCO BOATO. Non lo ha fatto.
SERGIO SIRACUSA, Comandante generale dell'Arma dei carabinieri. ...di quella che era una attività di perquisizione notturna, come non mi ha informato per tutte le altre perquisizioni.
MARCO BOATO. Presidente, permetta, su
questo solo una precisazione. Ho gli appunti sull'intervento del
prefetto De Gennaro. Egli dice che venerdì sera ha concordato con il
comandante dei carabinieri l'inversione del servizio tra polizia e
carabinieri. Mentre il sabato sera ha parlato con il questore, perché
il questore chiedeva di essere autorizzato a richiedere un supplemento
di carabinieri per quell'operazione, ma il colloquio tra De Gennaro ed
il comandante si è svolto esclusivamente venerdì sera e riguarda
l'inversione del servizio.
FILIPPO ASCIERTO. Precisazione per
precisazione, vedo che l'onorevole Boato ha chiarito come prima, con
l'abilità dell'onorevole Violante, il comandante generale si sia in po'
confuso, forse non comprendendo la domanda specifica dell'onorevole
Violante. Generale, l'onorevole Violante è una persona di prestigio, in
quanto ex presidente della Camera, ma non si intimorisca.
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Può chiarire se la centrale
operativa dei carabinieri riceve tutte le comunicazioni che riceve la
sala operativa della questura o se è la sala operativa della questura
che riceve le comunicazioni e poi - attraverso videoconferenza o
contatto diretto - comunica alla centrale operativa dei carabinieri ciò
che ritiene utile?
SERGIO SIRACUSA, Comandante generale dell'Arma dei carabinieri.
Bisogna configurare le sale operative nel seguente modo. La sala
operativa interforze presso la questura era il cervello dell'operazione
a cui facevano capo oltre ovviamente alla Polizia di Stato,
rappresentanti dell'Arma, della Guardia di finanza, dei vigili del
fuoco e anche delle Forze armate, perché non bisogna dimenticare che vi
erano anche le Forze armate a proteggere il porto, l'aeroporto
eccetera. La questura aveva poi la sua normale sala operativa, quindi
tutti questi rappresentanti non si trovavano in questa sala operativa
ma in un'altra. Vi era poi la sala operativa dei carabinieri a Forte
San Giuliano, che naturalmente era al corrente delle attività che le
venivano trasmesse dal rappresentante dei carabinieri, che era o il
comandante provinciale o un suo uomo in permanenza dentro la sala.
ANTONIO SODA. Ma questo lo aveva già detto!
FILIPPO ASCIERTO. Non così!
LUCIANO VIOLANTE. Proporremo l'onorevole Ascierto come funzionario delle sale operative!
LUIGI BOBBIO. Non c'è bisogno di fare gli spiritosi in questo modo, ci sono anche altri che capiscono!
PRESIDENTE. Vi prego, cerchiamo di
evitare polemiche fra di noi, abbiamo ripetuto la domanda e mi pare che
il generale ci abbia confortato su quelle che erano le sue
argomentazioni.
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Generale, se lei dovesse ritenere
che su qualche punto può darci ancora ulteriori elementi conoscitivi,
potrà fornirceli, altrimenti lavoreremo con gli elementi che lei oggi
ci ha fornito e per i quali la ringraziamo.
Sull'ordine dei lavori.
PRESIDENTE. In riferimento al
precedente intervento dell'onorevole Nitto Francesco Palma, ricordo che
tra la documentazione consegnata nella seduta odierna in copia vi è il
materiale conoscitivo inviato al Comitato dal prefetto di Genova,
dottor Di Giovine, e che all'interno di quest'ultimo vi sono documenti
che recano la dizione «riservato»; tali documenti, così come confermato
dagli uffici della prefettura di Genova nella stessa giornata odierna,
non presentano più, ad oggi, gli originari profili di riservatezza e
sono quindi da considerare declassificati. È stata quindi possibile la
consegna in copia ai singoli componenti il Comitato di tali documenti
al pari dell'altra documentazione ieri distribuita.
La seduta termina alle 20,15.
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