A 7 mesi da uno sgombero attuato “a tutela della salute pubblica”, della bonifica dell’amianto nemmeno l’ombra
Sono passati 7 mesi dallo sgombero della sede di via Moscova del Centro Sociale Fornace. Uno sgombero che il Sindaco di Rho Romano aveva richiesto alcuni mesi prima al Comitato per l’ordine e la sicurezza, presieduto dal Prefetto di Milano, per consentire la rimozione dell’amianto dal tetto dell’edificio.
Lo stesso Romano, incalzato durante un’iniziativa sul post Expo nel settembre del 2017, aveva dichiarato che la richiesta di sgombero era stata determinata da “un problema relativo alla presenza di amianto sul tetto dell’edificio, ragion per cui è necessario intervenire a tutela della salute pubblica. La proprietà è pronta a bonificare tutto l’immobile dall’amianto, ma non potrà farlo fino a quando Fornace continuerà ad occuparlo. Per questo Fornace dovrà lasciare quell’immobile non potendo certo consentire che si metta a repentaglio la salute dei cittadini”.
Dal 13 febbraio ad oggi, dopo 7 mesi che l’immobile è stato restituito alla proprietà, dell’inizio dei lavori di bonifica non si vede nemmeno l’ombra. Eppure il Sindaco, che dovrebbe essere il primo garante della salute dei cittadini, ha deciso di agire contro Fornace con la forza per risolvere il problema. E allora perché ad oggi i lavori non sono nemmeno iniziati? E se la responsabilità fosse della proprietà, perché il Sindaco non agisce con altrettanta forza e determinazione per imporre la bonifica, da essa stessa auspicata?
Nello scorso autunno abbiamo in più occasioni sottolineato che il tema dell’amianto fosse una scusa accampata dal Sindaco per forzare il Prefetto ad eseguire lo sgombero. E dietro la mancata rimozione dell’amianto, potrebbe esserci proprio il fatto che su quell’area c’è un interesse economico speculativo, per cui la proprietà rimuoverà l’amianto solo quando sarà approvato il piano integrato che è il vero motore di questa strana e inusuale attenzione verso la salute dei cittadini.
Non a caso il Comune di Rho aveva messo all’asta lo scorso autunno una striscia di terra della larghezza di una decina di metri, situata proprio di fronte al centro sociale Fornace, che nessuno avrebbe mai interesse di acquisire, se non in un’ottica di trasformazione urbanistica dell’intera area.
Attendiamo dunque risposte dal Sindaco Romano, risposte che se non vuole dare a noi, dovrebbe comunque almeno dare ai cittadini, la cui salute a detta sua sarebbe in pericolo, e al Prefetto di Milano, che è intervenuto proprio per tutelarla.