Cortenuova – E’ ormai stato autorizzato il sito di stoccaggio di amianto e miscelazioni di rifiuti speciali nel comune di Cortenuova, in zona Cascine Casette, al confine col comune di Cividate. Il progetto d’ampliamento presentato dalla Società Tecnoservizi nel 2013, è stato approvato dalla Provincia sia nella fase di V.I.A. (Valutazione Impatto Ambientale), che in quella di AIA (Autorizzazione Integrata Ambientale) autorizzata il 16 marzo 2016. Neanche Asl e Arpa si sono opposte, non riscontrando alcun possibile danno oggettivo per la popolazione dei comuni interessati dall’ampliamento, ovvero Cortenuova, Martinengo, Cividate, Calcio, Covo e Romano di Lombardia, ponendo come unica clausola un monitoraggio mensile del sito.
Nonostante le oltre 2000 firme dei cittadini e la contrarietà dell’amministrazione comunale, non è stato possibile impedire l’ampliamento, data l’approvazione da parte della provincia: la Tecnoservizi si è semplicemente presa la responsabilità della manutenzione delle strade che verranno percorse dai camion trasportatori di amianto – mezzi che comunque non potranno attraversare i centri abitati – e dei controlli trimestrali all’interno del sito, come richiesto dal sindaco Gianmario Gatta quando il progetto veniva approvato.
Un sito di stoccaggio non prevede lo smaltimento o il trattamento dell’amianto, ma semplicemente il suo fermo nel posto, in attesa di essere trasportato in Germania per l’inertizzazione; con il nuovo provvedimento autorizzativo si potranno miscelare rifiuti altamente pericolosi. I possibili danni per la salute dei cittadini rimangono piuttosto alti, considerando anche che in zona Cascina Casette il sito è già attivo per lo stoccaggio di altri rifiuti chimici.
Nonostante i comuni interessati siano stati rassicurati riguardo la manutenzione e i controlli che verranno effettuati in loco, non possono di certo cessare i dubbi: infatti è autorizzato nel sito l’accesso di ben 84.150 tonnellate di amianto e di 17 camion al giorno. Dato l’alto tasso di rischio a causa della già avviata attività, il pericolo maggiore sarebbe quello che i blocchi di amianto trasportati non vengano perfettamente imballati e dunque possano rilasciare fibre nell’aria: pericolo reale e concreto, vista l’impossibilità di monitorare tutti i camion che giornalmente entrano nel sito. Il rischio del rilascio di fibre d’amianto, potenzialmente inalabili dall’uomo, è dunque alto e contribuisce alla sempre più crescente preoccupazione dei cittadini.
Il Comitato No Amianto, attivo ormai sul territorio da anni, non ha intenzione di arrendersi e, in accordo con i sindaci dei vari comuni interessati, ha presentato un secondo ricorso al presidente della Repubblica riguardo l’AIA, dopo il primo avvenuto subito dopo l’autorizzazione del progetto. I responsi si faranno attendere probabilmente a lungo, ma il Comitato continuerà a proporre iniziative di sensibilizzazione sui possibili danni che lo stoccaggio d’amianto e le miscelazioni di rifiuti a Cortenuova possono comportare. Il comune, infatti, non ha il solo problema del sito: vi sono anche circa 26.000 mq di tetti in amianto in paese che ancora non sono stati smaltiti a causa dell’apparente mancanza di fondi delle imprese private specializzate nell’operazione.