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Audizione del generale Sergio Siracusa (parte 3a)





SERGIO SIRACUSA, Comandante generale dell'Arma dei carabinieri. Per la circostanza, il colonnello Tesser o i suoi rappresentanti sono stati presenti nella sala operativa interforze, quella da cui il questore dirigeva le operazioni. Ufficiali dei carabinieri sono stati sempre presenti in quella sala, come sono stati presenti ufficiali della Guardia di finanza, dei vigili del fuoco e di altre istituzioni dello Stato in grado di poter collaborare con il questore. Quindi, parlare di linee di comando dei carabinieri a Genova per l'evento G8 non è corretto, in quanto non hanno una funzione operativa sul territorio.
Il comando provinciale dei carabinieri ha, invece, avuto - ed io ho il piacere ripeterlo - responsabilità dirette per tutto ciò che stata l'attività di supporto. Ad esempio, a Genova la nostra responsabilità è stata quella di scorta di personalità di alto livello. Adesso non ricordo esattamente chi scortavamo, ma sicuramente due o tre Capi di Stato li avevamo noi. Scorte connesse all'arrivo di visitatori illustri; vigilanza di particolari punti sensibili; il controllo del territorio vale a dire la normale attività che ogni giorno deve essere portata avanti, di presenza sul territorio; sostegno logistico alle forze schierate: tutto questo faceva capo, naturalmente, all'Arma che doveva portare avanti queste problematiche e sostenere le forze. La sala operativa del comando provinciale non ha interferito minimamente, non poteva farlo, con le attività operative sul territorio. Questo è un altro punto importante. La sala operativa unica era quella realizzata interforze presso la questura che conduceva le operazioni. La sala operativa del comando provinciale di Genova svolgeva attività di sostegno, di controllo del territorio, di scorte, di sostituzione di personale, esigenze sanitarie, ed aveva una sua rete. E qui posso agganciare la domanda che mi ha rivolto il presidente Violante,


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quella sulle comunicazioni radio. La rete radio va dalla questura ai funzionari sul territorio. Non interferisce con la rete radio di comunicazione radio dell'Arma dei carabinieri. Potremo studiare in futuro, presidente, la possibilità di consolidare frequenze e vedere; però la rete radio dell'Arma aveva altre funzioni di cui ho parlato in precedenza. Il terminale sul territorio, collegato via radio, era il funzionario di pubblica sicurezza. È chiaro che accanto aveva il comandante della compagnia o il comandante del plotone, nel caso ci fossero carabinieri. Ho voluto subito puntualizzare questa serie di problematiche, perché servono ad inquadrare meglio il problema.

LUCIANO VIOLANTE. Mi scusi, generale, chi si trovava nella macchina, nel blindato, eccetera, parlava direttamente con la sala operativa dove si trovava il funzionario di pubblica sicurezza?

SERGIO SIRACUSA, Comandante generale dell'Arma dei carabinieri. No, il collegamento, in quel caso, discende dal responsabile del nostro...

LUCIANO VIOLANTE. Quindi, non parlava direttamente, parlava con il suo superiore dei carabinieri e dopo...

SERGIO SIRACUSA, Comandante generale dell'Arma dei carabinieri. Ogni singolo comandante di squadra non parlava direttamente con la sala operativa interforze.
Un'altra domanda che mi è stata posta è cosa sarebbe accaduto se vi fosse stato, al posto del carabiniere Placanica, che ha sparato in quelle condizioni così estreme, un carabiniere più esperto. Penso che la domanda sia improponibile, perché non si tratta di addestramento del personale. Non si


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può dire che, se vi fosse stato un carabiniere con 30 o 20 anni di servizio, maggiori responsabilità, capacità od esperienza, questo avrebbe agito in modo diverso. Siamo in presenza della reazione di un carabiniere sottratto all'attività di ordine pubblico, insieme al resto del suo reparto. L'impiego delle armi è fuori discussione, quando vi è un reparto schierato. In questo caso non si tratta dell'impiego di un reparto, ma dell'utilizzo di un'arma per salvare la propria vita - nell'immagine che si è fatta il carabiniere Placanica, che io condivido, come ho già detto -, sottratta a questo contesto. Non penso che un carabiniere con 15 anni di servizio avrebbe agito diversamente. Quando si tratta di casi di legittima difesa, in condizioni così estreme, non mi pare corretto fare queste distinzioni. Penso che la reazione sia stata legittima, perché il carabiniere si è visto in pericolo di vita.
Per quanto riguarda episodi illegittimi, sui quali mi sono soffermato, risponderò dettagliatamente su diversi di essi, però l'unico episodio che ho registrato di comportamenti illegittimi, probabilmente (perché la parola definitiva è sempre difficile dirla) è quello riguardante l'intervento di un gruppetto di carabinieri, che dà delle manganellate a un dimostrante, che si trovava per terra. Questo è l'unico episodio che ho visto in televisione, per il quale ho dichiarato che desidero venire a conoscenza di tutte le circostanze, per poter capire di cosa si tratta. Fino a questo momento, non vi sono state denunce da parte dell'interessato all'autorità giudiziaria. Bisogna capire - ripeto - di cosa si tratta ed analizzare se il comportamento risponda veramente a quanto visto in televisione. Dalle immagini si ricava un'impressione, ma le immagini hanno sempre un margine di incertezza. Se è così, prenderemo provvedimenti


