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Lanci ANSA 7 Settembre 2001





G8: BLITZ DIAZ; MARIA TERESA SCAJOLA, MIO MARITO ALLIBITO
   (ANSA) - GENOVA, 7 SET - Rimase ''allibito'' il ministro
dell' interno, Claudio Scajola, quando in piena notte fu
informato con una telefonata della perquisizione nella scuola
Diaz. La testimonianza e' della moglie del responsabile del
Viminale, Maria Teresa Verda, intervistata oggi dal Secolo XIX.
   ''Era notte, stavamo dormendo - racconta Maria Teresa Verda -
quando Claudio ha ricevuto una telefonata: mi sembra fossero le
2 o le 3 di notte. Gli comunicavano l' irruzione nella Diaz. Mi
ricordo come adesso il volto di mio marito: Claudio era
allibito, si domandava perche' di quella iniziativa''. ''In
quella settimana terribile - prosegue la moglie di Claudio
Scajola - ho visto per la prima volta mio marito veramente
turbato e preoccupato. La morte di Carlo Giuliani e' stato uno
dei momenti piu' duri. Claudio ha avuto un lungo momento di
sconforto. Ma subito ha affrontato la situazione: il suo compito
era fare andare avanti il summit''.
   Maria Teresa Verda, intervistata nella villa sulle colline di
Imperia con i figli Piercarlo e Lucia, entrambi studenti
universitari, rivela anche al Secolo XIX che durante un breve
periodo di vacanza nell' agosto scorso la famiglia Scajola ha
viaggiato sotto falso nome, per tutela della privacy. (ANSA) 07-SET-01 11:16

