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Lanci ANSA 29 Agosto 2001





G8: ANDREASSI, MOLTI POLITICI IN CORTEO, MA E' NORMALE
   (ANSA) - ROMA, 29 AGO - Al grande corteo del 21 luglio a
Genova ''c'erano molti politici, come del resto credo sia
normale in circostanze del genere''. Lo ha detto l'ex vicecapo
vicario della Polizia, Ansoino Andreassi, rispondendo ad un
componente del comitato parlamentare d'indagine sui fatti del
G8, a proposito della presenza di parlamentari durante le
manifestazioni.
   Parlando poi dei suoi contatti con ''politici intervenuti in
quei giorni alle manifestazioni'', Andreassi ha detto di aver
avuto solo un incontro con una delegazione in questura la sera
in cui mori' Carlo Giuliani. ''La delegazione - ha affermato
Andreassi - era capitanata dall' on.Cento, c'erano parlamentari
di Rifondazione ed esponenti dei Verdi. Commentammo, sulla base
delle prime notizie, quello che era successo. I parlamentari mi
mostrarono anche dei bossoli, che poi accertammo essere quelli
dei lancialacrimogeni utilizzati dai Carabinieri''.
   ''I miei contatti con politici a Genova - ha proseguito
Andreassi - si limitarono a questo, oltre alla visita dell' on.
Fini in questura, che duro' un quarto d'ora''. (ANSA) 29-AGO-01 10:56

G8: DOSSIER DEL GSF ALLA COMMISSIONE PARLAMENTARE D'INDAGINE
FORZE ORDINE ACCUSATE DI 'GESTIONE ORGANIZZATA DEL DISORDINE'
     (ANSA) - GENOVA, 29 AGO - Il Genoa Social Forum presentera'
alla Commissione parlamentare di indagine sui fatti del G8, in
occasione della prevista audizione di giovedi' 6 settembre, un
''accurato dossier in cui ricostruisce il percorso di
un'esperienza che ha saputo coalizzare oltre mille
organizzazioni non governative, di cui 150 straniere, i contatti
e i rapporti istituzionali, le iniziative e le manifestazioni di
Genova''.
   In risposta alle dichiarazioni rese ieri alla Camera da
esponenti del corpo di Polizia, il GSF, in un comunicato diffuso
oggi, ritiene che ''ci siano precise responsabilita' del Governo
e dei corpi dello Stato che dovevano garantire l'ordine pubblico
e la tutela dei diritti democratici durante il Vertice dei G8 di
Genova''. ''Inaccettabile'' viene inoltre definita la ''campagna
intimidatoria e persecutoria condotta nei confronti del
portavoce Vittorio Agnoletto, che tende a delegittimare un'
esperienza collettiva straordinaria''.
   Nel comunicato il GSF ricorda che ''il 20 e il 21 luglio si
e' trovato stretto tra le continue incursioni dei cosiddetti
black bloc e le cariche ingiustificate delle forze dell'ordine
che hanno coinvolto nella stragrande maggioranza dei casi
manifestanti non violenti e ha dimostrato un grande senso
responsabilita' nel gestire il pacifico corteo del 21 luglio,
che ha visto oltre 200 mila persone presenti in piazza, dopo che
la citta' era stata messa a ferro e fuoco e che era morto Carlo
Giuliani''.
   ''In quella situazione - prosegue la nota - il GSF ha fatto
il possibile per garantire lo svolgimento pacifico delle
manifestazioni, nell'assenza di un atteggiamento responsabile
delle forze dell'ordine, segnalando in piazza e agli organi
competenti numerose aggressioni''.
   Secondo il Gsf ''i responsabili nazionali e locali della
'gestione dell'ordine pubblico a Genova devono rispondere della
gestione organizzata del disordine: per le 5 ore di continue,
sistematiche aggressioni e distruzioni dei cosiddetti black
bloc; per le decine di episodi di pestaggi, vessazioni, violenze
fisiche e psicologiche perlopiu' ingiustificate inflitte in
piazza nelle due giornate; per la violazione del diritto alla
difesa e per le centinaia di fermi non convalidati in arresto;
per le omissioni di intervento in casi come quello dell'asilo di
Quarto; per le violenze e gli arbitrii dei blitz al dormitorio
della Pertini e al Media Center del GSF della Diaz/Pascoli; per
le sistematiche violazioni dei diritti e le violenze del lager
di Bolzaneto''.
   A proposito delle accuse di scarsa trasparenza sugli intenti
del GSF rivolte davanti alla Commissione parlamentare, il
coordinamento sottolinea ''la sua scelta pacifica e non violenta
contenuta nel Patto di lavoro iniziale'' e il fatto che ''le
autorita' di polizia, il Prefetto e l'Ufficio di Missione del
Governo conoscevano nei particolari l'articolazione, le
modalita' e i luoghi delle manifestazioni''. Nel comunicato
inoltre si ricordano i ''quattro incontri formali che hanno
coinvolto a Genova Prefetto, Questore ed enti locali, a due dei
quali era presente il capo della Polizia De Gennaro, una serie
di altri incontri informali sempre a Genova nei giorni
immediatamente precedenti alle manifestazioni e due incontri a
Roma con rappresentanti dei Governi in carica in cui sono stati
dichiarati gli obiettivi e le intenzioni del GSF''.(ANSA) 29-AGO-01 13:21

