Cile - Stato cileno assassino

Le guerre coloniali in nome del capitalismo non sono finite.
I genocidi in nome dell'imperialismo neppure.
Liberta' ed autodeterminazione per il popolo Mapuche.

Il governo cileno, che vede a capo Michelle Bachilet ed il suo primo ministro Velisario Velasco, continua con la politica genocida contro il popolo Mapuche. A questo governo, che si presenta all'estero come progressista e palladino dei diritti umani, non trema la mano nel reprimere duramente le comunita' indigene. Questo livello di repressione contro una popolazione si puo' comparare con quello che si sta applicando in Spagna contro i Baschi e contro i Palestinesi da parte di Israele. La Bachilet dichiaro' poco tempo fa in Svizzera : "Non vi sono prigionieri politici in Cile... I Mapuche sono persone che cercano di risolvere le cose in un modo che non e' ne' pacifico ne' democratico..." Che cosa possiamo aspettarci da una persona che nega il carattere politico di una lotta che dura da piu' di 500 anni, portata avanti da un popolo che nessuno e' mai riuscito a dominare ? - "Per morire piegata e sconfitta preferisco morire in piedi . Mio nonno mori' nella prigione di Valdivia, i miei figli sono in carcere, io e mia sorella pure, ed in futuro i miei nipoti seguiranno lo stesso e triste cammino di sangue e sofferenza." dichiara la "lonko" della comunita' Juana Calfunao. Questa e' la realta' che sono costretti a vivere tutti i Mapuche che non si conformano a vivere sotto il giogo di questa democrazia. La presidentessa cilena ha lasciato solo due cammini aperti alle persone che appartengono a questo popolo : il carcere o la morte.

Dentro il carcere di Angol (IX regione), Patricia Troncoso continua a digiunare con l'intenzione di giungere, se necessario, fino alle estreme conseguenze. E' lo sciopero della fame piu' lungo della storia di questo paese: quasi 90 giorni. Patricia sta rischiando seriamente la vita, la salute, nonche' gravi conseguenze fisiche. E' stata condannata per aver bruciato 100 ettari di bosco di pini,nonche' attrezzi e macchinari di proprieta' della forestale Mininco nel cosiddetto caso "Poluco-Pidenco". Sta compiendo una condanna a 10 anni ed 1 giorno . Questa ed altre forestali sono colpevoli di rendere la terra sterile, di distruggere gli ecosistemi che esistevano anteriormente nel bosco nativo per rimpiazzarli con boschi di pino (piu' proficui per gli interessi del capitale). Il bosco di pino permette la sola esistenza di questa specie, poiche la terra diviene troppo acida perche' possano crescere altre piante. Non si esagera quando si dice che hanno convertito gran parte del sud del Chile in un vero e proprio deserto verde.

Patricia inizio' lo sciopero insieme ad altri quattro compagni, che la abbandonarono dopo 70 giorni, nell'accorgersi della risposta nulla del governo e successivamente alle richieste di compagni/e ed amici/e. Contro di lei non esiste nessuna prova, solo le testimonianze della polizia, della guardia forestale e di alcuni individui che testimoniarono incappucciati. Patricia ha deciso di continuare lo sciopero fino alla morte se sara' necessario.

Nello stesso momento la gente che sta fuori continua la lotta e lo stato continua a reprimere. E' un fatto certo che in qualsiasi parte del pianeta la polizia difende solo gli interessi dei grandi capitali, pero' nel territorio mapuche "los carabineros" e la polizia politica cilena si sono trasformati sfacciatamente in guardie militari al soldo degli impresari forestali e dei latifondisti. Il 3 gennaio un gruppo di 30 mapuche occupo' pacificamente una terra dell'impresario agricolo Jorge Luchsinger. Successivamente furono aggrediti dalla polizia che uccise un ragazzo di vent'anni appartenente alla comunita', Matias Catrileo, sparandogli alla schiena con una mitraglietta Uzi. Non e' certo il primo omicidio.
Ricordiamo che nell'anno 2002 fu assassinato Alex Lemun con un proiettile nel cranio proveniente dall'arma di un "carabiniero"; e non sara' l'ultima...si aggiungera' quella di Patrizia, se il governo non prendera' in considerazione le sue giuste richieste. L'unica cosa che sente la democrazia cilena e' il rumore del denaro. Al clamore della gente che protesta per i suoi diritti e per la sua terra risponde con i proiettili, come quelli che uccisero Rodrigo Cisternas (operaio forestale) durante un blocco stradale nel 2007.

Chiamiamo alla solidarieta' internazionale attiva con azioni davanti alle ambasciate ed ai consolati cileni di tutto il mondo.

Basta con la persecuzione ed il genocidio del popolo mapuche da parte dello stato cileno.

Basta con gli omicidi dei compagni che praticano la lotta sociale in Cile.

Per la liberta' di tutti i prigionieri politici mapuche, la smilitarizzazione dei loro territori e la loro autodeterminazione.

Liberta' per Patricia Troncoso e per tutti i detenuti mapuche

Pu newen peñi, pu newen lanmien Marichiweu.
(Forza fratelli, forza sorelle se cade uno, si alzeranno in dieci.)

Dom, 06/01/2008 – 21:53
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