Grecia

Atene - Attentati anarchici contro autosalone e Pasok

ATENE, 5 GEN - Un attentato dinamitardo, verosimilmente attribuibile agli
anarchici, ha completamente distrutto o gravemente danneggiato nelle prime
ore di stamane 22 automobili di lusso in un autosalone di un sobborgo di
Atene. Un ordigno a gas e' esploso sotto una delle automobili parcheggiate
in uno spazio aperto della rivendita in localita' Koropi dando luogo ad un
violento incendio che si e' esteso ad un gran numero di vetture. Sul posto
sono accorsi vigili del fuoco e antiterrorismo. Ieri sera un ordigno dello
stesso tipo era esploso davanti alla sede del Pasok alla periferia della
capitale, facendo danni non gravi. Nessuno dei due attentati e' stato
rivendicato. Nei giorni scorsi un 'Commando per la vera solidarieta''
aveva rivendicato un attentato incendiario contro una sede della Citibank
ad Atene alla vigilia del nuovo anno. Nella rivendicazione si spiegava
l'attacco in nome di alcuni anarchici arrestati, fra cui l'italiano
Alfredo Bonanno detenuto in Grecia in attesa di processo per complicita'
in una rapina.

da: agenzie

Mer, 06/01/2010 – 19:53

Atene - Attentato esplosivo contro una compagnia assicuratrice e rivendicazione

riceviamo e pubblichiamo

Una bomba è scoppiata domenica 27 dicembre, ad Atene, davanti ad una
compagnia assicuratrice greca, senza provocare vittime, ma causando gravi
danni materiali.
La bomba di alto potenziale aveva un meccanismo ad orologeria programmato
per scoppiare alle 23 nel quartiere Neos Kosmos. Quindici minuti prima una
chiamata anonima aveva avvisato il quotidiano Eleftherotypia allarmando
sull'imminenza dell'esplosione.
L'attentato ha avuto come obiettivo la compagnia assicuratrice Ethniki
Asfalistiki, una delle più importanti del paese, appartente alla Banca
Nazionale greca.
L'edificio della compagnia, così come quelli vicini, hanno subito seri
danni. La polizia ha isolato la zona mentre i servizi antiterroristi hanno
avviato le indagini.

ATENE, 28 DIC - L'organizzazione armata Cospirazione dei Nuclei di Fuoco
ha rivendicato oggi l'attentato compiuto ieri notte contro l'edificio di
una compagnia di assicurazioni ad Atene che ha provocato gravi danni ma
nessuna vittima. In una dichiarazione su internet i Nuclei affermano che
''continueranno'' ad attaccare il ''sistema capitalista'' ma che
cercheranno di evitare vittime. I Nuclei di Fuoco sono la più' nichilista
delle organizzazioni di guerriglia greche, afferma nel comunicato di aver
voluto ''scuotere la pace della città'', immersa nell'atmosfera
commerciale natalizia, espressione del capitalismo borghese e della
''dittatura finanziaria globale''. La rivendicazione ha colto di sorpresa
gli inquirenti, che sospettavano autrice dell'attentato con una bomba ad
orologeria di grande potenza contro l'edificio della Ethniki Asfalistiki,
fosse Lotta Rivoluzionaria. E la polizia fa sapere di avere qualche dubbio
sull'autenticità della rivendicazione. I Nuclei descrivono con dettagli
l'attentato attribuendolo ad un commando di quattro persone, ed esprimono
solidarietà agli anarchici greci e stranieri arrestati o sotto processo.

Lun, 04/01/2010 – 13:34

Atene - Veicoli in fiamme

fonte http://www.anarchistnews.org

A communique from Greece for an arson, translated from an athens indymedia post on 27/12:

In the late hours of christmas we put up in flames 3 vehicles belonging to the municipality of Stavroupoli in Thessaloniki. Whatever carries a state identity, escpecially like a big municipality of a big city, will always be a very good target. We chose this certain day in an attemp to reverse its mood and its moral guise, to sabotage the ridiculous festive atmosphere with the decorated trees, the mangers in the squares and with the shinny family dinners which hide a lot of hypocrisy and unhappiness. All these christmas stupidities universally, based on spectacle and promoting the culture of mass consumption, with the anniversal humanitarianism and the "social solidarity" cannot be anything else than the confirmation of the society's decay.
On our side we realise solidarity in a different way and make it an act through ceaseless revolutionary action till we get liberated from the chains of all authorities.

