DIFENDIAMO I BENI COMUNI, RIVENDICHIAMO FUTURO
Decenni di politiche neoliberiste hanno portato al collasso finanziario del sistema. I signori della finanza, padroni e speculatori stanno sferrando l’attacco finale a quel che di pubblico e di collettivo è rimasto (beni comuni, contratti, diritti, territori) per perpetrare profitti e la sopravvivenza di un sistema.
Tagli, privatizzazioni, beni comuni minacciati (alla faccia del referendum), precarietà, tariffe e tasse inasprite sulle classi popolari, sono le ricette per salvare l’Italia dal crack finanziario, dicono; ma in realtà vogliono solo salvaguardare i propri titoli in borsa e le loro valorizzazioni immobiliari, facendo pagare a noi i loro profitti!
Nell’Italia della crisi stridono le decine di miliardi di euro destinati a opere ed eventi affetti da gigantismo, che vivono di miti immaginari (progresso, futuro, velocità, opportunità) ma che in realtà devastano territori, casse pubbliche, democrazia, a vantaggio dei signori del cemento (trasversali agli schieramenti politici) e delle banche finanziatrici. Dalla Tav in Val Susa a Messina, passando per la Milano di Expo e la Roma Olimpica, senza dimenticare i miliardi di Brebemi, Pedemontana, Tem, Malpensa 3, e degli F35 a Novara e decine di altre opere ad alto impatto ambientale, sociale ed economico.
“Le casse sono vuote, bisogna tagliare e vendere” Così a Milano dice Tabacci, ma di rinuncia a Expo, non se ne parla, fa niente se succhia soldi che non ci sono e indebita il Comune ulteriormente. Expo 2015 è un lusso inutile che con la crisi diventa folle continuare a sostenere.
Dove troverà Pisapia i soldi per pagare le quote del Comune? Come farà Formigoni a pagare le infrastrutture? E il Governo dove prenderà 1,5 miliardi?
La generazione precaria, i territori che resistono alle nefandezze, il popolo dei beni comuni non è disposto a pagare e sacrificare il proprio futuro perché la giostra deve continuare a girare.
Basta TAV, Expo, autostrade, spese militari!
Vogliamo reddito, diritti, un futuro degno in città salubri e pubbliche!
Al fianco dei ribelli d’Europa, dalla Grecia a Londra, da Madrid a Susa, costruiamo anche a Milano un autunno di lotte e opposizione sociale alla crisi.
Verso lo sciopero precario e la giornata europea dell’indignazione del 15 ottobre.
Assemblea No Expo su questi contenuti: Mercoledì 7 settembre 2011, ore 21 presso il Centro Sociale Sos Fornace – Rho
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