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di carattere disciplinare e, se necessario, di carattere penale. L'episodio è stato portato immediatamente all'attenzione dell'autorità giudiziaria, lo stesso giorno 23 luglio.
Per quanto riguarda il Forte San Giuliano, sede del comando provinciale, questo, insieme alla caserma Bolzaneto, ha costituito i terminali di raccolta dei fermati. Sono state scelte queste due sedi, in quanto sufficientemente distanti tra loro: una faceva riferimento all'attività svolta dalla Polizia di Stato, mentre l'altra dai carabinieri di San Giuliano. Tutti i manifestanti arrestati o fermati nel corso degli scontri di piazza sono stati condotti negli uffici del nucleo operativo del comando provinciale, ove era stata costituita un'apposita cellula per la redazione degli atti di polizia giudiziaria da parte del personale operante e per l'esecuzione delle operazioni di fotosegnalamento. Personale della polizia penitenziaria, presente nella medesima caserma, in locali appositamente posti a loro disposizione, ha provveduto alle operazioni di matricola ed alla traduzione degli arrestati presso le carceri circondariali di Pavia e Voghera. All'atto della consegna agli agenti penitenziari, tutti i soggetti ristretti sono stati sottoposti a visita medica, da parte di personale sanitario di quell'amministrazione. Le attività sono state svolte sotto la responsabilità di un ufficiale superiore dell'Arma e, dalle ore 19 del 20 luglio alle ore 2 del 21 luglio, in concomitanza con la presenza, negli stessi uffici, di tre magistrati, dottor Canciani, dottor Canepa e dottor Pinto, incaricati di svolgere i primi accertamenti sulla morte del dimostrante. I familiari degli arrestati sono stati debitamente avvisati, ove richiesto dagli interessati.
Desidero anche dire, per quanto riguarda le notizie di stampa che, ieri, è «piombata» una notizia d'agenzia che sosteneva che gli avvocati avessero affermato l'esistenza di denunce di otto o dieci persone, a carico dei carabinieri


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presenti a San Giuliano. Dopo tre ore è arrivata la smentita da parte dell'avvocato, il quale ha detto di essersi sbagliato, volendosi riferire a Bolzaneto. Dico ciò, perché ho sempre avuto cautela. A me non risultano attività illegittime a carico dei militari e non posso, certo, affidarmi a notizie di stampa, peraltro, smentite dopo pochissimo. Si tratta di due agenzie uscite ieri sera.
Inoltre, un cittadino austriaco, identificato (non dico il nome per esigenze di privacy)...

MARCO BOATO. È stato incriminato per calunnia.

 

SERGIO SIRACUSA, Comandante generale dell'Arma dei carabinieri. Esatto, è stato incriminato per calunnia. Aveva sostenuto di aver ricevuto trattamenti inenarrabili dall'Arma dei carabinieri. Il magistrato non gli ha creduto e lo ha incriminato per calunnia.
Ciò vale anche per altre accuse, di cui l'Arma dei carabinieri è stata fatta oggetto: mi riferisco al quesito relativo alla fotografia (credo che me l'abbia posto lei, senatore Iovene). Rispondo subito: l'immagine, portata surrettiziamente in televisione da qualche rappresentante dei manifestanti convenuti a Genova, ha lasciato intendere che un gruppo di carabinieri in borghese, sulle scalinate del Forte San Giuliano, fossero in realtà gli infiltrati nel corteo: escludo categoricamente ciò! Si trattava di personale, di cui conosciamo l'identità, che opera in borghese perché appartenente al reparto operativo (gli uomini del reparto operativo stanno sempre in borghese), lì convenuto e richiamato, per difendere il Forte San Giuliano, quando è stato attaccato - come ho detto nella mia relazione - durante lo svolgimento del corteo. Assolutamente non corrisponde al vero l'insinuazione fatta; tra l'altro, abbiamo inoltrato all'autorità giudiziaria questo complesso di accuse ed