Lun, 04/01/2010 – 13:19

Grecia - Bomba esplode nel centro di Atene

fonte secolo XIX

Un ordigno artigianale è esploso stanotte fuori dalla sede delle Assicurazioni nazionali, in centro ad Atene, causando danni all’edificio e ad alcune auto parcheggiate ma nessun ferito. Lo ha reso noto la polizia.

«C’è stata una telefonata d’avvertimento ad un giornale circa 15 minuti prima della deflagrazione - ha detto la polizia - ma non è stata fatta nessuna rivendicazione». La polizia ha precisato che la bomba era stata collocata vicino all’ingresso della sede della società assicuratrice, situata vicino all’hotel Leda Marriott.

Lun, 28/12/2009 – 17:12

Grecia - 2008-2009: La rabbia brucia

GRECIA 2008-2009: LA RABBIA BRUCIA...

Il 6 dicembre 2008 ad Atene il 15enne anarchico Alexis Grigoropoulos viene freddato con un colpo di pistola da un poliziotto. Insieme ad altri amici si trovava nelle vie del quartiere di Exarchia, punto di ritrovo degli anarchici, dove gli sbirri sono visti con disprezzo e tenuti a distanza. Si tratta di un'area universitaria divenuta un crocevia di studenti, immigrati, artisti, intellettuali, tossicodipendenti e persone a basso reddito. I manifesti attacchinati su ogni muro, le A cerchiate e le scritte caratterizzano questo quartiere dove anche la gente comune si è trovata in più di un'occasione a lottare a fianco degli anarchici contro le ingerenze del potere e della speculazione edilizia. Il desiderio di controllo da parte della giunta cittadina ha portato negli ultimi anni a un'attenzione particolare della polizia e a tentativi di ingerenza nel clima di libertà del quartiere, con pattugliamenti intorno a Exarchia, continui fermi di persone, tensione tra abitanti e polizia spesso culminata in scontri, fino ad arrivare alla morte di Alexis. Qualche mese fa, ancora, gli anziani del quartiere, le signore e i giovani erano insieme a scontrarsi contro la polizia per impedire che una piazza abbandonata di Exarchia, punto di ritrovo per i residenti, venisse trasformata in un parcheggio: hanno vinto questa battaglia e hanno trasformato la piazzetta in un giardino autogestito dedicato ad Alexis. Vi hanno piantato alberi di ulivo e piante aromatiche, appeso striscioni, e la piazza è tornata ad essere un punto di ritrovo, di socialità e di assemblee per il quartiere.
L'omicidio di Alexis è stato la scintilla che ha fatto emergere una rabbia che già covava da tempo nella società greca, frutto di un malcontento generale nei confronti di un governo corrotto e incapace, della brutalità della polizia già responsabile di molti pestaggi e omicidi, di una crisi economica che colpiva soprattutto i giovani. Una rivolta violenta che partita dalla rabbia degli anarchici e degli amici di Alexis si è poi estesa a macchia d'olio nel giro di poche ore con la partecipazione diretta di tantissime persone indignate di ogni provenienza sociale. Nonostante quello che hanno voluto far passare i media, cioè che la rivolta fosse in mano agli anarchici, la maggioranza di chi è sceso in strada a distruggere i simboli del dominio e a scontrarsi con la polizia erano giovani delle scuole, universitari, lavoratori, immigrati, gente comune. Nel giro di poche ore la rivolta si è diffusa in moltissime città della Grecia ed è continuata per settimane con un'intensità quotidiana, e anche quando i media hanno smesso di parlarne è continuata con azioni dirette di gruppi clandestini armati, occupazioni di stazioni radio, sindacati, università, municipio e focolai di tensione che esplodevano qua e là in maniera imprevedibile.
Per alcuni mesi la Grecia ha visto lo stravolgimento totale della quotidianità, la vita che usciva nelle strade e si riprendeva gli spazi tramite l'autogestione e la distruzione dei simboli dell'oppressione. Si è trattato di una vera e propria rivolta sociale: sono stati attaccati i simboli del capitalismo tra cui banche e negozi oltre ai simboli dell'autorità e delle istituzioni come il parlamento, le stazioni di polizia, le chiese, le scuole, l'albero di natale del sindaco, il ministero dell'educazione.
Nel 2009 a distanza di un anno la rabbia è ancora viva nelle piazze e nelle strade. Il nuovo governo socialista di Giorgio Papandreou (che si va a sostituire al precedente governo di destra con a capo Costas Karamanlis), insieme al nuovo ministro dell'interno Michalis Chrisochoidis, quasi a rimarcare che la differenza tra destra e sinistra è solo una facciata, opta per una linea dura di tolleranza zero nei confronti di ogni manifestazione di protesta. Nei mesi precedenti all'anniversario della morte di Alexis il governo si prepara per il contrattacco repressivo mirato ad impedire l'espandersi della rivolta sociale, istituisce un nuovo corpo speciale di poliziotti addestrati in moto, il “team Delta”, opera decine di fermi e di arresti preventivi, porta avanti un'operazione mediatica di criminalizzazione degli anarchici e degli spazi occupati. Nei giorni clou della protesta la capitale viene militarizzata a livelli che non si vedevano da più di 10 anni in Grecia: oltre 10.000 poliziotti in antisommossa vengono impegnati a presidiare le strade del centro di Atene, in particolar modo intorno ad Exarchia e alla zona universitaria, in vista del corteo del 6 dicembre. I media parlano di 500 anarchici italiani, che insieme a francesi, spagnoli e russi, sarebbero in arrivo per aiutare nella rivolta!
