COMMISSIONI RIUNITE
I (AFFARI COSTITUZIONALI,
DELLA PRESIDENZA DEL CONSIGLIO E INTERNI) DELLA CAMERA DEI DEPUTATI E
1a (AFFARI COSTITUZIONALI, AFFARI DELLA PRESIDENZA DEL CONSIGLIO E
DELL'INTERNO, ORDINAMENTO GENERALE DELLO STATO E DELLA PUBBLICA
AMMINISTRAZIONE) DEL SENATO DELLA REPUBBLICA
COMITATO PARITETICO
INDAGINE CONOSCITIVA
Seduta di mercoledì 8 agosto 2001
Audizione del comandante generale della Guardia di finanza, generale Alberto Zignani.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca,
nell'ambito dell'indagine conoscitiva sui fatti accaduti in occasione
del vertice G8 tenutosi a Genova, l'audizione del comandante generale
della Guardia di finanza, generale di Corpo d'armata, Alberto Zignani.
Il
comandante generale della Guardia di finanza, Alberto Zignani, chiede
di essere accompagnato dal colonnello Vincenzo Suppa e dal capitano
Stefano Gesuelli. Non essendovi obiezioni, può rimanere così stabilito.
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Prima di dare inizio all'audizione in titolo, ricordo che l'indagine ha natura meramente conoscitiva e non inquisitoria.
La
pubblicità delle sedute del Comitato è realizzata secondo le forme
consuete previste dagli articoli 65 e 144 del regolamento della Camera,
che prevedono la resocontazione stenografica della seduta.
La
pubblicità dei lavori è garantita, salvo obiezioni da parte dei
componenti il Comitato, anche mediante l'attivazione dell'impianto
audiovisivo a circuito chiuso, che consente alla stampa di seguire lo
svolgimento dei lavori in separati locali.
Non essendovi obiezioni, dispongo l'attivazione dell'impianto visivo a circuito chiuso.
Ringrazio il comandante generale della Guardia di finanza, Alberto Zignani, e lo invito a riferire.
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE FRANCO BASSANINI
ALBERTO ZIGNANI, Comandante generale della Guardia di finanza. Ringrazio
il presidente e i membri del Comitato per l'opportunità che mi viene
offerta di illustrare il contributo di uomini e mezzi fornito dalla
Guardia di finanza in occasione del vertice G8 tenutosi a Genova dal 20
al 22 luglio ultimi scorsi.
Evidenzio subito che tale apporto deve
necessariamente essere considerato e valutato alla luce delle
disposizioni legislative e regolamentari che oggi disciplinano
l'intervento del corpo nei servizi volti al mantenimento dell'ordine e
della sicurezza pubblica.
L'ordinamento giuridico prevede,
infatti, che la tutela dell'ordine e della sicurezza pubblica sia
affidata alla Guardia di finanza solo in termini di concorso. Più in
particolare,
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l'attuale disciplina - contenuta nel
decreto del Ministro dell'interno del 12 febbraio 1992 - prevede che la
Guardia di finanza concorra impiegando: in via ordinaria, cioè
normalmente, i militari in forza ai vari reparti di pronto impiego (i
cosiddetti AT-PI - anti terrorismo pronto impiego): si tratta di
personale in possesso di specifica qualificazione addestrativa, in
grado di offrire garanzie di sicurezza ed efficienza nell'espletamento
della particolare attività; in via eccezionale, invece, cioè in caso di
consultazioni elettorali, gravi turbamenti dell'ordine pubblico,
rilevanti flussi di immigrazione clandestina ed altri eventi di
particolare gravità, possono essere impiegati militari in servizio
presso i reparti territoriali. In virtù di questo quadro normativo i
finanzieri impiegati nell'espletamento dei servizi di ordine pubblico
sono sempre posti alle dipendenze dell'autorità di pubblica sicurezza,
la sola responsabile della direzione ed esecuzione del servizio.
Ciò premesso vengo al vertice G8 e tratterò innanzitutto delle iniziative che sono state assunte a livello centrale.
In
primo luogo il concorso della Guardia di finanza. L'apporto richiesto
alla Guardia di finanza è stato determinato in sede di comitato
nazionale dell'ordine e della sicurezza pubblica. L'argomento è stato
posto all'ordine del giorno dei comitati tenutisi il 16 novembre 2000,
21 febbraio, 28 marzo, 16 maggio, 24 maggio e 3 luglio 2001, nel corso
dei quali sono stati affrontati tutti gli aspetti operativi e logistici
connessi all'organizzazione del vertice. In tali sedi, il corpo ha
assicurato una aliquota di militari pari a 1.209 unità così suddivisa:
contingente di militari antiterrorismo pronto impiego: 318; contingente
di militari ordinari in forza a reparti del comando regionale Puglia:
383; contingente di militari in forza a reparti di istruzione: 369;
contingente di militari a bordo di unità navale ed aerea: 139.
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Sono stati quindi comunicati al
Ministero dell'interno sia i reparti di provenienza dei militari sia le
loro specificità professionali, in modo da garantire l'efficacia degli
interventi e una adeguata cornice di sicurezza. In sostanza, per
ciascuna di queste categorie di personale, abbiamo indicato l'impiego
ottimale che se ne poteva fare, perché a parte gli AT-PI, che sono
pienamente addestrati per l'ordine pubblico, gli altri hanno un
addestramento evidentemente inferiore. Ma noi AT-PI in più non ne
avevamo perché tutta la nostra forza di AT-PI era assorbita in parte
dall'operazione Primavera in Puglia, in parte dalle scorte che
ci sono su tutto il territorio nazionale. Quelli che abbiamo dato erano
tutti quelli che avevamo.
