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Ennesima ondata repressiva in Sardegna |
15/07/2006 |
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Operazione Arcadia: arresti e perquisizioni
Una nuova ondata repressiva si abbatte sulla
Sardegna. Dopo gli
arresti e le perquisizioni dell'anno scorso, incentrate sul
movimento anarchico, dopo
gli arresti del
31 marzo scorso, stavolta è il turno dei comunisti e degli
indipendentisti. Con l'esecuzione
dell'operazione "Arcadia"
l'11 luglio scorso, guidata dalla Direzione Distrettuale Antiterrorismo di
Cagliari, nella persona del PM De Angelis, con la collaborazione
della DIGOS di Nuoro coadiuvata da quelle di tutta l'isola e
dall'UCIGOS di Roma, lo scorso 11 luglio sono stati arrestati 10
compagni
[1]
[2]
ed indagate e perquisite altre 44 persone di diversa
area politica: comunista, anarchica, democratica e progressista.
In pratica viene decapitata
"a Manca pro
s'Indipendentzia", organizzazione di cui fanno parte i dieci
arrestati più quasi tutti gli altri 44 indagati e perquisiti,
che dal 2004 si occupa delle tematiche inerenti alla "questione
sarda", in particolare lavorando per organizzare un'opposizione di
classe e anticolonialista nell'isola. In più vengono colpite
altre sigle come il sindacato
sardo CSS
(Confederazione Sindacale Sarda)
e iRS (Indipendentzia
Repùbrica de Sardigna). L'accusa per tutti è
associazione sovversiva finalizzata ad atti di terrorismo
(art. 270
bis C.P.), per i fatti che riguardano un arco di tempo che va dal
2002 al 2006, ovvero una serie di attentati compiuti nella loro
massima parte a Nuoro e a Olbia e rivendicati dai Nuclei Proletari per
il Comunismo (NPC) e da Organizzazione Indipendentista Rivolutzionaria
(OIR).
Tra gli attentati
figurano quelli del 27 settembre 2002 alla Confindustria e alla
Prefettura di Nuoro, quello a Berlusconi e Blair nell'agosto del 2004
a Porto Rotondo e allo Smaila's di Porto Quatu (OT) quello della
primavera 2005 contro la caserma della Brigata Sassari, nell'omonima
città, oltre a tutte le lettere minatorie spedite in questi
anni. È stata inoltre formulata l'accusa di apologia
sovversiva (art. 272 C.P., dichiarato illegittimo dalla Corte
Costituzionale nel '66 e recentemente abrogato!).
Questa operazione appare come un nuovo, prevedibile passaggio
del cosiddetto "teorema Pisanu". Infatti
l'ex Ministro
dell'Interno durante il suo mandato espresse pedantemente il suo
convincimento che
in Sardegna si fosse creata una centrale del terrore composta da
anarchici, indipendentisti e marxisti-leninisti, il cui unico collante
consisterebbe nello spargere il caos con bombe contro presunti
"obbiettivi sensibili" (come il locale di Umberto Smaila?).
Gli arrestati respingono però le accuse al mittente e si
chiamano fuori dagli attentati imputatigli. Due di loro per protesta
hanno iniziato uno sciopero della fame.
Subito è scattata
la solidarietà
da parte di tutto il movimento sardo, di alcuni partiti, dei centri
sociali italiani, di organizzazioni politiche estere e di alcuni
parlamentari del centrosinistra.
Iniziative
Comunicati e iniziative di "a Manca pro s'Indipendentzia"
Materiali
Solidarietà
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PERQUISIZIONI E ARRESTI |
23/05/2005 |
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Sardegna, un mare di... repressione!
E' in corso in Sardegna una operazione “contro gli anarco-insurrezionalisti”, condotta dai militari del Ros e
dagli uomini della Digos di Cagliari e coordinata dal Servizio Centrale Antiterrorismo della Direzione Centrale
della Polizia di Prevenzione.
