Pubblicazioni – Aò the Festival Report 2009

13 dicembre 2009

Valutazioni e resoconti della 2 giorni più lunga della storia (Aò the Festival 2009) – opuscolo di recenzione e riflessione sulle 2 giornate più lunghe del 2009.
Copertina e retro a colori, poster all’interno + cd dei Basta registrato live al festival. Per comprarlo passate alla nostra sede in via dei Volsci 26 (San Lorenzo – Roma), spedizioni per posta solo in casi eccezionali.
Segue l’articolo di introduzione:

GENERAZIONE ANNI ZERO

Prima di parlarvi di ciò che è accaduto nella seconda rassegna del nostro festival occorre parlare della generazione che ne ha reso possibile lo svolgimento.
Stiamo parlando della generazione degli anni ZERO, osservata spesso dai più datati come marziani, umanoidi persi dalla loro galassia e atterrati sprovvedutamente con la loro astronave su una scena punk ormai fin troppo revival: fin troppo ritrita e riformulata in varie forme e generi.
Sarebbe scioccante pensare per uno spigliato ragazzo degli anni ottanta che esprimeva i suoi impulsi e rigetti cerebrali urlando sulle basi di un accordo a 2 corde, ritrovarsi al giorno d’oggi davanti ad un ragazzino che risponde alla chiamata di un palmare che intona la stessa canzone.
Come sarebbe scioccante per un amatore che riempiva i suoi scaffali di vinili, locandine e demo-tape; ritrovarsi tutto il suo materiale all’interno di unapparecchietto grande quanto una caccola. Oltre a queste differenze ‘accessorie’, è di grande rilevanza anche la differenza dei supporti di comunicazione.
Sarebbe senz’altro arrivato a tutti il mio messaggio se fosse stato riportato su di un supporto video da scaricare su un portale pubblico di rete come youtube.
Di certo riportarlo in questo modo oramai anacronistico ma di unica  mia possibilita, rischierebbe di non essere neanche letto e c’è una grossa probabilita che questa pagina che ho scritto possa essere usata per asciugare un tavolo dalla birra versata.
Di certo non puo arrivare facilmente ad una generazione che comunica spesso per mezzo di due righe di sms, scorre in 2 secondi la mailing list per capire che gli e’successo intorno, saluta la cricca con pochi gesti e che comunica per pochi suoni ad intuizione di pochi intimi.
Quei pochi intimi che compongono una banda. Una banda che poi occupa un territorio e lo difende
coi denti, una banda asociale che spesso frequenta birrerie e pub, va matta per la musica ska e oi!, frequenta lo stadio ed intona i propri cori alle proprie canzoni.
Lo stesso profilo di una accolita balorda di gasati adolescenti dell’east end londinese negli anni 80, non meno di una brigata di autonomi tedeschi di fine anni 70, e fin troppo simili ad uno sciame furioso di mods dopati che pestano rockers sulla riviera di Brighton nei lontani anni 60.
Lo stesso profilo di generazioni susseguite in una tradizione europea che trova origini molto lontane. Una consuetudine popolare che viene illustrata da Valerio Marchi sottoforma di morbo.
Il morbo dello Stile Maschio Violento: una ‘sindrome’ che ha  infestato le generazioni delle maggiori roccaforti dell’alto medioevo, ha influenzato poi le generazioni del novecento arrivando ad incontrare tra loro, comuni denominatori come stili di dressing e generi musicali.
Riportare ad oggi tutto questo trova poca sintonia con l’omologazione di massa pressante dei media che con un forte tamtam cerca di rendere insapore ed incolore il sangue che copre la cronaca delle nostre strade.
Rendendoci conto di questo panorama possiamo apprezzare meglio l’operato di questi ragazzi che ad oggi hanno scelto di portare avanti delle dinamiche passate riformulandole alla velocità dei tempi d’oggi  lanciando messaggi che hanno trovato attualità nel passato e ne troveranno ancora finoltre la nostra vita.
Generazione Zero che porta lo spirito dell’Oi! In una trasferta di calcio o in una 2 giorni punk finita alle 6 di mattina, pogando dalla prima fino all’ultima canzone, con lo stesso spirito.
Da allora ad oggi  e’cambiato il mondo sono cambiati i volti e le abitudini, ma lo spirito rimane identico.
Ignorare cio e rimanere nel ricordo dei bei vecchi tempi andati e discorso da fallito nostalgico.
Rimanere attaccati alla bellezza univoca del passato non serve ne alla memoria ne al presente. La musica Oi! Non ha bisogno di essere intrappolata in una data. Questo l’hanno capito i Cocksparrer che stanno facendo piu concerti in questi anni che negli anni 70, l’hanno capito i Last Resort, l’ha capito perfino Gary Hodges che in fretta e furia ha rimesso su i 4Skins tanto per farci un bel po di soldi.
Quasi tutte le band degli anni ottanta sull’onda del fermento di questa generazione si sono riformati e non ultimi i Basta che confermano ancora la voglia di comunicare qualcosa a gente che si muove da tutta Italia per sentirli e aspetta fino alle 5 di mattina per intonare il primo ‘disertare’ e questo sta a testimoniare che le generazioni attuali appartengono allo stesso cammino che trova radici lontane e non finira mai per essere dimenticato.

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