Il dispositivo di vigilanza a mare è
stato invece garantito mediante l'impiego di 3 guardacoste, 8 vedette,
3 vedette per acque interne, 4 battelli di servizio operativo in
dotazione al reparto operativo aeronavale di Genova ed ai reparti
navali dei comandi regionali Toscana, Lazio, Campania e Puglia nonché
della nave scuola Vaccaro della scuola nautica di Gaeta.
Abbiamo
ancora fornito 4 sommozzatori provenienti dalle stazioni navali di
Livorno e Civitavecchia e due elicotteri AB 412 HP del comando centro
di aviazione di Pratica di Mare idonei al volo notturno, per attività
di ricognizione. Nel corso di vari incontri, svoltisi presso la
Presidenza del Consiglio dei ministri - struttura di missione - sono
stati quantificati, tra gli altri, gli apporti richiesti alla Guardia
di finanza per garantire il necessario supporto logistico ai militari
impiegati nei servizi di ordine pubblico. A tal fine sono stati
impiegati: a terra, 6 militari conduttori, 2 assistenti di sanità e 2
pullman militari, rispettivamente da 50 a 20 posti; a mare, la nave
scuola Mazzei. Questo è stato il concorso che noi abbiamo fornito come supporto al personale impiegato.
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In data 12 luglio 2001, il
Ministero dell'interno - ufficio coordinamento e pianificazione forze
di polizia - ha disposto il ripristino temporaneo, dalle ore 00,01 del
14 luglio alle ore 24 del 21 luglio, dei controlli alle frontiere
interne (terrestri, marittime e aeree), ai sensi dell'articolo 2, comma
2, della convenzione di applicazione dell'accordo di Schengen, con la
conseguente riassunzione da parte dell'Arma dei carabinieri e della
Guardia di finanza dei valichi di confine francese e austriaco, già
presidiati prima dell'entrata in vigore del suddetto accordo. A seguito
di ciò il Corpo ha assicurato: il ripristino dei controlli di frontiera
presso quattro valichi ubicati lungo il confine austriaco, con un
impiego giornaliero complessivo di 60 militari in forza al comando
regionale Trentino-Alto Adige; una aliquota di personale di 10 unità,
appartenenti al comando regionale Piemonte, a disposizione del
dirigente di settore di polizia di frontiera di Bardonecchia, al
confine con la Francia; una vigilanza radio mobile collegata a tutela
del passaggio agricolo stagionale di Sella Bartolo, in Friuli-Venezia
Giulia, al confine con l'Austria, con un impegno di 15 militari al
giorno.
In occasione della Presidenza italiana del G8 è stato
costituito, presso il CESIS, un gruppo di lavoro interforze avente lo
scopo di effettuare periodiche valutazioni preventive ai fini della
sicurezza, in vista del vertice di Genova e delle altre manifestazioni
ad esso collegate.
Per la Guardia di finanza hanno partecipato due
ufficiali del comando generale. In funzione degli obiettivi del gruppo
di lavoro, il Corpo ha costantemente comunicato agli organi centrali
delle altre forze di polizia e dei servizi di informazione, le notizie
riguardanti le manifestazioni in argomento (quelle collegate con il G8)
acquisite durante l'ordinario svolgimento dell'attività di ricerca
informativa nei settori
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istituzionali. In altri termini, noi
non abbiamo svolto attività informativa finalizzata al G8 e abbiamo
fornito tutte le informazioni che, di volta in volta, raccoglievamo
nell'esercizio delle nostre normali funzioni.
Passiamo ora alle iniziative assunte a livello locale.
In
sede di comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica di
Genova, è stata decisa la costituzione di: un gruppo operativo
interforze, con il compito di pianificare le misure di prevenzione e
sicurezza necessarie per una migliore riuscita del vertice; un gruppo
logistica e telecomunicazioni; una commissione per l'esame il
coordinamento e l'impulso dei provvedimenti e delle iniziative
necessarie per la predisposizione delle strutture idonee
all'alloggiamento e al vitto del personale appartenente alle forze di
polizia e alle Forze armate.
Il comando provinciale di Genova
della Guardia di finanza ha partecipato al gruppo operativo interforze
con un ufficiale. In tale contesto è stato svolto una attività di
monitoraggio delle aree cittadine e di censimento degli abitanti delle
zone più sensibili. Per quanto attiene al monitoraggio, al Corpo è
stato assegnato, in via esclusiva, un settore immediatamente a ridosso
del porto e del centro storico. Per l'attività di censimento sono stati
impegnati dai 10 ai 15 militari al giorno per l'inserimento dei dati al
terminale e per la rilevazione porta a porta di coloro che vivono e/o
lavorano nella cosiddetta zona rossa.
Al gruppo logistica e
telecomunicazioni il comando provinciale di Genova ha partecipato con
un ufficiale. Alla commissione per gli alloggiamenti e il vitto del
personale delle forze di polizia e delle Forze armate abbiamo
partecipato con il comandante provinciale in persona.
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Inoltre, a seguito dell'ordinanza
dell'11 maggio 2001, con la quale il prefetto di Genova ha designato il
comandante del porto della città quale autorità coordinatrice per tutte
le operazioni da svolgere in mare o nell'ambito portuale da parte delle
forze di polizia, presso la capitaneria di porto è stata costituita una
centrale operativa attiva h. 24, nella quale, durante i giorni del
vertice, è stata assicurata la presenza continuativa di un
sottufficiale del Corpo. Sempre presso la capitaneria di porto si sono
tenute riunioni interforze in esito alle quali sono stati definiti, per
la Guardia di finanza, specifici compiti, tra cui, l'eventuale
trasporto via mare delle autorità di Stato italiane ed estere.
Trasporto via mare che poi non è stato mai richiesto.
Veniamo ora
all'alloggiamento, all'equipaggiamento e all'addestramento del
personale. Per quanto riguarda l'alloggiamento, è stato previsto
l'utilizzo delle navi traghetto e dei padiglioni della locale area
fieristica, adeguatamente adattati. Alla Guardia di finanza sono stati
assicurati 840 posti letto di cui 420, presso la fiera di Genova e 420
a bordo della nave Odysseus ormeggiata nel porto.
