Zucchetti cade, la Fornace r-esiste!

 

Nei giorni tra il 4 e il 5 gennaio si è aperta una nuova fase politica. Hanno tentato di cancellare la Fornace e hanno tentato di farlo in una fase politica di totale incertezza, in cui si era acuito lo scontro politico interno al centrodestra sulle questioni legate ad Expo 2015. Da una parte la lobby ciellina, il perno attorno a cui ruotano di volta in volta gli interessi personali degli esponenti politici locali, quelli dei poteri forti che devono speculare sul territorio (Bracco, Aglar, Euromilano, Fiera) e quelli di chi gestisce servizi pubblici privatizzati nel nome della sussidiarietà. Dall’altra, la parte del Pdl schiacciata dalla gestione lobbystica, autoritaria e antidemocratica di Zucchetti, esautorata dai livelli di partito più elevati (Podestà e La Russa), con cui Zucchetti aveva stretto un patto per chiudere il mandato. È all’interno di questo patto che è stato deciso lo sgombero del centro sociale Fornace. La bocciatura del Piano Alfa, la vertenza dei pendolari, quella dei lavoratori della Fiera e quella degli studenti del Rebora, hanno tutte impattato contro gli interessi e l’immagine della lobby ciellina.
A Rho negli ultimi due anni si sono aperte vertenze sentite e partecipate dalla gente. L’immaginario costruito su Expo si è sgretolato. L’idea della città vetrina scintillante, impatta con i diritti e la qualità della vita. E in questo impattare chi non ha un’idea precisa di come progettare il territorio in futuro, di come stare nella contraddizione tra i poteri forti e il consenso in città, si esprime sulle singole opere senza mai disegnare un quadro generale coerente. Per questo la caduta di Zucchetti e dei leghisti – se fosse dipeso da loro il sindaco sarebbe ancora sulla sua poltrona – è innanzitutto un risultato dell’azione politica di Fornace, che l’unico soggetto che ha attaccato i principi, il modello, i progetti e la gestione messa in atto da un sistema di potere.
Dallo sgombero, la Fornace esce più forte di prima. Dopo aver provato la repressione dei manganelli al mattino, cancellati per qualche ora, siamo riusciti a mettere in piedi un corteo con una partecipazione oltre ogni aspettativa, arrivando a prenderci un nuovo spazio la sera stessa.
E la caduta di Zucchetti il giorno dopo ha messo in relazione lo sgombero con gli affari della lobby ciellina che abbiamo sempre con forza denunciato. Così, nello scontro tra il centro sociale e il sindaco, tra il centro sociale e cielle, per una volta ha vinto in modo schiacciante il centro sociale. Per questo sentiamo tutti un grande entusiasmo, insieme al disagio di ricominciare da zero.

 

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