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Lanci ANSA Maggio 2002





MAGGIO 2002

G8: GIULIANI; NUOVO SOPRALLUOGO PERITI IN PIAZZA ALIMONDA
CHIESTI DA NAPOLI ATTI SU COMMISSARIO CICCIMARRA
(ANSA) - GENOVA, 7 MAG - Sono tornati stamani in piazza
Alimonda i periti che si occupano della ricostruzione virtuale
di quanto e' accaduto nel pomeriggio del 20 luglio scorso quando
Carlo Giuliani fu ucciso da un colpo di pistola sparato dal
carabiniere Mario Placanica che si trovava, insieme a due
colleghi, all' interno di un Defender preso d' assalto dai
dimostranti.
Per circa due ore, dalle 10,30 alle 12,30, i consulenti si
sono solo limitati, in questa circostanza, a fare delle
misurazioni indispensabili per avere un quadro preciso di quanto
puo' essere accaduto. A misurare pali, finestre, muri, ecc. sono
stati il prof. Paolo Romaini e Nello Balossino, consulenti del
pm Silvio Franz. Sul posto si trovavano anche l' ing. Silvano
Maoli, Ct della difesa e Umberto Pruzzo, il difensore di
Placanica.
Il 21 aprile scorso, invece, era stata ricostruita, come in
un film, la tragica vicenda ed era stato scoperto un foro nel
muro forse provocato da uno dei due colpi sparati da Placanica.
Un particolare, questo, che potrebbe portare ad una svolta per
chiarire l' esatta dinamica dell' episodio e delle
responsabilita'. Finora, infatti, la ricostruzione della morte
di Giuliani si era basata sui due spari, a pochi secondi l' uno
dall' altro, registrati dalle varie riprese televisive. La
probabile traiettoria del secondo proiettile, mai trovato,
portava al muro della chiesa di Nostra Signora del Rimedio, ad
un' altezza di sei-sette metri. Se verra' accertato che il foro
e' stato realmente provocato dal proiettile sparato da
Placanica, si rafforzerebbe la tesi del carabiniere di leva e
cioe' che aveva sparato solo per intimorire gli assalitori e non
per ucciderli. A tale proposito l' avv. Pruzzo aveva detto:
''Tutto lascia presupporre che la distanza cosi' come viene
ricavata dai consulenti del pm risulta compatibile con quanto
sostenuto dalla difesa e cioe' che l' intenzione di Placanica
fosse solo quella di difendersi''. E' previsto che la perizia
venga depositata il 14 maggio.
Intanto prosegue il lavoro, che si preannuncia lungo, per i
pm che stanno esaminando i filmati (250 videocassette per un
totale di circa otto ore) scomponendo anche le figure di chi si
trovava in piazza al momento degli scontri tra manifestanti e
polizia. Nel programma dei computer, collegati tra loro, sono
state inserite anche circa 7000 fotografie e oltre 6000
documenti cartacei (verbali d' arresto, querele, ecc.).
Tra le persone indagate, al momento, figurano circa 350
manifestanti ed una settantina di appartenenti alle forze dell'
ordine (quest' ultima cifra e' destinata, molto probabilmente,
ad aumentare). Tra i poliziotti indagati a Genova per l'
irruzione alla Diaz figura anche il commissario Fabio
Ciccimarra, che fa parte degli otto poliziotti arrestati a
Napoli (ora e' agli arresti domiciliari).
A questo proposito la Procura napoletana ha chiesto ai pm
genovesi gli atti che lo riguardano e, quindi, alla procura
napoletana e' giunto l' ''invito a comparire'' emesso nei
confronti di Ciccimarra il quale, nell' ottobre scorso, era
stato ascoltato a lungo a Genova. Secondo l' accusa dei giudici
genovesi Ciccimarra, insieme ad altri capisquadra e funzionari
dei reparti intervenuti nelle scuole Diaz, non avrebbe prevenuto
gli eventuali abusi commessi sui 93 arrestati e per questo gli
sarebbe stato contestato il concorso nelle lesioni. Verso meta'
maggio i pm Enrico Zucca e Vittorio Ranieri Miniati si
recheranno nuovamente in Germania con una puntata in Inghilterra
per sentire gli ultimi dieci giovani, a loro volta indagati, che
sostengono di essere stati picchiati da poliziotti mentre si
trovavano nella scuola Diaz.
(ANSA). 07-MAG-02 18:28

