CORTEO CITTADINO

data: 
Sabato, Gennaio 28, 2017 - 15:00

La città di sotto è antirazzista e lotta contro sfratti e sgomberi. Basta case vuote e gente senza casa!

Sabato 28 gennaio 2017

ore 15 corteo da Piazza Vittorio

Per non assistere in silenzio a sfratti e sgomberi. O a scene come a San Basilio o Montecucco, dove la destra xenofoba in cerca di voti soffia sul fuoco che alimenta un’inaccettabile guerra tra poveri. Quella stessa destra che sabato prossimo manifesterà verso palazzo Chigi con parole d’ordine come “prima gli italiani” e “rafforzare la difesa dei confini dall’invasione straniera”.
Per non far sparire le 70 famiglie sgomberate venerdì 20 gennaio a Colle Monfortani da un ingente e spropositato spiegamento di forze dell’ordine.
Per non tollerare l’eccessiva e brutale reazione repressiva nei confronti di chi ha provato a resistere allo sgombero e di chi, in solidarietà con le famiglie messe in strada sulla Prenestina e dopo aver difeso un’anziana signora dallo sfratto dall’alloggio popolare dove vive da anni, ha manifestato sulla via Tiburtina con rabbia e determinazione.
Per chiedere una soluzione definitiva per chi vive negli alloggi popolari e viene minacciato di sgombero perché considerato senza titolo, pur avendo i requisiti stabiliti dalla legge per l’accesso all’edilizia residenziale pubblica.
Per dare una prospettiva a coloro che vivono nei residence e rischiano di finire in strada per la scellerata gestione dei bonus e la scandalosa relazione che sembra non finire mai tra i proprietari degli stabili e l’amministrazione comunale.
Per la chiusura dei campi Rom e l’avvio di un piano non basato sulla gestione dell’emergenza ma sulla individuazione di strumenti e soluzioni abitative valide.
Per non accettare supinamente lo scandalo delle truffe, degli sgomberi e dei pignoramenti nei piani di zona, dove decine di acquirenti rischiano di essere cacciati dalle abitazioni dove vivono dopo essersi caricati sulle spalle la spesa di un mutuo.
Per impedire che le questioni sociali e i diritti si trasformino sempre più in una mera gestione dell’ordine pubblico e in un controllo sempre più stretto sul disagio e sulla povertà, con il rischio che in città invece di ripristinare un welfare di prossimità prevalga una svolta securitaria tesa più alla sorveglianza del malessere che alla sua soluzione.
Per non lasciare le periferie romane nelle mani di una facile propaganda razzista, dove il nemico non è chi ci toglie i diritti e rende sempre più precaria la nostra vita, ma chi parla una lingua diversa o ha il colore differente della pelle. Le divisioni e le tensioni prodotte da slogan violenti di stampo fascista non appartengono alle lotte e alla storia di questa città.
L’emergenza abitativa dilagante e l’assoluta mancanza di una programmazione sostenuta da risorse serie dimostrano come il tema casa non sia tra le priorità dell’amministrazione comunale, e infatti non esiste ancora una delega specifica in materia.

Un lassismo che genera anche un eccessivo potere dei funzionari del dipartimento politiche abitative che stanno interpretando il loro compito in modo burocratico, quasi poliziesco.

Nemmeno il promesso superamento della cosiddetta delibera Tronca di attuazione della Delibera regionale sull’emergenza abitativa è ancora avvenuto e questo determina una stagnazione e un mancato utilizzo di uno strumento importante e con risorse certe appostate sopra.

Con forza e determinazione costringiamo le amministrazioni regionali e comunali ad un confronto con la città che sia produttivo. Con risorse certe e una programmazione delle politiche abitative adeguata all’emergenza attuale. Per una vera discontinuità con il passato e per liberarsi dal ricatto dei costruttori. Per riusare il costruito pubblico e privato. Per fermare l’arrivo di nuovo cemento inutile.

LA CITTA’ DI SOTTO CERCA CASA

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