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2001.07.20 Repubblica Così gli hanno sparato, Bruno Abile





20 luglio 2001 Repubblica.

Bruno Abile, fotografo, spiega la dinamica della tragedia
"Colpi esplosi da una jeep dei carabinieri"

Un testimone racconta
"Così gli hanno sparato"

GENOVA - Il corpo del ragazzo ucciso in via Caffa è ancora immobile, la polizia e i carabinieri formano un cordone tutto intorno. La gente preme, urla, piange e in molti raccontano la loro versione. I primi testimoni sono due ragazze, due volontarie del Gsf, che sono state le prime a cercare di prestare soccorso al ragazzo ucciso.

Le loro parole sono frammentarie: "Ha perso la vita in seguito a due colpi in pieno volto: sulla fronte una ferita lacero contusa profonda, all'altezza di uno zigomo un foro circolare, simile a quelli provocati da colpi d'arma da fuoco". La ragazza ha riferito che il giovane morto portava un passamontagna nero. "Sono stata io a levarglielo e ho visto quelle ferite". Erano da arma da fuoco? "Non lo so, so solo che quel ragazzo quando siamo arrivati era appena morto. Aveva gli occhi azzurri e perdeva molto sangue dalla bocca. Qualcuno gli ha fatto un massaggio cardiaco, ma inutilmente".

Poi arriva il racconto di Bruno Abile, fotografo freelance di Parigi che fornisce molti dettagli sulla vicenda: "Ho sentito due colpi. Pensavo fossero in aria invece ho visto cadere un ragazzo. Intorno alle 17.30 il grosso dello schieramento di polizia in via Tolemaide ha cominciato a tornare indietro rapidamente fino a fermarsi all'altezza del cavalcavia della ferrovia in corso Torino. Trecento manifestanti hanno seguito la polizia, mentre molti da dietro gridavano 'è una trappola'".

"Io sono andato dietro ai manifestanti - aggiunge - tranquillo e in un piccolo vicolo a sinistra ho visto 30-40 carabinieri con gli scudi. La polizia ha sparato i lacrimogeni. I carabinieri del vicolo invece non hanno sparato, ma si sono spostati indietro di una ventina di metri correndo in disordine sino a piazza Alimonda. Qui c'erano un furgone e due jeep che sono subito partite. Una jeep si scontrata contro un cassonetto. E non è riuscita a ripartire. A bordo c'erano un autista e due persone. Sei o sette manifestanti si sono avvicinati e hanno gettato sassi da cinque o sei metri. Poi hanno cominciato a colpire la macchina con i bastoni".

"I poliziotti erano fermi a venti metri - conclude il fotografo - Io non capivo perché non andavano ad aiutare i carabinieri. Mentre fotografavo, ho visto un uomo in divisa senza scudo, forse un ufficiale, che impugnava una pistola. Ho sentito due colpi. Pensavo fossero in aria invece ho visto cadere un ragazzo. Il proiettile gli è entrato nell'occhio destro e il sangue zampillava dall'occhio".

(20 luglio 2001)









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Pubblicato su: 2005-07-05 (950 letture)

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