Indymedia Italia


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[sequestro-news] e' confermata la pista della procura di bologna e dell'eccesso FBI
by imc italy Thursday, Oct. 14, 2004 at 1:44 PM mail:

confermata l'origine bolognese dell'ordine in concorso con un eccesso delle autorita' americane

Giunge oggi la conferma dell'origine bolognese dell'ordine che ha portato al sequestro dei dischi dio due server di indymedia nella sede londinese di rackspace.
La pm Marina Plazzi che indaga sulla "Federazione Anarchica Informale" e sui pacchi bomba a Prodi aveva chiesto l'acquisizione di alcune informazioni su notizie passate su indymedia (cosa che dimostra con quanta attenzione seguono indymedia i magistrati, a buon intenditor poche parole); questo ordine e' stato interpretato in senso quantomai estensivo da parte dell'FBI che ha proceduto a un sequestro vero e proprio, un eccesso molto grave, che non e' stato ovviamente convalidato.
A tutt'oggi non abbiamo ancora la possibilita' di vedere le carte degli ordini americani per capire esattamente cosa sia successo ma inizia a farsi lentamente luce su quello che e' accaduto.

Ma non finisce qui, perche' l'abitudine delle forze di polizia a sequestrare senza titolo materiali e ad andare molto al di la' delle necessita' repressive, gia' ingiustificabili di per se', non si esaurisce nell'intervento alla scuola Diaz e alla Pascoli, ne' con il sequestro del febbraio 2002, ne' con questo evento.
A presto nuove.

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un po' di precisione
by tizzy Thursday, Oct. 14, 2004 at 4:05 PM mail:

la fai di cui si parla è la fainformale, mi farebbe piacere un po' più di precisione, grazie

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e gli inglesi?
by anglofobo Friday, Oct. 15, 2004 at 1:03 AM mail:

e gli inglesi in tutto questo che ruolo hanno? cosa dicono?

perchè non fate una bella causa a rackspace UK ? potreste portarvi a casa parecchis soldini...

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FAinformale?
by nausicaa Friday, Oct. 15, 2004 at 1:46 AM mail:

Questo comunicato è evidentemente è scritto da gente vittima dei media mainstream. Viene usata la sigla "FAI" esattamente come il Corsera o Libero senza distinzioni tra un'organizzazione politica rivoluzionaria e i provocatori che usano questa sigla per intorbidire le acque. Persino parte della stampa borghese fa le necessarie distinzioni, che un media di movimento non lo faccia è a dir poco vergognoso!
Chi ha redatto questo comunicato avrebbe il dovere di fare una rettifica.

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L'anarchia è prioritaria
by Nausicaa Friday, Oct. 15, 2004 at 3:07 AM mail:

L'anarchia è prioritaria, ma non si fa per posta

Se questo fosse un mondo accettabile, se l’informazione non fosse una pericolosa arma di guerra, di quelle destinate alla distruzione di massa, senza alcun riguardo verso l’inerme popolazione civile, la notizia che qualcuno aveva incendiato i soliti cassonetti e poi spedito per posta qualche libro infarcito di petardi, avrebbe avuto la propria degna collocazione in cronaca.
L’eco mediatica suscitata dei petardi inviati a Romano Prodi, al presidente della BCE, all'Eurojust e ad alcuni eurodeputati, qualche giorno dopo l’incendio di un paio di cassonetti nel centro di Bologna, è divenuta il pretesto per elevare al massimo “l’allarme terrorismo” che Berlusconi e Bush avevano pronosticato nelle settimane precedenti. Da una sponda all’altra dell’Atlantico erano rimbalzati gli annunci di attentati con relativa militarizzazione dei voli e del territorio. Con queste misure, la guerra duratura e preventiva intende raggiungere il duplice obiettivo, da un lato, di alimentare la paura per via dell'insicurezza evocata da un nemico esterno sempre in agguato, e dall'altro di tenere sotto scacco tutti i soggetti coinvolti nel collasso di un sistema di disciplinamento sociale, economico e politico che necessariamente implica la criminalizzazione, l'espulsione e l'eliminazione violenta di chiunque non si riconosca nelle regole del gioco. All’epoca della guerra totale al terrorismo occorre di tanto in tanto innalzare la tensione, altrimenti si corre il rischio che il lezzo dei cadaveri dei bambini morti in Afghanistan o la notizia dei prigionieri iracheni picchiati a morte, risulti alla fine intollerabile anche per i tolleranti sudditi di questo nostro nord capitalista e guerrafondaio.
D’altro canto, nel nostro paese, da mesi il Ministero dell’Interno ed i media agitano lo spauracchio del terrorismo, indicando negli anarchici il pericolo maggiore. Alcune indecenti veline poliziesche erano giunte persino ad ipotizzare una mano anarchica dietro la triste moda di avvelenare le bottiglie di acqua minerale. In un’epoca in cui i governi promuovono la privatizzazione delle risorse idriche assetando decine di milioni di persone in tutto il pianeta, in un’epoca in cui le lordure prodotte dal capitalismo rendono l’acqua imbevibile, non si trova di meglio che gettare fango su chi si oppone a questo scempio.
Ma, se gli anarchici sono stati il bersaglio preferito del governo e della stampa, le attenzioni di questi signori hanno avuto una ben più ampia portata. Retate e perquisizioni nelle case e nei quartieri abitati da migranti sono stati all’ordine del giorno per tutto il 2003. Gli immigrati sono stati trattati in blocco come potenziali criminali, sino a comminare espulsioni in base a meri sospetti di collusione con organizzazioni terroriste. Per non parlare dei tranvieri che sono entrati nel novero dei pericolosi delinquenti per aver tentato di ottenere un pugno di euro in più scioperando fuori dalle gabbie imposte da una legislazione che ha ridotto il diritto di sciopero ad una barzelletta. E, prima di loro, era toccato ai milioni di persone che avevavo manifestato contro la guerra, contro il militarismo, contro la politica neocoloniale del governo italiano. Sul piano interno, pertanto, la guerra preventiva impone di neutralizzare sul nascere ogni tentativo di autorganizzazione sociale che sfugga ai balbettanti meccanismi di recupero e integrazione istituzionale, attivati dai partiti e dagli apparati sindacali di stato.
In definitiva chiunque critichi l’azione dell’esecutivo finisce con l’essere in odore di terrorismo: al punto che la mera opposizione all’abolizione dell’art. 18 dello statuto dei lavoratori o alla definitiva precarizzazione del lavoro sancita della legge 30 ha finito con l’essere collegata agli uccisori di Biagi.
A fine anno, a degna conclusione di un periodo in cui ogni forma di dissenso è stata puntualmente criminalizzata, sono arrivati puntuali questi pacchetti. Innocui per i destinatari ma sapientemente utilizzati sulla via della realizzazione locale dello stato di polizia globale.
Già si parla di leggi speciali che vanno ad aggiungersi alle tante leggi repressive di un trentennio in cui ogni nuova “emergenza” si è portata via un po’ delle pur esili libertà conquistate. Contro i ceti subalterni è già allo studio l'ipotesi di estensione del reato associativo di derivazione fascista che si fa beffe, come sempre, dell'apparente assioma liberale sulla responsabilità individuale di fronte al giudice penale.
L’allarme suscitato dalla posta natalizia ha finito con il dare una spinta probabilmente decisiva al lento e faticoso processo di costituzione di una polizia europea: a carabinieri, poliziotti, finanzieri, vigili si uniranno anche gli eurocop!
Per non dire del polverone che ha finito per porre in secondo piano lo scontro istituzionale sull’informazione, le crescenti difficoltà all’interno della maggioranza o questioni quali le pensioni e le opposte libertà di licenziamento e di sciopero. E in questi stessi giorni la compagine guidata dal cavalier Berlusconi, dopo aver risolto con altre leggi "speciali" i problemi suoi e della sua classe di appartenenza, si accinge a spazzar via quello che resta del sistema previdenziale ed a rilanciare l’attacco contro le residuali garanzie stabilite dallo Statuto dei lavoratori.
Se un’azione dovesse essere giudicata dai suoi risultati non potremmo avere dubbi sui mittenti di tale fumosa corrispondenza. E, diciamolo chiaro, per qual che ci riguarda poco importa se gli autori siano alle dirette dipendenze del Ministero dell’Interno o svolgano generosa opera di volontariato. Gratuito o retribuito il loro è uno sporco lavoro.
Infatti con i pacchi sono arrivate anche lettere che li rivendicavano a nome di una neonata aggregazione informale il cui acronimo “FAI” è identico a quello della Federazione Anarchica Italiana. Evidente l’intento irrisorio, forse meno evidente ma ben più grave la volontà di mettere in difficoltà anarchiche ed anarchici impegnati in una dura lotta quotidiana per la costruzione di una società di libere ed eguali.
Ma una tale società non si può imporre. Gli anarchici sanno che la libertà è una pratica collettiva che necessita di impegno costante perché si radichi nelle coscienze e nell’agire quotidiano di ciascuno, traducendosi in azione comune e lotta sociale. La rivolta contro l’oppressione diviene sterile fiammata se, insieme, non costruisce, non sa contaminare l’ambiente in cui vive e senza il quale si estinguerebbe.
Bakunin sosteneva che la libertà di ciascuno è accresciuta dalla libertà di tutti: qui vive e si alimenta il nocciolo profondo dell’anarchismo sociale, che, costitutivamente, è progettualità rivoluzionaria, spinta alla trasformazione che vede protagonisti in prima persona gli oppressi e gli sfruttati.
L’agire degli anarchici si sostanzia all’interno dei movimenti sociali, nei percorsi di autonomia da ogni istituzione, nella capacità di dar vita ad organizzazioni specifiche e di massa improntate ai principi dell’autogestione e del federalismo. Una Federazione Anarchica è un ambito di relazione e confronto vivo tra uomini e donne che condividono il metodo libertario ed hanno in comune un programma di mutamento sociale radicale. Una Federazione Anarchica preconizza in concreto l’ambito sociale nella quale vorremmo vivere, dove il rapporto diretto, faccia a faccia, il confronto ed anche lo scontro tra opzioni diverse mirano alla sintesi possibile nel rispetto delle scelte e dei percorsi individuali. La sua costituzione formale è garanzia di libertà, perché l’intesa associativa che la costituisce si fonda sull’autonomia dei gruppi e degli individui.
Gli anarchici della Federazione Anarchica sono abituati, loro malgrado, ad affrontare la repressione. Il nostro impegno nelle piazze, nei posti di lavoro, contro il razzismo, il militarismo, la guerra, l’oppressione capitalista e statale solo nell’ultimo anno ci è costato numerose denunce. Per non parlare delle manganellate, delle perquisizioni, della costante opera di disinformazione operata dai media.
Siamo stati alle manifestazioni contro la globalizzazione capitalista, di fronte ai lager per immigrati ed alle carceri, nelle lotte contro le fabbriche di morte, le discariche nucleari, gli inceneritori, abbiamo fatto scioperi e picchetti, siamo presenti nelle lotte per la casa e gli spazi sociali, ovunque si pratichi l’autorganizzazione, l’azione diretta, il rifiuto della delega e la partecipazione: dalla Lucania della rivolta contro la discarica nucleare ai tranvieri in lotta.
Governo e stampa si ostinino pure nel binomio bombe ed anarchici, terrorismo ed anarchia: non ci lasceremo intimorire, oggi come nel 1969. Con buona pace di chi ha creduto di metterci in difficoltà, manipolando la nostra sigla e gettandola in pasto dei media. Sono tanti quelli che ci conoscono e sanno bene chi sono i terroristi che ogni giorno bombardano, avvelenano, opprimono, sfruttano, uccidono, incarcerano i senza potere e gli sfruttati. Essi siedono sui banchi dei governi, nelle gerarchie di tutte le chiese, nei consigli di amministrazione delle aziende e delle banche, tra le fila dei parlamenti, nei quartieri generali degli eserciti. Per sconfiggerli occorre l’impegno solidale degli oppressi e degli sfruttati: i soli capaci di mettere fine all’oppressione, alla gerarchia, allo stato.