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insinuazioni, perché, assolutamente, non corrisponde al vero.
Per quanto riguarda la presenza di deputati nella sala operativa, nella mattinata del 20 luglio, come preannunciato nei giorni antecedenti il vertice, gli onorevoli Bornacin, Ascierto e Bricolo, si sono recati in visita presso il comando provinciale. I parlamentari si sono trattenuti nella sala stampa, dove hanno dovuto permanere oltre il tempo inizialmente preventivato, a causa degli incidenti che interessavano anche la zona circostante. Il saluto al personale dell'Arma seguiva, peraltro, analogo incontro tenutosi la sera precedente presso la locale questura e le strutture alloggiative dell'Ente fiera. Analogamente, il vicepresidente del Consiglio dei ministri, onorevole Fini, nella tarda mattinata del 21 luglio, dopo le visite alla questura e all'Ente fiera, si è recato presso il comando provinciale di Genova. Anche in questa circostanza, l'autorità è stata costretta a prolungare la propria presenza a causa dei disordini di piazza e l'onorevole si è fermato a colazione.
In risposta alla richiesta del presidente Violante sulla normativa esatta, la farò pervenire; comunque, la regola è che i parlamentari possano accedere a tutte le strutture dell'Arma, previa informazione, subito riportata al ministro della difesa. In questa circostanza, ci siamo comportati allo stesso modo, ma, poiché vorrei essere completo, le farò pervenire la normativa richiesta. Noi ci comportiamo sempre in questo modo: veniamo avvertiti dall'interessato e avvertiamo il ministro della difesa. Nelle strutture dell'Arma, le visite sono sempre state consentite.

GIANCLAUDIO BRESSA. Generale, esclude che fosse nella sala operativa? Solo nella sala stampa...


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PRESIDENTE. La relazione dei primi tre è relativa alla sala stampa. Per quanto riguarda la visita dell'onorevole Fini, non mi sembra che si parli del posto.

SERGIO SIRACUSA, Comandante generale dell'Arma dei carabinieri. Tengo a ribadire quanto già detto: la sala operativa di Genova non ha diretto alcuna operazione. Prendeva le informazioni ed eseguiva tutte le attività di sostegno, di cui ho già parlato. Io stesso, da Roma, ero collegato con la sala operativa dell'Arma e non con la sala operativa interforze.
L'onorevole Mascia mi parlava di istruttori stranieri: noi non abbiamo avuto istruttori stranieri, abbiamo istruito i nostri carabinieri, ci siamo consultati ed abbiamo tenuto dei seminari e impartito istruzioni insieme alla Polizia di Stato ma, ripeto, non abbiamo avuto istruttori stranieri.
Per quello che riguarda l'armamento - manganelli appuntiti che possono far male - il nostro è costituito da scudi e da una attrezzo che si chiama «tonfa», un tubo di materiale di alluminio con un manico al centro; quest'ultimo è uno strumento, anzitutto difensivo perché serve proprio a proteggersi e poi naturalmente può essere usato anche come strumento offensivo. L'Arma dei carabinieri in preparazione di questo evento e, sulla scorta delle notizie che avevamo di quanto era successo a Seattle e a Napoli, ha compiuto un salto di qualità considerevole nella preparazione, nell'addestramento e nell'approvvigionamento degli equipaggiamenti: ricorderete tutti i carabinieri che si vedevano negli anni scorsi allo stadio armati di carabina a mò di clava; ciò è stato bandito: anche l'Arma dei carabinieri è dotata di un equipaggiamento adeguato alle circostanze, almeno per adesso.
In tema di coordinamento ho già risposto. Per quanto concerne i criteri di respingimento alla frontiera sono quelli che prevedono il controllo di tutti i veicoli e, quindi, si verifica


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se all'interno del veicolo vi è del materiale che non può essere ammesso o se il personale a bordo del mezzo fa parte di elenchi di segnalazione.
Per quanto concerne l'impiego dei battaglioni, il giorno 20, ripeto ancora una volta, l'impiego delle unità dell'Arma dei carabinieri è avvenuto sotto la responsabilità del funzionario; quindi il comandante del battaglione non c'era, perché non ci sono battaglioni schierati per intero, ma si tratta di unità più piccole per poter manovrare meglio; queste unità, ripeto, sono sotto la responsabilità del funzionario.
Per quanto riguarda il Tuscania, si tratta di un reparto di carabinieri paracadutisti inviati a Genova in un forte contingente, ma io poc'anzi mi riferivo, quando ho citato i battaglioni, ai battaglioni Lombardia, Sicilia e Toscana. L'impiego dei paracadutisti, in concreto, non vi è stato; erano presenti a Genova, ma di riserva.
Veniamo ad un altro argomento che è stato sottolineato da molti: mi riferisco al coinvolgimento dell'Arma dei carabinieri nella perquisizione notturna alla scuola Pertini-Diaz. Tre contingenti di carabinieri, in un primo tempo, per complessive 123 unità sono stati impiegati su specifica disposizione del questore di Genova nel corso della perquisizione eseguita dalla Polizia di Stato all'interno dell'istituto scolastico Diaz; il loro compito è stato quello di garantire all'esterno le necessarie condizioni di sicurezza per consentire il deflusso degli agenti di polizia che avevano operato all'interno. In buona sostanza, i carabinieri non sono entrati. Non voglio fare nessun commento: espongo i fatti. I carabinieri sono stati impiegati all'esterno della scuola per evitare che persone che si trovassero di passaggio oppure altri manifestanti potessero interferire nell'uscita dalla scuola. Un quarto contingente è stato inoltre tenuto a disposizione, di riserva, in una via laterale, senza


