[Mi] Presidio itinerante attorno alle mura di san vittore [cambio orario]

11/12/2010 - 18:00
11/12/2010 - 20:20



SABATO 11 DICEMBRE, dalle ore 15

PRESIDIO ITINERANTE ATTORNO ALLE MURA DI SAN VITTORE


(appuntamento in via Olivetani angolo v. le Papiniano)



“QUI CI VORREBBE UN PRESIDIO UN GIORNO SI E L’ALTRO PURE”

Il 13 novembre è entrato in vigore il provvedimento che dispone la detenzione domiciliare (presso un’abitazione o una comunità terapeutica, pubblica o privata, per i tossicodipendenti) per le pene detentive non superiori ad un anno, valevole fino al 31 dicembre 2013.
 
Dopo quasi un anno dalla dichiarazione di stato di emergenza nelle carceri, fatta dal governo nel gennaio di quest’anno, è stata approvata una legge che farà uscire soltanto 5 mila detenuti (o forse molti meno) dei circa 70 mila oggi presenti, record mai raggiunto prima d’ora nell’Italia del dopo fascismo: una goccia nel mare.
Infatti dagli 11 mila detenuti che hanno un residuo pena inferiore ad un anno vanno esclusi i “condannati per taluno dei delitti indicati dall’articolo 4-bis” dell’ordinamento penitenziario (o.p.), “i delinquenti abituali, professionali o per tendenza”, i detenuti che sono sottoposti al regime di isoamento punitivo (art. 14-bis dell’o.p.)  o “quando vi è la concreta possibilità che il condannato possa darsi alla fuga ovvero sussistono specifiche e motivate ragioni per ritenere che il condannato possa commettere altri delitti”.
Inoltre bisognerà aspettare che il pubblico ministero trasmetta gli atti al giudice di sorveglianza che a sua volta valuterà ogni singolo caso accertando anche che il domicilio abbia i requisiti di idoneità. Intanto la popolazione reclusa cresce con un ritmo di circa 500 detenuti in più ogni mese.
Una vera e propria presa per il culo se si considera pure che in caso di evasione dal domicilio la pena viene inasprita fino a 5 anni!

Gli unici a festeggiare sono i gestori delle comunità terapeutiche private (tra i quali Carlo Giovanardi, sottosegretario alla presidenza del consiglio) e gli agenti della polizia penitenziaria che dovrebbero vedere aumentare gli organici di 2 mila unità. Il condizionale è d’obbligo dal momento che fino ad oggi il pubblico impiego e la spesa pubblica hanno subito pesanti tagli in particolare nel comparto sanitario e in quello dell’istruzione, come ci ricordano in questi giorni le decine di migliaia di studenti scesi nelle piazze di tutta Italia e di altri paesi europei contro le “riforme” imposte dai rispettivi governi.
Ma non dobbiamo stupirci più di tanto visto che è da un po’ di tempo che abbiamo capito che è col pugno di ferro che questo governo intende affrontare la crisi: i tagli alla spesa sociale e i licenziamenti di massa vengono imposti con una maggiore militarizzazione dei quartieri popolari e ed un maggiore ricorso alla reclusione, sia in carcere che nei campi di internamento per immigrati (i Centri di Identificazione ed Espulsione, veri e propri lager).

Il 12 novembre è entrato in vigore l’ennesimo decreto legge in materia di sicurezza (n.187) che, tra l’altro, dispone che le forze di polizia partecipino alle operazioni che scaturiscono dall’iniziativa dei sindaci, senza necessità di specifiche consultazioni con il Prefetto.
Si tratta delle fantasiose ordinanze emesse dai sindaci (contro gli schiamazzi notturni, i mendicanti, gli ambulanti senza permesso, chi mangia nei parchi, ecc), che in svariati quartieri di Milano sono arrivate addirittura ad istituire il coprifuoco. D’ora i poi al fianco dei vigili urbani (che mai chiameremo Polizia Locale), saranno schierati anche poliziotti, carabinieri, finanzieri e guardie carcerarie. Così, dopo i militari per le strade (ai quali mai ci potremo abituare), ecco che questo governo avanza nel processo di militarizzazione della vita quotidiana.

Nelle carceri la situazione è sempre più disastrosa e indecente: alle carenze di ogni tipo, in special modo di cibo, acqua, igiene, riscaldamento e cure mediche adeguate, si aggiungono le minacce, i trasferimenti punitivi, il blocco della corrispondenza, l’isolamento e i pestaggi nei confronti di chi non accetta di subire passivamente questo schifo.
Solo organizzandoci meglio fuori per sostenere le ragioni della lotta dentro potremo contrastare queste azioni di vera e propria rappresaglia.
Dobbiamo fermare questa violenza che ci vuole sottomessi a condizioni di vita insopportabili e degradanti, dentro come fuori dal carcere (gli affitti sono sempre più cari, il lavoro è sempre meno e sempre più precario, la sanità non è garantita né tantomeno efficiente per chi non può pagarne gli alti costi, la scuola a furia di tagli sta diventando un privilegio).
Solo con la lotta, insieme, si possono contrastare le scelte che cercano di imporci.



SABATO 11 DICEMBRE, dalle ore 15
PRESIDIO ITINERANTE ATTORNO ALLE MURA DI SAN VITTORE
(appuntamento in via Olivetani angolo v. le Papiniano)




Milano, dicembre 2010
Sempre contro il carcere e la società che ne ha bisogno


Gio, 09/12/2010 – 13:20
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