Per congratularci con i media mainstream e in particolare con “Il Mattino” per le menzogne e la cattiva informazione raccontata sulle vicende di Casapound…
Lunedì 19 ottobre ore 18.00 FUORI LA SEDE DE “IL MATTINO”
Per cominciare invece a mostrare il vero volto di questi “bravi ragazzi”, presentiamo di seguito l’ottimo documentario realizzato da una struttura studentesca appartenente alla Rete Antifascista e Antirazzista in seguito alle ripetute segnalazioni ricevute da parte dei mazzieri-camerati di Casapound:
Comunicato della rete Antirazzista e Antifascista
Oggi, mentre la città era sconvolta dalla notizia della morte del piccolo Elvis – il bimbo napoletano di origine capoverdiane morto per le esalazioni di un braciere acceso per vincere il freddo di questi giorni – una cinquantina di antifascisti/e si sono presentati alla sede del quotidiano “Il Mattino”. Per chi ha avuto lo stomaco di leggere gli articoli pubblicati dal quotidiano napoletano nell’ultimo mese sulla presenza dell’organizzazione neofascista Casa Pound a Materdei, non è difficile capire il perchè di questa visita.
Spiegarlo alla redazione, non è stato altrettanto facile: la “trattativa” per riuscire a parlare faccia a faccia con il caporedattore della sezione cronaca del giornale si è prolungata infatti per oltre un’ora.
Alla fine una delegazione è riuscita a salire in redazione per consegnare un “premio fedeltà” (foto in allegato) conquistato sul campo, visto il trattamento di favore riservato a Casa Pound dal quotidiano .
Cogliendo l’opportunità di confrontarci con i “giornalisti liberi” dell’editore-palazzinaro Caltagirone, abbiamo ribadito le ragioni della nostra visita a domicilio.
Ci siamo autoinvitati perchè siamo stufi che da un mese il quotidiano più diffuso nella nostra città faccia da ripetitore della voce di Casa Pound.
Perchè se Il Mattino vuole continuare a spacciare ai suoi lettori la favoletta del giornalismo libero, invece di riportare pedissequamente -come fatto nei pessimi articoli di Giuliana Covella -le favolette di Casa Pound, deve far semplicemente lasciar parlare la realtà dei fatti.
Ci siamo autoinvitati perchè “Il Mattino”ha omesso e mentito: a Casa Pound asserragliati nell’ex convento di Materdei, ci sono 15 neofascisti, razzisti, omofobi e sessisti, non bravi ragazzi da chiamare come fa la Covella per nome, come fossero gli ultimi usciti dalla casa del Grande Fratello.
Perchè a casa Pound c’è la figlia di un ex senatore della Repubblica di cui sono noti i legami con il Clan Misso e il convolgimento in numerosi fatti di sangue che hanno sconvolto la nostra città nei decenni scorsi. C’è uno studente universitario, ex responsabile giovanile di Fiamma Tricolore, che è stato riconosciuto come uno degli aggressori dello studente antifascista del margherita di Savoia picchiato da un branco di “fascisti del terzo millennio” la scorsa settimana.
i sono ospiti fissi alcuni camerati di Salerno, indagati per apologia di fascismo per aver iscenato l’impiccaggione di alcuni manichini-partigiani su cui erano vergate le stesse scritte ignominiose apposte dai nazisti e dei repubblichini di Salò sui cadaveri dei partigiani: banditi.
Ci siamo autoinvitati perchè la nostra voce, quella delle migliaia di lavoratori, studenti, disoccupati, immigrati che si sono mobilitati in decine di iniziative in quest’ultimo mese per cacciare i neofascisti dalla nostra città, si alza senza inviti, per necessità, senza sponsor ed editori compiacenti.
Perchè rifiutiamo il nauseabondo invito al dialogo con chi pratica quotidianamente razzismo, omofobia, sessismo, neofascismo, perchè rifiutiamo il solito, trito e ritrito, sgambetto dei media (Il Mattino compreso) degli opposti estremisti che in fondo in fondo si somigliano.
Noi non siamo come loro.
Dalle nostre piazza, dalle nostre facoltà, dai nostri posti occupati passa la costruzione di un mondo dove non c’è spazio per razzismo, sessismo e omofobia.
Dai loro covi partono aggressioni vigliacche e squadriste, ricerca di voti e consensi, la difesa dello status quo che tanto tranquillizza i giornali.
La difesa di questo mondo, il mondo in cui la morte del piccolo elvis è una “tragica fatalità” con cui riempire la cronaca cittadina…
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