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Lanci ANSA 5 Settembre 2001





G8: QUESTORE FIOROLLI IN PROCURA CON FUTURO CAPO DIGOS
   (ANSA) - GENOVA, 5 SET - E' arrivato intorno alle 11.30 in
Procura Oscar Fioriolli, il nuovo questore di Genova, per il
previsto vertice con il sostituto procuratore Anna Canepa per
fare il punto sulle indagini sugli scontri di Genova.
   Fioriolli era accompagnato dal vice questore Giuseppe Gonan,
futuro capo della Digos genovese, e dal commissario Alessandra
Bucci, funzionario della sezione omicidi della Squadra Mobile,
che conduce l'inchesta sulla morte di Carlo Giuliani. Scopo
dell'incontro e' fare il punto sulle indagini sugli scontri
durante il G8. (ANSA) 05-SET-01 12:05

G8: FUNZIONARIO POLIZIA RACCONTA, CAOS PRIMA MORTE GIULIANI
ERO RESPONSABILE ORDINE PUBBLICO MA ORDINI LI DAVA UFFICIALE CC
   (ANSA) - ROMA, 5 SET - ''Questa mole di manifestanti, mi
hanno detto che erano piu' di 10mila, ha cominciato a marciare
contro di noi e molti lanciavano pietre e molotov''. Cosi'
Adriano Lauro, uno dei due vicequestori che comandavano i
reparti dei carabinieri assaliti a Genova nel corso degli
scontri che hanno portato alla morte di Carlo Giuliani, ha
ricostruito, davanti al Comitato parlamentare di indagine, i
momenti precedenti la tragedia di piazza Alimonda.
    Di fronte a un corteo cosi' grande e aggressivo i
carabinieri sono stati costretti ad arretrare disordinatamente e
in questa operazione le due camionette che facevano da supporto
logistico si sono trovate isolate.
   ''In quel momento non potevamo piu' arretrare in modo
composto - ha detto Lauro - se avessimo continuato ad arretrare
a testuggine ci avrebbero massacrato. In quelle condizioni non
era facile coordinare 100 persone. Le disposizioni di Genova
erano che ogni gruppo dei carabinieri rispondeva al proprio
comandante. Io, quindi, che ero responsabile dell'ordine
pubblico dovevo dare gli ordini al capitano e lui poi gestiva
materialmente gli uomini. In quel momento, pero', cercare il
capitano tra 100 carabinieri vestiti uguali era impossibile,
tanto piu' che mentre loro erano collegati con il laringofono io
non ero collegato con loro e quindi non potevo piu' dare ordini
al capitano''.
   La situazione e' poi mutata quando e' avvenuta la morte di
Giuliani che in un primo momento i funzionari avevano pensato
causata da un sasso lanciato dagli stessi manifestanti.
   ''Da quel momento tutto e' cambiato - ha ricordato Lauro -
non c'e' stata piu' nessuna strategia; l'unica preoccupazione
era quel ragazzo a terra, una situazione di shock''.
   Maurizio Fiorillo, l'altro vicequestore, ha invece ricordato
le difficili condizioni in cui le forze dell'ordine hanno dovuto
lavorare: ''Il nostro turno era iniziato alle 6 del mattino e
solo nel pomeriggio due camionette ci hanno portato dell'acqua.
Io ho fatto altre volte ordine pubblico: a Genova, pero', ci
siamo  trovati a dover fronteggiare non una situazione di ordine
pubblico ma una vera e propria guerriglia''. 05-SET-01 20:15

