31/03/08 – 30/03/09: La grande truffa di Expo. A un anno dall’assegnazione striscioni No Expo in Fiera, al Comune di Pero e nella città di Rho

 

E’ ormai passato un anno dal 31 marzo 2008, quando Milano si aggiudicò l’assegnazione dell’Esposizione Universale del 2015, e da quei festeggiamenti in pompa magna con cui si sbandierava, Sindaco Moratti in testa, il presunto rilancio di Milano, simboleggiato dal rinascimentale uomo vitruviano di Leonardo.
Per il count down dell’assegnazione era stato addirittura posto un cronometro in Piazza San Babila: oggi sarebbe l’emblema della vergogna per la nostra città.
A distanza di un anno, l’immaginario creato attorno a questo evento con una campagna mediatica degna di un regime totalitario, è completamente cancellato. Anche la suggestione del tema filantropico “Nutrire il pianeta energia per la vita”, la facciata bella che avrebbe dovuto nascondere le speculazioni edilizie e gli affari di Expo, ha perso il suo fascino e stride ormai in modo evidente con l’indegno spettacolo di lotta per l’occupazione delle poltrone che ha caratterizzato quotidianamente
per un anno la discussione intorno alla SoGe, la società di gestione dell’evento.
Dopo pochi mesi dall’assegnazione, a settembre, le intercettazioni telefoniche e ambientali della DIA, hanno messo in luce i primi tentativi di infiltrazione della ‘Ndrangheta nella gestione degli appalti per le grandi inutili opere legate ad Expo, mentre nei giorni scorsi il rapporto tra Mafia ed Expo ha occupato stabilmente le prime pagine dei maggiori quotidiani.
Di fronte alla crisi economica l’inutilità di opere quali la Torre Expo e improbabili canali navigabili per raggiungere la Fiera dai Navigli, diviene un’offesa per chi perde il lavoro o vive nella precarietà faticando ad arrivare a fine mese.
Mentre l’Ecopass si è rivelata una tassa inutile per migliorare la qualità dell’aria, ma utile per fare cassa colpendo i ceti meno abbienti, saltano i finanziamenti delle nuove linee metropolitane legati all’Expo. La mobilità pubblica resta un tabù per Milano: mentre si inaugura la fermata Tav di Rho Fiera, i pendolari della linea ferroviaria parallela alla Tav attuano lo sciopero del biglietto, lamentando i continui ritardi e le condizioni di viaggio inaccettabili. Gli investimenti per Expo restano tutti per la mobilità su gomma: autostrade,  tangenziali, peduncoli che consumano altro territorio verde senza dare risposte ai problemi cronici di mobilità della metropoli.
Infine, in questo scenario disastroso, in silenzio ma molto concretamente, le amministrazioni di Milano e dei comuni della provincia cementificano gli ultimi fazzoletti di verde rimasti, a suon di Piani di intervento integrati, facendo sorgere a beneficio degli amici già noti nella vicenda CAI Alitalia, i soliti speculatori immobiliari, decine e decine di nuovi inutili alberghi, faraonici grattacieli utili a ripulire denaro sporco e non certo a far funzionare l’economia reale.
A un anno dall’assegnazione dell’Expo a Milano il bilancio non lascia dubbi: meglio rinunciare all’Esposizione Universale del 2015 pagando una penale al BIE, per limitare i danni e le perdite di risorse e territorio che Expo provocherebbe.

 

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