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1991 – 2011, TEMPO CHE NON RITORNA

318370_265385620156982_208993599129518_1023934_543480_nTempo di anniversari tondi tondi: l’agosto 1991 ed il crollo dell’URSS…

Quanto accaduto nell’ultimo ventennio, in Europa e nel libero Occidente: guerre, ondate xenofobe, picconamento sistematico dello Stato sociale, perdita dei diritti sui luoghi di lavoro, privatizzazioni dei saperi e dei servizi, finanziarizzazione dell’economia -e chi più ne ha più ne metta- impongono a ciò che resta del movimento antagonista riflessioni di tipo nuovo sulle esperienze novecentesche. La critica, giusta, ad un sistema sociale imperfetto, quello dei cosiddetti “socialismi reali”, non può essere quella mossa, nei vent’anni trascorsi, a partire dal punto di vista della borghesia liberale.
Il socialismo ufficiale l’ha fatto, abbracciando la causa del falso pacifismo, dell’innocua non-violenza, della democrazia per delega, del liberismo.

Una voce fuori dal coro, sugli avvenimenti di quei giorni, l’autodifesa di un personaggio controverso: il presidente Erich Honecher:

“Io ho speso la mia esistenza per la RDT. Dal maggio 1971 soprattutto ho avuto una responsabilità rilevante per la sua storia. Io sono perciò parte in causa e oltre a ciò indebolito per l’età e la malattia. E tuttavia, giunto alla fine della mia vita, ho la certezza che la RDT non è stata costituita invano. Essa ha rappresentato un segno che il socialismo è possibile e che è migliore del capitalismo. Si è trattato di un esperimento che è fallito. Ma per un esperimento fallito l’umanità non ha mai abbandonato la ricerca di nuove conoscenze e nuove vie. Bisognerà ora analizzare le ragioni per cui l’esperimento è fallito. Sicuramente ciò è accaduto anche perchè noi; voglio dire i responsabili in tutti i paesi socialisti europei; abbiamo commesso errori che potevano essere evitati. Sicuramente è fallito in Germania tra l’altro anche perchè i cittadini della RDT, come altri tedeschi prima di loro, hanno compiuto una scelta sbagliata e perché i nostri avversari erano ancora troppo potenti. Le esperienze storiche della RDT, insieme a quelle degli altri paesi ex socialisti, saranno utili a milioni di uomini nei paesi socialisti ancora esistenti e serviranno al mondo futuro. Chi si è impegnato con i! proprio lavoro e con la propria vita per la RDT non ha vissuto invano. Un numero sempre maggiore di persone dell’est si renderanno conto che le condizioni di vita della RDT li avevano deformati assai meno di quanto la gente dell’ovest non sia deformata dall’economia di mercato e che nei nidi, negli asili e nelle scuole i bambini della RDT crescevano più spensierati, più felici, più istruiti, più liberi dei bambini delle strade e delle piazze dominate dalla violenza della RFT. I malati si renderanno conto che nel sistema sanitario della RDT, nonostante le arretratezze tecniche, erano dei pazienti e non oggetti commerciali del marketing dei medici. Gli artisti comprenderanno che la censura, vera o presunta, della RDT non poteva recare all’arte i danni prodotti dalla censura del mercato. I cittadini constateranno che anche sommando la burocrazia della RDT e la caccia alle merci scarse non c’era bisogno che sacrificassero tutto il tempo libero che devono sacrificare ora alla burocrazia della RFT. Gli operai e i contadini si renderanno conto che la RFT è lo Stato degli imprenditori (cioè dei capitalisti) e che non a caso la RDT si chiamava Stato degli operai e dei contadini. Le donne daranno maggior valore, nella nuova situazione, alla parità e al diritto di decidere sul proprio corpo di cui godevano nella RDT”.

Il testo integrale: http://www.resistenze.org/sito/te/cu/st/cust9l29-005630.htm

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