Area industriale di Mazzo, quanto costerà alla città la speculazione in nome di Expo 2015?

 

Sono passati quasi 6 mesi da quando nel dicembre del 2009 il sindaco di Rho Zucchetti aveva dichiarato per mezzo del quotidiano la Prealpina, che avrebbe smentito le bugie della Fornace sul numero di imprese e di lavoratori impiegati nell’area industriale di Mazzo, affidando ad una società esterna il compito di reperire i dati in discussione. Il Pgt proposto dal Sindaco e adottato in ottobre con voto di Giunta, prevede infatti che l’intera area industriale sia trasformata in area destinata ad alberghi, residenze e centri commerciali, mettendo così a rischio la prosecuzione dell’attività di centinaia di imprese e migliaia di posti di lavoro. In questi 6 mesi l’unica novità di rilievo è che oggi il Pgt è in alto mare, totalmente scomparso dall’agenda politica di una maggioranza ormai non più in grado di produrre alcun atto amministrativo. Ma nel frattempo gli imprenditori attivi nell’area industriale di Mazzo si sono riuniti in un Comitato, ovviamente finalizzato a rappresentare i loro interessi, e hanno incontrato il Sindaco. Ci domandiamo allora chi stia rappresentando gli interessi dei lavoratori di Mazzo e gli interessi della città, che evidentemente non coincidono né con quelli degli imprenditori, né con quelli del Sindaco cementificatore e soprattutto ci domandiamo perchè a distanza di 6 mesi ancora non è dato sapere quali siano gli esiti dello studio commissionato dal Sindaco, a chi sia stato affidato, quanto sia costato e quanti siano i lavoratori impiegati nelle imprese di Mazzo. Quello che era stato annunciato come un Pgt dall’iter trasparente e aperto al contributo di tutta la città è ormai avvolto nel mistero e la discussione pubblica è sparita per rinchiudersi nelle stanze private, dove il confronto avviene esclusivamente con chi è portatore di interessi parziali e particolari. Forse le bugie non le ha raccontate Fornace, ma il Sindaco, che tiene nascosti i dati per celare i possibili esiti di una operazione immobiliare speculativa che sulla spinta di Expo produrrà ancora una volta guadagni facili per i proprietari dei terreni e per la città opere inutili, disoccupazione e la chiusura degli esercizi commerciali esistenti.

 

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