Vi ricordate il collegato lavoro?

Un anno fa le Camere approvavano il Collegato Lavoro.

Una legge/sanatoria per le imprese che colpisce tutti precari.

Il suo scopo era quello di rendere impossibile l’impugnazione dei contratti atipici (che nella gran parte dei casi sono illegittimi) da parte dei precari, introducendo tempi strettissimi per far valere i loro diritti.

Una volta scaduto il contratto se non lo si impugna entro 60 giorni addio diritti e soldi.

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Precari nella scuola: San Precario fa il miracolo, la Gelmini no

All’epoca della brillante idea del Collegato Lavoro una delle categorie più colpite fu proprio quella dei precari della scuola e in particolare dei docenti: in fretta e furia infatti si dovevano reclamare i propri diritti, magari per anni di precariato (in alcuni casi decenni), per non correre il rischio di vederli scomparire in un grande buco nero creato dalla legge del Governo Berlusconi per nascondere i problemi.

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La Corte Costituzionale inaugura la stagione del dispotismo occidentale

Uninomade.org – 14 novembre 2011

Sui giornali non c’è traccia della notizia, ma il 9 novembre la Corte Costituzionale ha pubblicato una sentenza che suona come violenta aggressione ai diritti e alle aspettative dei precari. La questione riguarda la legittimità costituzionale dell’art. 32 Legge n. 183/2010, meglio nota come Collegato Lavoro o, con linguaggio più colorito, Ammazzaprecari. Oltre ad introdurre la tagliola temporale di soli 60 giorni per impugnare i contratti di lavoro instabili (a progetto, somministrati, a termine, partite iva e chi più ne ha più ne metta) l’art. 32 limita il risarcimento del danno, pone un tetto, così che i tempi lunghi del processo vengano posti a carico non delle imprese, ma dei soggetti deboli. Se occorrono tre anni per spuntarla l’impresa comunque non rischia mai più di un anno (precisamente da 2,5 a 12 mensilità, ridotte a sei in presenza dell’immancabile accordo sindacale. La sentenza rischia di essere uno tsunami per centinaia di precari stabilizzati delle Poste, della telecomunicazione, del trasporto, della logistica. Le sentenze precedenti infatti avevano riconosciuto tutte le retribuzioni perse e i precari stabilizzati, nel frattempo, hanno già incassato e speso i quattrini del risarcimento, pagandoci anche le imposte. Abbattendo i principi del vecchio stato liberale ora la Corte Costituzionale introduce il principio di retroattività per cui questi disgraziati si ritrovano, dopo anni, a vincere la causa ma a dover restituire venti, trenta, quarantamila euro (di cui un terzo già mangiati dalle imposte trattenute alla fonte); e sono migliaia di soggetti deboli in tutta Italia.

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Prorogati i termini d’impugnazione del collegato lavoro!


Con l’approvazione del decreto Mille Proroghe, che consente l’attuazione delle disposizioni della Finanziaria 2011 viene spostato dal 24 gennaio 2011
al 31 dicembre 2011 il termine per proporre l’impugnativa del licenziamento da parte dei lavoratori il cui contratto precario è cessato prima dell’entrata in vigore del collegato lavoro.
Il limite del 23 gennaio era contenuto nel cosiddetto Collegato Lavoro, ulteriore provvedimento governativo teso a limitare la possibilità di azione giuridica da parte dei lavoratori e a favorire così un’ulteriore precarizzazione del lavoro.

S.G.P. 2.0 Report: “Collegato lavoro, sciopero precario e organizzazione biosindacale”

Il workshop che si è svolto sulle tematiche del collegato lavoro, Punti San Precario e sciopero precario è andato in onda durante gli stati generali in forma ridotta. Una riduzione imputabile solo in parte al ritardo che si è accumulato nello svolgimento della due giorni. La verità infatti è che le tre tematiche in un modo o nell’altro sono state assorbite e in parte condivise dagli altri incontri. Le discussioni sia il sabato che la domenica sono stati vibranti e sono proseguite al di fuori dei workshop nelle stanze, nei corridoi, in cucina e nel bar trasformandosi in una sessione continua.

Il report sarà un po’ meno breve.

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