Per
quanto riguarda l'equipaggiamento, al fine di assicurare il necessario
equipaggiamento protettivo per il personale del Corpo impegnato nei
servizi di ordine e sicurezza pubblica, sono state definite e poi
approvvigionate le quantità e la tipologia dei materiali (tute in
tessuto ignifugo, kit di protezione individuale, eccetera) ritenuti necessari per fronteggiare le relative esigenze.
Per
quanto riguarda l'addestramento, in data 24 aprile si è tenuto a Roma,
presso la palazzina Trevi, un seminario interforze promosso dal
Ministero dell'interno e finalizzato ad informare i funzionari e gli
ufficiali delle forze di polizia, preposti ai reparti interessati
all'espletamento dei servizi
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d'ordine pubblico in occasione del
vertice, circa i possibili disordini connessi all'evento, con
particolare riferimento ai rischi collegati ai cosiddetti movimenti
antiglobalizzazione.
Altro scopo di questo seminario era quello di
evidenziare le difficoltà riscontrate dalle forze di polizia in
occasione di analoghe manifestazioni tenutesi sia all'estero (Seattle,
Praga e Göteborg), sia in Italia, al fine di raccogliere suggerimenti e
proposte.
Dal 12 al 19 giugno, il quadro istruttore del centro di
addestramento e di specializzazione di Orvieto, che è della Guardia di
finanza - quindi, il quadro istruttore di questo centro -, ha
partecipato, quale uditore, alle esercitazioni in svolgimento presso il
centro della polizia di Stato di ponte Galera. Successivamente, il
centro addestramento di specializzazione di Orvieto ha proceduto ad uno
specifico «aggiornamento» del personale AT-PI da inviare in rinforzo a
Genova, nonché - d'intesa con le strutture della polizia di Stato
analogamente impegnate - ha proceduto allo omogeneizzazione e alla
standardizzazione delle procedure operative.
Inoltre, dal 2 al 7 luglio, un team
di istruttori del centro ha svolto attività di preparazione per i
finanzieri allievi del battaglione di Lido di Ostia e l'addestramento
si è incentrato, principalmente sull'uso dei materiali in dotazione
(casco con celata, scudo, manicotto e sfollagente); sugli effetti e
sulla protezione dagli artifizi, fumogeni e lacrimogeni, con
addestramento all'utilizzo della maschera antigas nonché dei kit
antincendio; sulle norme di comportamento durante e fuori del servizio;
sulle tecniche di autocontrollo nelle situazioni di grave tensione e
sull'uso ragionato della forza secondo criteri di rigorosa necessità.
Veniamo, ora, alle attività svolte durante il vertice. Con riferimento all'attività svolta dalla Guardia di finanza durante
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il G8, a seguito di specifiche
disposizioni impartite dal Ministero dell'interno, a partire dal giorno
11 luglio, 83 militari ordinari in forza al comando provinciale di
Imperia sono stati posti a disposizione del questore della città per
essere impiegati a Ventimiglia in attività di controllo al confine con
la Francia; nei giorni 14 e 15 luglio sono affluiti a Genova con 864
unità per essere impiegate in servizi di ordine pubblico.
Per
quanto riguarda i servizi svolti, il personale inviato nel capoluogo
ligure è stato impiegato - tranne che per gli eventi occorsi nel
pomeriggio del 21 luglio, sui quali mi soffermerò in seguito -
esclusivamente in servizi di vigilanza.
La vigilanza fissa è stata
svolta: ai varchi della cosiddetta «zona rossa», esterna al palazzo
Ducale (sede degli incontri di vertice), alla prefettura, ai magazzini
del cotone (sede del centro stampa ufficiale del G8) e all'hotel Jolly
Marina (utilizzato per l'alloggiamento di parte della delegazione
americana), aeroportuale ai varchi, ai locali interni dell'aerostazione
e al piazzale esterno.
È stato, ancora, impiegato in vigilanza
dinamica al casello autostradale di Genova-Sestri alle navi utilizzate
per l'alloggiamento di giornalisti e delle forze dell'ordine, e a mare,
sia all'interno, sia all'esterno del porto.
Sono stati, inoltre,
assicurati servizi di scorta a giornalisti, autorità e delegazioni e
servizi di difesa della caserma, sede del comando regionale Liguria
della Guardia di finanza. Infine, un'aliquota di militari è stata
destinata alla costituzione di un posto di polizia all'interno del
palazzo Ducale. Per tutti i servizi di vigilanza svolti consegnerò un
elaborato in cui sono indicati il posto di servizio, il numero dei
militari impiegati e il relativo responsabile.
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Veniamo ora agli episodi salienti
occorsi durante il vertice. Le modalità e i luoghi di intervento dei
contingenti del corpo sono stati disposti dalla questura di Genova con
proprie ordinanze e, in linea di massima, sono risultati corrispondenti
a quanto precedentemente concordato, a livello centrale e locale,
tenuto conto delle specifiche professionalità in possesso dei nostri
militari. Come ho detto in precedenza, avevamo indicato come impiegarli
e, grosso modo, sono stati impiegati come avevamo detto noi.
In
nessuno dei posti di servizio assegnati alla vigilanza della Guardia di
finanza sono state segnalate situazioni di effettivo pericolo o si sono
verificati scontri che abbiano visto coinvolti militari del corpo.
Tra
gli episodi salienti si segnalano i seguenti: in data 20 luglio, il
comando regionale Liguria della Guardia di finanza è stato oggetto di
violenti atti vandalici da parte di manifestanti. Il nostro comando
regionale è proprio sul limite della zona rossa vicino al porto. Ad un
certo punto, un corteo è passato davanti al comando; improvvisamente,
dal corteo si è staccato un gruppo che ha cominciato a lanciare pietre.