G8: POLEMICHE SU INDAGATI, TUTTI I NUMERI DELL' INCHIESTA
PER I DISORDINI DI PIAZZA POTREBBERO SCATTARE ANCHE ARRESTI
(ANSA) - GENOVA, 23 MAG - Mentre e' ancora accesa, a livello
politico, la polemica sull' inchiesta della procura di Genova
per i disordini del G8, dopo l' invio di 48 nuovi avvisi di
garanzia ai poliziotti del nucleo antisommossa di Roma per il
blitz alla Diaz, il procuratore capo di Genova, Francesco
Meloni, ha invitato ''a non usare la bilancia per pesare il
numero degli indagati''.
Continuano infatti gli accertamenti da parte di polizia e
carabinieri sui disordini di piazza, in cui ci sono gia'
''decine e decine'' di manifestanti individuati, che entro l'
estate potrebbero ricevere avvisi di garanzia. Gli inquirenti
non escludono neppure l' ipotesi di arresti. Digos e carabinieri
devono ancora visionare migliaia di foto di persone per
attribuire le singole responsabilita' nei disordini.
Ieri il vicepresidente del consiglio, Gianfranco Fini aveva
detto di ritenere ''un fatto gravissimo che il numero degli
indagati tra le forze dell'ordine sia superiore rispetto al
numero degli indagati tra i manifestanti''. ''Tutti gli italiani
- aveva aggiunto - hanno visto in televisione chi erano gli
aggrediti e chi erano gli aggressori''. ''Non siamo al mercato -
ha ribattuto oggi Meloni -; comunque non sono cose che si
possono mettere sulla bilancia''.
Gli indagati in questa inchiesta, articolata in una decina di
filoni, sarebbero oltre 500, di cui 110 appartenenti alle forze
dell' ordine, sia per il blitz alla scuola Diaz (90), sia per le
presunte violenze avvenute nella caserma di Bolzaneto (una
ventina), mentre tutti gli altri sono manifestanti.
Il fascicolo piu' nutrito, con circa 400 indagati, e' quello
sulle violenze di piazza che raccoglie sia i ''sospetti'' black
block che i manifestanti. Di questi, 143 sono accusati di
associazione per delinquere finalizzata alla devastazione e al
saccheggio. Della stessa accusa devono rispondere anche i 93 no
global arrestati nella scuola Diaz che dovrebbero confluire in
questo filone d' inchiesta, dopo che sara' presentata nei loro
confronti, da parte del procuratore aggiunto Francesco Lalla, la
richiesta di archiviazione per le accuse di resistenza e
lesioni.
Sarebbero anche imminenti gli interrogatori, per il blitz
alla scuola Diaz, dell' ex capo dell' antiterrorismo Arnaldo La
Barbera, del suo vice Gianni Luperi, del dirigente dello Sco
Francesco Gratteri, e del suo vice Gilberto Caldarozzi, mentre
sono gia' stati interrogati il comandante del reparto mobile di
Roma, Vincenzo Canterini, e il suo vice Michelangelo Fournier.
Per la morte di Carlo Giuliani, avvenuta il 20 luglio in
piazza Alimonda, indagato per omicidio volontario e' il
carabiniere Mario Placanica. Invece per l' assalto al Defender
dei carabinieri sono stati indagati per tentato omicidio tre
manifestanti, mentre sono ancora in corso da parte della polizia
accertamenti su filmati e materiale fotografico per individuare
gli altri aggressori.
Oggi intanto e' stata rinviata al 4 giugno l' udienza per le
conclusioni delle perizie, ordinate dal pm Silvio Franz sull'
episodio di piazza Alimonda.
(ANSA). 23-MAG-02 20:53