G8: ANDREASSI, E' VERO IL TUSCANIA SBAGLIO' STRADA
   (ANSA) - ROMA, 29 AGO - ''E' vero. Noi chiedemmo l'intervento
di un contingente, e venne individuato il battaglione
carabinieri 'Tuscania'. Ma sbagliarono strada''. Lo ha detto
l'ex vicecapo vicario della polizia, Ansoino Andreassi,
confermando davanti al comitato parlamentare di indagini sugli
incidenti del G8, una notizia pubblicata oggi dal quotidiano
''Il Secolo XIX''.
   ''Il battaglione Tuscania - ha detto Andreassi - era presente
e, a un certo punto, ne fu richiesto l'impiego, ma l'intervento
fu tardivo perche' ci fu un errore... sbagliarono strada,
insomma''. Su questo argomento, ha comunque precisato l'ex
vicecapo vicario della polizia, ''potra' riferire meglio, se
ritiene, il comandante generale dell'Arma''.(ANSA) 29-AGO-01 12:58

G8: SECOLO XIX, TUSCANIA FU OSTACOLATO DAI CONTAINERS
(V.'G8: ANDREASSI, E' VERO IL TUSCANIA...' DELLE ORE 13.02)
   (ANSA) - GENOVA, 29 AGO - ''Il primo intervento dei 120
carabinieri del reggimento Tuscania, durante il G8 di Genova,
nel primo dei due giorni di scontri, non e' andato a segno''.
Perche', ''guidati in modo inefficace dalla centrale radio della
questura, sbagliarono strada''. E' quanto afferma oggi 'Il
Secolo XIX' in una sua inchiesta sulle forze di polizia che
parteciparono al G8 di Genova.
   ''Forse senza quel contrattempo - scrive il giornalista Marco
Menduni - i due giorni di follia devastatrice che hanno
contrappuntato il summit dei Grandi sarebbero stati diversi''.
Secondo la ricostruzione fatta dal 'Secolo XIX' il ritardo dei
carabinieri fu infatti di circa 20 minuti, troppi per impedire
ai black bloc di devastare la zona di Tommaseo, nelle cui
vicinanze, nel pomeriggio, sarebbe morto Carlo Giuliani durante
l' assalto ad un ''defender'' dei carabinieri.
   L' episodio dell' errata indicazione toponomastica al
reggimento risale alla mattina del 20 luglio, quando all'
incrocio tra corso Buenos Aires e corso Torino ''i black bloc
avevano predisposto le loro armi: tubi innocenti, sassi''. Poi
all' improvviso fu sferrato l' attacco in cui vennero infrante
le vetrate blindate del Credito italiano. Dalla questura si
decise di inviare proprio i carabinieri del Tuscania, un corpo
scelto, preparato anche in vista del G8.
   ''I militari escono dalla cittadella delle forze dell' ordine
alla Fiera del Mare - scrive 'Il Secolo XIX' -; poche centinaia
di metri li dividono dall' obiettivo. Cinque minuti a piedi.
Invece i blindati escono in una citta' sconosciuta. Resa ancora
piu' ostile dalle centinaia di contaniers che hanno modificato
la topografia del quartiere della Foce''.    ''Cosi' - prosegue
la ricostruzione del quotidiano genovese - in una selva di
acciaio e di strade sbarrate, condotti in maniera imprecisa via
etere, i carabinieri del Tuscania non vanno a segno''.
   Quando arrivarono a Tommaseo le tute nere avevano gia' eretto
barricate, incendiato copertoni sul selciato, invaso la
carreggiata con cassonetti e campane.(ANSA) 29-AGO-01 14:28