Hanno rotto tutte quante le telecamere che erano all'esterno, hanno
rotto vetri, eccetera. A seguito di ciò, su disposizione della questura
- contattata per le vie brevi - è stato intrapreso un servizio di
vigilanza esterna della caserma attivo ventiquattro ore, mediante
l'impiego di un'aliquota di personale AT-PI dopodichĂ© non c'è stata più
nessuna minaccia al nostro comando.
Il successivo 21 luglio, alle
ore 13,30 circa, al fine di fronteggiare una grave situazione di
emergenza venutasi a creare nei pressi di piazzale Kennedy, la sala
operativa della
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questura ha ordinato al personale del
corpo di uscire immediatamente dalla fiera, per schierarsi a fianco del
reparti della polizia di Stato già coinvolti in violenti scontri.
Al
momento dell'attivazione, tutti i militari AT-PI (120 uomini) - che poi
sono stati impiegati nella specifica circostanza - stavano fruendo del
turno di riposo presso i locali della fiera o erano in procinto di
intraprendere servizi presso altre zone della città.
Il personale
è stato prontamente messo a disposizione del funzionario di pubblica
sicurezza, responsabile di zona, il quale ha impartito l'ordine di
avanzare divisi su due tronconi, uno verso il lato mare di piazzale
Kennedy e l'altro lungo corso Marconi.
Mentre i militari impiegati
verso la costa sono riusciti ad avanzare senza problemi, quelli
schierati lungo corso Marconi hanno incontrato e superato vari ostacoli
(auto e cassonetti incendiati, transenne divelte, eccetera), subendo il
lancio continuo di oggetti. All'arrivo sul luogo degli scontri (corso
Marconi), il personale del corpo ha constatato che tra gli agenti della
polizia di Stato vi erano diversi feriti.
Su ordine del
funzionario di pubblica sicurezza, i militari AT-PI hanno iniziato un
lancio di lacrimogeni e, mentre il maggior numero di essi ha continuato
ad avanzare fino a giungere a contatto con il fronte dei manifestanti,
una piccola aliquota, sempre su attivazione del funzionario di pubblica
sicurezza, ha rincorso (in una strada laterale), raggiunto e affrontato
un gruppo di manifestanti che si trovavano nei pressi di un istituto di
credito in fiamme e che indossavano caschi, sciarpe ed altri momenti
che ne celavano i volti.
Sul luogo sono poi giunti diversi agenti
della Polizia di Stato che hanno provveduto al fermo dei manifestanti e
al loro trasporto in altra zona. Nel frattempo, altri scontri si
verificavano
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nella zona compresa fra corso Marconi e
l'inizio di corso Italia, ma sono stati subito sedati senza particolare
difficoltà da parte di altri militari AT-PI.
Durante gli scontri
del 21 luglio è stata tratta in arresto una persona, un cittadino
marocchino residente in Italia, a Ragusa, sorpreso mentre tentava di
danneggiare un automezzo dell'amministrazione. Il predetto, nel
tentativo di sfuggire all'arresto, ha ingaggiato una colluttazione con
i militari, al termine della quale ha riportato soltanto lievi
escoriazioni.
PRESIDENZA DEL PRESIDENTE DONATO BRUNO
ALBERTO ZIGNANI, Comandante generale della Guardia di finanza.
Sulla sua persona sono stati rinvenuti un coltello con lama di
ricambio, volantini anti-G8 e una piccola quantità di hashisc. Come da
accordi definiti in fase di pianificazione, l'arrestato è stato preso
in consegna - presso la fonderia della Guardia di finanza allestita
all'interno dei locali della fiera - da militari in borghese del
comando nucleo provinciale di polizia tributaria di Genova. Lo stesso è
stato poi condotto, a cura dei suddetti militari, presso la caserma
della Polizia di Stato di Genova-Bolzaneto ove era stato trasferito
provvisoriamente l'ufficio matricola della casa circondariale di
Genova-Marassi.
Nella zona di corso Marconi, è stato fornito aiuto
ad alcuni abitanti di un palazzo sovrastante una banca data alle
fiamme; è stato prestato soccorso ad una signora anziana; è stata
tratta in salvo una giovane francese che aveva tentato il suicidio.
Nessun
militare della Guardia di finanza ha preso parte all'operazione di
polizia svoltasi nella tarda serata di sabato 21 luglio presso la
scuola Armando Diaz. Nessun militare del
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corpo risulta aver preso parte o avere
assistito ad episodi di violenza che sarebbero accaduti nella caserma
della polizia di Stato di Genova-Bolzaneto e all'interno della fiera.
Il
procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Genova ed il
procuratore aggiunto, contattati per le vie brevi nella tarda mattinata
del 3 agosto, hanno confermato che non risultano essere state
presentate denunce nei confronti di militari della Guardia di finanza.
Per
quanto riguarda il deflusso dei militari del corpo, la questura di
Genova ha disposto la cessazione dell'impiego del contingente della
Guardia di finanza dalle ore 19 del 22 luglio. Nella serata dello
stesso giorno è iniziato il deflusso dei militari del corpo, inviati di
rinforzo alla sede di Genova, secondo le seguenti modalità: i militari
appartenenti ai reparti di Savona, la Spezia e Ventimiglia hanno
iniziato il rientro nella serata di domenica 22 luglio; il personale
del battaglione allievi finanzieri del Lido di Ostia è partito nel
corso della mattinata del 23 luglio; le unità navali inviate da reparti
navali di altri comandi regionali hanno lasciato Genova a partire dalle
ore 8 del 23 luglio. Nell'arco della giornata del 23 luglio, sono
rientrati nelle rispettive sedi di servizio tutti i militari ATPI
(antiterrorismo e pronto impiego), ad eccezione dell'aliquota in forza
al centro addestramento di specializzazione di Orvieto, che lasciava il
capoluogo ligure alle ore 7 del 24 luglio.
