#LottoMarzo a Rho: parata favolosa in Stazione per lo sciopero globale delle donne

 

Mercoledì 8 marzo 2017 – Sciopero globale delle donne
Contro la violenza maschile sulle donne, contro le violenze di genere
Rho – h. 17:00 @ Stazione FS
Parata favolosa alla Stazione di Rho (piazza Libertà)
Poi tutte in treno verso il corteo a Milano

LIBERE E AUTODETERMINATE DENTRO E CONTRO LA CITTA’ VETRINA

#LottoMarzoRho!

L’8 marzo le donne sciopereranno in 40 paesi in tutto il mondo.
Anche in Italia incroceremo le braccia interrompendo ogni attività produttiva e riproduttiva per protestare contro la violenza maschile sulle donne e tutte le forme di violenza di genere.

Ecco gli appuntamenti promossi a Rho da Spazio Donne ARCI Adua, Associazione di donne “Oltre lo spacchio” e SOS Fornace:

h. 11:00: Volantinaggio e interviste davanti al Consultorio familiare (via Martiri di Belfiore 12)

h. 14:30: Incontro e interviste con le donne migranti rhodensi (piazza Visconti ang. via De Amicis)

h. 17:00: Parata favolosa in Stazione FS (piazza Libertà)

Poi tutte in treno verso il corteo di Milano (h. 18:00 grattacielo Pirelli – piazza Duca d’Aosta)

Vedi gli altri appuntamenti di Lotto Marzo a Milano: Sciopero globale delle donne
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Leggi la feature di sosfornace.org su #LottoMarzoRho

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LIBERE E AUTODETERMINATE DENTRO E CONTRO LA CITTA’ VETRINA

#LOTTOMARZO E’ SCIOPERO DI GENERE
Scioperiamo la Città Vetrina del ricatto della precarietà, del lavoro pagato a voucher ne “Il Centro” di Arese e negli altri laboratori di sfruttamento sul nostro territorio. Scioperiamo contro il lavoro gratuito sperimentato con successo durante Expo 2015. Scioperiamo per rivendicare un reddito di base incondizionato come strumento di autodeterminazione, per resistere alla precarizzazione e all’intermittenza del lavoro così come per uscire dalle relazioni violente. Scioperiamo per smascherare disparità salariali, negazione sostanziale del diritto alla maternità, mobbing e molestie riservate alle donne. Scioperiamo per un salario minimo europeo contro la violenza economica quotidiana dei salari da fame. Scioperiamo per un welfare universale e non familistico che faccia della riproduzione della vita una questione non solo femminile ma sociale. Scioperiamo per liberare la vita dal lavoro, dalla mercificazione e dallo sfruttamento.

#LOTTOMARZO E’ SCIOPERO DAL GENERE
Intendiamo Lotto marzo anche come uno “sciopero dai generi”, per rivendicare la libertà e l’autonomia dei nostri corpi! La violenza eteropatriarcale si esprime infatti anche nell’imposizione di ruoli e comportamenti – immediatamente catturati dai dispositivi di valorizzazione capitalistica – definiti dal genere assegnato alla nascita. Una normatività oppressiva che vogliamo scioperare con la favolosità delle nostre identità mutanti. Perché la violenza di genere è anche la violenza del genere. Lotto marzo porteremo dunque la confusione, il caos, il sabotaggio e la destabilizzazione dei generi intesi come modelli binari stereotipati e preconfezionati su cui si fonda un ordine sociale ed economico ingiusto che vogliamo rovesciare.

#LOTTOMARZO A RHO E’ SCIOPERARE LA PAURA
Alla luccicante Città Vetrina delle cattedrali del consumo e dei profitti, fa da contraltare l’esistenza di una città che una interessata narrazione dipinge con le tinte fosche del degrado, del pericolo e dell’insicurezza. E’ il caso delle periferie e, al loro interno, di alcune zone peculiari: la Stazione di Rho, a poche centinaia di metri dal centro cittadino, è finita più volte in questi anni al centro di pressanti richieste di controllo e normalizzazione poliziesca e securitaria. All’intero di questa “città oscura” la donna non può che esser tratteggiata come una figura mansueta e timorosa, e quindi bisognosa di protezione e controllo maschile, riproducendo così uno schema tipicamente patriarcale. A questa retorica che produce “soggetti deboli” quando non semplici “oggetti”, risponderemo Lotto marzo invadendo la Stazione con la potenza della marea dei nostri corpi liberati, mettendo in sciopero una paura instillata ad arte per meglio controllarci. Non intendiamo delegare a maschi in divisa la nostra sicurezza, che invece è fatta di autodeterminazione, condivisione, messa in comune, prendersi cura l’una dell’altra. Le strade libere le fanno le donne che le attraversano.

 

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