Ebbene, il momento D’Alia è arrivato e manco ce ne siamo accorti. Per chi non sa ancora a cosa stiamo andando incontro, qui un’intervista abbastanza esaustiva del personaggio, qui e qui le repliche di chi con internet ci mangia e giustamente ora si lamenta. Per parte nostra, non possiamo che indignarci di fronte ai tentativi di censura della rete e di strumentalizzazione di quest’ultima per fini economici e politici.
A spaventarci ulteriormente giunge il ddl votato alla camera il 6 maggio scorso, di recepimento del trattato di PRUM, che prevede, tra le altre cose, la costituzione di una banca dati genetica con i DNA di tutti i trasgressori della legge, dai migranti irregolari agli attivisti politici, ancora una volta “sullo stesso barcone”.
Che dire? Non vi bastava ricattare i gestori dei principali server della rete per avere nostre notizie – ricordiamo che la privacy su internet non è praticamente mai garantita, a meno di non fare affidamento su gestori autonomi tipo A/I - , ora un semplice blocco stradale può permettervi di prendervi il nostro DNA, quindi informazioni proprio fisiche su noi e le nostre stirpi. A questo punto ci domandiamo: a quando la messa in circolazione di virus non letali che ci addomesticheranno ben benino su misura del patrimonio genetico di ciascuno di noi? State già pensando ad un modo tutto bio-tecnologico di guadagnare sui nostri DNA?
Qualunque cose decidiate di fare: resisteremo ad ogni attacco, dalla rete al corpo.