In conclusione, avuto
riguardo all'eccezionalità dell'evento, all'estensione e alla
conformazione dell'area da controllare, all'elevata varietà e numero di
servizi svolti, alla serietà dei pericoli corsi per contrastare le
virulente manifestazioni di massa - dichiaratamente dirette ad impedire
o ad ostacolare i lavori del vertice -, ritengo che il concorso fornito
dal contingente della Guardia di finanza sia stato conforme a quanto
concordato a livello centrale e sempre adeguato alle
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circostanze. Qualora dovessero emergere
eventuali responsabilità di singoli appartenenti all'istituzione,
saranno tempestivamente attivate le previste procedure interne.
Ringrazio
per l'attenzione e lascio agli atti del Comitato, oltre al testo del
mio intervento ed al citato documento riepilogativo sull'attività
svolta dal personale della Guardia di finanza, l'elenco della
corrispondenza intercorsa fra il Ministero dell'interno ed il comando
generale della Guardia di finanza. Resto a disposizione per eventuali
domande.
PRESIDENTE. La ringraziamo, signor
generale. Come lei ben sa, il materiale consegnato verrà dato ai
componenti il Comitato e poi distribuito. Non mi pare che vi siano atti
riservati.
ALBERTO ZIGNANI, Comandante generale della Guardia di finanza. Mi sembra che vi siano soltanto due lettere. Comunque, si tratta soltanto di lettere.
PRESIDENTE. Passiamo alle domande dei colleghi.
MARCO BOATO. La ringrazio, signor
presidente, e domando scusa, anche a nome dei miei colleghi, al
generale per il ritardo dei nostri lavori. Le chiedo se lei possa
illustrare - già è stato accennato nella sua relazione - il tipo di
finalità e di caratteristiche istituzionali, operative, che ha uno dei
corpi da lei citato, quello denominato ATPI (antiterrorismo e pronto
impiego) con 318 elementi per gli aspetti che ci interessano di più,
tenuto conto dei fatti che hanno dato luogo a questa indagine
conoscitiva. Lei ha svolto una relazione molto ampia ed esaustiva di
cui la ringrazio. È noto che l'indagine conoscitiva ha avuto luogo in
relazione ai fatti verificatisi nelle giornate del 20 e del 21 luglio.
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Quando lei ha riferito sulle
strutture predisposte per questo complesso e specializzato impiego
della Guardia di finanza, in occasione del vertice del G8, ha parlato
anche dell'equipaggiamento protettivo, in riferimento al suo utilizzo
nel servizio di ordine pubblico. Vorrei mostrarle delle foto
pubblicate, una dal settimanale L'Espresso, l'altra dal settimanale Diario,
per sapere se può, dopo averle visionate ed aver osservato la persona
raffigurata in queste foto, uno strano personaggio, appartenente, però
alla Guardia di finanza, che viene ripreso (come risulta dalla foto) da
altri appartenenti allo stesso corpo, però in equipaggiamento - direi -
ordinario. Le chiedo se possa darci una risposta sulla corrispondenza o
meno al tipo di equipaggiamento necessaro durante il servizio di ordine
pubblico.
Infine, lei ha correttamente fatto riferimento nella
fase conclusiva della sua relazione ad eventuali responsabilità di
singoli, laddove si siano verificati episodi che abbiano debordato
rispetto all'uso legittimo della forza. A questo riguardo, essendovi
state segnalazioni ad organi di stampa - ad oggi non ho conoscenza di
atti giudiziari -, le chiedo se la frase da lei detta (eventuali
responsabilità di singoli porteranno alle previste procedure interne)
sia una clausola di stile o se sia dovuta a segnalazioni a lei giunte
di episodi simili. Adesso le mostrerò le foto di cui ho parlato.
ALBERTO ZIGNANI, Comandante generale della Guardia di finanza. Le conosco benissimo.
MARCO BOATO. Se già le conosce, potrà, poi, darci una risposta al riguardo. La ringrazio molto.
PRESIDENTE. Ringrazio l'onorevole Boato. Per quanto riguarda la fotografia del settimanale Diario...
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MARCO BOATO. La foto sulla destra è stata pubblicata anche dal settimanale L'Espresso.
PRESIDENTE. Bene, la fotocopia verrà
acquisita. Se lei, generale, è in condizione di poter rispondere, lo
farà al termine delle domande. Questa foto fa parte dei documenti da
lei forniti?
ALBERTO ZIGNANI, Comandante generale della Guardia di finanza. Non ancora, non ne ho ancora parlato.
SAURO TURRONI. Signor presidente,
intendo fare una sola domanda al generale. Come tutti, ho potuto
prendere visione di ciò che avveniva Genova, attraverso le riprese
televisive. A proposito di alcuni fatti mostrati dalle televisioni, ho
potuto vedere - come tutti gli italiani - alcuni uomini con la divisa
della Guardia di finanza, che stavano infierendo, con una violenza, a
mio avviso, inaccettabile in un paese democratico, nei confronti di
persone che non avevano le caratteristiche da lei, generale, descritte,
cioè non erano vestite di nero e non erano mascherate. Ho visto dare
calci in testa a persone stese per terra: questo è ciò che ho visto.
Il settimanale L'Espresso
pubblica, in una pagina, la foto di un finanziere schierato davanti ad
un gruppo di altri appartenenti alla Guardia di finanza (non so se ciò
sia conseguente alla sua collocazione all'interno dell'organico, così
da essere a capo dei militari che si trovano dietro; poi, lei chiarirà
ciò) e nella pagina successiva mostra un altro gruppo di manifestanti,
tra di essi numerose donne e giovani, nessuno dei quali rispondente
alle caratteristiche da lei appena illustrate.
PRESIDENTE. Vuole produrre anche questo documento?