Una cinquantina di perquisizioni sono state effettuate nell'isola e sette compagni del centro di
documentazione “Fraria” sono stati arrestati. Non si conoscono reati specifici addebitati a questi ultimi: sono
in manette, dunque, per una costruzione basata solo su reati associativi.
Il Fraria, secondo gli investigatori, «serviva da schermo per occultare pratiche illecite riferibili all'associazione
sovversiva» con finalità di terrorismo. All'interno del circolo sarebbe esistita una «struttura eversiva incentrata,
secondo gli schemi tipici dell'area anarco-insurrezionalista, sulla logica del gruppo di affinità, ovvero un nucleo
operativo su base territoriale e cementato dalla progettualità dell'azione diretta contro obiettivi comuni,
mediante attacchi non necessariamente correlati e concordati. Una metodica tipica dell’anarchismo».
L’accusa che viene mossa ai sette arrestati di Cagliari è di aver «promosso, costituito, organizzato, diretto e
finanziato o comunque partecipato ad un'associazione sovversiva, finalizzata al compimento di atti di
violenza, con finalità di terrorismo o di eversione dell'ordine democratico, nonchè attività di propaganda ed
apologia sovversiva».
Sabato 28 maggio a Cagliari manifestazione contro il carcere e la
repressione
- Comunicati del Fraria: [ 1 ] [ 2 ]
- Rassegna stampa: [ 1 ] [ 2 ] [ 3 ] [ 4 ] [ 5 ] [ 6 ]
- Solidarietà: [ 1 ] [ 2 ] [ 3 ]
- Contributi dal NW: [ 1 ] [ 2 ] [ 3 ]
- Blocco proiezioni della R.A.I. (Riproduzioni Audiovisive Indipendenti): Comunicato
Questo è solo l’ultimo episodio di una pesante campagna repressiva che da alcuni anni coinvolge la
Sardegna:
- Il 22 ottobre 2003,
a Cagliari, il sit-in in solidarieta' a Massimo Leonardi trasformatosi in corteo, si è concluso con
l'accerchiamento da parte della polizia e la successiva carica con caccia all'uomo.
Numerosi manifestanti sono stati picchiati e 12 sono stati i fermi, 4 dei quali trasformatisi in arresti.
Il processo si e' concluso dopo un anno, con condanne a 10, 8 e 7 mesi di reclusione e 1.500 Euro di
multa.
- Il 12 giugno 2004
sono stati arrestati a Quartu S. Elena (CA) tre compagni anarchici del circolo "Fraria" di Cagliari con l'accusa
di avere piazzato un ordigno incendiario nel comitato elettorale di Mauro Pili e Giorgio La Spisa (Forza
Italia).
Nel pomeriggio sono scattate le perquisizioni nella sede del "Fraria" e, con un decreto prefettizio, ne è stata
decisa la chiusura per 60 giorni (per questioni di ordine pubblico).
Il 10 agosto, alla soglia della scadenza dei 60 giorni, ne è stata decretata la proroga per altri 60 giorni.
Perquisizioni anche nelle case degli
arrestati e in quelle di altr* 7 compagn*.
- La notte fra il 12 e il 13 agosto a Sassari altri due anarchici sono stati fermati perché
portavano con sé bottiglie piene di benzina e un grembiule. Processati, sono stati successivamente
prosciolti.
- Il 16 sono state perquisite le case di 2 compagni, che si aggiungono agli altri indagati per i fatti di
Quartu.
- Mercoledi' 23 marzo 2005, a Cagliari, nel corso di un presidio davanti alla clinica psichiatrica per la
giornata di mobilitazione contro le istituzioni del controllo sociale indetta dall'Assemblea aperta contro
Psichiatria e il controllo sociale e' stata arrestata Michela, una compagna presente,
con l'accusa di resistenza e lesioni a pubblico ufficiale.