G8: FINITE LE AUDIZIONI, TUTTI I NODI DA SCIOGLIERE / ANSA
DALL'ORGANIZZAZIONE ALLA PREVENZIONE, DA VIA TOLEMAIDE ALLA DIAZ
   (ANSA) - ROMA, 7 SET - L'organizzazione del Vertice; i
contatti tra le istituzioni e i no global; la prevenzione
attuata da polizia e servizi segreti e l'attivita' di ordine
pubblico durante i giorni del G8, con particolare riferimento a
quattro episodi su tutti: la perquisizione alla scuola Diaz, le
cariche durante il corteo in via Tolemaide, la morte di Carlo
Giuliani, i presunti pestaggi nella caserma di Bolzaneto.
Soprattutto su questi aspetti - secondo quanto si e' appreso -
si concentrera' il lavoro del Comitato parlamentare di indagine,
che oggi ha terminato le sue audizioni.
   LA PREPARAZIONE 'POLITICA' DEL VERTICE - L'allora ministro
degli Esteri Dini e l'ambasciatore Vattani hanno sottolineato le
difficolta' incontrate per fare accettare a tutte le
delegazioni, soprattutto quella degli Usa, la decisione di
essere ospitate sulla European Vision: problemi che si sono alla
fine risolti e che ''non hanno intralciato il piano della
sicurezza messo a punto dal Viminale''. Un piano, anzi - ha
ricordato Vattani - che ha ricevuto l'apprezzamento da parte di
tutti gli ospiti internazionali.
   GSF, E' MANCATO IL DIALOGO CON LE ISTITUZIONI - L'architetto
Margherita Paolini, consulente del Governo Amato per tenere i
contatti con le Ong, ha criticato proprio l'Esecutivo che le ha
dato l'incarico: ''c'e' stato un calo di interesse, nel periodo
che ha preceduto le elezioni'', ha detto. ''Con Berlusconi,
pero', le cose sono cambiate''. Amato ha subito replicato: ''non
abbiamo mai interrotto i rapporti con le Ong''. Vittorio
Agnoletto, portavoce del Gsf, coinvolge invece entrambi i
governi: ''alle nostre proposte non abbiamo ottenuto risposte
dall'8 febbraio al 30 giugno. Quindi c'e' di mezzo sia il
Governo Amato che quello di Berlusconi''.
    'PREVENZIONE CARENTE, POLIZIA VIOLENTA' - ''Il capo della
polizia ha sottostimato il numero dei partecipanti: 'saranno al
massimo 40.000', ci ha detto'', ha affermato Agnoletto,
aggiungendo che le forze dell'ordine ''hanno colpito
manifestanti inermi e lasciato i black bloc liberi di
scorrazzare''. ''Le segnalazioni dei servizi segreti sono state
rare, non dettagliate e inconsistenti'', ha denunciato l'ex capo
dell'Antiterrorismo Arnaldo La Barbera. Che ha rincarato la dose
criticando la scarsa collaborazione fornita dagli altri Paesi
nell'individuazione dei violenti: non venivano fornite notizie
sui manifestanti, ''per motivi di privacy''.
   'IN VIA TOLEMAIDE PICCHIATI MANIFESTANTI INERMI' - Il corteo
del 20 luglio che dal Carlini era autorizzato nel tratto in cui
e' avvenuta la carica da parte delle forze di polizia: questo
sembra ormai pacifico, anche se divergenze riguardano la
necessita' e le modalita' dell'intervento di polizia e
carabinieri. Luca Casarini, leader delle Tute Bianche, ha
presentato alla Commissione un video in cui documenta i presunti
pestaggi. Dal Dipartimento di pubblica sicurezza, e da alcuni
esponenti di maggioranza, si sottolinea invece la necessita' di
quell'intervento per proteggere la Zona Rossa. In alcuni
rapporti della Digos si dice che i manifestanti erano armati ed
avevano compiuto vari saccheggi.
   I MISTERI DELLA DIAZ - La decisione di compiere la
perquisizione fu presa all'unanimita' nell'ufficio del questore
Colucci: c'era La Barbera, il vice capo della polizia Andreassi
ed altri. De Gennaro fu informato dallo stesso Questore. ''Ma
solo per l'autorizzazione all'impiego di un contingente dell'
Arma'', ha spiegato il capo della polizia. Mentre Colucci
sostiene che De Gennaro sapeva tutto. Al punto - come scrive la
Barbera in una lettera - che mostro' perplessita' e raccomando'
massima prudenza. Chi comandava resta un altro mistero. ''Non
c'era un unico responsabile'', ammette Francesco Gratteri,
direttore dello Sco, insieme a La Barbera il piu' alto dirigente
di polizia presente sul posto. ''Gli atti, comunque, li hanno
firmati come previsto dalla legge i capi della Mobile e della
Digos di Genova'', ha aggiunto. Tutti i poliziotti sentiti hanno
smentito la presenza di un infiltrato, che avrebbe aiutato gli
agenti ad entrare, mentre proprio l'ordine e le modalita' di
ingresso restano oscure. ''I miei uomini sono stati scalzati
dagli altri'', ha detto Vincenzo Canterini, capo del Reparto
mobile di Roma, uno dei principali accusati di quanto accaduto.
I VELENI TRA POLIZIOTTI - Sulla perquisizione alla scuola Diaz
sono divampate le polemiche piu' feroci: due alti dirigenti di
Polizia, il prefetto La Barbera e lo stesso Canterini, sentiti
in giorni diversi, si sono accusati a vicenda di dire il falso.
La Barbera afferma di aver sconsigliato a Canterini di compiere
l'irruzione. Il comandante del reparto mobile replica: ''alla
Diaz La Barbera non l'ho visto nemmeno'', anche se un testimone
sostiene il contrario. L'ex capo dell'Antiterrorismo dice che
denuncera' Canterini e chiede un confronto davanti al
magistrato. Che viene accettato.
   IL COORDINAMENTO E LA MORTE DI CARLO GIULIANI - Perche', si
e' chiesto Luca Casarini, non e' intervenuto il contigente di
carabinieri che si trovava vicino alla jeep da cui e' partito il
colpo che ha ucciso Carlo Giuliani? Il funzionario di polizia
che li comandava ha denunciato tutte le carenze del
coordinamento, in quelle fasi caotiche: ''Ero il responsabile,
ma gli ordini non potevo impartirli direttamente; doveva farlo
il loro ufficiale. Pero' l'ho perso di vista, erano tutti
vestiti uguali. E mentre i carabinieri avevano tutti il
laringofono, io non ero collegato con loro''.
   I PESTAGGI DI BOLZANETO - Il Dap ha concluso la prima parte
della sua inchiesta interna: emergono alcuni abusi sicuramente
''verosimili'' - come quello del piercing strappato ad un
detenuto - molti altri inventati. ''Bisogna difendere il buon
nome della polizia penitenziaria'', ha detto il ministro della
Giustizia Castelli, secondo cui ''Bolzaneto non e' stato un
lager, ne' un gulag''. (ANSA). 07-SET-01 19:18

G8: SCAJOLA, RICORDIAMO FRASI VIOLENTE AGNOLETTO E CASARINI
INACCETTABILE PARLARE DI POLIZIA DI TIPO CILENO
   (ANSA) - ROMA, 7 SET - ''Come dimenticare le violente
dichiarazioni dei vari Agnoletto e Casarini, solo per citarne
alcuni con cui si e' manifestata una forte volonta' di assalto
alla zona rossa?''. Se lo e' chiesto il ministro dell'Interno,
Claudio Scajola, nel corso della sua relazione davanti al
comitato parlamentare d'indagine sui fatti del G8.
   Parlando delle cause dei disordini, Scajola ha ricordato le
''martellanti manifestazioni verbali di violenza e i propositi
di impedire a qualsiasi costo lo svolgimento del vertice nei
giorni che hanno preceduto l'evento. Ricordiamo - ha proseguito
- la disinformazione orchestrata solo da pochi per mistificare
la realta' degli accadimenti, per offuscare l'esito complessivo
del G8, riuscendo a concentrare l'attenzione della pubblica
opinione solo su alcuni episodi''.
   Duro anche l'attacco al GSF. ''Come non giudicare grave - ha
affermato Scajola - l'errore commesso da alcuni esponenti
politici nel sottovalutare gli atteggiamenti e i propositi,
anche violenti, manifestati da alcuni esponenti del Genoa Social
Forum in tutta la fase del pre-vertice, confondendo talvolta la
premeditazione con il folclore. Non vi era nulla di democratico
in quei giovani che si riunivano per addestrarsi ad infrangere
la legge, simulando aggressioni e scontro con le forze dell'
ordine, con il proposito piu' volte dichiarato di infrangere a
tutti i costi la zona rossa''.
   Scajola ha quindi affermato che in questo clima sono maturati
gli eventi del 20 luglio, culminati con la morte di Carlo
Giuliani. ''Alle forze dell'ordine - ha detto il ministro dell'
Interno - si deve rendere merito del loro grande senso del
dovere e delle istituzioni, che non puo' essere offuscato dagli
eccessi di reazione di pochi. E' inaccettabile - ha esclamato -
l'affermazione di chi e' giunto addirittura a definire quello
delle forze dell'ordine come l'operato di rappresaglia di tipo
cileno. Ed e' fermamente da respingere qualsiasi altra illazione
su questo punto''. (ANSA) 07-SET-01 19:25