SAURO TURRONI. Sì, signor presidente, lo consegno immediatamente. Vorrei sapere se gli episodi a cui lei si riferiva,
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cioè quelli in cui la Guardia di
finanza ha isolato e colpito alcuni manifestanti violenti, siano gli
stessi da noi visti nelle riprese televisive o gli stessi rappresentati
in questa foto. Vorrei sapere quali iniziative siano state assunte, se
vi siano state, per individuare violazioni e, in caso affermativo, se
sia stato, quindi, violato il diritto di manifestare liberamente e
pacificamente da parte di cittadini inermi quali provvedimenti
amministrativi ne conseguiranno.
GRAZIELLA MASCIA. Rispetto
all'equipaggiamento, di cui ha già parlato l'onorevole Boato, vorrei
sapere se lei, generale Zignani, a conoscenza di qualche altra
modifica, non dico in particolare per la Guardia di finanza ma anche
rispetto all'utilizzo dei manganelli in piazza, nel senso che tutti i
feriti hanno riportato delle ferite da taglio: l'utilizzo dei
manganelli a cui noi eravamo abituati comportavano altro tipo di
ferite; pertanto, le vorrei chiedere se sia a sua conoscenza e se
corrisponda al vero che ci sarebbe un tipo di manganello in dotazione
con una spigolatura finale.
Lei ci ha già spiegato quali sono
stati i reparti impiegati nella gestione di tutti i giorni del vertice.
Mi riservo di esaminare più attentamente anche la relazione che ci
lascerà, per comprendere meglio, se, come immagino, quale responsabile
e rappresentante della Guardia di finanza, era parte della sala
operativa unificata che coordinava i lavori in quei giorni, quale tipo
di rapporto abbia intrattenuto, comunque, il comandante della Guardia
di finanza con la sala operativa nei giorni 19,20 e 21. Che tipo di
coordinamento vi è stato - a sua conoscenza - con le forze di polizia
di altri paesi? E che tipo di coordinamento con i servizi segreti degli
altri paesi? Con quali ruoli hanno partecipato le forze di polizia ed i
servizi segreti di altri paesi (sempre per quello che può essere a sua
conoscenza) alla elaborazione delle direttive e alla gestione
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dell'ordine pubblico delle giornate del
20 e 21? Infine, le vorrei chiedere, visto che i suoi reparti sono
stati utilizzati alle frontiere - nella sospensione del trattato di
Schengen -, quali i criteri sono stati utilizzati per il respingimento
delle persone? Ancora, una domanda, che ho posto anche al capo della
polizia, il quale probabilmente risponderà in maniera scritta visto che
le domande erano troppe; lei ci ha detto che i suoi reparti hanno
partecipato alle giornate di addestramento e di formazione in
preparazione del vertice e ha parlato anche dell'addestramento che si è
svolto a Ponte Galeria: un quotidiano di ieri riporta che a questi
corsi avrebbero partecipato anche degli istruttori statunitensi, le
chiedo di confermarmi o di smentirmi tale notizia.
GIANCLAUDIO BRESSA. Scusi, generale,
non mi consideri uno sprovveduto per la domanda che sto per porle, ma
serve a me per avere un quadro complessivo: le forze della Guardia di
finanza che operativamente sono state impiegate a Genova erano
coordinate dal prefetto, dal questore oppure avevano un campo di azione
operativa autonomo? Una seconda domanda: sono in corso indagini
all'interno del corpo della Guardia di finanza relativamente alle
vicende che si sono verificate a Genova in quei giorni?
ROBERTO MENIA. Vorrei porre una sola
domanda; molti si preoccupano dell'addestramento da parte di istruttori
americani per le forze di polizia, io le chiedo invece se sia vero o se
vi siano state informative da parte del SISMI a proposito
dell'addestramento che istruttori di altri paesi esteri darebbero a
personaggi dei black bloc o a personaggi che fanno parte,
organicamente o meno, dei centri sociali ed altre organizzazioni che
hanno trovato utile rifugio sotto il cappello del Genoa social forum; se, in pratica, risulti o meno che esistessero da
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parte dei servizi, anche militari,
delle informative anche precise, datate già mesi precedenti ai fatti di
Genova, che segnalavano la pericolosità e la possibilità che si
verificassero scontri anche violenti e pesanti, ma soprattutto che vi
fosse sostanzialmente un addestramento di stampo militare di
organizzazioni straniere ma anche di organizzazioni italiane.
LUIGI BOBBIO. Le pongo solo una
domanda. Vorrei sapere: le risulta che in occasione del vertice
tenutosi a Napoli nel marzo di quest'anno (mi sembra) la Guardia di
finanza fu impegnata? Con che ruoli? Se si verificarono situazioni
difficili e analoghe a quelle di Genova?
PRESIDENTE. Nessun altro ha chiesto di
intervenire, pertanto do la parola al generale Zignani per consentirgli
di rispondere alle domande poste.
ALBERTO ZIGNANI. Comandante generale della Guardia di finanza.
Comincio dalla questione della fotografia; prima però vorrei leggere un
documento. Come ho detto prima, la sala operativa della questura di
Genova, durante le manifestazioni di sabato 21 luglio, intorno alle ore
13,30, chiedeva l'intervento immediato, a titolo di supporto, del
personale della Guardia di finanza presente in quel momento presso
l'area della fiera, a causa del verificarsi di una situazione di
emergenza che vedeva reparti della Polizia di Stato in forte difficoltà
nel contrastare i violenti gruppi di facinorosi nella zona di piazzale
Kennedy. Tutti i militari AT-PI (antiterrorismo e pronto impiego)
impiegati nella circostanza, presenti nella Fiera, stavano fruendo di
turno di riposo o erano in procinto di intraprendere servizi presso
altre zone della città. Immediatamente, il personale veniva inviato sul
luogo degli scontri e messo subito a disposizione del funzionario di
pubblica sicurezza responsabile.