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essere impiegato. I militari dell'Arma non sono stati impegnati all'interno della scuola e, comunque, non sono stati coinvolti in tafferugli né hanno registrato incidenti di tipo alcuno all'esterno della struttura: ciò ad onta di tanti interventi o di accuse da parte della stampa. Questo è quello che risulta a me. Nella circostanza alcuni giornalisti ivi giunti hanno richiesto di accedere all'istituto, ma tale possibilità è stata loro negata dal funzionario dirigente del servizio. Sulla base di quanto sinora acquisito, non risulta che si siano verificati fatti censurabili alla presenza dei militari dell'Arma. Sull'episodio, naturalmente, sono in corso le indagini della magistratura.
In tema di coordinamento, onorevole Bressa, abbiamo già parlato. Confermo che non vi sono stati infiltrati - come ho già detto - non solo nei cortei, ma neanche nelle altre circostanze che hanno interessato la città di Genova.

MICHELE SAPONARA. Signor generale, a che ora ha saputo della perquisizione?

SERGIO SIRACUSA, Comandante generale dell'Arma dei carabinieri. Ho saputo della perquisizione alle ore 9 di domenica mattina.
In tema di rapporti stabili con gli Stati Uniti, abbiamo rapporti consueti con tutte le forze dell'ordine dei paesi europei, ed anche degli Stati Uniti.
Non abbiamo avuto nessun atteggiamento differenziato contro i vari gruppi di manifestanti in seguito ad interventi o direttive politiche. Abbiamo risposto alle violenze che sono state al di là di una soglia mai vista negli ultimi 25 anni.
Per quanto riguarda le frequenze ho già risposto.

PRESIDENTE. Mi perdoni, generale, ma proprio su tale punto, il presidente Violante, non avendo ricevuto una risposta


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esaustiva, le rappresentava la necessità di rispondere a questa domanda: se le autovetture dei carabinieri comunicano direttamente con la sala operativa dei carabinieri.

SERGIO SIRACUSA, Comandante generale dell'Arma dei carabinieri. Abbiamo un sistema di collegamento organizzato in questo modo: il comandante di compagnia ha una sua radio che è collegata alla nostra centrale operativa e sul territorio - per i plotoni e le squadre - vi è un collegamento a scendere, fino ad arrivare al comandante della squadra che sta sul mezzo; è una rete - chiamiamola arma - in base alla quale l'ordine per una carica, per ritirarsi o per spostarsi da una parte all'altra arriva sulla frequenza e sul canale di comando...

LUCIANO VIOLANTE. Permette generale? Quella macchina, che si è trovata nelle disgraziate condizioni in cui poi il carabiniere dovette sparare a Giuliani, dovendo comunicare con qualcuno, comunicava con la sala operativa dell'Arma o con quella della sala comune?

SERGIO SIRACUSA, Comandante generale dell'Arma dei carabinieri. Su tale aspetto sarò più preciso. Ritengo che a bordo della macchina non vi fosse la radio in quanto...

LUCIANO VIOLANTE. E se ci fosse stata?

SERGIO SIRACUSA, Comandante generale dell'Arma dei carabinieri. Se ci fosse stata avrebbe comunicato con la parte logistica, in quanto si trattava di una macchina che andava a recuperare personale: i due che erano a bordo, che erano stati sottoposti a inalazione di fumo e quindi non erano in perfette condizioni. Per la parte logistica alla sala operativa dei carabinieri, per il resto avrebbe fatto capo al canale che arrivava al funzionario: per tutto ciò che riguarda l'ordine


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pubblico, è chiaro che avrebbe fatto capo al funzionario di pubblica sicurezza. Quella macchina, però, è rimasta isolata, e non era una macchina inserita in un dispositivo...

LUCIANO VIOLANTE. Aveva funzioni di supporto.

SERGIO SIRACUSA, Comandante generale dell'Arma dei carabinieri. Infatti si tratta di una Land Rover, non è un furgone blindato né un cingolato: era una macchina di sostegno logistico che andava a recuperare due carabinieri che si erano sentiti male.

LUCIANO VIOLANTE. Mi scusi, quindi se una macchina con la radio - glielo chiedo affinché io possa capire - si trovava di fronte a manifestanti particolarmente pericolosi comunicava...

SERGIO SIRACUSA, Comandante generale dell'Arma dei carabinieri. Al proprio comandante che aveva accanto il funzionario.

LUCIANO VIOLANTE. E la sala operativa dei carabinieri non ne sapeva nulla?

