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ONORE AL COMANDANTE ARGO SECONDARI

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“Nel corso avventuroso della mia vita, da quando avevo 12 anni e percorrevo gli oceani sulle navi o mi abbeveravo di libertà nelle foreste del Brasile, lontano dalle famiglia, completamente solo, fino ad oggi, dopo quattro anni di guerra vissuta giorno per giorno in trincea, io non ho avuto che una sola forza, in me stesso: una fede senza limiti per tutto ciò che trascende l’attimo fuggente e fida in un avvenire più sano e più umano.”
- Argo Secondari

Ricorre oggi l’anniversario della scomparsa, causata dall’infame viltà squadrista, del Comandante Argo Secondari. Ci riempie di orgoglio, oggi, poter ricordarne la vita e le gesta affinchè, per chi avrà cuore di leggerle, suonino come meravigliosa esortazione all’azione pura, decisa, audace.

Noi non dimentichiamo l’esempio e il martirio di questo solitario Spirito Libero. Il tuo sogno, Comandante, è il nostro sogno. Forza, Bellezza, Giovinezza e Ardimento: Onore a te Immortale Fiamma Nera!

Argo Secondari nasce a Roma il 12 Settembre 1895. Di estrazione sociale borghese è il quinto di sette figli. Dopo la prematura morte della madre, sebbene giovanissimo, viene fatto imbarcare come mozzo in una nave in partenza per il Sud America, dove, fatte perdere le proprie tracce, vive di espedienti. Tra le varie professioni esercita anche quella di pugile ed entra in contatto con i circoli sovversivi dell’emigrazione italiana. E’ sicuramente questa scuola di vita che forgia il suo carattere barricadero, generoso e ribelle e che, allo scoppio del conflitto mondiale, lo conduce, al pari di molti sindacalisti rivoluzionari a fare ritorno in Italia per arruolarsi -assieme ai fratelli- nella guerra contro gli imperi centrali.
Partito come soldato semplice, durante il conflitto mondiale, raggiunge il grado di tenente del battaglione Studenti degli Arditi. Decorato con tre medaglie -due di bronzo e una di argento- al valor militare, nel dopoguerra è uno dei fondatori dell’Associazione tra gli Arditi.
Nel luglio 1919 pianifica, di concerto con elementi anarchici e repubblicani, un tentativo insurrezionale che dal Forte di Pietralata si sarebbe dovuto estendere ai quartieri popolari della capitale.
Ma il piano fallisce e i congiurati arrestati. S. riesce a sfuggire alla cattura e dopo un breve periodo di latitanza sui monti vicino Bevagna viene arrestato mentre cerca di espatriare in Svizzera. Grazie ad un’amnistia, torna libero nel marzo del ‘20. Due mesi dopo, in maggio, è il principale promotore, in seno alla sezione romana dell’Ass. Arditi, dell’espulsione dal direttivo degli Arditi legati alle correnti politiche d’ordine e reazionarie (fascisti e nazionalisti).
A più riprese S. cerca di far scendere in piazza gli Arditi romani al fianco dei lavoratori in occasione delle agitazioni del “Biennio rosso” ma nel complesso i suoi tentativi falliscono. S. si dimette da ogni carica direttiva. La sua figura riemerge prepotente dalle ceneri dell’arditismo l’anno successivo, nel pieno dilagare dello squadrismo fascista. E’ infatti S. che, di concerto con gli Arditi Piccioni e Baldazzi -legati ad un’altra associazione la “Fratellanza tra gli Arditi d’Italia”- e l’anarchico interventista Attilio Paolinelli- fonda, negli ultimi giorni del Giugno 1921, gli Arditi del Popolo:la prima milizia paramilitare della classe operaia
Estromesso, nell’ottobre dello stesso anno, dall’associazione da lui stesso fondata, a causa dei dissidi con l’ala dell’organizzazione legata ai partiti e alla politica, S. cerca, senza riuscirvi, di raccogliere nuove forze attorno ad un nuovo progetto di milizia antifascista.
Nell’ottobre del ‘22, nei giorni della marcia su Roma, S. viene aggredito sotto casa da una squadraccia di fascisti, tutti armati di bastone. Nella lotta furibonda egli, coraggioso ma solo, viene più volte colpito alla testa da violente bastonate. Dall’aggressione non si riprenderà più. Trasferitosi col fretello a Camerino, nel 1924 viene internato dalle autorità fasciste nel locale manicomio criminale. Traferito, in seguito, in quello di Montefiascone e, definitivamente, in quello di Rieti. Sepolto dalla vendetta dello stato fascista tra le mura del sanatorio della cittadina laziale, S. trova la morte, dopo 17 anni di internamento coatto, il 17 marzo 1942.

Articolo da: www.patriasocialista.it

  1. nio
    18 marzo 2010 a 14:48 | #1

    scusate una cosa ma non si parteggiava per il neutralismo nel 1915?? perchè allora si è arruolato? d’accordo che la coscrizione era obbligatoria ma molti non si arruolarono e ancor più si trova all’estero.
    Saluti!

  2. admin
    26 marzo 2010 a 15:54 | #2

    @nio
    Argo Secondari si è arruolato volontario nell’esercito italiano così come altre centinaia di anarchici, sindacalisti rivoluzionari e socialisti dissidenti dagli indirizzi pacifisti delle loro centrali d’appartenenza. “Col fermo proposito di uccidere la guerra attraverso la guerra”.

  3. rokko
    25 aprile 2010 a 15:39 | #3

    si sono pienamente d’accoordo non e più possibile cambiare il sistema e opporsi alla vile violenza fascista (ammesso che lo sia mai stato) senza un’organizzazione che abbia la forza la tecnica di misurarsi con questi vermi sul piano dello scontro il pacifismo freakettone gandiano ci ha portato a un movimento di canne e menefreghismo qualonquqista e perdente onore al comgano argo secondari che ha tracciato a mio avviso la strda da seguire viva l’anarchia onore a dax, spero di potermi mantenere in contatto con voi siete ormai tra i pochi che affrontano questo discorso in maniera seria e coerente (sempre a mio modo di vedere), un abraccio e a presto ROKKO