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Alcuni organi di stampa riportavano, in
seguito, le immagini degli scontri avvenuti in piazzale Kennedy, e in
tale contesto venivano pubblicate foto - sia su L'Espresso sia su Diario
- che ritraevano un militare del corpo - definito "Robocop" - che non
indossava nel modo prescritto l'uniforme e l'equipaggiamento previsti
per i servizi di ordine pubblico. Il militare ritratto veniva indicato
come un ufficiale della Guardia di finanza intento ad ordinare la
carica ai suoi uomini. In merito, il comando regionale Liguria ha
comunicato che l'immagine, tratta da un video del TG3, ritrae
effettivamente un militare del corpo impiegato nello specifico
frangente. Il predetto è stato fotografato senza la tuta grigia
ignifuga con l'equipaggiamento di protezione in dotazione ai reparti
(sotto la tuta sono tutti messi così). Tale situazione si sarebbe
venuta a creare in quanto il militare, che si trovava insieme ai
colleghi a riposo presso gli alloggi dell'area fiera, attesa l'urgenza
di raggiungere il luogo dove si stavano verificando gli scontri, non
avrebbe avuto il tempo di indossare la tuta grigia. Per lo stesso
motivo, il predetto militare non aveva potuto calzare gli stivaletti di
ordinanza ed indossava scarpe ginniche personali; in particolare,
questi era in palestra quando l'hanno chiamato; premetto che nel corso,
ancorché breve, di riaddestramento o di perfezionamento
dell'addestramento che abbiamo svolto, fra le tante che sono state
dette, è stato loro detto che, qualora chiamati d'urgenza, non dovevano
perdere tempo a guardare agli indumenti (si sarebbero dovuti mettere
addosso quello che trovavano), in quanto l'obiettivo primo era quello
di recarsi dove era detto loro di recarsi.
MARCO BOATO. La foto che venne fatta lì in reflex, che vede sul Diario, è una foto di pronto intervento?
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ALBERTO ZIGNANI. Comandante generale della Guardia di finanza. È una foto di quando sono schierati.
MARCO BOATO. No, lì c'è una foto in cui alza la gamba e si fa fotografare...
ALBERTO ZIGNANI. Comandante generale della Guardia di finanza. Questa foto è alla fine della manifestazione; quando tutto è finito.
MARCO BOATO. È una foto ricordo!
ALBERTO ZIGNANI. Comandante generale della Guardia di finanza.
È una foto ricordo tra amici, quando tutto è finito. Quello avviene
alla fine. Infatti, non ha soltanto le scarpe da ginnastica ma i
pantaloni sono quelli della sua tuta da ginnastica: ha i pantaloni
della tuta da ginnastica, ha le sue scarpe da ginnastica; si è messo
addosso tutto l'equipaggiamento; non ha trovato la tuta ignifuga a
portata di mano ed è uscito così. PerchĂ© è davanti? PerchĂ© è il
comandante di quel reparto. Riguardo alla didascalia riportante
l'inciso «finanziere che ha ordinato la carica a piazzale Kennedy», io
vorrei precisare quanto ho detto volutamente nella premessa alla mia
esposizione di prima, cioè che i militari del corpo, compresi gli
ufficiali, rivestono la qualifica di agenti di pubblica sicurezza e
come tali nell'ambito dell'attività di concorso svolta nei servizi di
ordine pubblico, sono sempre alle dipendenze funzionali dell'ufficiale
di pubblica sicurezza responsabile del servizio, che può essere o un
funzionario di polizia o in sua assenza un ufficiale dei carabinieri:
da noi un graduato della finanza non comanda mai, quindi, la carica lui
non l'ha potuta dare; anche perchĂ© lì c'era un funzionario di pubblica
sicurezza.
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Nella specifica circostanza, i
militari del corpo hanno operato a supporto di personale della Polizia
di Stato e alle dipendenze di un funzionario di pubblica sicurezza.
Rappresento, infine, che l'equipaggiamento indossato dal militare del
corpo, fatta eccezione per le scarpe e per i pantaloni che ha sotto, è
quello regolarmente fornito in dotazione ai reparti della Guardia di
finanza. Si tratta di un equipaggiamento che è stato acquistato
appositamente per tale esigenza. A seguito dei seminari di cui prima si
è parlato, e nei quali si sono esaminati tutti i rischi a cui andavano
incontro questi uomini, si è deciso - e l'ho detto nella mia
esposizione...
MARCO BOATO. Infatti io le ho fatto una domanda per chiarire ciò che lei ha detto.
ALBERTO ZIGNANI, Comandante generale della Guardia di finanza. I materiali che abbiamo acquistato per il G8 sono i seguenti: tute ignifughe idrorepellenti, kit
di protezione tipo motocross, (composto da maglia a rete, pettorale,
schienale, protezione scapolo-omerale, paragomito, parabraccio,
conchiglia inguinale, paraginocchia, parastinchi), sospensori con
conchiglia, guanti protettivi in pelle, kit di protezione antincendio, guanti antincendio, confezioni di salviette disinfettanti, kit di
pellicole protettive antimbrattamento per scudi e caschi, pellicole
protettive antimbrattamento per scudi. È quanto abbiamo comprato per un
costo complessivo - posso dire anche questo - di 172 milioni 445 mila.
Abbiamo speso tale cifra per comprare tutto ciò...
MARCO BOATO. È costato anche poco!
ALBERTO ZIGNANI, Comandante generale della Guardia di finanza. L'abbiamo comprato per 350 uomini, gli unici che
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prevedevamo di impiegare con
possibilità di incontro-scontro con i manifestanti. Per gli altri non
era previsto, in quanto essi erano assegnati a compiti di vigilanza o
comunque a impieghi che molto difficilmente li avrebbero portati a
contatto con i manifestanti.
