Arcene – Non accenna a diminuire la tensione alla AZ Fiber di Arcene, dove ieri il presidio di lavoratori e lavoratrici è stato bersaglio di due spari: le biglie di ferro sparate da un’auto in corsa sulla Statale 42 non hanno fortunatamente colpito nessuno, ma hanno comunque fatto qualche danno, rompendo il finestrino di un’auto e l’oblò del camper utilizzato come presidio notturno per lo sciopero.
L’atto di intimidazione è solo l’ultimo e il più grave di una lunga serie: da ottobre, quando è iniziato il presidio permanente, si sono susseguite telefonate minatori nei confronti degli elementi più attivi nelle lotte e una lettera anonima, prontamente pubblicata da L’Eco di Bergamo, ha tentato di dividere il fronte operaio, screditando chi si è battuto per la difesa del posto di lavoro.
Alcuni particolari dell’aggressione di sabato notte gettano una luce inquietante sull’episodio. Una delle due biglie è andata a infrangersi non sul lunotto del camper, bensì sul piccolo finestrino dietro il quale dorne sempre chi è di turno al presidio. Il vetro doppio ha impedito che la biglia entrasse nell’abitacolo, perforando il primo vetro, ma limitandosi a scheggiare il secondo. L’altra macchina fatta bersaglio dei colpi ha visto andare in frantumi il vetro e la biglia è stata ritrovata al suo interno. Un altro dettaglio non va sottovalutato: l’azienda il giorno prima aveva sospeso il servizio di vigilanza privata. Questi particolari suggeriscono che gli autori del gesto intimidatorio conoscessero bene la situazione. Chi può avere interesse a spaventare gli operai in presidio? A questo dovranno tentare di rispondere gli inquirenti intervenuti ieri sul luogo per i rilievi del caso.
L’azienda è stata negli ultimi anni più volte scenario di lotte sindacali: nel 2012, quando la chiusura fu evitata grazie a una lotta di sei mesi che ha portato all’acquisizione da parte del gruppo tedesco AZ Zimmermann, fino allo scorso novembre, che ha visto nuove proteste in seguito all’annuncio di esuberi. Vista la situazione di incertezza, era iniziato un presidio permanente davanti all’azienda, promosso dalla Fiom, e dopo quasi quattro mesi di mobilitazioni e cinque giorni di sciopero, in cui anche la statale 42 era stata bloccata per un’ora, i lavoratori e le lavoratrici hanno ottenuto una grande vittoria: il ritiro della chiusura annunciata per la fine del Marzo prossimo dell’azienda e il ritiro degli esuberi, ricorrendo alla cassa integrazione a rotazione ed allontanando l’ipotesi di licenziamenti.
Risultati importanti, che evidentemente hanno però dato fastidio a qualcuno: sembra dunque che l’episodio, lungi dall’essere considerabile una “bravata”, sia piuttosto un tentativo di intimidazione, con l’obiettivo di scoraggiare ulteriori mobilitazioni.
a tutele crescenti……carica ai lavoratori della Tyssen e spari ad Arcene…………..Usque ………..no pasaran