- Il 7 aprile i carabinieri hanno perquisito le
abitazioni di alcuni compagni di Sassari sequestrando il solito materiale "interessante" motivando con
gli articoli 110 (in concorso con altri) e 435 (detenzione e fabbricazione di materiale esplodente), in relazione
ai fatti "antecedenti e prossimi" al 5 aprile avvenuti a Sassari
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PROCESSO PER I FATTI DEL 22 OTTOBRE |
19/11/2004 |
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L'ultima udienza
Sabato 20 novembre si è tenuta l'ultima udienza del processo a Luisa, Massimo e Matteo, imputati per i disordini del 22 ottobre 2003 a Cagliari (vedi la ftr "Processato il diritto a manifestare", in basso). Dopo l'arringa finale della difesa è arrivata subito la sentenza.
Dopo un anno di processo, dopo un anno di accuse traballanti (lanciate in aula e riportate come verità da gran parte della stampa), gli avvocati dell'accusa e la parte civile hanno chiesto e ottenuto 10 mesi di reclusione per Massimo, 8 per Matteo, 7 per Luisa, e 1.500 Euro di multa (che, con notevole senso dell'ironia, verranno devoluti in beneficenza).
Questo non è solo un processo a tre persone e compagni: è un processo contro il dissenso, il banco di prova di una nuova stagione repressiva in Sardegna. Al convegno "Una rete socio-istituzionale per contrastare l'illegalità", tenutosi a Cagliari il 30 ottobre, il vicecapo della polizia Giuseppe Procaccini dichiarava: "Gli anarchici dell'isola? Li colpiremo tutti. E duramente", attraverso un'operazione coordinata fra forze dell'ordine e magistratura per riportare la situazione sotto controlla nell'isola.
Condannati Luisa, Massimo e Matteo
Resoconto dell'ultima udienza del 20 novembre
Reazioni alla sentenza [ 1 ] - [ 2 ] - [ 3 ]
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REPRESSIONE A CAGLIARI |
20/01/2004 |
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Processato il diritto a manifestare
Durante la manifestazione nazionale del 4 ottobre 2003 a Roma
(contro la Conferenza intergovernativa per la ratifica della Convenzione
europea) venne scoperto e allontanato un agente della Digos infiltrato
nel corteo. Dodici giorni dopo venne accusato del gesto e arrestato
Massimo
Leonardi, un giovane anarchico viterbese di origini sarde.
Numerose manifestazioni
di solidarietà sono state organizzate in tutta Italia;
a Cagliari il 22 ottobre è stato fatto un sit-in
che, trasformatosi in corteo, si è concluso con l'accerchiamento
da parte della polizia e la successiva carica
con caccia all'uomo per le viuzze del centro, sotto gli occhi
sbigottiti dei passanti.
Numerosi manifestanti sono stati picchiati e 12
di loro sono stati fermati. Per tutti si è proceduto
a schedatura, presa delle impronte digitali e foto segnaletiche.
Nella nottata, per Matteo, Luisa e Massimo il fermo si è
trasformato in arresto; intanto Fabrizio (cui poi spetterà
la stessa sorte) veniva piantonato in ospedale, dove era ricoverato
per le lesioni causate dal pestaggio dei poliziotti.
Oltre ad essere stati vittima dei brutali pestaggi della polizia,
i manifestanti sono stati preda di un linciaggio
mediatico che, nei giorni successivi, ha deformato e ingigantito
i fatti del 22 ottobre.
Il 13 gennaio 2004 c'è stata la prima
udienza del processo per Matteo, Luisa e Massimo, il cui arresto
è stato convertito in una denuncia a piede libero (il procedimento
di Fabrizio è stato invece stralciato e rinviato a data
da destinarsi), mentre la seconda
udienza, sempre con
i testi di accusa, si è svolta il 7
Aprile.
Resoconti udienze: [ 13
Gennaio | 7
Aprile | 23
Giugno | 15
Luglio | 30
Settembre| 16-17 novembre ]
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