Quando prima ho detto «se vi saranno
delle segnalazioni sarà attivata la procedura interna», rappresenta una
clausola di stile: non ho ricevuto alcuna segnalazione, anzi - come ho
già detto - prima di venire qui mi sono premurato di chiedere al
procuratore della Repubblica di Genova se vi fosse qualcosa che
riguardasse militari della Guardia di finanza: non vi è nulla, fino a
questo momento, che riguardi qualche militare della Guardia di finanza.
Per quanto riguarda la domanda - rispondo al senatore Turroni - se
gli episodi che abbiamo visto in televisione siano gli stessi, dico che
io non c'ero, noi non c'eravamo, noi diamo gli uomini e basta. Se vuole
chiedere ciò, lo deve fare al responsabile di pubblica sicurezza che
comandava quel reparto. Nessuno di noi è in grado di dire se gli uomini
che abbiamo visto in televisione svolgevano tali azioni e se si
trattava degli episodi che io ho illustrato. Io ho raccontato i fatti
che i miei uomini hanno riferito. Se vi sono altri episodi che i miei
uomini non hanno riferito, noi non siamo in grado di individuarli. Ciò
perché nessuno di noi era presente se non doveva essere presente, in
quanto avremmo dato soltanto fastidio. Noi abbiamo l'obbligo del
concorso: prendiamo gli uomini, li addestriamo e li forniamo alla
pubblica sicurezza, alla Polizia di Stato o ai carabinieri, che li
impiegano sotto la loro completa responsabilità operativa. Io, quindi,
non sono in grado di dirle nulla di tutto ciò.
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SAURO TURRONI. Perciò, quando lei vede un episodio, come l'ho visto io, se nessuno gliel'ha segnalato, lei non se ne occupa?
ALBERTO ZIGNANI, Comandante generale della Guardia di finanza. No.
SAURO TURRONI. Ne prendo atto.
ALBERTO ZIGNANI, Comandante generale della Guardia di finanza. Per
quanto riguarda il manganello, non vi è stata alcuna modifica: il
manganello che lei vede è di ordinanza. È stato sperimentato il
manganello cosiddetto a gomito, quello diverso, ma noi non lo abbiamo
adottato in quanto abbiamo avuto difficoltà di addestramento: era
difficile imparare ad usarlo, abbiamo avuto poco tempo e abbiamo
preferito non utilizzarlo. Per quanto ci riguarda, quello che appare
nella fotografia è il nostro vecchio e antico manganello di ordinanza.
Ciò per quanto riguarda la Guardia di finanza.
GRAZIELLA MASCIA. Gli altri cosa hanno usato?
ALBERTO ZIGNANI, Comandante generale della Guardia di finanza. Non lo so, dovrebbe chiedere a loro, in quanto io non sono in grado di dare risposte in proposito.
Per
quanto riguarda i rapporti dei comandanti con la sala operativa, non vi
è stato alcun rapporto: noi non abbiamo avuto alcun rapporto. Il nostro
rapporto è la consegna del personale, è in concorso: noi diamo il
personale e basta. Interveniamo se ci dicono di fare qualcosa sul
personale, per l'equipaggiamento, la preparazione, il ritiro, la
sostituzione, ma nel momento in cui lo forniamo noi non dobbiamo
intervenire per non interferire.
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Per quanto riguarda il
respingimento alle frontiere, non è successo praticamente quasi nulla.
A parte Ventimiglia e altre parti dove non comandammo noi, e quindi non
sono in grado di dire cosa è successo, per quanto ci riguarda, noi
abbiamo avuto la responsabilità completa soltanto per 4 valichi
assolutamente sperduti, dove praticamente non è passato nulla: abbiamo
avuto la responsabilità di passo Stalle, passo Gola, Giogo Alto e Giogo
Basso. Mi hanno riferito che in tali luoghi non hanno visto
praticamente nessuno: si sono soltanto annoiati. Non hanno respinto
nessuno e non hanno avuto problemi di tal genere. Anche per tale
aspetto le direttive erano state impartite, come per tutti gli altri
casi, dal Ministero dell'interno.
Per quanto riguarda ponte
Galeria e gli addestratori americani, non so nulla. Noi abbiamo
partecipato come uditori, cioè alcuni nostri rappresentanti hanno
assistito all'addestramento. Non sappiamo se vi fossero americani a
dirigere tale addestramento.
L'onorevole Bressa ci chiede se
eravamo autonomi: non lo eravamo in nessun caso. Non abbiamo
segnalazioni da parte del Sismi che ci informano sul fatto se gli
americani addestrassero - per così dire - gli antiglobal. Non abbiamo
tali informazioni: se vi sono state, non sono pervenute a noi.
La
pericolosità degli scontri è stata illustrata in quei seminari di cui
ho parlato prima, che abbiamo svolto, e proprio a seguito di tali
seminari abbiamo cercato di configurare un nuovo equipaggiamento per i
nostri uomini, per cercare di salvaguardarli negli scontri.
A Napoli abbiamo avuto gli stessi problemi, lo stesso tipo di impiego, abbiamo partecipato in concorso e ci siamo trovati
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nelle stesse condizioni che abbiamo
sperimentato a Genova: per quanto ci riguarda non vi è nulla di diverso
tra Napoli e Genova.
PRESIDENTE. Ringraziamo il generale Zignani e gli chiediamo se può consegnarci il dossier che ha portato con sĂ© (Il generale Zignani consegna il documento al presidente Bruno).
Credo
che, con tale acquisizione, gli elementi che siano stati oggetto di
domanda sono stati soddisfatti. Ringraziamo ancora il generale Zignani
e gli auguriamo buon lavoro.
Dato che i lavori si sono svolti in
maniera un po' più celere e visto che abbiamo convocato il comandante
generale dell'Arma dei carabinieri per le ore 17,30, sospendo la seduta
fino a tale ora.
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