Nei giorni precedenti quasi tutte le università vengono occupate dagli anarchici e diventano la base per assemblee e gruppi d'azione. Il 5 comincia a salire la tensione: nel pomeriggio al Pireo la polizia fa irruzione in un circolo anarchico durante un'assemblea e arresta tutti i presenti, oltre a perquisire il posto in cui verranno ritrovate bottiglie vuote, benzina e altri oggetti. Quaranta persone vengono trattenute in carcere e dovranno pagare 51.000 euro di cauzione per essere libere in attesa del processo, che potrebbe svolgersi anche tra uno o due anni. La stessa sera ad Exarchia, nel luogo dell'uccisione di Alexis, si svolge un presidio commemorativo e poco dopo un corteo spontaneo composto da qualche decina di persone si snoda per le vie del quartiere. Dopo pochi minuti una vera e propria retata di poliziotti in moto, con conseguente rastrellamento delle strade ormai poste in assedio, porta all'arresto di 12 persone, accusate di resistenza, danneggiamenti, porto di armi improprie e dell'incendio di un paio di macchine della polizia. Tra questi vi sono 5 italiani, rilasciati a piede libero due giorni dopo e il cui processo si svolgerà il 24 dicembre: racconteranno di essere stati picchiati e umiliati nel momento dell'arresto.
Il 6 dicembre alle 13.00 si svolge il corteo cittadino in memoria di Alexis, partecipano quasi 20.000 persone di ogni tipo. Già dal concentramento ci sono scontri con la polizia, che ha la peggio: alcuni “Delta” vengono atterrati e presi a bastonate, verranno salvati solo dall'arrivo dei rinforzi. Il corteo si snoda lungo le vie principali, dove vengono assaltate e distrutte telecamere, vetrine di banche e negozi di lusso, con l'ovazione e il supporto di tutti i partecipanti della manifestazione. I poliziotti schierati nelle vie laterali vengono allontanati con fitti lanci di pietre, e rispondono lanciando lacrimogeni sulla folla. Viene occupata anche la sede rettorale dell'università di Atene: la bandiera greca in cima viene sostituita con una bandiera nera, e la pavimentazione di marmo della facciata viene completamente divelta e smantellata per farne sassi da lanciare contro gli sbirri! A piazza Syntagma altri scontri con la polizia, che carica con le moto ferendo gravemente due anziani militanti. Si contano una trentina di feriti, e 40 arresti. La guerriglia continua all'Ateneo dove manifestanti e polizia si fronteggiano per ore con lanci di pietre da una parte, e lanci di lacrimogeni e granate assordanti dall'altra, fino a che i poliziotti sgomberano le strade e se ne tornano a casa. Nel frattempo una parte del corteo si è diretta ad Exarchia, dove viene riguadagnata la piazza allontanando la polizia con molotov, pietre e barricate.
Anche a Salonicco c'è tensione, i 3.000 manifestanti vengono attaccati con lacrimogeni e bombe assordanti, seguono scontri che durano ore. Qualche giorno prima l'università di Salonicco era stata sgomberata con un'irruzione della polizia che aveva anche arrestato alcuni attivisti.
Il 6 dicembre, ad Atene, una ventina di giovani a volto coperto attaccano con pietre un commissariato di polizia. Nel pomeriggio si svolge il corteo degli studenti: la maggior parte dei manifestanti sono giovanissimi, tra i 14 e i 18 anni, ma si vedono anche ragazzini che avranno si e no 8 anni che sono in prima linea nel lancio di oggetti contro la polizia. Continuano gli scontri con i poliziotti, che però sono in gran numero e riescono a fiancheggiare il corteo e avere la meglio, tramite diversi lanci di lacrimogeni e l'arresto di alcune persone. Ci sono comunque danneggiamenti a banche, vetrine, pensiline dell'autobus e altri oggetti dell'arredo urbano, ormai nelle vie attraversate dai cortei di questi giorni non c'è più un solo vetro intatto. Gli scontri proseguono davanti al Politecnico posto sotto assedio dalla polizia, che lancia lacrimogeni perfino all'interno del cortile, ma viene respinta con molotov e barricate infuocate.
Nel giro di due giorni si contano 823 fermi e 159 arresti solo ad Atene, un numero impressionante. Manifestazioni di protesta si sono svolte anche a Salonicco, Ionnina, Rodi, Creta, Larissa, Samos, Corinto.
Il fuoco della rivolta e della rabbia sono ancora vivi ma è tempo di fermarsi un attimo a riflettere su come agire e trovare nuove strategie per fare fronte alla repressione. Una risposta dello Stato era prevedibile, e non sono una novità neanche i metodi che utilizza dato che in altri paesi essi vengono usati già da anni. Quello che c'è da aspettarsi anche in Grecia è un inasprimento delle pene per reati riguardanti gli scontri di piazza (al momento considerati reati minori), un maggiore controllo tecnologico attraverso l'installazione di nuove telecamere, tentativi di sgombero dei posti occupati, un rafforzamento delle sezioni poliziesche dedicate alla repressione degli anarchici. Mentre lo scorso anno la rivolta è esplosa inaspettata e lo Stato non ha saputo far fronte al duro attacco subito e all'espandersi rapido dei focolai di protesta, quest'anno si è vista una risposta dura anche se ancora un po' caotica da parte dei difensori dell'ordine sociale. C'è tanto da fare e da pensare, è importante creare sempre nuove discussioni e riflessioni estese che chiariscano e cementifichino la critica verso l'autorità, lo stato, il capitale, per far sì che la rivolta non sia solo una fiammata temporanea e istintiva destinata ad estinguersi in breve tempo. Contemporaneamente a questo è fondamentale continuare ad alimentare nella società il desiderio di autogestione, il distacco dalle istituzioni e dai partiti, il rifiuto alla sottomissione, la ribellione verso la prepotenza dell'autorità, in modo che questa rabbia non rimanga prerogativa degli anarchici ma continui ad unire tanti individui diversi contro il nemico comune.