Il convegno nazionale della F.A.I. - Milano, 10-11 gennaio 2004

Compagne e compagni di Torino, Alessandria, Vercelli, Cuneo, Milano, Novate, Varese, Bergamo, Venezia, Trieste, Savona, Chiavari, Genova, La Spezia, Carrara, Livorno, Pisa, Reggio Emilia, Parma, Correggio, Val D’Enza, Bologna, Imola, Chieti, Roma, Napoli, Palermo.

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i politici ci temono
by Gio Friday, Oct. 15, 2004 at 10:18 AM mail:

Per conto mio hanno sequestrato indymedia xkè c temono non sanno come arginare la nostra rivolta, sanno solo reprimere l'informazione vogliono solo che arrivino le loro idee al popolo Hasta siempre...

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ma poi cosa 'AZZECCANO gli USA ?
by chemicalbit Friday, Oct. 15, 2004 at 10:46 AM mail:

io per es. non capisco perché in un ordine partito dall'Italia per un intervento nel Regno Unito debbano essere coinvolte autorità U.S.A. ...
Che c'entrano (anzi: che c'azzeccano, come si usa dire in politica :-) )
Nuova variante della proprietà triangolare tanto usata in matematica?

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dimenticavo ... (Voltaire)
by chemicalbit Friday, Oct. 15, 2004 at 10:58 AM mail:

Ho dimenticato di metterlo alla fine del mio commento precedente (scusate)

... "Non sono d'accordo con quello che dici,
... ma lottero` fino alla morte perche` tu possa
... continuare a dirlo"

... Voltaire, filosofo

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correzione effettuata
by admin Friday, Oct. 15, 2004 at 8:03 PM mail:


scusate il refuso e la tardica correzione, ma la segnalazione è arrivata in lista solo ora.
ciao

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Anarchia: e come?
by Doc Saturday, Oct. 16, 2004 at 4:14 PM mail:

Anarchia, ovvero autodeterminazione. L'idea non è male, il problema è che per essere realizzabile il mondo dovrebbe essere popolato da persone oneste e capaci di ragionare con la propria testa. Purtroppo è esattamente il contrario: il mondo è popolato da persone disoneste e che preferiscono farsi dire da altri ciò che devono pensare, per comodità e vigliaccheria.
Fare l'anarchico in Italia significa 99 volte su 100 fare lo "sballone", andare nei centri sociali a vomitare, spaccare qualche vetrina e poi a fine manifestazione andare a mangiarsi qualcosa da Mc Donald, azienda contro la quale 5 minuti prima ineggiavano slogan. Ovviamente, i media prendono la palla al balzo e propongono al pubblico questa identità ogni volta che possono, gettando discredito anche sulle poche persone serie che cercano di fare discorsi e lotte serie (condivisibili o meno, non sto dando un giudizio, ragiono in termini assoluti).
E' come dire: se tutti avessimo le ali (un livello di coscienza più elevato), non avremmo bisogno degli aerei (lo Stato, le Autorità, gli organismi di controllo e repressione). Certo, ma le ali non le abbiamo. Attenzione a non sopravvalutare l'umanità, non commettete MAI questo errore tragico. Chi sente di avere uno spirito diverso si ricordi sempre che è una mosca bianca, e che tutti cercheranno di schiacciarlo per paura, per diffidenza, per ignoranza, o perchè qualcuno gli dice di farlo. La gente non vuole l'anarchia, vuole fare la pecora nel gregge, c'è un così bel calduccio...
Un saluto
Doc

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Anarchia unica via!
by nazgul Sunday, Oct. 17, 2004 at 10:41 PM mail:

Caro Doc,
capisco e sono in parte d'accordo con cio' che dici, ovvero e' piu' comodo fare la pecora. Ma definire l'anarchia solamente autodeterminazione e' limitativo (almeno per me). Ogni anarchico ha la sua visione di anarchia e darne una generica e' impossibile. Concordo sul fatto che molti ragazzini di definiscono anarchici e dopo le manifestazioni vanno da McDonald a mangiare merda e conservanti...
Ma voglio dirti una cosa, e questo riguarda la visione utopica anarchica che delinei in cio' che hai scritto, L'ANARCHIA NON E' E NON E' MAI STATA PER TUTTI e solo per gli anarchici e niente piu'... compito mio in quanto anarchico e' aiutare gli altri a svegliarsi, i modi e i tempi sono personali.
Saluti a tutti

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Autarchia?
by Lev Trockj Saturday, Oct. 30, 2004 at 1:52 PM mail:

Guarda che l'autodeterminazione si dice "autarchia"... ed era n principio caro a Mussolini.... non ci contraddiciamo da soli per favore...
Viva Zapata!

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per doc
by precario Saturday, Oct. 30, 2004 at 2:19 PM mail:

Premetto che non sono anarchico, ma la tua visione degli anarchici è quella che certa stampa di destra vuol far credere.In realtà gli anarchici appartengono ad età differenti e la stragrande maggioranza non sono estremisti.
Il problema del pensiero anarchico è che è un pensiero più o meno sempre soggettivo, quasi moralista.La società vibe nel male, perchè la gente è cinica pensa al consumismo ecc.
In questo modo, non vi sarà mai un cambiamento reale.
Il pensiero anarchico ricorda il pensiero giacobino,incentrato su una rigenerazione immediata dell'umanità a partire dalle idee o dalla virtù.La storia ha purtroppo dimostrato che questo non è stato sufficente
e che senza una analisi delle condizioni materiali e dei rapporti di forza all'interno dei sistemi siano essi socialisti o capitalisti, non è possibile costruire un progetto di cambiamento reale.Non voglio dire che tutti gli anarchici la pensino così,non ho di queste pretese.L'Italia è bella perchè oltre ad essere il paese delle cento città,è il paese dove contrariamente a quello che sostiene il pensiero unico mediatico, ci sono centinaia di partiti e una miriade di posizioni politiche. Purtroppo fare delle generizzazioni,non aiuta a comprendere, ad esempio quando si afferma che agli operai non importa nulla del comunismo, che gli studenti pensano solo a loro, ecc.Questo oltre a non corrispondere alla realtà produce disfattismo.La stessa idea che ha spinto certi gruppi come l'Autonomia Operaia a dare valutazioni sbagliate sulla classe operaia.Non voglio generalizzare, ma se questo nuovo Movimento antiliberista dà molto fastidio al potere è perchè non è un Movimento estremista, e sta collocandosi alla sinistra di Rifondazione attraendo progressivamente un vasto settore di lavoratori, non solo di precari e studenti.Dunque questo Movimento, pur senza ancora un programma preciso,di un partito in grado di coordinare le lotte sociali e porsi come reale alternativa alla politica ulivista di Rifondazione, è un Movimento molto concreto nelle sue battaglie contro la guerra, a difesa degli immigrati, del pluralismo, dei salari e dei posti di lavoro di precari e lavoratori licenziati.

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