Nella città vetrina di Expo 2015 un migliaio in corteo contro licenziamenti e speculazioni

 

Un migliaio di persone hanno partecipato oggi al corteo per dire no a licenziamenti e speculazioni nella città vetrina di Expo 2015. Al corteo erano presenti, con gli studenti, i lavoratori e le rappresentanze sindacali delle aziende del territorio che minacciano di chiudere in funzione degli interessi legati ad Expo: succede all’Alfa di Arese, dove Fiat da gennaio vuole trasferire a Torino i lavoratori rimasti, per dare spazio ad alberghi e centri commerciali sui 2 milioni di mq in cui vi erano i capannoni della storica fabbrica. Succede all’Eutelia di Pregnana, dove centinaia di impiegati rischiano il licenziamento, mentre la proprietà ha già prospettato alle istituzioni la volontà di trasformare la destinazione d’uso dell’area, dopo la chiusura dell’azienda. E succede a Mazzo, dove in una fase di profonda crisi economica è inammissibile che il Sindaco di Rho, Zucchetti abbia presentato un Piano di Governo del Territorio in cui trasforma quell’area industriale di 900.000 mq adiacenti alla Fiera di Rho e con centinaia di piccole aziende attive, per far sorgere alberghi e centri commerciali, sacrificando anche in questo caso migliaia di posti di lavoro. Il Comune di Rho, come le altre istituzioni, prima fra tutte Regione Lombardia, non possono essere complici del processo di desertificazione del tessuto produttivo, senza investire risorse nell’occupazione e nei servizi rivolti ai cittadini. Mentre si investono miliardi di euro per l’Expo 2015, continuiamo ad assistere a tagli all’istruzione, alla sanità, alla cultura da cui vengono di fatto tratte le risorse economiche per le grandi e inutili opere che devasteranno nei prossimi anni il territorio. Il corteo è terminato di fronte al Municipio di Rho, dove si sono richieste a gran voce le dimissioni del Sindaco Zucchetti, contro cui è stato presentato ieri un esposto per avere votato nella giunta comunale del 6 ottobre scorso una delibera che, adottando il PGT, trasforma alcuni terreni di sua proprietà da agricoli ad edificabili, tra cui quelli su cui vorrebbero far sorgere il Liceo Rebora, unica opera di interesse pubblico prevista dal documento di piano. Studenti e lavoratori hanno ribadito che il territorio è un bene comune non in vendita e nelle prossime settimane continueranno le mobilitazioni per fermare il PGT di Rho, per bloccare i licenziamenti, per avere sul territorio scuole, trasporti e servizi pubblici dignitosi.

 

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