[Ge] Benefit indagati olandesi e tedeschi attivi nelle lotte di liberazione animale

23/07/2010 - 19:00
23/07/2010 - 23:59

Venerdì 23 luglio 2010 - dalle 19
in via delle Fontane, Liberation Fest!

Benefit per gli indagati olandesi e tedeschi attivi nelle lotte di liberazione animale.
VITOCRAZY live (animosità da ballo rivoltoso), abbondante buffet vegan, soundsystem, distro e socialità nel cuore del ghetto genovese.

Repressione del movimento di liberazione animale - analogie e diversità
dagli altri percorsi di lotta.


Il movimento di liberazione animale nelle sue forme più disparate ha subito negli ultimi anni un attacco repressivo senza precedenti da parte delle istituzioni di diversi stati. La determinazione dei gruppi di attivisti coalizzatisi in campagne antivivisezioniste piuttosto che contro l'industria della pelliccia stava iniziando ad ottenere risultati concreti , non solo in Inghilterra , paese dove il movimento è nato ed è meglio conosciuto anche ai suoi nemici , ma anche in altri stati europei dove questo tipo di battaglie era considerato, fino a qualche tempo fa , una preoccupazione non prioritaria per la macchina repressiva, maggiormente impegnata su altri fronti. La ragione per cui abbiamo pensato di trattare questo argomento anche in un ambito più allargato è perché pensiamo che sia doveroso riflettere con persone impegnate anche in altri percorsi di lotta su come lo stato , per mano delle istituzioni che lo formano , al servizio dei poteri economico-industriali che regolano le nostre vite e quelle degli altri esseri viventi , si sia mosso repentinamente non appena abbia percepito che alcuni interessi sensibili erano seriamente minacciati e compromessi dalla volontà di cambiamento di chi avesse scelto di battersi per porre fine allo strazio di centinaia di milioni di esseri viventi ogni anno rinchiusi in laboratori di sperimentazione e allevamenti intensivi di diverso genere.

Il movimento stava dimostrando che una mobilitazione autonoma, dal basso, aveva il potenziale per incrinare le strutture su cui poggia il sistema di oppressione nel quale siamo costretti, ad essere minacciate erano le multinazionali farmaceutiche, dell'abbigliamento ed alimentari e la loro attività di sostegno ai potenti di turno. Prontamente le benevolenti istituzioni democratiche hanno reagito a questo attacco come sanno fare meglio, perfezionando e definendo strategie di repressione specifiche, specializzando la propria azione a seconda dei singoli casi. Nello specifico, lo Stato ha sancito che è possibile “ricattare” delle aziende, delle potenze economiche, delle industrie. Per spiegarci meglio, si è stabilito che il richiedere ad un azienda di non torturare, sfruttare, imprigionare e squartare altri esseri viventi sia un crimine in quanto si esercita una pressione sulla stessa (che quindi viene riconosciuta come “sensibile” al ricatto, esattamente come se fosse una persona fisica).

In America l'accanimento repressivo si è scagliato contro 7 attivisti della campagna antivivisezionista SHAC (Stop Huntington Animal Cruelty) nata diversi anni fa con lo scopo di chiudere il più grande laboratorio di vivisezione anglo-americano Huntington Life Sciences, condannati da 1 a 6 anni di carcere con la colpa di aver violato “l'Animal Enterprise Terrorism Act”, ovvero una legge creata ad hoc dalle istituzioni statunitensi per rendere illegale l'attività di pressione pubblica di gruppi di attivisti autonomi contro aziende legate allo sfruttamento animale. Nessuna prova di complicità con azioni dirette o sabotaggi , il reato contestato era esplicitamente quello di portare avanti una campagna ed un sito internet. Recentemente altri attivisti americani accusati di liberazioni e sabotaggi diretta sono stati sentenziati con pene pesantissime, come nel caso degli “aeta2”.

Sempre nel 2006 in Inghilterra, paese dove il movimento è nato ed è quindi meglio conosciuto, anche ai suoi nemici, le istituzioni hanno definito un piano repressivo specifico contro gli attivisti della stessa campagna SHAC, che stava lentamente riuscendo a mettere in ginocchio questo colosso della vivisezione attaccandolo dove più nuoce, ovvero facendo pressione su fornitori, azionisti e clienti, creando attorno ad HLS il vuoto. Anche qui si sono formulate leggi specifiche , la legge 145 viene chiamata “cospirazione finalizzata ad interferire con i contratti di una azienda che effettua ricerca su animali”, 8 attivisti incarcerati e processati con pene spropositate che vanno dai 4 agli 11 anni di carcere. Nessun reato viene dimostrato in fase di processo se non quello di aver partecipato ed organizzato manifestazioni in merito alla campagna , nello specifico si contesta il crimine di “cospirazione per ricatto”. Altre campagne inglesi erano già state duramente colpite dalla repressione, tra tutte la vittoriosa battaglia per la chiusura dell'allevamento per porcellini d'India Newchurch, per la quale 3 attivisti sono ancora in carcere con una pena da scontare di 12 anni ciascuno.

Nel 2008 è stata la volta dell'Austria, dove 10 attivisti provenienti da campagne e realtà diversificate (alcuni addirittura appartenenti a grandi associazioni nazionali) sono stati tutti contemporaneamente arrestati e detenuti per 105 giorni, il processo a loro carico è cominciato nel marzo 2010 ed è tutt'ora in corso. Lo stato austriaco, sotto pressione di alcune grandi aziende tra cui la catena di negozi di abbigliamento “Kleider Bauer” , contro la quale era in corso una campagna di pressione per renderla fur-free, ovvero per farle eliminare dai propri scaffali vestiti ed accessori in pelliccia, ha deciso di indagare gli attivisti per violazione dell'articolo 278a del codice penale austriaco, che nello specifico punisce i reati di associazione e sino ad ora era stato utilizzato esclusivamente per organizzazioni di tipo mafioso. Da questo accanimento senza precedenti contro il movimento per la liberazione animale è nata l'importante esperienza del gruppo Antirep2008 con lo specifico intento di reagire all'attacco repressivo, cercando di estendere la solidarietà anche ad altri ambiti del movimento antagonista a livello internazionale.

Ultimo evento in ordine cronologico è stato l'arresto di 4 attivisti di diversa nazionalità in Olanda tra l'ottobre 2009 e il gennaio 2010. Questa volta l'accusa è più specifica , vengono accusati di aver partecipato alla liberazione di numerosi visoni da un allevamento di animali da pelliccia. Lo stato olandese sta tentando di adeguarsi all'esempio internazionale legiferando norme particolari che rendano gli attivisti per i diritti e la liberazione animale assimilabili agli altri “terroristi” che la moderna struttura democratica tanto teme. Per ora non vi sono riusciti, ma sembra che le intenzioni siano quelle di punire gli attivisti con pene abbastanza pesanti da essere un monito. Ancora una volta quello che, se analizzato oggettivamente, sarebbe un reato di lieve entità contro la proprietà, vuole essere caricato di significato politico ed adeguatamente punito.

A loro vuole andare il nostro sostegno e supporto, grazie a questo momento di dibattito e condivisione. Allargare il nostro spirito di opposizione a questo sistema anche verso ambiti nei quali non siamo direttamente attivi ci appare come uno dei pochi modi che abbiamo per resistere effettivamente agli attacchi repressivi.

La solidarietà, ancora una volta, è l'arma che più temono. Usiamola.



Mar, 13/07/2010 – 10:31
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