G8: ASSALTO CC, PER PREDONZANI ANCORA NESSUNA DECISIONE PM
CALCIO A MANIFESTANTE, PER PS FUNZIONARIO DIGOS NON LO COLPI'
   (ANSA) - GENOVA, 7 SET - Il pm Silvio Franz non ha ancora
deciso se chiedere gli arresti domiciliari o altra misura
restrittiva per Eurialo Predonzani, il secondo manifestante
identificato per l' assalto alla Land Rover dei carabinieri nel
quale fu ucciso Carlo Giuliani.
   Il giovane, che sarebbe indagato per concorso in tentato
omicidio dei militari, si era presentato ieri spontaneamente
davanti al magistrato, accompagnato dall'avvocato difensore
Laura Tartarini, legale del Genoa Social Forum.
   Predonzani e' quindi il secondo indagato nell' inchiesta
dell' assalto alla camionetta, dopo l' iscrizione di una
settimana fa di Massimiliano Monai, il giovane ripreso mentre
colpiva con una trave di legno i finestrini del fuoristrada.
    Questa mattina intanto il pm Franz ha dato incarico al
perito Valerio Cantarella di eseguire una perizia balistica
sull' arma di Mario Placanica, il carabiniere che ha ucciso
Carlo Giuliani, durante l' assalto al ''Defender'', mentre nel
pomeriggio ha visionato per molte ore i vari filmati che
ritraggono l' assalto alla camionetta dei militari. Placanica
sara' sentito la prossima settimana.
-VICENDA PERUGINI: Da parte della polizia invece, che sta
indagando sui fatti di Genova, e' stata inviata alla procura una
nuova ricostruzione del calcio sferrato dal vice della Digos
Alessandro Perugini, indagato per lesioni, ad un manifestante
quindicenne di Ostia, fermato dalle forze dell' ordine in via
Carlo Barabino. Dalla ripresa al rallentatore si vedrebbe con
chiarezza che il calcio di Perugini non ha raggiunto il ragazzo,
ma sarebbe arrivato a un paio di centimetri dal volto. L'
ecchimosi all' occhio del giovane, vista nelle inquadrature,
risalirebbe percio' - secondo la polizia - a una fase precedente
degli scontri.
-INCHIESTA SU BLACK BLOC: Continua intanto il lavoro di
raffronto tra i vari filmati e fotografie in possesso della
polizia e della procura per l' individuazione dei black bloc.
''Ad oggi sono 10 i manifestanti identificati, la maggior parte
genovesi - rivela il questore Oscar Fioriolli - e oltre 300
quelli individuati''. A breve quindi potrebbero partire le prime
denunce, anche se i magistrati confidano che qualcuno si
presenti spontaneamente per chiarire la sua posizione nell'
ambito dei disordini e dei saccheggi verificatisi in varie zone
della citta'.
   Sul gruppo dei black bloc, che ha creato i piu' gravi
disordini a Genova, il questore Fioriolli ha ribadito che ''si
tratta di un contenitore dove dentro ci puo' stare di tutto:
dai tifosi ultra', agli autonomi, agli anarchici''. ''Per quanto
riguarda gli italiani - ha aggiunto - comprende tutta un' area
del dissenso, antagonista, per gli stranieri il discorso e'
diverso, sono piu' radicali e quasi tutti quelli individuati
hanno precedenti specifici''.
   ''La metodologia che abbiamo adottato per individuare se
esiste una vera e propria organizzazione dei black bloc - ha
spiegato il pm Andrea Canciani - e' quella di verificare, quando
ci arriveranno i filmati chiesti a Goteborg, Davos e Salisburgo,
se si tratta sempre delle stesse persone, di un gruppo stabile
che si muove per creare disordini''. Per il magistrato infatti
potrebbe anche trattarsi di un gruppo orizzontale, che si muove
all' interno delle varie manifestazioni, senza appartenere ad
una vera e propria organizzazione, con struttura verticistica.
(ANSA) 07-SET-01 20:11









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Pubblicato su: 2005-07-05 (957 letture)

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