SERGIO SIRACUSA, Comandante generale dell'Arma dei carabinieri. La sala operativa dei carabinieri, anche se avesse saputo, non avrebbe interferito...

 

LUCIANO VIOLANTE. Generale, ma lo sapeva oppure no?

SERGIO SIRACUSA, Comandante generale dell'Arma dei carabinieri. In questo caso posso solo dirle ciò che è successo, non quello che sarebbe successo.


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Il collega giustamente mi rappresenta che nella sala operativa interforze i carabinieri presenti, che rappresentavano l'Arma in tale sala operativa unica, avevano anche la nostra radio interna.

LUCIANO VIOLANTE. Quindi la sala operativa dei carabinieri sapeva e non era all'oscuro di quanto succedeva. Non dava ordini, ma non era all'oscuro.

SERGIO SIRACUSA, Comandante generale dell'Arma dei carabinieri. Soltanto per quello che riguarda scorte, sostegno logistico, controllo del territorio e vigilanza degli obiettivi assegnati all'Arma.

LUCIANO VIOLANTE. Va bene, grazie.

SERGIO SIRACUSA, Comandante generale dell'Arma dei carabinieri. Naturalmente la presenza di ufficiali, o del comandante provinciale o dei suoi rappresentanti, nella sala operativa interforze, pone al corrente automaticamente e logicamente la sala operativa dei carabinieri come quella della Guardia di finanza, dei vigili del fuoco, eccetera.

LUCIANO VIOLANTE. Perché, avevano anche loro le notizie? Perché, anche la sala operativa dei carabinieri aveva le notizie?

SERGIO SIRACUSA, Comandante generale dell'Arma dei carabinieri. Attraverso tale collegamento...

LUCIANO VIOLANTE. Attraverso tale collegamento?

SERGIO SIRACUSA, Comandante generale dell'Arma dei carabinieri. Sì, certamente.


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LUIGI BOBBIO. Mi scusi, presidente, mi pare che qui si ingeneri un po' di confusione in quanto comprendo bene dove si vuole andare a parare.

PRESIDENTE. No, non vi è confusione. Abbiamo chiarito un aspetto importante della vicenda.

LUIGI BOBBIO. Il generale ha detto due cose contraddittorie.

PRESIDENTE. Questo non lo so.

LUIGI BOBBIO. Forse perché indotto in errore dall'onorevole Violante.

PRESIDENTE. Comunque vi è il resoconto di quello che ha detto il generale.

MARCO BOATO. Non è stato indotto a niente! È stata solo una richiesta di chiarimento.

LUIGI BOBBIO. La situazione è oggi molto confusa, più di prima. Si tratta di stabilire, se me lo consente...

PRESIDENTE. Senatore Bobbio, se lei vuole tornare sull'argomento, lo faremo in un secondo momento. Adesso diamo la possibilità al generale di continuare.

LUIGI BOBBIO. Va bene.

SERGIO SIRACUSA, Comandante generale dell'Arma dei carabinieri. Non so se ho dato risposte contraddittorie, mi scuso...

LUCIANO VIOLANTE. No, è chiarissimo.


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MARCO BOATO. Comunque, generale, può inviare una nota.

SERGIO SIRACUSA, Comandante generale dell'Arma dei carabinieri. Invierò allora una nota con il grafico dei collegamenti radio.

PRESIDENTE. Mi scusi, generale, su tale argomento, fermo restando quello che è rimasto a verbale, se lei lo ritiene opportuno può inviarci una nota. Vedo che lei sta andando avanti, per quanto riguarda le domande che ha fatto la collega Mascia. Se vuole può anche ritenere di non rispondere, ma ho paura, vedendo l'appunto che lei ha preso, che forse le è sfuggito. La collega le chiedeva se era a conoscenza del luogo nel quale sono stati portati gli austriaci il 22 luglio e perché sono rimasti lì tante ore prima di essere portati in carcere. Questa era una domanda, non so se lei vuole rispondere attraverso una relazione, ma si trattava di capire se l'aveva bypassata o se si riservava di rispondere nella relazione.

SERGIO SIRACUSA, Comandante generale dell'Arma dei carabinieri. Mi pare di averlo detto nel testo, laddove ho trattato esattamente tale argomento. Ho detto che il 22 luglio è stata intercettata in Recco una colonna di 5 automezzi, con a bordo 25 soggetti riconducibili alla citata area estremista, dei quali 17 austriaci, 3 statunitensi, 2 sloveni e un tedesco. Devo presumere che sono questi gli attori: sono stati portati a forte San Giuliano, dove sono arrivati alle ore 20,20 della domenica e sono rimasti sino alle ore 5 del mattino successivo. Forte San Giuliano - come ho detto prima - era il luogo di smistamento dei fermati e degli arrestati. Non ci risultano tutte le accuse apparse sulla stampa, accreditate ieri da parte di una agenzia, ma subito dopo smentite dall'avvocato difensore.


