Il 24 settembre alle ore 18,00 il centro sociale Fornace e il Comitato No Expo hanno indetto un’assemblea presso la stazione di Rho, per fare il punto sulla vertenza per il reintegro dei treni Milano Torino, la cui fermata di Rho è stata soppressa a giugno epoi solo parzialmente reintegrata a settembre. L’assemblea tratterà anche il problema delle tariffe, che a Rho e su tutta la linea S5 e S6 sono maggiorate di 25 centesimi a corsa, poiché la distanza su cui si calcola la fascia chilometrica viene misurata, ironia della sorte, proprio sul percorso dei treni per Milano Centrale soppressi. Ciò comporta che chi prende il passante paga il treno per Milano Centrale e pur facendo meno di 15 km paga la tariffa per la fascia 15-20 km, ovvero 4.50 euro in più per l’abbonamento mensile e 44.00 euro in più per l’abbonamento annuale. Nei giorni scorsi proprio per affrontare la questione delle tariffe inique, è stata inviata una lettera all’Assessore Regionale alla mobilità, Raffaele Cattaneo, con una richiesta di incontro. Nell’assemblea del 24 settembre verranno decise le forme di mobilitazione che a partire dal mese di ottobre, qualora non fossimo convocati su questo tema dalla Regione, verranno messe in atto per ridurre le tariffe e riportarle nella giusta fascia chilometrica, oltre che per continuare a fare pressione su Trenitalia, Regione Lombardia e Regione Piemonte in vista dell’incontro sulle fermate scippate previsto per metà ottobre e della fine della sperimentazione prevista per metà dicembre. Oggi e nei prossimi giorni il Centro Sociale Fornace e il Comitato No Expo saranno presenti con banchetti negli orari di punta alla stazione di Rho per pubblicizzare l’assemblea e per raccogliere fondi per il proseguimento della vertenza e per affrontare una volta per tutte la questione delle multe comminate durante lo sciopero del biglietto da Trenitalia (1.600 euro a carico di 8 pendolari), su cui si è aperta a luglio una trattativa che però non va avanti di un millimetro, forse nella speranza che questa pistola puntata alla tempia dei pendolari li possa ridurre al silenzio e all’accettazione di un servizio salato ma sempre più scadente.
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