Continua la guerra contro il p2p
Si fanno più intensi e frequenti gli attacchi al Peer To Peer, la tecnologia diffusissima che permette di condividere file in formato digitale: l’abbiamo visto in Italia con l'inchiesta (a scopi quasi esclusivamente mediatici) contro Cucciolandia, negli Stati Uniti con il caso Grockster/Morpheus e ora lo vediamo anche in Australia con Kazaa.
Le accuse questa volta non raggiungono la gravità di quelle italiane (associazione a delinquere!), ma si fermano alla violazione delle leggi sul copyright. Secondo la corte federale australiana, proprio come è successo negli USA, i produttori di servizi di file sharing sono responsabili per l’uso illegale che ne fanno gli utenti.
Crolla così la comprovata "difesa Betamax".
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