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I crimini delle acciaierie ABS a Udine
by Ecologia Sociale Sunday, Oct. 12, 2003 at 1:07 PM mail:

L'azienda rilancia nuovamente il ricatto occupazionale per mantenere l'impunità sia per l'inquinamento di tutta l'area circostante che per la condizione di insicurezza del lavoro che provoca continuamente morti e infortuni negli operai soprattutto delle ditte esterne. Il giorno della morte/assassinio dei due operai mandati dentro un forno pieno di gas venefici, doveva esserci il Presidente della Regione, l'industriale Riccardo Illy (sostenuto dalla sinistra) per sancire la correttezza della gestione aziendale con un rinfresco davanti alla fabbrica. Illy ovviamente se ne è stato rinchiuso nella sede degli industriali a Palazzo Torriani.

I crimini delle acci...
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dal Messaggero Veneto di oggi

DOMENICA, 12 OTTOBRE 2003

Pagina 15 - Udine

Domani alle 15 nella parrocchiale di Bueriis i funerali di Luciano Bianco. L’estremo saluto a Riccardo Giusti sarà dato martedì pomeriggio, alle 16, nel duomo di San Daniele

Abs, scatta la cassa integrazione per 200 operai

Pozzuolo: l’azienda ha convocato i sindacati per martedì mattina per la comunicazione ufficiale

POZZUOLO. Altre nubi nere si addensano sulle Acciaierie Bertoli Safau, dopo il tragico incidente accaduto giovedì scorso, e che è costato la vita di due lavoratori, ritorna l’incubo della cassa integrazione. Potrebbero essere anche più di duecento gli operai che, nelle prossime settimane, saranno costretti a restare a casa facendo ricorso agli ammortizzatori sociali della Cig. I vertici aziendali hanno infatti comunicato ieri ai rappresantanti delle tre organizzazioni sindacali Fiom-Cgil, Fim-Cisl e Uilm-Uil che un forno è fuori uso, in quanto è stato posto sotto sequestro dal’autorità giudiziaria dopo il duplice incidente mortale, mentre è sorto anche un problema al secondo forno di colata. Per questi motivi l’azienda ha chiesto un periodo di sospensione per i lavoratori addetti a queste mansioni.
Gli esponenti sindacali, assieme ai rappresentanti di fabbrica delle Rsu, avranno un incontro martedì mattina con la direzione dell’azienda per capire in quali termini la proprietà deciderà di aprire una procedura per la concessione della cassa integrazione e, soprattutto, per comprendere quanti operai saranno colpiti da questo provvedimento d’urgenza.
Dalle prime indiscrezioni, ma sarebbe una cifra quanto mai verosimile, si parla, appunto, di circa 200 operai.
E’ questo infatti il numero delle persone che potrebbero essere coinvolte e poste in cassa integrazione per un periodo indeterminato di tempo, anche se ancora, secondo i sindacati, è prematuro e difficile fare delle analisi e parlare di cifre esatte.
Si è appreso inoltre che potrebbe essere prevista, oltre all’utilizzo della cassa integrazione, anche una riduzione dei turni di lavoro. Comunque l’incontro di martedì servirà per chiarire tutte le modalità con cui si interverrà per cercare di risolvere una crisi strutturale dell’azienda, che si trova in difficoltà non solo per gli ultimi eventi ma anche per l’andamento negativo del mercato del settore a livello internazionale.
I sindacati hanno già fatto sapere che la prossima settimana chiederanno un incontro urgentissimo con l’Assindustria per parlare di sicurezza sul lavoro, e con la giunta regionale e il prefetto per cercare assieme delle soluzioni ai vari problemi che sono sorti in questi giorni.
Nel frattempo si sono concluse le assemblee dei lavoratori. Il giorno dopo la tragedia, avvenuta giovedì mattina, sono stati organizzati tre incontri, uno per ogni inizio turno di lavoro, in cui gli operai, più di 1400 sia interni che esterni all’Abs, hanno partecipato compatti allo sciopero. L’autopsia ha infatti confermato le cause della morte di Luciano Bianco, 44 anni, di Bueriis di Magnano in Riviera e di Riccardo Giusti, 50 anni, di San Daniele, dalle quali è stata dichiarato il decesso per mancanza di ossigeno. I funerali dei due sfortunati operai si svolgeranno domani pomeriggio, alle 15, nella chiesa parrocchiale di Bueriis quelli di Luciano Bianco, mentre l’estremo saluto a Riccardo Giusti è previsto per martedì pomeriggio, alle 16, nel duomo di San Daniele.
L’altro ieri, inoltre, sono state notificate le tre informazioni di garanzia alle persone dell’Abs che il procuratore aggiunto aveva inteso indagare inizialmente.
Si tratta dell’ingegner Paul Millo, 45 anni, di Duino-Aurisina, responsabile della sicurezza alle Acciaierie Bertoli Safau; dell’ingegner Marcello Santini, 35 anni, udinese, capomanutenzioni e del 43enne di Gonars Arturo Grosso, indicato come capoarea all’interno dell’azienda di Cargnacco.
Rimane alta, quindi, la tensione dei lavoratori dell’Abs, che all’indomani della tragedia, avevano denunciato a gran voce la mancanza di sicurezza degli impianti. Ora, la loro condizione di lavoratori è di nuovo messa in discussione dai provvedimenti che saranno presi nei prossimi giorni.
Mirco Mastrorosa