G8: TESTIMONE, QUEL GIORNO SIAMO CADUTI IN UNA TRAPPOLA
   (ANSA) - ROMA, 29 AGO - ''Una trappola'': cosi' Danilo
Mollicone, il testimone degli incidenti del 20 luglio a Genova,
quando e' morto Carlo Giuliani, definisce quanto e' successo
quel giorno, riferendo di ''un pugno di carabinieri lasciati
soli, dopo le prime cariche con gli autoblindo lanciati a freddo
contro il corteo pacifico''.
  Una testimonianza la sua che ''Il Diario'' pubblichera'
integralmente venerdi' prossimo.
   ''Alle 15,30 - scrive Mollicone - il corteo parte dallo
Stadio, siamo una folla incredibile, venti, trenta mila. Lungo
il percorso si iniziano a vedere macchine bruciate durante la
mattina, ci domandiamo cosa sia successo. Noi eravamo tutti allo
stadio, piu' si va avanti e piu' si vede la distruzione senza
alcun segno di battaglia con la polizia, niente pietre per
terra, ne' candelotti, solo vetrine infrante e auto bruciate:
qualcuno per tutta la mattinata era stato libero di fare quello
che voleva per Genova e sopratutto nei luoghi dove poi ci
sarebbero state le manifestazioni del Genoa Social Forum''.
  ''Il corteo dei 'disobbedienti' e' cosi' incosciente che non
riesce ad avvertire la trappola - sottolinea il testimone -.
Persone navigate che a causa dell' allegria di ritrovarsi cosi'
in tanti in quella atmosfera di festa e di paura erano
totalmente incapaci di vedere e immaginare quello che stava per
succedere. In un budello di via Tolemaide, nel tratto compreso
tra corso Torino e via Caserigs, dove tutti ci eravamo un po'
stretti per passare, a un certo punto iniziamo a sentire dei
colpi senza pero' vedere nessun poliziotto o carabiniere. All'
interno del corteo, lanciato da piu' punti, iniziano a cadere
decine e decine di lacrimogeni urticanti. A quel punto da dietro
l' angolo di corso Torino posto a meno di cento metri piu'
avanti, parte una carica di carabinieri. In pochi secondi parte
una seconda carica, questa volta di autoblindo. Arrivano a folle
velocita' contro gli scudi sorretti ancora da persone in grande
difficolta' per i gas. Nel corteo c'e' il panico, qualcuno e'
stato investito, i feriti vengono portati a spalla nelle
retrovie. Casarini invita i carabinieri a fermarsi, e ordina ai
manifestanti di non reagire. Il corteo retrocede, ma gli
autoblindo continuano a caricare selvaggiamente''.
   Mollicone continua a raccontare il durissimo scontro tra i
manifestanti, che reagiscono alle cariche, e i carabinieri,
sempre lo stesso gruppo, che indietreggiano e che, scrive ancora
il testimone, ''sono ormai barricati in via Tommaso Invrea.
Sempre quel gruppo di carabinieri, totalmente fuori da qualsiasi
ragione, lascia le barricate e si lancia in una nuova carica.
Questa volta con loro ci sono solo due Land Rover, le autoblindo
sono ormai sparite, semidistrutte. Quei carabinieri che tremano
non mettono paura a nessuno e anzi la loro arroganza di tentare
ancora di investire qualcuno con un mezzo provoca l' ennesima e
ultima reazione. I carabinieri neanche si fermano per tenere la
posizione, si ritirano e basta, lasciando ancora una volta sole
le due Land Rover. Il resto per fortuna io non l' ho visto, ma
l' abbiamo visto tutti in televisione''. Dopo pochi minuti una
delle Land Rover si sarebbe bloccata, e ci sarebbe stato lo
scontro in cui sarebbe morto Carlo Giuliani. (ANSA) 29-AGO-01 19:12

