Veleni nascosti sotto le aree destinate all’Expo Il Comune ammette: ora serve una bonifica

Ancora da chiarire quale sia la profondità e l’estensione delle zone soggette a inquinamento. La denuncia era stata presentata già a novembre nei documenti del comitato anti-rassegna

Expo 2015
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Milano, 7 giugno 2011 -  «Se non si vogliono avvelenare gli ospiti dell’Esposizione Universale, ci sembra opportuno realizzare una bonifica dell’area». Così scriveva il Comitato No Expo il 17 novembre nel documento presentato al comune di Milano con le osservazioni all’Accordo di Programma per la realizzazione dell’Expo 2015. Il loro era un timore. Un’osservazione basata sul fatto che l’area dove sorgeranno i padiglioni, le grandi vie d’acqua e il grande orto botanico sono adiacenti all’area della nuova Fiera, dove per decenni è stata attiva la raffineria Agip.

Mentre l’area espositiva è stata bonificata, quella intorno non è mai stata toccata. Da qui il sospetto. Nelle scorse ore la conferma: l’area dell’Expo è inquinata. La risposta data dal comune di Milano al Comitato No Expo recita: «Al fine di procedere alla verifica di suolo, sottosuolo ed acque di falda del sito, nel maggio 2010 è stato predisposto un piano d’indagine ambientale preliminare, parzialmente eseguito nei mesi di novembre e dicembre 2010. Poiché dai primi risultati è emersa la presenza di alcuni superamenti delle concentrazioni soglia di contaminazione, per la destinazione d’uso futura è in fase di predisposizione il piano di caratterizzazione».
Nella risposta non si fa riferimento al tipo di inquinamento, a profondità e estensione dell’area interessata, ma si ammette che i terreni in parte destinati al verde, i terreni ogni Paese avrà il proprio padiglione, sono inquinati e si parla della necessità di un’indagine ambientale minuziosa per capire cosa c’è sotto. Altro che poltrone da assegnare, o business immobiliari sui terreni, la macchina dell’Expo e il Comune di Milano dovranno affrontare il problema dell’inquinamento dell’area prima di aprire i cantieri.

 

«E’ evidente che se una parte dell’area Expo necessitasse di una bonifica, ciò avrebbe una notevole incidenza sui tempi e sui costi di realizzazione del sito Expo e si aprirebbe un ulteriore problema con i proprietari delle aree sugli oneri della bonifica e sul valore commerciale di acquisizione delle stesse – spiegano Andrea Savi e Andrea Papoff, del Comitato No Expo, primi firmatari dell’osservazione – ci sorprende che dopo anni passati a litigare per le poltrone dei consigli di amministrazione veniamo a sapere a poche settimane dalla discussione nei consigli comunali sulla variante urbanistica di Expo e a pochi giorni dalla chiusura definitiva della partita di acquisizione dell’area, che stiamo parlando di terreni contaminati e lo veniamo a sapere solo perché il Comune di Milano ha dovuto rispondere ad una precisa osservazione in merito». In attesa delle risposte dal Comune di Milano sulle questioni sollevate il Comitato ha organizzato il “No Expo Climate Camp” dal 17 al 19 giugno, a Milano, in cui si riuniranno tutte le organizzazioni che hanno a cuore il destino futuro dell’ambiente e del territorio milanese.

di Roberta Rampini

link: http://www.ilgiorno.it/milano/cronaca/2011/06/07/519845-veleni_nascosti_sotto_aree_destinate_expo.shtml

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Posted: June 8th, 2011 | Author: admin | Filed under: Rassegna stampa | No Comments »

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