Contro la base nucleare USA
Dal 1972, il porto della base NATO dell'isola di Santo Stefano (arcipelago
di La Maddalena, Nord Sardegna) ospita permanentemente una nave appoggio-officina della marina
USA, che assiste i sommergibili a propulsione e armamento nucleare
dislocati nel Mediterraneo, ed ospita l'arsenale nucleare ad essi
destinato.
Nato da una serie di accordi
segreti firmati dal governo italiano, il "punto di approdo"
nucleare degli USA (come fu ufficialmente definito) si trova oggi all'interno di
uno dei maggiori parchi naturali
della Sardegna.
Per trent'anni la popolazione sarda ha invano
cercato di opporsi alla presenza militare statunitense. Ma i sottomarini
atomici hanno potuto navigare indisturbati, accompagnati da una lunga serie di
eventi sospetti protrattasi fino ad oggi: aumento della radioattività
della zona, contaminazioni
del mare, scorie nucleari sepolte, incidenti
tenuti segreti ([1], [2]), aumento dei
casi di tumore e di malformazioni neonatali.
Per trent'anni la presenza statunitense è cresciuta: sono aumentati
personale e armamenti, sono state scavate gallerie sotto
l'isola, e ammassati numerosi edifici prefabbricati e
abusivi sulla costa. Il "semplice" punto di approdo è stato
silenziosamente trasformato in una
vera e propria base nucleare, fuori dalla sovranità italiana,
controllata direttamente dal Pentagono, e dotata di un ruolo
centrale negli ultimi conflitti in Iraq. Nonostante questa
espansione, il piano di emergenza per evacuare la popolazione in caso di
incidente nucleare è stato sempre tenuto segreto (è trapelato solo poche
settimana fa).
E dopo trent'anni, l'ultima beffa: senza nemmeno chiedere un parere alle
popolazioni e agli enti locali, il ministro della difesa Antonio Martino
ha approvato una
proposta USA per l'espansione della "base" (sì, da qualche mese si tratta
ufficialmente di una "base"). Pochi giorni fa il presidente della Regione
Autonoma della Sardegna Italo Masala ha annunciato un accordo
stato-regione che, senza neppure entrare nel merito degli accordi
USA-Italia, di fatto svende la terra sarda
all'esercito statunitense.
Oltre a legalizzare l'attuale situazione di abusività, il progetto
avallato da stato e regione prevede una enorme colata di cemento che triplicherà la
cubatura delle costruzioni; già si prevedono nuovi edifici e depositi
per armamenti e scorie nucleari, nonchè l'arrivo di nuove truppe
e la moltiplicazione delle navi da guerra e dei sottomarini nucleari
ancorati ai moli sardi.
Negli ultimi mesi sono partite iniziative e proteste, contro la
base di La Maddalena e contro tutte le servitù militari, con una speranza:
un'altra Pratobello
è possibile.
PRINT "Speciale BASI MILITARI (La Maddalena) del 7 Febbraio 2004
Aggiornamenti
- Contaminazione da
Torio 234 (leggi il Rapporto
CRIIRAD), il carburante dei sommergibili atomici di stanza a La Maddalena, di circa 400 volte superiore
ai valori normali
- Interrogazione parlamentare del
deputato dei Verdi Mauro Bulgarelli
La storia della base USA
Dossier: «S. Stefano, La Maddalena: una base contro l'Europa»,
a cura di Salvatore Sanna. Disponibile su:
ReporterAssociati
(formato PDF);
PeaceLink
(formato HTML);
Indymedia
Italia.
Iniziative e proteste contro la base :
domenica 30 novembre 2003: corteo navale
di protesta di fronte alla base USA;
venerdì 19 dicembre 2003: manifestazione a
Sassari;
lunedi 19 gennaio 2004: sit-in di
protesta per l'accordo stato-regione;
venerdì 23 gennaio 2004: conferenza stampa del comitato spontaneo
"Firma sa bomba" (attualmente composto da Comitato gallurese no scorie, comitato sardo "Gettiamo le
basi", Sardigna
natzione): presentazione della raccolta firme per un referendum
popolare contro la base di La Maddalena;
martedì 27 gennaio 2004: resoconto del sit-in di
protesta di fronte al Consiglio regionale;
sabato 7 febbraio : il deputato verde Mauro Bulgarelli
a Cagliari per parlare della base di La Maddalena (Resoconti e Aggiornamenti)
sabato 21 febbraio : MANIFESTAZIONE CONTRO LA BASE A CAGLIARI
Precedenti feature su Indymedia:
- Giochi di guerra...
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