-43 giorni: abitare ai tempi di Expo 2015

 

Opportunità per il territorio?

Nuova puntata per il nostro countdown a Expo 2015, una riflessione a tutto tondo sulle “opportunità per il territorio” derivanti dall’Esosizione: questa volta parliamo di casa e abitare. Ecco il testo dell’opuscolo distribuito oggi a Rho:

A 43 giorni da Expo 2015 SOS Fornace presenta:
ABITARE AI TEMPI DI EXPO 2015

Opportunità per il territorio?

A Rho, città di 50000 abitanti, sono oltre 400 le famiglie in lista d’attesa per un alloggio popolare. Le case sfitte in città sono oltre 2000. Crediamo che in questo contesto, complice un’inefficace politica pubblica in merito, il connubio crisi-Expo abbia favorito la rendita facendo impennare i costi delle abitazioni, contribuendo così a mantenere le case vuote.
In nome delle false opportunità di Expo 2015 politici, banchieri e imprese “pulite” o “sporche” che siano si riempono le tasche di denaro pubblico e indebitano il territorio, mentre chi quotidianamente abita e vive la città affronta una crisi che non permette di sostenere i prezzi degli affitti, che chiede ai precari 3 mensilità di anticipo per affittare una casa quando i contratti di lavoro nel migliore dei casi raggiungono i 3 mesi.
Expo 2015, una speculazione di lungo corso che ha avuto inizio con la compravendita dei terreni su cui è stato costruito il sito, è un’operazione orchestrata dai poteri forti per drenare risorse pubbliche verso affari privati, che aggraverà ulteriormente l’emergenza abitativa nei territori che attraversa, ripagati da debito, cemento e precarietà.

Milano 2015: le liste d’attesa delle graduatorie per l’assegnazione di una casa popolare sono lunghissime. Gli alloggi abbandonati o sfitti abbondano, malgrado ciò la repressione non trova sosta, e decine di occupanti per bisogno, ogni giorno, vengono messi sulla strada. Si costruiscono sempre meno alloggi popolari mentre al contrario aumenta l’edilizia di quartieri per i ceti medio-alti come City Life, solo per permettere speculazioni edilizie visto che quasi tutti gli appartamenti sono destinati a rimanere invenduti.

Un lavoratore precario nel 2015 percepisce un reddito insufficiente a sostenere economicamente il prezzo dell’affitto, e non ha nessuna garanzia sulla durata del suo contratto. Nel frattempo le famiglie si trovano sempre più spesso a dipendere da un unico salario, insufficiente per pagare mutuo, assiucrazione, bollette e imprevisti.

In tutto questo, Aler, l’azienda che gestisce l’assegnazione degli alloggi pubblici, invece che consegnarle ai richiedenti in graduatoria (oltre 23.000) mette all’asta il suo patrimonio immobiliare per coprire un buco da 300 milioni di euro derivante dalla malagestione degli immobili.

In questo quadro si inseriscono gli oltre 13000 sfratti eseguiti a Milano e le 400 famiglie buttate in mezzo a una strada, così come la promessa di ulteriori sfratti al momento bloccati solo dalla resistenza espressa dagli abitanti dei quartieri popolari milanesi.

A livello nazionale nel 2014 il governo Renzi ha fatto approvare il Piano Casa con il pretesto di risolvere l’emergenza abitativa, ma invece che proporre soluzioni e intervenire in aiuto di chi non riesce più a sostenere l’affitto, impedisce alle persone senza regolare contratto di locazione di chiedere la residenza e fare le allacciature per acqua, luce e gas, aumentando così il disagio delle fasce più deboli.

Un provvedimento in linea con una politica di guerra ai poveri se si considera che lo stesso Piano Casa sovvenziona per l’ennesima volta l’edilizia per la costruzione di nuove case, appoggiando così i soliti speculatori, sotto l’occhio complice del ministro delle infrastrutture, il ciellino Lupi.

A Rho, intanto, il costo delle case conosce un’impennata grazie alla presenza di Expo. Oggi un’abitazione costa 2010 €/mq, un affitto 9,73 €/mq. Sono comunque più di 2000 in città le case sfitte, con oltre 400 famiglie in lista d’attesa per un alloggio popolare. Il connubio crisi-Expo ha in sostanza favorito l’aumento del costo delle abitazioni, che rimangono perciò vuote.

A fronte di un’emergenza abitativa evidente, l’amministrazione comunale utilizza invece il proprio patrimonio immobiliare per batter cassa mettendolo all’asta. Oppure, invece di approntare soluzioni abitative credibili, consente il riutilizzo temporaneo dello sfitto privato per attività limitate al periodo dell’Esposizione, nel maldestro tentativo di trattenere almeno un po’ di quel flusso di denaro che i visitatori di Expo si spera riverseranno anche su Rho. Expo non è un’occasione per Rho e per i suoi abitanti, ma un’opportunità per i soliti noti per continuare a speculare sulle nostre esistenze precarie: non ci accontenteremo delle briciole cadute dalla tavola imbandita alla quale il nostro territorio viene depredato!


 

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