La guerra degli sciacalli
Sciacalli: non ci sono altre parole per definire chi si è seduto al tavolo della Conferenza Internazionale sulla crisi tra Israele e Libano tenutasi il 26 luglio a Roma e ha di fatto approvato
l'invasione israeliana in Libano, che il 30 luglio ha deliberatamente abbattuto un rifugio a Cana, e continuato gli attacchi via terra.
A un Paese che stava lottando per uscire dalla guerra precedente (negli
ultimi anni stava avendo una crescita economica di tutto rispetto, il 4%) e che si sta rifiutando di accettare il conflitto, viene chiesto di restare nell'ombra. Per il disturbo vengono proposti aiuti umanitari che non arrivano. Un'altra scusa per poter continuare il gioco della guerra.
L'Italia, e un Governo che ha promesso ritiri bellici, in realtà non è capace neppure di fermare alcune operazioni commerciali, come avviene in Sardegna e a Crotone. Si candida invece ad essere la prima per una nuova Missione
Arcobaleno, nonostante
abbia da poco sottoscritto accordi
per l'interscambio di armi, la ricerca bellica e l'addestramento delle
forze armate con il governo israeliano.
In questo quadro, la Prefettura pisana dichiara di non essere
tenuta a conoscere alcun movimento
di armi e materiale bellico da Camp
Darby perchè il Governo e i Ministeri Competenti non sono tenuti in
ogni caso a dare informazione su tali operazioni essendo territorio
americano. Israele a Gaza
come in Libano
sta usando su chiunque
armi non convenzionali, per molto meno gli americani hanno raso al
suolo l'Iraq; per i danni di alcune di queste armi il
Governo italiano deve considerarsi coinvolto.
Beirut Indymedia
Indymedia Israele
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