Già pronto il vaccino per le speculazioni del post-Expo

 

Si chiama opposizione sociale l’antidoto all’ingordigia di affaristi e speculatori

Ieri sera una ventina di attivisti del centro sociale Sos Fornace hanno fatto visita al Consiglio comunale per consegnare un “vaccino” antispeculazioni a tutti i consiglieri comunali. I militanti del centro sociale che il Sindaco Romano vuole sgomberare, si sono presentati travestiti da task force antispeculazione, con tanto di tute bianche anticontaminazione e un kit contenente un volantino con alcune pastiglie a mo’ di farmaco.
Su uno striscione srotolato durante la serata è stato scritto “fermiamo le speculazioni”, il leit motiv che ha accompagnato tutti gli interventi al megafono durante la serata. E’ stato ribadito che il post Expo, lungi dall’essere un’opportunità, è semplicemente l’epilogo di una speculazione edilizia iniziata con l’assegnazione di Expo 2015 all’Italia: un’area agricola di 1 milione di mq che 10 anni dopo è destinata a diventare un nuovo quartiere di Milano. Le ricadute delle trasformazioni urbanistiche legate all’area Expo riguarderanno anche Rho e, in particolare, l’area di Pantanedo dove è situata l’ex MTM, i cui locali sono occupati dalla Fornace. l’MTM era un’azienda manifatturiera che produceva tessuti. E’ stata dismessa nel 2004 in attesa di più propizie opportunità di sviluppo immobiliare, arrivate con il PGT della giunta di centrosinistra. A inizio settembre le prime avvisaglie di sgombero. Complice anche la messa all’asta di un terreno di proprietà comunale adiacente la Fornace. Il Sindaco ha subito usato la giustificazione dell’amianto presente nella struttura dell’ex MTM per eseguire lo sgombero.
Rispetto a questo pretesto ci limitiamo a ricordare quanto già ribadito in passato:
1) La Fornace è situata in una palazzina con un tetto rivestito in eternit di circa 100mq la cui bonifica potrebbe essere effettuata in una settimana di lavoro e senza necessità di sgomberare il centro sociale, visto l’assoluto favore da parte del collettivo alla bonifica dell’amianto.
2) Nel compendio territoriale dov’è situata la Fornace si trova, appunto, l’ex MTM di ca. 9000 mq, con un tetto ricoperto in amianto. Di fianco, è ancora attiva la Nilit – almeno fino ad aprile stante ad un recente accordo sindacale – con un’estensione non molto diversa da quella dell’MTM. Ovviamente, il problema dell’amianto si pone negli stessi termini anche per le persone che vi lavorano.
3) Non si comprende, dunque, l’urgenza di uno sgombero previsto di qui a poche settimane considerato che non sarebbe risolutivo per la soluzione del problema, oltre al fatto che fino ad aprile la Nilit continuerebbe la propria attività.
L’impressione è che vi siano interessi economici, collegati al Post Expo, che si stanno muovendo su quell’area e che spingono per l’ennesima speculazione sull’area dismessa dell’ex MTM.
Anche se non ancora di pubblico dominio, riteniamo che vi sia un soggetto pronto a compiere l’operazione immobiliare e che abbia chiesto precise garanzie all’amministrazione comunale sullo sgombero. Il Sindaco, diligentemente, ha portato la questione all’attenzione del Comitato Provinciale per l’Ordine Pubblico e la Sicurezza.

 

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