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PRESIDENTE. Grazie, signor generale, le saremmo grati se volesse andare avanti.

SERGIO SIRACUSA, Comandante generale dell'Arma dei carabinieri. Preciso poi che il personale dell'Arma dei carabinieri è sempre in uniforme, tranne quel piccolo gruppo che si trovava - come ho detto - al forte San Giuliano, che era lì a difesa, e che è stato gabellato, o che si è tentato di gabellare, come infiltrati: ciò non corrisponde affatto al vero.
Sono in grado di dare il numero complessivo dei feriti, che mi ha chiesto l'onorevole Ascierto: sono quaranta...

MARCO BOATO. Aveva detto 47.

SERGIO SIRACUSA, Comandante generale dell'Arma dei carabinieri. Sono 43.

MARCO BOATO. Settantasette mezzi danneggiati di cui 18 gravemente.

SERGIO SIRACUSA, Comandante generale dell'Arma dei carabinieri. Per quanto riguarda la domanda se nel mezzo assaltato vi fosse pericolo per i carabinieri a bordo, la risposta è certamente positiva. Vi è stato un pericolo concreto: sono riusciti ad uscire poco tempo prima che fosse incendiato, come tutti abbiamo visto in televisione. Le caserme assaltate sono state due: il forte San Giuliano e la compagnia dei carabinieri San Martino.
Per quanto riguarda gli arresti in flagranza, la maggior parte hanno riguardato stranieri.

GIANNICOLA SINISI. Ci può dire quando vi è stato l'assalto alle due caserme?


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SERGIO SIRACUSA, Comandante generale dell'Arma dei carabinieri. È stato il giorno 20 che si è verificato l'attacco alle caserme del comando provinciale e della compagnia dei carabinieri di San Martino. L'orario, in questo momento, non lo ricordo.
Per ciò che riguarda l'attività preventiva svolta dal ROS e le intercettazioni, io non ho elementi di risposta. Tali intercettazioni vi saranno anche state, ma fanno capo all'autorità giudiziaria: non posso dare risposte di tale genere in quanto non le conosco.
Per quello che riguarda iniziative autonome da parte dell'Arma, esse non esistono: nell'ambito dell'ordine pubblico - come abbiamo più volte detto - non ve ne sono.
Non sono in grado di dire se i manifestanti di via Tolemaide sono andati alla scuola Diaz: non ho elementi per rispondere, nemmeno potrei fornirli. Sarebbe necessaria una ripresa televisiva di cui non dispongo.
Per quanto riguarda i militari in borghese di San Giuliano, ho già risposto.
Per ciò che concerne strumenti di difesa diversi, si tratta di un problema che ha posto il senatore Bassanini e che deve essere sicuramente approfondito. Vi sono delle normative e delle disposizioni che dovranno, attraverso una norma, autorizzare l'impiego di armi offensive non letali. Si tratta di un problema che sicuramente dovremo affrontare in futuro.
Per quello che riguarda le esperienze fatte e ciò che dovremo fare in futuro, assicuro che studieremo a fondo, come abbiamo già cominciato a fare, al fine di avere il maggior numero di quelle che vengono chiamate lessons learn, le lezioni che si apprendono da un evento di tale genere. Dovremo sicuramente rivedere tanti aspetti, soprattutto per


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quello che riguarda l'isolamento dei facinorosi da coloro che, invece, sono pacifici. Speriamo che tutti quanti possano contribuire a tale isolamento.

FRANCO BASSANINI. Non può essere solo compito delle forze dell'ordine: vi deve essere una corrispondenza.

SERGIO SIRACUSA, Comandante generale dell'Arma dei carabinieri. Ho già risposto per ciò che concerne la scuola Diaz e la questione degli infiltrati.
Non sono al corrente dell'ordinanza del questore sui cassonetti, ma è un problema di sua stretta competenza.

MARCO BOATO. La collega voleva che lei denunciasse il sindaco.

SERGIO SIRACUSA, Comandante generale dell'Arma dei carabinieri. Su questo mi riservo di vedere.
Senatore Iovene, ho detto che non ci sono infiltrati, mentre per quelli in borghese ho già risposto. Circa la lettera del Presidente austriaco, spero vivamente che per tale episodio si possa fare la massima chiarezza; ma non può che essere la magistratura a dare una risposta e a verificare tutto quello che è successo e se sia ancora il caso di procedere nella detenzione cautelare.
Apprendo ora il fatto dei caroselli dei carabinieri.

FILIPPO ASCIERTO. Non è un fatto vero!

SERGIO SIRACUSA, Comandante generale dell'Arma dei carabinieri. Non dico che non ci siano stati ma, essendo molto cauto, dico che non ne sono a conoscenza. Se ci fossero stati, probabilmente ne sarei stato informato (Commenti).


