Centinaia in corteo contro le speculazioni sull’area Alfa di Arese. Striscione dal tetto dei capannoni in difesa di occupazione e territorio

 

Questa mattina alcune centinaia di persone hanno animato un corteo partito dall’Alfa Romeo che ha attraversato la città di
Arese. Dal tetto del silos dei prodotti finiti, dove secondo il Piano Alfa proposto da Formigoni e al vaglio dei Sindaci dovrebbe sorgere un enorme centro commerciale, è stato calato uno striscione di 50 metri con la scritta “difendiamo occupazione e territorio”. Infatti il Piano Alfa si inserisce nel contesto di un territorio che ospiterà l’Expo 2015, in cui molte aree industriali rischiano di cambiare destinazione d’uso con i Piani di Governo del Territorio in approvazione, per divenire aree di speculazione edilizia a vocazione residenziale, ricettiva e commerciale. La manifestazione indetta da sindacati, associazioni, centro sociale SOS Fornace e altre forze sociali e politiche ha espresso una forte critica ad un progetto in cui non vi è un centesimo di finanziamento per conservare la vocazione produttiva dell’area e l’occupazione, ricordando che proprio nella campagna elettorale del 2005 Formigoni aveva promesso investimenti per il Piano della Mobilità Sostenibile e l’auto ecologica, promesse mai mantenute. Anche gli alberghi previsti nell’area non hanno alcun senso perchè dopo i 6 mesi di Expo 2015, rimarranno desolatamente vuoti, come sono inutili i 3.000 posti auto del parcheggio in funzione di Expo, che saranno realizzati nell’ex area Ancifap, che saranno collegati con una tangenzialina devastante per il poco verde pubblico rimasto, all’area dell’Esposizione Universale. Il centro commerciale rischia di essere un killer per i piccoli commercianti che animano i centri storici delle nostre città e ogni compensazione economica che viene predisposta dalle istituzioni non è che un palliativo per fare digerire una speculazione di proporzioni mastodontiche che mina il futuro del nostro territorio. Sul fronte occupazionale infine, la proroga per un anno della cassa integrazione, se non viene associata ad un serio progetto industriale di rilancio dell’area che rimane a vocazione industriale, rischia di essere solo un modo per diluire nel tempo l’espulsione dei lavoratori. Su questo tema i Sindaci non possono fare gli struzzi dicendo che il PianoAlfa riguarda la parte di stabilimento su cui non vi è attualmente alcuna attività industriale, ma devono fare pesare gli interessi dei lavoratori che sono presenti su tutta l’area.

 

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