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errori di pubblicazione
by es Sunday, Oct. 12, 2003 at 1:13 PM mail:

errori di pubblicazi...
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la foto era questa

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niente da fare
by es Sunday, Oct. 12, 2003 at 1:16 PM mail:

Non capisco perche non viene fuori il file giusto. Rinuncio alla pubblicazione

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la rabbia degli operai
by es Sunday, Oct. 12, 2003 at 3:57 PM mail:

M.V. 10 ottobre 2003
M.V. VENERDÌ, 10 OTTOBRE 2003

Pagina 9 - Udine

Tensione e rabbia tra gli operai: ora basta

IN FABBRICA
POZZUOLO. La tensione è altissima. All'uscita delle acciaierie Bertoli-Safau si è appena appreso che due operai sono deceduti mentre stavano lavorando. Due operai, due colleghi di lavoro, due amici che hanno perso la vita proprio là dove, ogni giorno, decine e decine di operai passano più di otto ore al giorno. Le facce, all'uscita dei cancelli dell'azienda, sono grige, l'aria è surreale. Tutto si è fermato, il cuore dell'azienda non pulsa più. L'aria, piano piano, diventa sempre più irreale. «Avrei potuto essere io - dice tremando un'operaio vestito di verde, che ha appena finito il suo turno -. Vi rendete conto che poteva succedere a ognuno di noi?». Più in là, lontano dai cancelli e da occhi indiscreti, alcuni compagni di lavoro. Piangono, sono disperati.
Hanno paura, dicono che questo è il quarto collega, da giugno, che muore per un incidente sul lavoro. Il dito è puntato, da tutti e senza esclusione, sulla proprietà: «Forse ci sono troppi problemi aziendali, io da domani mi licenzio. Ho una famiglia, due figli. Non posso rischiare la mia vita. Chi ce lo fa fare?».
«Due sono troppi, ora basta» dice un'altro operaio. Accanto a lui un suo collega gli risponde: «Due sono troppi? Uno è troppo. Di questo passo non finirà più. Ora bisogna fare qualcosa, ci dobbiamo ribellare. Se la gente vedesse cosa succede lì dentro...».
Un'altro operaio è appoggiato al muretto di cinta dell'azienda. Piange. Conosceva molto bene una delle due vittime di questa tragedia e non ha pace per quello che è successo. Dice di conoscere bene la situazione del forno dell'Abs, proprio lì dove il suo amico è morto pochi minuti fa per asfissia: «Non ci sono mai stati impianti di aspirazione lì dentro. Le condizioni in cui lavoriamo sono quelle di cento anni fa, siamo fermi al 1900. Ora basta, a questo punto, dopo il quarto caso di incidente, la magistratura deve fare il suo lavoro e chiudere quello che va chiuso. Altrimenti qui ci sarà una vera e propria rivolta coontro la proprietà».
Anche un altro operaio denuncia la situazione in cui i lavoratori sono costretti ogni giorno: «Io ho 500 ore di ferie ancora lì, ferme, perchè non me le vogliono dare. Parliamo di più di due mesi di vacanze, mica di due giorni. E c'è gente che ne ha ancora 800. Cose da matti. Inoltre gli organici sono a zero, e io sono obbligato a fare il lavoro di due persone, sulla gru. Se poi mi succede qualcosa, magari sono capaci di dire che quella non era la mia mansione».
Infine, un'altra denuncia: «Qualcuno fa a anche due turni di lavoro alla volta: entra alle sei di mattina ed esce alle otto di sera. Non ci sono controlli. Come può essere efficiente uno che lavora più di dodici ore al giorno?».
Mirco Mastrorosa





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Friuli: record di morti sul lavoro
by es Monday, Oct. 13, 2003 at 8:43 PM mail:

Friuli: record di mo...
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LUNEDÌ, 13 OTTOBRE 2003

Pagina 7 - Udine

L’Inail: «Mancano i controlli»

LA DENUNCIA






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«Troppo facile dire che basta incentivare la prevenzione». Marco Foscarini, direttore dell’Inail di Udine, si dissocia nettamente dal coro dei politici che ieri, alla 53esima Giornata nazionale per le vittime degli incidenti sul lavoro, auspicavano una maggiore opera di prevenzione per arginare il problema della sicurezza sul lavoro. «Certo, si tratta di un’affermazione politicamente corretta, che tutt’al più si traduce in finanziamenti per corsi di formazione. Ma non dimentichiamo che, se a Udine ci sono stati 17 morti, è perché mancano i controlli». Una denuncia urlata, quella lanciata da Foscarini nel bel mezzo di interventi che invitavano all’educazione dei lavoratori più che a verificare il rispetto delle norme da parte dei responsabili. «È vero che oggi il mercato del lavoro è cambiato e che bisogna far slittare l’educazione alla sicurezza dall’entrata in azienda al momento in cui si esce dalla scuola. Ma se i datori di lavoro sapessero che, almeno una volta l’anno, gli ispettori vanno a trovarli, starebbero molto più attenti». Secondo Foscarini è indispensabile potenziare gli uffici di vigilanza, che attualmente «non sono in grado di intervenire». Intanto, l’Inail ha provveduto a diminuire i tempi di erogazione delle rendite agli invalidi, raddoppiando gli importi per le protesi qualificate, «particolarmente importanti in quanto aiutano al reinserimento nella società». (r.t.)

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