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PRESIDENTE. Per favore, facciamo terminare le risposte al comandante.

SERGIO SIRACUSA, Comandante generale dell'Arma dei carabinieri. Ho seguito i rapporti tra la Polizia di Stato e il comando generale e sono stato sempre in contatto frequente e personale, recandomi al Ministero dell'interno per seguire da vicino la situazione.
Senatrice Dentamaro, il responsabile della sala operativa interforze è solo il questore e sul territorio ci sono i funzionari. Francamente, non posso risponderle ora per informarla sugli apparati tecnologici fuori uso nella sala operativa.

IDA DENTAMARO. Potrà farci pervenire questa informazione?

SERGIO SIRACUSA, Comandante generale dell'Arma dei carabinieri. Non so se posso essere la persona più indicata per dettarla. Sulle défaillance tecnologiche della sala operativa interforze rischierei di darle una risposta incompleta.
Senatore Falcier, la questione concernente la prevedibilità e le diverse misure per contenere le aggressività e le loro dimensioni rappresenta un terreno di grandi riflessioni. Per quanto riguarda la dimensione, sicuramente non penso che, malgrado tutte le informazioni avute dalla intelligence, potessimo prevedere una così ampia presenza di facinorosi e di violenti. Per le future altre predisposizioni, faremo delle grosse riflessioni.
Senatore Villone, concordo con la sua preoccupazione circa l'impossibilità di impedire le violenze, ma non ho ulteriori elementi ed ho già configurato la partecipazione dell'Arma dei carabinieri in quella situazione. Spero vivamente anch'io che tali eccessi non si verifichino in futuro.


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Onorevole Palma, l'attività preparatoria è certamente cominciata formalmente il 18 novembre, essendosi allora svolto il primo dei comitati nazionali.
Abbiamo discusso e mostrato anche delle riprese sui fatti di Napoli, approfondendo nuove tecniche, ma ricordando anche che la scala di Napoli è totalmente diversa da quella degli eventi violenti verificatisi a Genova.
È comprensibile il fatto che i facinorosi volessero prendere un ostaggio e vi è una sequenza che mostra un carabiniere afferrato, portato via e liberato poi solamente grazie ad una contromossa dei suoi colleghi. Non si può escludere che potesse essere una delle mosse predeterminate. Chi potrebbe dirlo?

NITTO FRANCESCO PALMA. Mi scusi, generale, volevo chiederle una precisazione sull'episodio a cui lei fa riferimento, che servirebbe semmai a conferma di una voce. In un provvedimento della questura di Genova, ho letto testualmente che le fonti informative indicavano nel sequestro di ostaggi una delle azioni programmate da parte dei manifestanti. La mia domanda era se ciò fosse a conoscenza del personale.

SERGIO SIRACUSA, Comandante generale dell'Arma dei carabinieri. Sì, tutti quanti ne eravamo a conoscenza e consapevoli.
Per quanto riguarda il coordinamento, ho già risposto.
Onorevole Labate, lei mi chiedeva, con una certa partecipazione, che ho percepito, di queste immagini televisive viste in tempi successivi. In un primo tempo sembrava che gli aggressori fossero solo 3, poi sono diventati 10 e ancora dopo, con una telecamera più in profondità, ne sono stati stimati circa 40 e in una ripresa si vedono più in là altri rappresentanti delle forze dell'ordine. Come mai non sono intervenuti?


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È una domanda che mi pongo anch'io, ma d'altra parte l'azione era stata fulminea. Ci sono pochi fotogrammi che comprendono tutto lo svolgimento dell'aggressione, con Giuliani che raccoglie l'estintore e lo lancia, ed essendo tutto avvenuto in pochi secondi, penso che l'alleggerimento dei colleghi sia stato impedito dall'impossibilità o dall'incapacità di intervenire. Credo che si possa accettare una spiegazione di questo tipo.

PRESIDENTE. Ho l'obbligo di farle una domanda che è stata posta dall'onorevole Mancuso. Normalmente, non facciamo ulteriori domande durante la replica ma lei, essendo stato interrotto da un collega ha dato una risposta in cui affermava di avere sentito soltanto alle 9 di mattina il dottor De Gennaro. Ripeto, non faceva parte di un pacchetto di domande precedenti. Questa mattina però il dottor De Gennaro, che era qui al suo posto, ci ha detto di aver concordato con lei alcune cose nella giornata di sabato alle 11 di sera. Dai suoi comunque avrebbe avuto notizie circa alle 11 di sera. Lei in questa sede, con riferimento a quanto avvenuto nella scuola Diaz-Pertini, afferma di averne avuto contezza la mattina alle 9?