G8: PIAZZA ALIMONDA; NUOVO TESTE SU EPISODIO SPARATORIA
E' UN MANIFESTANTE CHE HA VISTO ALTRI CC CON PISTOLA IN MANO
(ANSA) - GENOVA, 24 MAG - Un nuovo teste a sorpresa per l'
episodio di piazza Alimonda, dove il 20 luglio scorso, durante
il G8, venne ucciso il giovane Carlo Giuliani, si e' presentato
stamani, davanti al pm Silvio Franz per raccontargli ulteriori
particolari.
E' un giovane manifestante, originario del Lazio, il quale
avrebbe riferito al magistrato che, quando venne ucciso
Giuliani, c' erano uno o due carabinieri, di un drappello che
stava correndo in via Caffa, con la pistola in mano. Della
testimonianza non sono trapelate altre indiscrezioni, ne' se
abbia apportato significative novita' all' inchiesta.
Il suo racconto, secondo alcuni avvocati dei no-global,
avvalorerebbe la tesi sostenuta da Luca Casarini, ex portavoce
delle tute bianche, ora dei 'disobbedienti', cioe' che il
Defender dei carabinieri non era affatto isolato, ma a 15 metri
di distanza da un plotone di carabinieri. Ci sarebbero stati
inoltre, sempre secondo la ricostruzione di Casarini, due
carabinieri a piedi che chiamavano rinforzi. Pur essendo a meno
di 30 metri, i militari sarebbero rimasti fermi, senza caricare
ne' lanciare lacrimogeni per disperdere i manifestanti. ''Dopo
lo sparo - aveva aggiunto Casarini - la jeep si era mossa solo
di pochi metri in avanti, dove molti rinforzi stavano ad
aspettare: se erano cosi' vicini dopo lo sparo perche' e' stato
necessario sparare?''.
Casarini aveva rivelato questa nuova ricostruzione dell'
episodio, a fine luglio scorso, dopo aver visionato una sequenza
fotografica inviata da un fotoreporter 'free lance' inglese a
Radio Sherwood, storica emittente della sinistra antagonista.
Intanto la procura e' in attesa dei risultati, previsti per
il 4 giugno, delle perizie ordinate ai consulenti per appurare
l' esatta dinamica dell' episodio, la traiettoria dei due colpi
sparati dal carabiniere Mario Placanica, indagato per la morte
di Giuliani, e la distanza in cui si trovava la giovane vittima.
I consulenti di parte, cioe' della famiglia Giuliani, avrebbero
appurato che il giovane si trovava a tre metri dal Defender,
mentre i periti del pm sosterrebbero che tale distanza deve
essere diminuita almeno di un passo o due, quelli che avrebbe
fatto Giuliani per lanciare l' estintore.
Quello della distanza e' un aspetto ritenuto molto importante
per stabilire la responsabilita' di Placanica, ancora indagato
per omicidio volontario, la cui posizione potrebbe anche venire
archiviata come legittima difesa.
(ANSA). 24-MAG-02 19:30

CANALE 5: 'TERRA' INTERVISTA IL CARABINIERE PLACANICA
(ANSA) - ROMA, 25 MAG - ''Terra!'' - domani su Canale 5,
alle ore 23.10- manda in onda un clamoroso documento: la prima
lunga intervista Mario Placanica, il giovane carabiniere che
dalla camionetta assediata in piazza Alimonda il 20 luglio
scorso causò la morte di Carlo Giuliani, concessa a Alberto
Pastanella.
Indagato per omicidio volontario, Mario Placanica, parla a
pochi giorni dai quarantotto avvisi di garanzia agli agenti del
reparto della Celere romana, per lþintervento alla Diaz del 21
luglio 2001.
Un lungo intervento, per ricordare i terribili momenti che
hanno provocato la morte di Giuliani, la fine della sua giovane
vita, il dolore provocato alla sua famiglia e agli amici, e che
hanno irrimediabilmente cambiato la vita del carabiniere, un
ragazzo che ha paura del futuro, che vive nel timore di essere
riconosciuto e nel ricordo amaro e indelebile di quanto
accaduto. Inoltre, a memoria dellþinfuocato clima dei giorni del
G8 genovese, per la prima volta in tv, lunghi estratti di Bella
ciao, di Carlo Freccero, Marco Giusti e Roberto Torelli.
Anticipazioni dell'intervista a Placanica, saranno trasmesse
domani, nelle edizioni delle ore 13 e delle ore 20, dal TG5.
Terra!: direttore Enrico Mentana; curatore Toni Capuozzo con
Sandro Provvisionato e Maddalena Labricciosa; produttore
esecutivo Elenora Comencini; regia Lucio Nicolini.
(ANSA). 25-MAG-02 14:22

G8: CARABINIERE PLACANICA,...E ALLORA PRESI PISTOLA E SPARAI
INTERVISTA A 'TERRA' DEL MILITARE INDAGATO PER OMICIDIO GIULIANI
(ANSA) - ROMA, 26 MAG - ''... Prima della pistola si puo'
usare la parola... a quel punto io intimai, gridai di
allontanarsi altrimenti avrei sparato... alla mia sinistra c'
era gente... dietro c' era gente... e allora presi la pistola e
sparai dei colpi...'': cosi' il carabiniere Mario Placanica,
indagato per l' omicidio di Carlo Giuliani, ricorda la vicenda
del 20 luglio scorso in piazza Alimonda, a Genova, durante il
G8.
In una intervista ad Alberto Pastanella, che andra' in onda
stasera alle 23,10 su Canale 5 in ''Terra'', il settimanale del
Tg a cura di Toni Capuozzo, Placanica dice di voler incontrare
il padre di Carlo Giuliano, il quale ha manifestato il proposito
di parlare con il militare. (SEGUE). 26-MAG-02 13:45