G8: DAVANTI COMITATO INDAGINE IL FLOP DEL COORDINAMENTO/ANSA
E IL VIMINALE CORRE AI RIPARI
   (ANSA) - ROMA, 5 SET - Alla perquisizione alla Diaz non
comandava uno solo e questo, ammette davanti al Comitato
parlamentare d'indagine il direttore dello Sco, Francesco
Gratteri, ''non e' un fatto normale''. Una squadra di
poliziotti, inoltre, e' entrato per errore nel centro stampa del
Genoa Social Forum e, se anche c'era un ordine di ingresso dei
reparti alla Diaz, questo non sembra sia stato rispettato.
   Una mancanza di coordinamento che evidentemente e' pesata
sulle decisioni assunte oggi dal ministro Scajola nel primo
Comitato nazionale per l'ordine e la sicurezza pubblica dopo
Genova. Le parole d'ordine, in previsione dei prossimi incontri
internazionali in programma in Italia, sono appunto
coordinamento e collaborazione ''nel pieno rispetto dell'
ordinamento vigente che gia' definisce responsabilita' e ruoli
del personale di Polizia nei servizi di ordine pubblico''.
   Dunque, nessun clamoroso cambiamento di regole, ma qualcosa
in piu' di una sollecitazione a lavorare insieme senza contrasti
eliminando ostacoli tecnici e burocratici per una piu' efficente
sinergia.
   In questo contesto mostra tutta la sua attualita' il racconto
fatto oggi al Comitato parlamentare da uno funzionari di polizia
che, alla testa di un reparto di carabinieri, si trovavano in
piazza Alimonda, dove e' morto Carlo Giuliani. ''In quel momento
- ha detto il vicequestore Adriano Lauro - non potevamo piu'
arretrare in modo composto, altrimenti ci avrebbero massacrato.
In quelle condizioni non era facile coordinare 100 persone. Le
disposizioni di Genova erano che ogni gruppo dei carabinieri
rispondeva al proprio comandante. Io, quindi, che ero
responsabile dell'ordine pubblico dovevo dare gli ordini al
capitano e lui poi gestiva materialmente gli uomini. In quel
momento, pero', cercare il capitano tra 100 carabinieri vestiti
uguali era impossibile, tanto piu' che mentre loro erano
collegati con il laringofono io non ero collegato con loro e
quindi non potevo piu' dare ordini al capitano''.
    Dal comitato per l'ordine e la sicurezza, a cui hanno preso
parte i vertici delle forze dell'ordine e dei Servizi, e' stato
anche ribadito che saranno le autorita' provinciali di pubblica
sicurezza a dover ''valutare con grande attenzione'', in base a
criteri univoci ''forme e modalita' di ogni manifestazione''.
Cio' dovra' avvenire, raccomanda il Viminale, ''salvaguardando
con rigore la libera, ma pacifica espressione del dissenso''.
L'obiettivo, dunque, e' quello di garantire condizioni di
sicurezza massime, rispettando la liberta' di espressione, ma
usando rigore nei confronti dei manifestanti violenti.
   Tornando ai lavori del Comitato parlamentare, e' stata ancora
una volta la perqusizione alla Diaz a tenere banco. Gratteri ha
detto che la decisione non e' stata preordinata, ma decisa
''all'unanimita''' dopo l'aggressione subita da una pattuglia.
In una riunione operativa sono state decise le modalita'
d'intervento: ''il reparto mobile doveva occupare il primo
livello, davanti agli agenti della squadra mobile e della Digos,
che dovevano compiere materialmente la perquisizione.
All'esterno dovevano restare il reparto prevenzione e crimine e
i carabinieri''. Quest'ordine, secondo Vincenzo Canterini,
comandante del Reparto mobile, non e' stato pero' rispettato,
perche' i suoi uomini sarebbero stati ''scalzati'' dagli altri.
Cosa sia in effetti avvenuto, Gratteri non sa dirlo, essendo
arrivato quando l'istituto era gia' stato occupato dai
poliziotti. Ma chi comandava? ''Ad ogni gruppo di polizia era
preposto un funzionario'', ha detto, aggiungendo che pero' non
c'era un responsabile unitario. ''Gli atti della perqusizione,
comunque, come previsto, sono stati firmati dai dirigenti della
squadra mobile e della Digos di Genova''. In ogni caso, Gratteri
precisa che perquisizioni simili ''non si fanno in modo garbato,
ma deciso ed energico''. Una reazione di questo tipo da parte
degli agenti, contro i manifestanti che opponevano resistenza,
e' stata dunque ''legittima''.           Altra audizione quella
del vicecomandante del Ros, Giampaolo Ganzer: ha affermato che
vi sono ''forti indizi'' di contiguita' tra i teatranti
austriaci arrestati e Black bloc ''di origine germanica'' e che
negli incidenti risultano coinvolte ''alcune migliaia di
persone'', tra cui ''gruppi antagonisti italiani'' e
appartenenti ''ad alcuni centri sociali, anche del nord-est''.
Ha poi parlato dei fermenti nell'area anarco-insurrezionalista,
''sicuramente'' responsabile del recete invio di plichi
esplosivi o incendiari. Ma nessuno degli indagati per eversione
tenuti sotto controllo dai carabinieri e' risultato coinvolto
nelle manifestazioni violente. 05-SET-01 20:46









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Pubblicato su: 2005-07-05 (684 letture)

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