SERGIO SIRACUSA, Comandante generale dell'Arma dei carabinieri. Certamente, signor presidente, ci riferiamo però ad argomenti diversi. Ho concordato con il prefetto De Gennaro l'avvicendamento, che è una normale procedura che si applica in caso di eventi di una gravità eccezionale. Ricordo che, quando a Napoli quel poliziotto ha sparato alle spalle di un ragazzo in motocicletta, immediatamente i carabinieri hanno sostituito tutto l'apparato della Polizia di Stato per impedire che una tensione, legittimamente carica, potesse sfociare in ulteriori incidenti.


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Quindi l'Arma dei carabinieri non è stata tolta di mezzo, ma ha avuto il compito di presidiare la zona rossa ed è stata tenuta in seconda schiera nella zona gialla, tanto è vero che ha partecipato, su ordine del questore, anche agli eventi notturni, tenuta fuori però a presidiare l'ingresso della scuola senza entrare dentro. Il prefetto De Gennaro non mi ha anticipatamente informato, e non credo che abbia affermato il contrario in questa sede, di ...

MARCO BOATO. Non lo ha fatto.

SERGIO SIRACUSA, Comandante generale dell'Arma dei carabinieri. ...di quella che era una attività di perquisizione notturna, come non mi ha informato per tutte le altre perquisizioni.

MARCO BOATO. Presidente, permetta, su questo solo una precisazione. Ho gli appunti sull'intervento del prefetto De Gennaro. Egli dice che venerdì sera ha concordato con il comandante dei carabinieri l'inversione del servizio tra polizia e carabinieri. Mentre il sabato sera ha parlato con il questore, perché il questore chiedeva di essere autorizzato a richiedere un supplemento di carabinieri per quell'operazione, ma il colloquio tra De Gennaro ed il comandante si è svolto esclusivamente venerdì sera e riguarda l'inversione del servizio.

FILIPPO ASCIERTO. Precisazione per precisazione, vedo che l'onorevole Boato ha chiarito come prima, con l'abilità dell'onorevole Violante, il comandante generale si sia in po' confuso, forse non comprendendo la domanda specifica dell'onorevole Violante. Generale, l'onorevole Violante è una persona di prestigio, in quanto ex presidente della Camera, ma non si intimorisca.


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Può chiarire se la centrale operativa dei carabinieri riceve tutte le comunicazioni che riceve la sala operativa della questura o se è la sala operativa della questura che riceve le comunicazioni e poi - attraverso videoconferenza o contatto diretto - comunica alla centrale operativa dei carabinieri ciò che ritiene utile?

SERGIO SIRACUSA, Comandante generale dell'Arma dei carabinieri. Bisogna configurare le sale operative nel seguente modo. La sala operativa interforze presso la questura era il cervello dell'operazione a cui facevano capo oltre ovviamente alla Polizia di Stato, rappresentanti dell'Arma, della Guardia di finanza, dei vigili del fuoco e anche delle Forze armate, perché non bisogna dimenticare che vi erano anche le Forze armate a proteggere il porto, l'aeroporto eccetera. La questura aveva poi la sua normale sala operativa, quindi tutti questi rappresentanti non si trovavano in questa sala operativa ma in un'altra. Vi era poi la sala operativa dei carabinieri a Forte San Giuliano, che naturalmente era al corrente delle attività che le venivano trasmesse dal rappresentante dei carabinieri, che era o il comandante provinciale o un suo uomo in permanenza dentro la sala.

ANTONIO SODA. Ma questo lo aveva già detto!

FILIPPO ASCIERTO. Non così!

LUCIANO VIOLANTE. Proporremo l'onorevole Ascierto come funzionario delle sale operative!

LUIGI BOBBIO. Non c'è bisogno di fare gli spiritosi in questo modo, ci sono anche altri che capiscono!

PRESIDENTE. Vi prego, cerchiamo di evitare polemiche fra di noi, abbiamo ripetuto la domanda e mi pare che il generale ci abbia confortato su quelle che erano le sue argomentazioni.


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Generale, se lei dovesse ritenere che su qualche punto può darci ancora ulteriori elementi conoscitivi, potrà fornirceli, altrimenti lavoreremo con gli elementi che lei oggi ci ha fornito e per i quali la ringraziamo.

Sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. In riferimento al precedente intervento dell'onorevole Nitto Francesco Palma, ricordo che tra la documentazione consegnata nella seduta odierna in copia vi è il materiale conoscitivo inviato al Comitato dal prefetto di Genova, dottor Di Giovine, e che all'interno di quest'ultimo vi sono documenti che recano la dizione «riservato»; tali documenti, così come confermato dagli uffici della prefettura di Genova nella stessa giornata odierna, non presentano più, ad oggi, gli originari profili di riservatezza e sono quindi da considerare declassificati. È stata quindi possibile la consegna in copia ai singoli componenti il Comitato di tali documenti al pari dell'altra documentazione ieri distribuita.

La seduta termina alle 20,15.









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Pubblicato su: 2005-07-05 (1118 letture)

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