G8: CARABINIERE PLACANICA,...E ALLORA PRESI PISTOLA E SPARAI (2)
(ANSA) - ROMA, 26 MAG - Questi alcuni passaggi dell'
intervista concessa a ''Terra'' dal carabiniere Placanica, che
ha 21 anni, il quale, per motivi di sicurezza, non si e' fatto
riprendere dalle telecamere:
''...
D: Come e' arrivato il suo jeeppone, il defender, come si chiama
nell' Arma, sul quale lei si trovava, contro quel cassonetto a
piazza Alimonda, come si e' bloccato?.
R: Noi, io e l' altro collega che era con me, dietro al
defender, avevamo avuto problemi a causa dei gas lacrimogeni o
granate come vengono chiamate. C' eravamo intossicati, non
riuscivamo a vedere piu' niente, e quindi siccome c' era il
defender, siamo saliti per ripararci un po', per metterci dei
liquidi negli occhi. Per riprendere fiato perche' questi gas
provocano bruciore, intossicazione, eravamo li' e con i problemi
delle nostre armi, perche' le nostre armi ci hanno creato
problemi a noi stessi.
...
D: Vi siete ritrovati da soli?.
R: Si', ci siamo ritrovati da soli, e in quel caso l'autista ha
cercato di fare il possibile, di scappare in qualche modo,
perche' eravamo rimasti li', noi tre con il defender, e qualcuno
fuori, all' esterno della macchina che era ferito. Li' l'autista
nel fare retromarcia si e' bloccato, ha avuto problemi con un
cassonetto dei rifiuti e la macchina si e' spenta e lui tentava
di farla ripartire, pero' la macchina non partiva, non si
accendeva piu' il motore, il problema era questo. E noi eravamo
li'. Gia' ci guardavamo, avevamo timore, stavano arrivando e a
un tratto sono arrivati, hanno circondato la macchina da ogni
lato. L' unica cosa che riuscivo a sentire erano le grida del
collega, le mie stesse grida, e un rumore metallico di lamiera.
I vetri cominciavano a cadere, a distruggersi e cominciava a
entrare in macchina qualsiasi oggetto, e iniziavano a entrare in
macchina pietre, oggetti metallici, e non riuscivamo a guardarci
in faccia noi colleghi, il timore era immenso, la paura quel
giorno non riuscivamo a controllarla. Il collega che era dietro
con me, ad un certo punto, e' stato ferito alla testa, al viso,
su un occhio e poi ha avuto dei colpi alla schiena. E io,
vedendolo paralizzato, perche' e' rimasto paralizzato in un
angolo posteriore del defender, vicino al vetro posteriore...
D: Svenuto?.
R: Non svenuto, non riusciva a muoversi, non sapeva cosa fare.
Allora lo presi, dalla schiena, dalla parte della testa e lo
gettai giu' a terra con me, lo portai verso il basso del
defender e li' qualche parolina riuscivamo a dirla: che sta
succedendo? perché sta succedendo tutto questo a noi? Nel
frattempo arrivavano altri oggetti, non c'era un lasso di tempo
per respirare, sono stati attimi tremendi, non si riusciva a
capire da dove arrivavano gli oggetti, non si riusciva a capire
niente. In quel momento sono stato ferito.
D: Quando ha deciso di tirare fuori la pistola?.
R: Tra tutti gli oggetti che arrivavano, qualcuno stava tentando
di prendere la mia pistola che avevo in una fondina a coscia, si
trovava sulla coscia...
D: Qualcuno aveva messo la mano dentro al defender?.
R: Si', si', e infatti cercavo di tirare qualche calcio per
evitare che fossero arrivati alla pistola, e ho sentito che
qualcuno mi tirava i piedi e ho tirato fuori la pistola... prima
di tirare fuori la pistola sono stato ferito...mi e' arrivato
qualcosa di pesante in testa e ho iniziato a vedere solo
sangue...la ferita non riuscivo a vederla... e ho avuto anche
timore perche', non vedendo la ferita, non sapevo neppure cosa
avevo... vedevo solo sangue...le mani erano macchiate di sangue.
Ho tirato fuori la pistola. Il mio sangue e' rimasto anche sulla
pistola, in quella macchina e' rimasto il mio sangue.
D: In quale momento ha deciso di sparare?.
R: Niente..., vedendo che circondavano la macchina, volevo
allontanare la gente, non volevo ferire nessuno, non volevo
sparare, non avrei voluto...non e' il mio ideale essere una
persona che ha bisogno della pistola. Prima della pistola si può
usare la parola... e a quel punto io intimai, gridai di
allontanarsi altrimenti avrei sparato...alla mia sinistra c'era
gente...dietro c'era gente... e allora presi la pistola e sparai
dei colpi...
D: Aveva visto Carlo Giuliani che veniva incontro con
l'estintore verso la jeep?.
R: Non ho visto Carlo Giuliani, ho visto una persona che veniva
contro di noi con un oggetto metallico molto grosso, non
riuscivo a distinguere se era un estintore perche', come ho
detto, i miei occhi ancora lacrimavano dal CS (lacrimogeni,
ndr), ancora ero intossicato dal CS e poi c'era il sangue sulla
mia faccia...non riuscivo a distinguere bene cosa...
D: Lei si e' reso conto di aver colpito qualcuno?.
R: No, non me ne sono reso conto. Non me ne sono reso conto
perche' non ho preso la mira, perche' se prendevo la mira
potevo pure capire che avevo preso una persona.
D: La pistola, per poter essere usata, per poter sparare, ha
vari livelli di sicurezza, bisogna mettere il colpo in canna,
poi togliere la sicura e premere il grilletto molto a fondo.
Tutte queste operazioni quando le ha fatte?.
R: Dal momento che avevo intimato, questo veniva sempre piu'
vicino a noi, si avvicinava sempre di più a noi, e dall' altro
lato c'era pure un altro con un traversino di legno...
D: Ma le regole non vorrebbero che il primo colpo sia sparato in
aria?.
R: Infatti ho cercato di sparare in aria, per questo dico che
non mi sono accorto che c'era Carlo Giuliani dietro la macchina.
Ho tentato di sparare in aria. (SEGUE). 26-MAG-02 13:47