Alcuni dei 500 “reduci”...

Lun, 28/12/2009 – 16:56

Grecia - Anarchici rivendicano gli attacchi contro il Pasok

riceviamo e pubblichiamo

Gli attacchi incendiari ed esplosivi che hanno preso di mira diverse sedi del partito socialista al potere in Grecia, il Pasok, sono stati rivendicati da un gruppo anarchico.
Il gruppo, che si è firmato Anarchici di insicurezza e di illegalità diffusa, spiega che le azioni dirette sono state effettuate al fine di prevenire probabili futuri attacchi contro gli spazi sociali ed il popolo che lotta.

Il comunicato, in greco, su:
athens.indymedia.org/front.php3?lang=el&article_id=1114892

Mar, 22/12/2009 – 14:34

Grecia - Azioni dirette esplosive e incendiarie contro il Pasok

Attentato esplosivo contro ufficio deputato Pasok

ATENE, 18 DIC - Un ordigno di piccola potenza e' esploso oggi davanti
all'ufficio di un deputato del Pasok ad Atene provocando solo danni
materiali non gravi. L'ordigno, apparentemente alimentato a gas, e'
esploso riferiscono i media, mentre l'ufficio del deputato Nasos
Alevras era chiuso. L'attentato fa seguito ad una serie di attacchi,
apparentemente di matrice anarchica, avvenuti nelle prime ore di
stamane contro cinque sedi del Pasok nella capitale greca


Attacchi incendiari contro sedi del Pasok

ATENE, 18 DIC - Una serie di attacchi con ordigni incendiari,
apparentemente di matrice anarchica, sono stati compiuti nelle prime
ore di stamane ad Atene contro alcune sedi del partito socialista
Pasok, al governo. Gli attacchi contro cinque uffici del Pasok in vari
quartieri della capitale, secondo quanto informano i media, hanno
provocato solo alcuni danni materiali.