G8:MORTE GIULIANI;TESTIMONIANZE ANONIME,PROCURA ATTENDE/ANSA
   (ANSA) - GENOVA, 29 AGO - Si moltiplicano le testimonianze di
manifestanti che raccontano ai giornali, anonimamente, di essere
stati presenti e aver partecipato all' aggressione del Defender
dei carabinieri dal quale e' partito il colpo che ha ucciso
Carlo Giuliani. Ma in Procura il pm Silvio Franz avrebbe atteso
invano oggi che si presentasse qualcuno a testimoniare.
   Chi si trovava in piazza Alimonda e ha aggredito il mezzo dei
carabinieri potrebbe essere automaticamente indagato con l'
accusa di tentato omicidio nei confronti dei militari.
   In piazza Alimonda, il pomeriggio di venerdi' 20 luglio,
intorno alle 17, sarebbero state presenti una ventina di
manifestanti. Il Defender sarebbe rimasto isolato tra i ragazzi,
molti a volto coperto, mentre cercava di raggiungere l' ospedale
San Martino: i carabinieri che erano a bordo infatti pare
fossero rimasti intossicati dai gas lacrimogeni.
   ''Non capivo cosa stava succedendo, c' era l' inferno in
quelle strade'' ha raccontato ad un giornale un commerciante
trentenne che ''confessa'' di essere la persona che nelle foto
si vede aggredire il Defender con una trave. ''Eravamo finiti in
piazza dopo una serie di cariche e scontri durissimi'' spiega.
   Nei giorni scorsi, altre testimonianze erano state pubblicate
su diversi giornali.
   ''Ho assistito personalmente - ha raccontato Ugo nel numero
monografico di ''Diario'' dedicato al G8 - a quello che e'
successo subito dopo la morte di Carlo Giuliani: un fotografo
che per primo ha fatto le foto al corpo e' stato selvaggiamente
picchiato dalle forze dell' ordine eppure aveva un regolare
giubbotto verde, la gente dalle finestre urlava di lasciarlo
stare...ancora giu' botte''.
   Quel fotografo, Eligio Paoni, dell' agenzia ''Contrasto'', e'
stato ascoltato come testimone ieri dal pm Silvio Franz titolare
dell' inchiesta sull' aggressione al Defender dei carabinieri e
sulla morte di Carlo Giuliani.
   Paoni non ha ancora presentato denuncia per le lesioni
riportate, una ferita alla testa, trauma cranico e la frattura
di una mano. ''Dopo quello che mi e' successo a Genova - ha
raccontato il fotografo affidando la sua testimonianza al sito
della Federazione Nazionale della Stampa e a quello di Reporter
senza frontiere - provo un grande senso di paura, di terrore a
tornare a fare il mio lavoro in Italia, una sensazione simile
non ricordo di averla mai provata neanche quando mi hanno
puntato un mitra alla testa in Somalia''.
   Ha invece fornito la sua testimonianza al pm Danilo
Mollicone, ricercatore in un' azienda italiana. ''Il ragazzo
ucciso l' ho visto al mio fianco piu' volte - ha raccontato -
all' inizio aveva una protezione in gommapiuma che durante gli
scontri si era tolto''. Il giovane e' stato rintracciato
attraverso la testimonianza inviata a ''Il Diario'' sulla sua
esperienza al G8.
   ''Io, nonostante la violenza delle cariche, non sono riuscito
a far altro che rilanciare indietro i lacrimogeni - ha
raccontato -, altri hanno attaccato i mezzi con pietre,
bottiglie o mazze. E' vero, la nostra disobbedienza civile non
violenta e' durata poco, e' bastato il terrore della morte, l'
arroganza di un gruppo di stupidi giovani carabinieri, la
consapevolezza che quell' attacco era cosi' sfrontatamente
violento perche' sapevano di trovarsi di fronte a gente
disarmata e pacifica, che tutto e' finito, la gioia, l'
incoscienza, la vita di un ragazzo''.(ANSA) 29-AGO-01 19:43









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Pubblicato su: 2005-07-05 (725 letture)

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