Anche il sole è dalla nostra!

 

 

In Fornace è entrato in funzione l’impianto a energia solare.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Continua l’opera di “riqualificazione dal basso” degli spazi di via Moscova 5, occupati dal Centro Sociale SOS Fornace il 4 gennaio 2011, giorno dello sgombero della storica sede di via San Martino 20. Dopo la costruzione dei muri al pianterreno, eretti per ricavare uno spazio polifunzionale, da questa settimana in Fornace è attivo e funzionante un impianto fotovoltaico per la produzione di energia elettrica.
Il progetto di conversione al solare è partito grazie al No Expo Camp del giugno scorso, iniziativa dalla quale deriviamo l’acquisto di un impianto composto da due moduli, tre batterie e un inverter, ora messi in opera e cablati nei locali dello spazio sociale.
Benchè sia un impianto base utilizzabile quasi esclusivamente per l’illuminazione, buona parte delle attività della Fornace durante la settimana sono al momento alimentate grazie all’accumulo di energia solare e conseguente trasformazione in energia elettrica. Ne beneficiano lo Sportello Biosindacale del Punto San Precario di Rho, la Scuola di italiano Lernejo, il Laboratorio di Teatro e i corsi di Yoga, Tai Chi Chuan e Viet Vo Dao, tutte attività gratuite che ormai da anni e senza clamore sono parte integrante del progetto di un centro sociale a Rho. Un progetto che si basa esclusivamente sulle forze e sull’impegno quotidiano degli attivisti immersi in un più ampio reticolo di complicità. Un progetto che si arricchisce giorno dopo giorno attraverso l’autogestione, l’autocostruzione e l’autofinanziamento che supporta i costi del conflitto e delle pratiche politiche della Fornace.
La messa in funzione di un impianto fotovoltaico è un primo, insufficiente ma allo stesso tempo importante passo verso un reale “impatto zero” che già stiamo progettando e che comprende oltre che una “riconversione ecologica” dell’energia impiegata anche un abbattimento dei consumi. Il tutto realizzato attraverso le pratiche che ci contraddistinguono, agli antipodi della verniciatura “green” che certo capitalismo si sta dando per indorare la pillola.

 

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