dalle agenzie

Dom, 20/12/2009 – 19:19

Il ritorno della Magna Grecia

Il ritorno della Magna Grecia
«L’estremo inganno dell’epoca moderna consiste nel fatto che gli odierni assassini
hanno fatto proprio il ritmo della storia e che la morte poliziesca opera ormai in nome della democrazia»
(Ungheria sol levante, 1956)
Ciò che era già vero oltre mezzo secolo fa, lo è soprattutto oggi. In Italia, nel 2001 come nel 2009, si continua a morire per mano dei servitori dello Stato: nelle piazze, nelle proprie case, negli autogrill, nelle caserme, nelle carceri. Ma lo stesso accade in tutta Europa e nel resto del mondo. La scorsa settimana la polizia turca ha ucciso un manifestante curdo; mentre a migliaia di chilometri di distanza, a Berlino, un agente in borghese faceva fuoco su un dicianovenne gambizzandolo.
Fortunatamente capita talvolta che gli omicidi, i soprusi e la tronfia arroganza di Stato non incontrino solo consolidata rassegnazione o sporadiche contrapposizioni. È capitato in Grecia, dove un anno fa un ragazzo di quindici anni, Alexis, veniva assassinato da un poliziotto mentre si trovava davanti a un bar. Per mesi tutto il paese è arso nel fuoco della rivolta, una sollevazione generalizzata che ha reso inefficace la politica del lutto e del cordoglio. Niente fiaccolate silenziose, niente petizioni alle autorità, niente impotente indignazione: solo rabbia e furore contro lo Stato e i suoi aguzzini.
Oggi il nuovo governo di sinistra ha dato ordine di reprimere le manifestazioni organizzate in occasione del primo anniversario di quell’omicidio con ogni mezzo necessario (compreso l’omicidio). Alla vigilia dell’anniversario, in tutto il paese sono stati effettuati decine e decine di fermi e arresti preventivi. Durante le manifestazioni per l’anniversario sono stati effettuati centinaia di arresti nelle strade, teatro di cariche selvagge. Non si contano più le ossa spezzate e le teste rotte. Una manifestante, investita intenzionalmente da una moto del corpo speciale della polizia, è in coma.
Ma, se il governo greco di sinistra del 2009, su imitazione del governo italiano di destra del 2001, ha pensato che bastasse il terrore per placare gli animi, ha fatto male i suoi calcoli. La Magna Grecia non è l’attuale sonnolenta Piccola Italia, dove persino le stragi di Stato sembrano produrre solo rituali commemorazioni e inverosimili revisionismi.
Represse nel sangue le manifestazioni di domenica 6 dicembre, nuove manifestazioni sono state indette per il giorno dopo. Anche su queste si è abbattuto il pugno di ferro della repressione, con altri massacri e un altro manifestante ferito gravemente. Secondo stime ufficiali, nel giro di soli due giorni sono 823 le persone fermate, 159 quelle formalmente arrestate e incriminate. E non è finita... Perché la Grecia brucia, continua a bruciare, con occupazioni di scuole e università, di palazzi e stazioni radio, con blocchi stradali, attacchi a banche e commissariati, con manifestazioni quotidiane in tutte le città. Qui il Terrore di Stato non riesce ad imporre alcuna ossequiosa obbedienza, alimenta solo nuove proteste. Nella culla della civiltà l’Eleutheria (libertà) non è lo slogan di un partito o di un’associazione, è una passione umana da vivere, amare e difendere con forza quando viene minacciata. Chi non è disposto a barattare la propria dignità in cambio di un salario, di un mutuo o di un televisore, sa bene che è meglio battersi incappucciati contro i potenti e i loro tirapiedi piuttosto che vegetare incravattati al loro servizio.
È questo il tizzone ardente che lancia nel mondo la rivolta in corso in Grecia. Per uscire dal Grande Freddo della depressione e della rassegnazione, della povertà e della paura, del potere e dell’obbedienza, non serve a niente l’estintore della politica. In ogni luogo e in ogni tempo, ci vuole il Fuoco Greco, antica e misteriosa miscela incendiaria inestinguibile perché refrattaria all’acqua.
Alcuni anarchici

Liber ignium ad comburendos hostes
Ignem græcum tali modo facies: Recipe sulphur vivum, tartarum, sarcocollam et piceam, sal coctum, oleum, petroleum et oleum gemmæ. Facias bullire invicem omnia ista bene.
Postea impone stupæ et accende, quod si volueris exhibere per embotum, ut supra diximus.
Stupa illinita non extinguetur, nisi urina vel aceto vel arena.



volantino fronte/retro:

Mer, 09/12/2009 – 19:02
Sab, 16/12/2006 – 12:23
Condividi contenuti
tutti i contenuti del sito sono no-copyright e ne incentiviamo la diffusione