G8: CARABINIERE PLACANICA,...E ALLORA PRESI PISTOLA E SPARAI (3)
(ANSA) - ROMA, 26 MAG - .
D: Quando la jeep si è allontanata a marcia indietro, voi dentro
vi siete accorti che stavate passando sul corpo di un ragazzo
steso a terra?.
R: No, non ce ne siamo accorti, non se ne e' neppure accorto
l'autista perche' la macchina non si e' neppure alzata come se
fossimo saliti su qualcosa...almeno di questo non me ne sono
accorto neppure io...l'unica cosa di cui mi sono accorto e' che
avevo tanto sangue addosso che non sapevo neppure io da dove
stava arrivando.
D: Quando ha saputo che c'era un ragazzo morto?.
R: Ho saputo che c'era un ragazzo morto quando ero in ospedale
perche' un maresciallo dei nostri si e' sentito male alla vista
del sangue di Giuliani per terra ed e' svenuto e l' hanno
portato in ospedale.
D: Quindi glielo ha detto questo maresciallo?.
R: No, ho intuito che mi guardavano tutti... poi un collega e'
venuto, mi ha detto 'non ti preoccupare', allora ho capito che
era successo qualcosaþ.
D: Lei e' accusato di omicidio volontario. Sara' la magistratura
a stabilire le sue responsabilità. Ma ha mai nutrito qualcosa in
questi dieci mesi che assomigli a un senso di rimorso, a un
senso di colpa?.
R: Rimorso, rimorso.
...
D: Il padre di Carlo Giuliani ha detto che è disposto a
incontrarla. Lei ha mai pensato di farlo, prima o poi?
R: Certo che ho pensato di farlo. Voglio incontralo.
D: E cosa gli dirà?.
R: Non lo so, ancora non lo so di preciso, ci sto pensando,
ancora non so dirlo.
D: Lei pensa spesso a Carlo Giuliani?.
R: No, non ci penso spesso. Certo e' una cosa che non
dimenticherò mai, mai e poi mai, la portero' sempre con me per
tutta la vita.
...
D: Carlo Giuliani è diventato un simbolo per il movimento dei
no- global. Lei invece e' in attesa di essere giudicato. Come si
sente?.
R: A me questa cosa non da' fastidio, che sia diventato un
simbolo per i no global. Pero' la cosa che mi interessa e' che
io non ho colpa. E' questo che voglio far capire alla gente che
ancora non ci pensa. Perche' parecchie persone hanno avuto
solidarieta' nei miei confronti, la maggior parte di tutto il
popolo italiano. Pero' voglio far capire a quelle poche persone
che restano che io non ho colpa, come non ha nessuna colpa Carlo
Giuliani perché in quel caso non ci dovevamo trovare li'...
D: Nessuno dei due?.
R: Nessuno dei due: C'e' stato qualcosa che in quel giorno ha
incrociato le nostre strade, pero' quel qualcosa non ci doveva
essere''. (ANSA). 26-MAG-02 13:48









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Pubblicato su: 2005-07-05 (923 letture)

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